por olsi mine hace 5 años
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In campo economico ed organizzativo con il termine compliance normativa (o regulatory compliance, in italiano anche conformità normativa) si intende la conformità a determinate norme, regole o standard; nelle aziende la compliance normativa indica il rispetto di specifiche disposizioni impartite dal legislatore, da autorità di settore nonché di regolamentazioni interne alle società stesse.
In banca, ad esempio, la "funzione di Compliance" ha il compito di verificare che "le procedure interne siano coerenti con l'obiettivo di prevenire la violazione di norme di etero regolamentazione (leggi e regolamenti) e autoregolamentazione (codici di condotta, codici etici)"[2]
al fine di evitare rischi di "incorrere in sanzioni, perdite finanziarie o danni di reputazione in conseguenza di violazioni di norme legislative, regolamentari o di autoregolamentazione"[3]
. Il concetto di compliance in azienda è solitamente associato anche al concetto di onestà ed etica nei comportamenti spesso in relazione a veri e propri codici etici o principi deontologici dei settori di appartenenza[4]
. La norma UNI EN ISO 19600:2016 è la norma guida di riferimento "Compliance management system" per l'applicazione della compliance in qualsiasi organizzazione. In Italia esiste una Associazione, ASSOCOMPLIANCE, che qualifica i Compliance manager per conto del Ministero dello Sviluppo in base alla l. 4/13 e si occupa della diffusione di tale norma ISO
Le Istruzioni Operative sono state pensate perché venisse uniformato il comportamento dei Professionisti della Salute e, nel nostro caso, degli Infermieri. Esse descrivono esattamente come deve essere realizzata una prestazione assistenziale.
Le Istruzioni Operative (IO) sono documenti che descrivono dettagliatamente un’attività con l’obiettivo di mettere tutti gli operatori nella condizione di eseguirla allo stesso modo.
Rappresentano la minuziosa descrizione del “come” deve essere realizzata un’attività; l’istruzione operativa è, infatti, fortemente orientata alle attività, le condiziona e ne costituisce un vero e proprio vincolo per quanto riguarda la loro esecuzione.
Lo scopo delle Istruzioni Operative è, dunque, la standardizzazione dei comportamenti
che avviene mediante la stesura di una successione logica di azioni, definite rigidamente, affinché si dia vita a modalità tecniche ottimali, sia che si tratti dell’uso di un’apparecchiatura o di uno strumento, sia che si tratti di un’attività prettamente assistenziale.
In campo economico ed organizzativo con il termine compliance normativa (o regulatory compliance, in italiano anche conformità normativa) si intende la conformità a determinate norme, regole o standard; nelle aziende la compliance normativa indica il rispetto di specifiche disposizioni impartite dal legislatore, da autorità di settore nonché di regolamentazioni interne alle società stesse.
In banca, ad esempio, la "funzione di Compliance" ha il compito di verificare che "le procedure interne siano coerenti con l'obiettivo di prevenire la violazione di norme di etero regolamentazione (leggi e regolamenti) e autoregolamentazione (codici di condotta, codici etici)"[2]
al fine di evitare rischi di "incorrere in sanzioni, perdite finanziarie o danni di reputazione in conseguenza di violazioni di norme legislative, regolamentari o di autoregolamentazione"[3]
. Il concetto di compliance in azienda è solitamente associato anche al concetto di onestà ed etica nei comportamenti spesso in relazione a veri e propri codici etici o principi deontologici dei settori di appartenenza[4]
. La norma UNI EN ISO 19600:2016 è la norma guida di riferimento "Compliance management system" per l'applicazione della compliance in qualsiasi organizzazione. In Italia esiste una Associazione, ASSOCOMPLIANCE, che qualifica i Compliance manager per conto del Ministero dello Sviluppo in base alla l. 4/13 e si occupa della diffusione di tale norma ISO.
Una stored procedure è un programma scritto in
o in altri linguaggi, mantenuto nel
stesso, archiviato nel cosiddetto
. Spesso è scritta in versioni proprietarie di SQL, che sono dei veri e propri linguaggi strutturati, come il
di
o il
di
, all'interno dei quali è possibile scrivere codice SQL.
Generalizzando, a seconda delle loro caratteristiche si distinguono diversi tipi di sottoprogrammi:
Funzioni restituiscono un singolo valore oltre ad accettare parametri di ingresso e/o uscita Procedure non restituiscono valori ma accettano parametri di ingresso e/o uscita Trigger sono attivati da eventi
Generalmente il
compila le stored procedure, il che significa che le ottimizza e stabilisce il piano di esecuzione delle query.
Alcuni DBMS consentono di criptare le stored procedure. Questa pratica viene usata dai produttori di software per fare in modo che il cliente non possa leggerle. Questo modo di distribuire il software è detto
, il cui codice cioè deve restare segreto per evitare che venga studiato o modificato.
La gestione della qualità è l'insieme di tutte le attività effettuate nella realizzazione di un
o erogazione di un
nonché dal personale impegnato al conseguimento degli obiettivi della politica della
.
La
Controllo qualità (CQ oppure QC da Quality Control) è sostanzialmente un sinonimo molto utilizzato per identificare, nell'ambito di un'
manifatturiera, il comparto delegato a gestire la qualità dei
realizzati, cioè a mettere in atto tutte quelle azioni ed iniziative che consentono di definire e tenere sotto controllo gli standard qualitativi richiesti dalla
.
La locuzione Sistema Gestione Qualità (SGQ) é invece utilizzato all'interno dell'ultima norma
, per mettere in luce la differenza fra un sistema di "Gestione generale di tutti i processi e modi di proporsi nelle varie attività nel suo complesso di interfacciarsi fra reparti e scopi" visti in un contesto complessivo che vada dalla direzione fino a ogni singolo addetto dell'azienda stessa. Questo dovrebbe eliminare la confusione che la locuzione CQ può indurre nella persona semplice che in essa legge, può leggere, una semplice pratica di Controllo Qualità sui prodotti.
Spesso CQ viene identificata con una specifica attività del singolo operatore di reparto di CQ che controlla i pezzi in una particolare fase della sua attività lavorativa e non nel contesto complessivo di gestione del sistema qualità all'interno dell'azienda e viene posta sull'etichetta o sul timbro utilizzato da ogni operatore che effettua tali controlli. La locuzione SGQ intende eliminare questo equivoco sin dall'inizio. Infatti, il
non va confuso con l'
che è materia del SGQ complementare ma differente.
Spesso utilizzati come
, "certificazione" e "certificato" sono due concetti distinti:
Con linguaggio non propriamente corretto, si usa "certificazione" al posto di "certificato", come nelle espressioni "mi deve consegnare la certificazione..." oppure "ho le certificazioni necessarie..." e simili.
Come sinonimi di certificato e certificazione sono usati anche i termini "attestato" e "attestazione". Alcuni autori, però, riservano quest'ultimo ai casi in cui la dichiarazione di scienza è "originaria", in quanto riferita a fatti o atti direttamente percepiti o compiuti da chi la rilascia; parlano, invece, di certificazione quando la dichiarazione di scienza è "derivativa", riferendosi a fatti, atti o qualità non direttamente percepiti o compiuti da chi la rilascia, ma risultanti da elementi obiettivi, quali registri o documenti cui l'ordinamento giuridico riconosce particolare
. Sono stati proposti anche altri criteri di distinzione basati, ad esempio, sul tipo di certezza creata dall'atto:
nel caso della certificazione,
nel caso dell'attestazione. Vi sono comunque alcuni usi impropri e tecnicamente sbagliati del concetto di certificazione e certificato. Di seguito alcuni esempi.
Nel contesto della certificazione accreditata secondo gli standard degli
nazionali e internazionali (
,
, ecc.), "certificazione" è un termine ben preciso, previsto dalla norma UNI EN
. In termini sintetici si può dire che il certificato è un attestato di
(rilasciato rispetto ad una specifica precisata, non esiste la certificazione generica) emesso da un soggetto, terzo e indipendente, autorizzato (qualificato, accreditato, abilitato) a farlo (per legge, per norme ISO e relativi accordi di riconoscimento, ecc.). Negli altri casi occorre usare la dizione "
" o attestato di conformità e non certificato di conformità, specie quando trattasi della cosiddetta "
". In particolare, per parlare di certificazione (e non mera attestazione) il certificatore, per essere accreditato, deve essere anche indipendente ovvero essere un terzo tra le parti coinvolte.[1]
Per tale motivo è scorretto parlare di "certificazione" nei casi in cui il soggetto certificato sia lo stesso (o ha delle dipendenze) che certifica, oppure quando chi esegue una determinata attività (ad esempio la
) sia anche colui il quale rilascia un "certificato" al soggetto che ha fruito di tale attività. Un altro caso simile di uso improprio del termine si ha nella "certificazione" di dati (numero visitatori, quantità venduta, posizionamento sul territorio, ecc.) da parte dell'interessato, cioè il soggetto fornitore/produttore dei dati. Infine dunque, per i motivi sopra esposti, "certificazione" non è un sinonimo di "qualificazione" né, tanto meno, di "
".
procedura s. f. [dal fr. procédure, der. di procéder «procedere»; nel sign. 3 è un calco dell’ingl. procedure]. – 1. a. non com. Modo di procedere, cioè di operare o di comportarsi in determinate circostanze o per ottenere un certo risultato (sinon. in taluni casi di procedimento, in altri di prassi): seguire la p. migliore per raggiungere lo scopo, o una p. sbagliata. b. Insieme di norme, formalità, usi e consuetudini che regolano la pratica di un’amministrazione o lo svolgimento dei compiti e delle attività dei diversi organi della vita pubblica e politica: seguire la p. normale, l’ordinaria p. d’ufficio, o adottare una p. straordinaria, eccezionale, d’urgenza; p. parlamentari; la lentezza delle p. burocratiche. Per estens., in tono scherz. o iron.: per farsi ricevere dal direttore c’è tutta una complicatissima procedura. 2. In partic., nel diritto, il complesso delle formalità dettate dalla legge che si devono osservare nello svolgimento di un processo e che costituiscono il diritto processuale: norme di p.; errore, vizio di p.; p. civile, p. penale, anche nelle denominazioni ufficiali dei codici di diritto processuale: codice di p. civile, codice di p. penale. 3. Sequenza ordinata di operazioni da eseguire per raggiungere un determinato scopo, spec. in un contesto tecnico o informatico: spogli di testi condotti con p. automatica; procedure di calcolo; procedure di elaborazione e di trasmissione dei dati. In aeronautica, p. di volo, manovra predeterminata che un pilota deve eseguire per rispettare le regole del traffico aereo; p. di attesa, da eseguire in attesa di un’autorizzazione; p. di avvicinamento, serie di manovre fissate per ogni aeroporto, per portare un aeromobile alla fase di atterraggio in condizioni di sicurezza
Në ekonominë e biznesit procesi i biznesit (ose procesi i biznesit) është një grup aktivitetesh të ndërlidhura, të kryera brenda kompanisë si pjesë e menaxhimit operacional të funksioneve të tij të biznesit, të cilat krijojnë vlera duke shndërruar burimet (inputet e procesit) në një produkt përfundimtar (prodhimi i procesit) me vlerë të shtuar, të destinuar për një subjekt brenda ose jashtë kompanisë (klientit). Procesi ka për qëllim arritjen e një objektivi të korporatës, i vendosur në fazën e planifikimit, nëse ky është i pranishëm.
Burimet dhe produkti mund të jenë mallra, shërbime ose informacion ose një kombinim i këtyre elementeve. Transformimi i hyrjes në prodhim mund të kryhet duke përdorur punë njerëzore, makina ose të dy.
Në kompanitë e pajisura me një sistem të menaxhimit të cilësisë, në përputhje me ISO 9001, proceset e biznesit duhet të jenë të matshme dhe të monitoruara me kalimin e kohës duke përdorur treguesit kryesorë të performancës.
Nota nazionale a margine: Per controllo si deve intendere: "quello connesso ad attività di verifica della conformità di un prodotto o processo."
La definizione della norma ISO 8402 ed. 1994 del termine controllo della qualità era la seguente:
"Tecniche ed attività a carattere operativo messe in atto per soddisfare i requisiti per la qualità"
Nota 30 a margine: Il controllo della qualità implica tecniche a carattere operativo volte sia a tenere sotto controllo un processo sia ad eliminare le cause di prestazioni insoddisfacenti in tutte le fasi del cerchio della qualità al fine di conseguire una maggiore efficienza economica.
Nota di commento
Entrambe le definizioni aiutano a meglio comprendere il significato di controllo della qualità. Infatti il controllo è un'attività operativa (tecnica, non gestionale) riferita a tutte le attività umane. Solo il controllo della qualità consente di stabilire la conformità di un prodotto o servizio a requisiti specificati. Per questo il controllo può essere applicato alla progettazione di componenti, alla loro esecuzione in officina, alla loro installazione in campo. Ciò vale naturalmente anche per i prodotti software, per i quali valgono norme specifiche vedi
. I controlli della qualità hanno una valenza economica, nel senso che consentono di recuperare efficienza laddove la qualità fornita sia superiore a quella richiesta o laddove dal controllo emergano non conformità, difetti o carenze del prodotto o servizio che comportano necessariamente rifacimenti e scarti, con i relativi costi. Un controllo della qualità accurato si avvale della
per verificare, per i
, per le tolleranze di lavorazione, per limitare scarti, rilavorazioni, rifacimenti.
Sull'argomento si addensano numerose espressioni tra loro molto somiglianti, che rischiano di confondere le idee: alcune sono puri e semplici sinonimi, altre presentano sfumature di significato che vale la pena mettere in evidenza:
L'azione si svolge nelle
, all'epoca della dominazione romana. Nell'antefatto la sacerdotessa Norma, figlia del capo dei
Oroveso, è stata l'amante segreta del
romano Pollione, dal quale ha avuto due figli, custoditi dalla fedele Clotilde all'insaputa di tutti.
I Galli sono riuniti nella foresta sacra al dio Irminsul e, capeggiati da Oroveso, inneggiano alla liberazione dal giogo romano. Intanto Pollione, inoltratosi anch'egli nel sacro bosco, confida all'amico Flavio di essersi innamorato di una giovane novizia del tempio d'Irminsul, Adalgisa, e di voler lasciare Norma. Questa intanto interviene all'assembramento dei Galli spiegando che gli dèi le hanno rivelato che Roma dovrà cadere, ma non in quel momento e non per loro mano. Con una
riesce a placare gli animi.
Adalgisa chiede un colloquio a Norma per aprirle il proprio animo e confessarle di aver mancato al voto di
, senza però rivelare il nome dell'uomo amato. Norma, che riconosce nella novizia i propri sentimenti e il proprio peccato, la scioglie dai voti. Quindi le chiede chi sia l'innamorato e Adalgisa indica Pollione, che sta sopraggiungendo proprio in quel momento. Furiosa, Norma rivela tutto ad Adalgisa, che sdegnata respinge Pollione.
Nella sua abitazione, Norma, sconvolta dalla rivelazione, ha deciso di uccidere i due figli, ma cede al sentimento materno. Decisa a
, fa chiamare Adalgisa e la prega di adottare i bambini e di portarli a Roma, dopo essersi sposata con Pollione. Ma Adalgisa rifiuta e promette anzi a Norma di convincere Pollione a tornare da lei, salvandola dal suicidio. Quando la grande sacerdotessa però apprende che il tentativo di Adalgisa non ha sortito l'effetto sperato, ella, che si era sempre opposta alla volontà di rivolta del suo popolo, chiama i Galli a raccolta e proclama guerra ai Romani. Oroveso le chiede allora di indicare la vittima sacrificale da immolare al dio, quando giunge notizia che un romano è penetrato nel recinto delle sacerdotesse: è Pollione, venuto a rapire Adalgisa. Norma sta per colpirlo con un pugnale, ma poi si ferma, invita tutti a uscire col pretesto di interrogarlo e, sola con Pollione, gli offre la vita purché egli abbandoni Adalgisa. L'uomo rifiuta e Norma chiama i suoi a raccolta; ha deciso quale sarà la vittima sacrificale: una sacerdotessa che ha infranto i sacri voti e tradito la patria. Sta per pronunciare il nome di Adalgisa, quando si rende conto che la colpa di Adalgisa è la sua e, nello sbigottimento generale, pronuncia il proprio nome. Commosso, Pollione comprende la grandezza di Norma e decide di morire con lei. In segreto, Norma confida a Oroveso di essere madre e lo supplica di prendersi cura dei bambini, affinché possano salvarsi insieme a Clotilde. Quindi sale sul
con l'uomo amato.
Un prodotto, in
, è un insieme di attributi tangibili e intangibili di un
o un
volti a procurare un beneficio a un utilizzatore, ottenuto tipicamente attraverso un processo di
o creazione a partire da risorse iniziali e con
finale.
Con visione diversa, ma complementare, un prodotto è il risultato di un processo di realizzazione (se materiale) o di erogazione (se servizio, ovvero prodotto immateriale)