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af Marco Farinelli 9 år siden

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Street-art

La Factory di Andy Warhol era lo studio di arte a New York City, attivo tra il 1962 e il 1968, situato al quinto piano di un edificio a Midtown Manhattan. Questo spazio divenne un punto nevralgico per l'

Street-art

Scharf e Cutrone

Kenny Scharf (1958) e Ronnie Cutrone (1948-2013), grande amico di Keith Haring il primo e collaboratore di Andy Warhol alla Factory per otto anni (1972-1980) il secondo, sono due artisti sfaccettati, che prendono ispirazione da molte fonti: decisamente pop, ma con alla base il mondo dell’Aerosol Art. Entrambi sono diventati famosi per i loro soggetti appartenenti al mondo dei fumetti, come ad esempio Felix the Cat, the Jetsons o Woody Woodpecker. Fanno parte del mondounderground della New York anni Ottanta e così li descrive la Alinovi nei suoi saggi:Kenny Scharf, amico di Keith Haring e autore assieme a lui di alcuni videotapes postapocalittici, dipinge piccoli eroi di fumetti anni ’50, astronavi da guerra impegnate in giochi spaziali, galassie e orbite stellari.Kenny dipinge su qualsiasi oggetto mobile, utensile, tecnologia o cosa trovata. La sua casa, nel Lower East Side è interamente ridecorata da lui. […] L’ispirazione dei kids parte sempre da matrici infantili e si basa su immagini, oggetti, persone prefabbricate, trovate nella cultura di massa o sulla strada, ma del tutto rimanipolate soggettivamente. Anche Ronnie Cutrone, dipinge sagome di indiani ed extraterrestri sottraendole alle figurine di plastica molto economiche in vendita presso i negozi di giocattoli. Sagome che si divorano cannibalescamente tra loro. Finta violenza di gocciolature di sangue colato dal tubetto rosso; crani di guerrieri irsuti come demoni; figure animalesche e selvagge bloccate in stereotipiirriconoscibili....

Haring e Basquiat

Una chiarificazione su personaggi quali Haring o Basquiat è necessaria, poiché non si può parlare di Graffiti Art senza nominarli, ma non è possibile nemmeno ascriverli totalmente in questo particolare fenomeno. Haring e Basquiat, cosi come Sharf o Holzer, sono artisti atipici, in un certosenso “apolidi” in riferimento al genere di appartenenza. Non sono writer, anche se hanno iniziato la loro carriera dipingendo nella subway o per strada, ma non sono nemmeno artisti per così dire “accademici”, nonostante siano stati fin da subito inseriti nell’olimpo dell’arte. Lo stesso Basquiat si discosterà dalla corrente graffitista, pur apprezzandola e rispettandola.

La Factory di Andy Warhol

The Factory era il nome dello studio originario di Andy Warhol a New York City tra il 1962 e il 1968, e con lo stesso nome sono conosciuti anche i suoi studi successivi. Si trovava al quinto piano del 231 East 47th Street, a Midtown Manhattan. L'affitto ammontava a "un centinaio di dollari all'anno soltanto". L'edificio che ospitava la Factory non esiste più.

Street-art: Cos'è?

Arte di strada o arte urbana (in inglese "street art") è il nome dato dai mezzi di comunicazione di massa a quelle forme di arte che si manifestino in luoghi pubblici, spesso illegalmente, nelle tecniche più disparate: bombolette spray, adesivi artistici, arte normografica, proiezioni video, sculture ecc. La sostanziale differenza tra l'arte di strada e i graffiti si riscontra nella tecnica non per forza vincolati all'uso di vernice spray e al soggetto non obbligatoriamente legato allo studio della lettera, mentre il punto di incontro che spesso fa omologare le due discipline rimane il luogo e alle volte alcune modalità di esecuzione, oltre all'origine mediatica della terminologia (originariamente nota come graffitismo o writing).Ogni artista che pratica l'arte di strada ha le proprie motivazioni personali, che possono essere molto varie. Alcuni la praticano come forma .versione, di critica o come tentativo di abolire la proprietà privata, rivendicando le strade e le piazze; altri più semplicemente vedono le città come un posto in cui poter esporre L'arte di strada offre infatti la possibilità di avere un pubblico vastissimo, spesso molto maggiore di quello di una tradizionale galleria d'arte.

Nascita del movimento

Sebbene le sue origini si possono far risalire all'abitudine dei soldati alleati nel corso degli anni quaranta di disegnare lo scarabocchio Kilroy, il graffitismo nasce a Filadelfia nei tardi anni sessanta sui treni e si sviluppa in seguito a New York negli anni settanta fino a raggiungere una prima maturità stilistica a metà degli anni ottanta.

Ramellzee

Nato nel 1960 in Far Rockaway, Queens di New York, graffito scrittore, artista, rap/hip-hop, musicista e scultore. Esponente di spicco del graffitismo newyorkese degli anni 70-80; autore fra l'altro della poesia hip hop. Accanto alla pittura fa uso delle vernici spray, specchi, plexiglas, resina, tecniche miste su carta.

Rammellzee e i suoi seguaci, "Guerriglieri della parola", ribattezzatesi A-One, B-One, C-One hanno inscenato diverse performance. Lasciando alle spalle il mondo dei graffiti dall'inizio degli anni '80 si dedica all'elaborazione del "Futurismo Gotico" che egli stesso predica indossando complicate armature da samurai costruite con rifiuti meccanici e spazzatura. Artista poliedrico presente spesso anche in Italia nel 2005 e alla Biennale di Venezia con lo spettacolo-sermone The Bi-Conicals of the Rammellzee.

Gli Anni 70'

TAKI 183 è un writer dei primi anni '70 che, insieme a Rammellzee, apre la strada al graffitismo ed allo sviluppo dell'Aerosol-art a New York. Un esempio italiano è Carlo Torrighelli, meglio noto come C.T. (1909-1983), che opera a Milano sempre negli anni '70, nella zona di Parco Sempione.Nel 1972-75 appaiono i primi "pezzi", rappresentanti inizialmente una semplice evoluzione delle firme, divenute più grandi, più spesse e con i primi esempi di riempimento e di contorno (outline). Ben presto, anche se un pezzo aveva bisogno di molto spray (due o più bombolette) che avrebbero permesso di fare molte tag, tutti i writer raccolsero la sfida lanciata da Super Kool 223 e cominciarono a fare pezzi. Iniziarono le prime repressioni e le campagne contro il graffitismo. Le carrozze della metro vengono pulite e lavate, si mettono taglie sui writers, si recintano i depositi della metro (luoghi preferiti per l'azione) e si piazzano pattuglie cinofile lungo le recinzioni. Nonostante ciò tra i graffitisti c'era una continua sfida, che portò all'evoluzione ed al miglioramento qualitativo del fenomeno, che prese ad ampliarsi. Alcuni writer inventarono nuovi stili (come loop o nuvole) o perfezionarono quelli già esistenti, aggiungendo sfondi, grazie di provenienza tipografia, personaggi di cartoni animati (puppets) e forme prese dalla segnaletica stradale o dalla logotipia. I pezzi si ingrandirono top-to-bottom wholecar, diventando più elaborati e colorati Wild Style.Nei primi anni ottanta, anche grazie alla realizzazione di Style Wars (documentario sui graffiti della metropolitana newyorchese) e del film Wild Style, il fenomeno graffiti si diffuse su scala mondiale, trovando in Europa un fertile terreno.

Gli Anni 80'

Il periodo compreso tra il 1980 e il 1994 è chiamato “Capitolo globale” della Graffiti art. Perfezionando sempre di più le loro tecniche, molti writers decisero di cercare nuovi approcci e alcuni entrarono in contatto con il mercato dell’arte. I più dotati iniziarono, perciò, ad abbandonare il terreno dell’illegalità. Il fenomeno del graffitismo maturò e si diffuse su scala globale. Molti writers americani iniziarono a viaggiare in Europa per fare esposizioni nelle gallerie d’arte e la gioventù europea si innamorò immediatamente di questa nuova forma di espressione.

Nell’ottobre del 1972, uno studioso di sociologia piuttosto lungimirante, Hugo Martinez, che da tempo studia e ammira i pezzi che “decorano” tutta la rete metropolitana newyorchese, decide di entrare in contatto con alcuni giovani kings, per proporre loro di unirsi in un gruppo operante non più “en plein air”, (anche se in questo caso i lavori non avvenivano all’aperto, ma addirittura nelle viscere della città), bensì all’interno di uno studio,traslando le opere dall’acciaio delle lamiere alle tele. Lo scopo è quello di riuscire a organizzare mostre e vendere le opere. Nasce così la United Graffiti Artists (UGA) e nel dicembre del 1972 si inaugura la prima mostra al City College di New York. Come puntualizza Stewart, vengono esposti non i graffiti, bensì dipinti di graffiti. Alla union prendono parte notevoli writer, tra i quali Lee163D! e Co-Co 144. Nel settembre del 1973 la UGA espone alla Razor Gallery, a Soho. La mostra viene recensita da

molti media e in una recensione di Peter Schjeldahl sul “New York Times” per la prima volta il Graffiti Writing viene definito una forma d’arte.

Ramo principale

Dagli Anni 90' ai giorni nostri

L’ultimo periodo, a partire dalla metà degli anni ‘90 fino ai giorni nostri, è caratterizzato da un’esplosione socio-culturale del fenomeno che si differenzia in diverse forme stilistiche ed espressive.

Qualsiasi gesto artistico compiuto in spazi pubblici oggi viene identificato come “Street art”, anche se dietro a questo termine si celano varie tipologie di approcci creativi: il graffitismo tradizionale, la sticker art o “arte degli adesivi”, la poster art e le video-proiezioni. Si delinea inoltre la tendenza dei Graffiti-Logo che si sviluppa quando alcuni writers cominciano ad associare il proprio nome ad un’icona che viene riprodotta serialmente nei contesti urbani.

Banksy

È uno dei maggiori esponenti della street art. Il vero nome dell'artista non è noto. Si sa tuttavia con certezza che è cresciuto a Bristol. Le sue opere sono spesso a sfondo satirico e riguardano argomenti come la politica, la cultura e l'etica. La tecnica che preferisce per i suoi lavori di guerrilla art è da sempre lo stencil che, proprio con Banksy, è arrivato a riscuotere un successo sempre maggiore presso street artist di tutto il mondo. I suoi stencil hanno cominciato ad apparire proprio a Bristol, poi a Londra, in particolare nelle zone a nordest e a seguire nelle maggiori capitali europee, notevolmente non solo sui muri delle strade, ma anche nei posti più impensabili come le gabbie dello zoo di Barcellona.

Una delle caratteristiche che ha reso famoso Banksy è la sua abilità di entrare nei musei più importanti del mondo e appendere sue opere tra le altre già presenti. Spesso passano giorni prima che qualcuno si accorga dell'intrusione. I suoi temi preferiti in questi casi, sono quadri dipinti in perfetto stile settecentesco, con l'aggiunta di alcuni particolari completamente anacronistici (nobili del Settecento con bombolette spray, dame di corte con maschere antigas, ecc.).

Ha sparso per tutta Londra degli stencil di topi, i famosi Rats: curiosamente anagrammando la parola rat si può ottenere art ("arte"). Per sua stessa ammissione, si tratta di una coincidenza. Il soggetto dei topi è stato scelto in quanto odiati, cacciati e perseguitati, eppure capaci di mettere in ginocchio intere civiltà. "Se sei piccolo, insignificante e poco amato allora i topi sono il modello definitivo da seguire. Nell'agosto del 2005 Banksy ha realizzato dei murales sulla barriera di separazione israeliana, costruita dal governo israeliano nei territori della Cisgiordania (soprattutto a Betlemme, Ramallah e Abu Dis), combinando varie tecniche. Le caratteristiche di questi murales sono veri e propri squarci nel muro (realizzati con la tecnica del trompe l'oeil) che permettono di "vedere" cosa c'è dall'altra parte.Nel 2007 è ritornato a Betlemme per effettuare ulteriori murales, assieme ad altri artisti, tra cui l'italiano Blu.

Street Art 3D
Street-Art a Roma

Ha preso il via il 29 marzo 2014 il progetto di riqualificazione urbana di San Basilio. SanBa nasce da un’idea del team creativo di Walls che si occupa da anni di Arte Pubblica contemporanea, in associazione con la casa di produzione cinematografica Kinesis e in collaborazione con il Comune di Roma. un altro caso di riqualificazione sono le case popolari dello storico lotto 1 di Tor Marancia trasformate in un coloratissimo museo all'aperto all'insegna della street art. ᅠil progetto 'Big city life Tor Marancia', ideato da 999Contemporary, finanziato da Fondazione Roma e dal Campidoglio, patrocinato dall'VIII Municipio e condiviso con l'Ater, che ha visto nascere sugli 11 palazzi del comprensorio 20 murales monumentali di arte contemporanea alti 14 metri e con una superficie di 145 metri quadrati l'uno, per un totale di 2.610 metri quadrati. Il tutto grazie all'impegno di oltre 500 abitanti, dei ragazzi delle scuole della zona e di 18 street artist internazionali provenienti da 10 Paesi e che hanno partecipato a titolo gratuito, in partnership con l'azienda Sikkens che ha fornito gratis una vernice speciale resistente agli agenti atmosferici.

E' stata lanciata anche un'App, il cui nome è Street-Art Roma, com mappe, contenuti, informazioni sugli autori,ᅠche si può trovareᅠᅠ su AppStore (per IPhone e Ipad) e GooglePlay (per Android).

http://roma.repubblica.it/cronaca/2015/04/26/news/la_guida_della_street_art_a_roma-112917934/#gallery-slider=112971176