L'arte classica
Urbanistica e architettura
Le correzioni ottiche
. Incorvatura dello stilobate: una leggera incurvatura degli elementi orizzontali, in particolare dello stilobate, inarcato verso l'alto, evitava l'impressione di concavità
. Inclinazione delle colonne angolari: una lieve inclinazione delle colonne angolari verso l'interno dell'edifico evitava l'effetto ottico di apertura verso l'esterno
. Entasis: il rigonfiamento del fusto delle colonne evitava l'impressione che queste si assottigliassero nella zona centrale
Pianificazione urbanistica di ippodameo
. La scelta di una pianta ortogonale, in cui le grandi strade si incrociavano perperdicolarmente
. L'uso di un modulo (misura assunta come unità minima sulla base della quale si costruivano piante di città
. Suddivisione preliminare delle aree in base alla funzione
. Orientamento più favorevole in base alla topografia del luogo
Partenone
Tempio dorico, periptero, octastilo (realizzato sopra un tempio già in buona parte innalzato da Callicrate) è in marmo pentelico bianco su basamento calcareo, Il tempio precedente era più piccolo, era un tempio esastilo,
Il fregio dorico è costituito da un'alternanza di metope e triglifi. Le metope rappresentano scene mitologiche con non più di due personaggi per ognuna. L'ordine dorico è presente in tutti i lati esterni del Partenone. Nell'entrata principale del Partenone, a est, il fregio raffigura la Gigantomachia. Sul lato nord le metope sono gravemente rovinate, ma le scene sembrano essere della guerra di Troia. Nel lato posto a ovest, viene rappresentata la Amazzonomachia. I fregi del lato sud mostrano la Centauromachia.
La trabeazione dell'ordine ionico è caratterizzata dalla continuità del fregio. Nel Partenone quest'ordine è posto all'interno, lungo il naos e misura 160 m. Il tema è realistico, poichè rappresenta la cerimonia delle Panatenee ovvero le feste in onore alla dea Atena. Il fregio va letto partendo dall'angolo sud-ovest e andando sia a nord che verso est, si possono riconoscere le processioni con personaggi sia della società aristocratica e arcaica, sia della società democratica e classica, così che ogni individuo dello stato poteva riconoscersi e immedesimarsi e seguire i vari momenti della processione. L'ultimo lato, quello a est, rappresenta la consegna del Peplo alla dea Atena.
I frontoni sono caratterizzati dall'assenza di una figura centrale, sostituita da un gruppo, una composizione in cui si passa progressivamente dai corpi in movimento raffigurati al centro alla calma relativa prevalente ai lati, nella realizzazione delle statue la volontà di rappresentare la pienezza dei corpi femminili sotto i panneggi raggiunge il virtuosismo creando uno straordinario effetto di chiaroscuro
Il tempio è costruito in marmo pentelico E’ orientato ad est, e comprende un corpo rettangolare anfiprostilo con sei colonne ioniche nel lato est, mentre nel lato ovest gli interstizi tra le colonne erano riempiti da setti murari: questo faceva sì che dall’esterno sporgessero delle semicolonne Internamente il corpo centrale era diviso in due celle su livelli diversi. la base della colonna attica si distingue per una lavorazione molto più elaborata: il toro, infatti, non è liscio ma è scolpito; il fusto delle colonne, già molto slanciate nel tempio di Efeso, sono ancora più esili, dando al complesso maggior leggerezza. Allo stesso modo i capitelli presentano una maggior perizia decorativa: tutti gli interstizi sono riempiti di vetro colorato, in modo da brillare alla luce del sole. Le colonne del porticato nord hanno la medesima decorazione, con l’unica differenza del toro, ornato qui con un motivo a treccia.
Scultura
Artisti più importanti:
Mirone per la resa del movimento
Policleto per la definizione di un canone di bellezza ideale, basato su un calcolo matematico delle proporzioni del corpo umano
Fidia a cui si deve la decorazione del Partenone.
Tra il periodo arcaico e quello classico vi è una fase intermedia detta età severa per le pose rilassate, le raffigurazioni realistiche e l’espressione calma che sostituiva il sorriso arcaico. Essa viene considerata una fase intermedia poiché presenta caratteristiche che si avvicinavano molto allo stile classico, ma sono ancora, per una parte, legate all’arte arcaica. Vi è un’evidente conoscenza più approfondita dell’anatomia umana, si tende ad affidare alla statua una posizione meno statica mediante la posizione delle gambe, infatti, mentre una reggeva il peso dell’intera statua, l’altra era flessa e poggiava a terra con solo la punta del piede.
Zeus di capo Artemisio bonzo, h 209 cm atene, museo archeologico nazionale
La resa del movimento comporta un'attenta distribuzione del peso fra le varie parti del corpo. il torso ruota leggermente per dare forza al colpo. Una doppia inclinazione appena accennta e visibile di profilo si crea tra le spalle e le anche.
Bronzi di riace, bronzo, h 205 cm, Reggio calabria museo archeologico nazionale
. Probabile appartenenza a un unico gruppo statuario composto da più figure di eroi guerrieri
. Fusione tra elementi dello stile severo e novità da poco sviluppate da Policleto
. Guerriero A: raffinatezza dei dettagli nella resa dell'acconciatura e del movimento del capo, ha un capigliatura e una barba con ciocche distinte e le vene sono più visibili
. Guerriero B: pettinatura più semplice infatti la barba è più compatta e uniforme, ha un anatomia più morbida, più aggiornato nella resa della ponderazione
Le caratteristiche della scultura classica
. La pettinatura a calotta;
. Gli occhi arrotondati e naturali;
. labbra morbide e naturali, rappresentate a volte dischiuse;
. Il volto è leggermente ruotato;
. La gamba viene portata in avanti, viene piegato il ginocchio costituendo un movimento che abbassa il fianco e leggermente la spalla inclinando il bacino;
. Viene usato un nuovo materiale: il bronzo, lavorato con una nuova tecnica a cera persa che permette di realizzare figure con forme aperte nello spazio senza sostegni.
Discobolo di Mirone
Nella scultura di Mirone, il movimento si percepisce solo da un punto preciso, quello frontale e solo grazie alle linee di forza. La scultura è tridimensionale ma la concezione dello spazio è ancora bidimensionale.
Le linee di forza sono l’ampio arco descritto dalle braccia aperte, dalle spalle e dalla gamba sinistra; i tre triangoli descritti dal braccio, dal fianco e dalla coscia destri e dalla gamba sinistra. Queste linee donano un effetto dinamico e danno alla scultura la posizione innaturale.
la rappresentazione del corpo umano raggiunge la perfezione attraverso il canone e il chiasmo.
La testa diventa il modulo, l’unità di misura, e risulta 1/8 del corpo e così il busto sarà 3/8 e le gambe 4/8: si stabilisce che questa è la proporzione perfetta del corpo umano. Il Doriforo è rappresentato in una posizione di riposo: il movimento del braccio sinistro che porta le frecce corrisponde alla gamba destra che porta il peso del corpo; il braccio destro è lasciato lungo il fianco e corrisponde alla gamba sinistra. Attraverso il chiasmo cioè l’equilibrio che si crea tra arti superiori ed inferiori, Policleto ottiene un equilibrio dinamico della scultura: anche se non si sta muovendo, il Doriforo è nello spazio in maniera tridimensionale.
Il volto era frontale e lo sguardo diretto e deciso puntato lontano con un’espressione da guerriero. Infatti, sul capo indossava un elmo con cresta, sul quale era raffigurato un cavallo e la sfinge sui tre cimieri. Con la mano sinistra, poi, sorreggeva uno scudo tondo, poggiato a terra e portava una lancia. La mano destra, invece, era poggiata su di una colonnina e sorreggeva la statuetta di Nike la vittoria alata. Sullo scudo, dal diametro di circa quattro metri, erano scolpite scene di amazzonomachia
le Cariatidi vestono un peplo accuratamente lavorato con drappeggi che ricordano le scanalature delle colonne che sostituiscono. Le vesti, una volta policrome, conferiscono leggerezza ed eleganza così come l’acconciatura molto elaborata con i capelli che cadono lungo le spalle. Al di sopra della testa è posta una piramide tronca che sostituisce il capitello. Tale elemento presenta delle decorazioni a ovuli e unisce la statua alla trabeazione. Per equilibrare il peso e distribuire uniformemente il carico della copertura, la gamba destra ha una leggera flessione che conferisce staticità tramite una posa naturale che accentua le forme del corpo sotto la veste.