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af Lucia Locorotondo 2 år siden

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OPERE LEOPARDI

Le "Operette morali" di Giacomo Leopardi, scritte principalmente nel 1824, rappresentano un punto di svolta nella sua produzione, segnando l'avvio della fase del pessimismo cosmico.

OPERE LEOPARDI

OPERE LEOPARDI

Lo Zibaldone

è una raccolta di impressioni personali, aforismi, profonde osservazioni filosofiche, analisi filologiche, critiche letterarie e vari tipi di annotazioni che fu pubblicato postumo in sette volumi nel 1898 con il titolo originale di: "Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura".

Il ciclo di Aspasia

In questi componimenti si rivela il carattere più sentimentale e nostalgico del poeta. Il dolore è espresso senza filtri e catalizzato in un sentimento di attesa del futuro basato sulla solidarietà e sul riscatto dalla condizione di umana sofferenza.
I componimenti del ciclo di Aspasia di aggiungono alla successiva riedizione de I canti.

I Grandi idilli

Noti anche come canti pisano-recanatesi.
Leopardi focalizza in questi componimenti uno sguardo più maturo, passato, costruito sul ricordo di una giovinezza sfiorita. Il rimpianto sembra essere il sentimento preponderante delle poesie

Tra le più celebri: A Silvia, Il sabato del villaggio e Il passero solitario, Canto notturno di un pastore errante dell’Asia.

A Silvia: Il canto si divide in due parti: la prima parte ha carattere rievocativo, incentrato sulla poetica della memoria, la seconda parte ha carattere riflessivo.

Nella seconda parte il poeta fa un paragone tra il destino della ragazza e il suo. Silvia moriva senza veder fiorire la sua giovinezza, senza poter parlare di amore con le compagne e senza godere delle lodi della propria bellezza. Con la sua morte, tramontava anche la speranza di felicità di Leopardi. A lui, infatti, come a Silvia, i fati negarono le gioie della giovinezza, dove sogni e speranze dovrebbero diventare realtà. Svaniti dunque i sogni con l’apparire della realtà dolorosa, non resta altro che la morte per liberarci dalla miseria e dalle amarezze della vita.

Nella prima parte, Leopardi domanda a Silvia se, dopo tanti anni, ricorda ancora i giorni felici nei quali si affacciava alla giovinezza. Quando anche il poeta aveva nel cuore la fiducia nella vita e, come Silvia, aveva pensieri piacevoli, speranze e belli gli apparivano il fato e la vita. Tuttavia questo è destinato a finire per colpa della natura, che promette negli anni della giovinezza e dell’adolescenza, ma poi non mantiene ciò che ha promesso.rgomento

Le Operette morali.

Si tratta di testi di prosa, composti principalmente nel 1824, e rappresentano l’ingresso del poeta nella fase del pessimismo cosmico.
Il proposito di questa raccolta è quello di mostrare il reale nella sua brutalità, indagare la sofferenza dell’uomo e il male insito della natura.

I Piccoli idilli

Componimenti ascrivibili alla corrente del pessimismo storico, insieme ai successivi Grandi idilli formano l’opera completa de I Canti.
I componimenti, in uno stile non ancora arrivato alle vette più alte della complessità leopardiana, hanno lo scopo di eludere un presente infausto con atmosfere di rifugio e raccoglimento.
Scritte tra il 1819 e il 1821, tra le più celebri poesie della raccolta: L’infinito e La Luna

L'Infinito è un'avventura della mente. L'uomo cerca l'infinito per evadere dalla realtà. Il poeta è sopra un colle e c'è una siepe che gli impedisce di vedere oltre. Ma è proprio quest'ostacolo a permettergli di immaginare cosa c'è aldilà.