por Antonella Gallo hace 3 años
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Il complemento di misura può essere rappresentato da un avverbio con terminazione ablativale in -o, come multo, "di molto"; paulo, "di poco"; tanto, "di tanto"; quanto, "di quanto"; nihilo, "di nulla"; inoltre da longe, "di gran lunga".
Multo ceteros anteibant (Tacito). Superavano di molto gli altri
Indica di quanto una persona o una cosa sia inferiore o superiore a un'altra e si esprime in ablativo semplice.
Milibus passuum duobos ultra Caesarem castra fecit. (Cesare) Pose l'accampamento duemila passi più in là di Cesare.
Il complemento di abbondanza si esprime con l'ablativo semplice (che, propriamente, non rientra nella funzione separativa dell'ablativo, ma piuttosto in quella strumentale).
Dipende da verbi che indicano riempimento o abbondanza, come abundo, "abbondare"; impleo, compleo, "riempire"; imbuo, "imbevere (traslato "istruire"); augeo, "aumentare".
L'idea di separazione è presente anche nel complemento di privazione che si esprime con l'ablativo semplice e si trova in dipendenza da verbi che indicano mancanza o privazione come careo, egeo, indigeo, "mancare, essere privo di"; privo, spolio, "privare di".
I verbi egeo e indigeo, oltre che con l'ablativo, possono essere costruiti con il genitivo.
Hoc non eget exempli (Cicerone). Questo non ha bisogno di un esempio.
Sapiens consolatione non eget (Cicerone). Il saggio non ha bisogno di consolazione.
si trova in dipendenza dai verbi orior e nascor ("nasco") e dagli aggettivi genitus, natus, prognatus ("nato").
Si esprime con
con a/ab, e/ex, de più l'ablativo negli altri casi
Fama e virtute nascitur. La fama nasce dalla virtù.
l'ablativo semplice, se è rappresentato dal nome proprio o comune del padre o dei genitori, oppure da un sostantivo che indica la famiglia o la condizione sociale.
natus erat equestri (Tacito) era nato da una famiglia di cavalieri.
ha delle particolarità
si incontra anche con nomi, aggettivi e avverbi che presentano la stessa radice o sono sinonimi dei verbi prima elencati.
Viget animus in sommis liber ab sensibus. (Cicerone) Nel sonno ha vigore l'animo libero dai sensi.
i verbi composti con i prefissi dis- e se-
richiedono a/ab anche con nomi di cosa
Disiungamus nos a corporibus! (Cicerone) Separiamoci dal corpo!
si trova dopo i verbi come moveo "muovere",; amoveo , removeo "rimuovere": cicio, pello, expello, "cacciare"; arceo, prohibeo, "tenere lontano"; cedo "allontanarsi"; separo, distinguo... "separare, distinguere"; libero"liberare"...
Thasybulus patriam Triginta tyrannis liberavit (Neponte) Trasibulo liberò la patria dai trenta tiranni
Ingurtha me regno fortunisque omnibus expulit (Sallustio) Gigurta mi cacciò dal regno e da tutti i (miei) beni
indica il luogo, la persona e la cosa della quale ci si allontana
si traduce con
A/AB e L'ABLATIVO
se ciò da cui ci si allontana è una persona.
ABLATIVO SEMPLICE
se ciò da cui ci si allontana è una cosa
dai verbi fruor, fungor, potior, utor, e vescor
Alcuni verbi deponenti di uso comune si costruiscono con l'ablativo strumentale. Essi sono:
potior, -iris, potitus sum, potir, "impadronirsi"
può reggere anche il genitivo, nell'espressione "potiri rerum = impadronirsi del (sommo) potere"
Caesar rerum potitus est. (Tacito) Cesare si impadronì del sommo potere.
Noster populus terrarum iam omnium potitus est. (Cicerone) Il nostro popolo si è ormai impadronito di tutte le terre.
Castris nostris potiti sunt (Cesare) I nostri si impadronirono dell'accampamento
utor, -eris, usus sum, uti, "usare"
con l'avverbio familiariter (frequentazione assidua/amicizia)
Scipione Laelius familiariter utebatur. Lelio era caro amico di Scipione.
utor è seguito da due ablativi, di cui uno è strumentale e l'altro predicativo
è usato nelle espressioni
duce "come guida"
teste "Come testimone"
aliquo uti magistro "avere uno come maestro"
Leges, quibus haec civitas utitur (Cicerone) Le leggi delle quali questa città fa uso
vescor, -eris, vesci, "cibarsi"
Pecorum aut ferarum carne vescuntur. (Curzio Rufo) Si cibano di carne di pecora o di animali selvatici.
fungor, -eris, functus sum, fungi, "adempiere"
officio fungi = adempiere al dovere
fruor, -eris, fruitus (o fructus) sum, frui, "fruire"
Uterque summo bono fruitur, id est voluptate. (Cicerone) Entrambi godono del sommo bene, cioè il piacere.
dalla locuzione opus est
significa "occorre" e presenta due costruzioni in cui la persona a cui qualcosa occorre è espressa (se è espressa) in dativo
PERSONALE
la cosa di cui c'è bisogno diventa soggetto ed è espressa in nominativo (sum concorda con il soggetto)
si incontra quando la cosa è rappresentata da
se ciò che occorre è rappresentato da un verbo
se si tratta di un'intera frase, essa viene espressa con in'infinitiva
Nihil erat cur properato opus est. (Cicerone) Ormai non c'è più bisogno che tu aspetti.
con il participio perfetto in caso ablativo
Nihil erat cur properato opus esset (Cicerone) Non c'era nessun motivo per cui bisognasse affrettarsi.
con l'infinito
Canibus et dolore vacare opus est valere. (Cicerone) E' necessario che i cani siano privi e stiano bene.
aggettivo sostantivato neutro
Quaecumque ad oppugnationem opus sunt, noctu comparantur. (Cesare) Si preparano di notte tutte le cose che servono all'attacco.
un pronome neutro
Instrumenta, quae pecori et pastoribus opus sunt (Varrone) Gli strumenti che occorrono al gregge e al pastore
IMPERSONALE
con l'ablativo strumentale
la cosa di cui c'è bisogno è posta in ablativo
è preferito in espressioni di senso negativo e nelle interrogative retoriche negative introdotte da quid
Quid domo mihi opus est? (Cicerone) A che mi occorre la casa?
Mihi quam multis custodibus opus erit? (Cicerone) Di quanti custodi avrò bisogno?
Magistratibus opus est. (Cicerone) C'è bisogno di magistrati.
dagli aggettivi dignus, -a, -um e indignus, -a, -um
reggono un ablativo limitativo
Ut honore dignus essem maxime semper laboravi. (Cicerone) Ho sempre faticato per essere degno di onore
Non est dignus solacio. (Seneca) Non è degno di consolazione
Dignus laude Publius est Publio è degno di lode