BYOD

Come attuare il modello "Bring your own device" a scuola

Cosa ci propone il PNSD

Azione #6

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“La scuola digitale, in collaborazione con le famiglie e gli enti locali, deve aprirsi al cosiddetto BYOD (Bring Your Own Device), ossia a politiche per cui l’utilizzo di dispositivi elettronici personali durante le attività didattiche sia possibile ed efficientemente integrato”

Raccogliere l’eredità delle “vecchie” classi 2.0 e trasformarle in ambienti per la didattica digitale integrata. In realtà sarebbe meglio riferirsi al "concetto" delle classi 2.0 visto che di fatto sono state veramente poche quelle che si sono realizzate proprio a causa dei limiti strutturali.

Il “deve aprirsi” indica una necessità e non una possibilità.

Ogni classe di un istituto può avere una base essenziale di dispositivi da integrare con i dispositivi degli alunni. Non importa il rapporto 1 a 1, si può lavorare per piccoli gruppi e utilizzare i dispositivi in base alle necessità didattiche e non viceversa.

Ma cosa serve davvero per poter “fare byod” a scuola?

buona connettività

navigazione protetta e con autenticazione degli utenti

sarà necessario disporre di controller hardware e software

ambienti cloud per poter lavorare e condividere materiale didattico possibilmente amministrati dall’istituto (google education, moodle ecc)

predisporre gli alunni ad una gestione responsabile dei dispositivi in classe e fuori dalla classe, con il coinvolgimento delle famiglie per l’utilizzo dei dispositivi personali e le attività in digitale attraverso informative specifiche

Sicurezza e uso dei device (smartphone e tablet) in classe ossia uso non consentito degli stessi

il MIUR, in collaborazione con AGID (agenzia Italia digitale) e il Garante per la Privacy, svilupperà apposite linee guida in aggiornamento delle attuali disposizioni

formare al cambiamento didattico e alla novità dell’ambiente integrato digitale i docenti con opportune e dedicate proposte

ANIMATORI DIGITALI TEAM DIGITALE

BRING - PORTA

YOUR OWN - IL TUO

DEVICE - DISPOSITIVO

A proposito di sicurezza

Regolamenti interni

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MDM

MDM

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Mobile device management

Un software MDM dovrebbe avere le seguente caratteristiche:

Multipiattaforma;

Supportare diversi sistemi operativi (Android, iOS, Windows Phone);

Eventuale supporto per i sistemi operativi desktop

Separare i dati della scuola da quelli personali;

Gestire le applicazioni;

Gestire i dispositivi;

Revocare i diritti di accesso e rimuovere i dati aziendali (scolastici)

Vantaggi e svantaggi

Vantaggi e svantaggi

Vantaggi

Si supera la scarsità di dotazione tecnologica di alcune scuole, molto spesso motivo che rallenta l’innovazione didattica.

Permette a tutti gli studenti di poter utilizzare i dispositivi digitali poiché le dotazioni della scuola, raramente disponibili 1:1, saranno a disposizione di chi non può portare il proprio device

Si accelerano i processi di innovazione didattica.

Aumenta il senso di responsabilità degli studenti.

Svantaggi

resistenza da parte dei docenti ad applicare il modello per la percezione dell’aumentata responsabilità rispetto alla gestione di dispositivi;

resistenza da parte dei genitori a consegnare computer e tablet ai propri figli, senza poter esercitare un controllo diretto

Criticità

Rischi legati alla privacy e alla sicurezza aziendale (i dispositivi non di proprietà possono sfuggire al controllo):

possibili fughe di dati e perdita di informazioni
furto o perdita dei dispositivi
alunni che non frequentano più l’istituto
possibili punti di ingresso alla rete scolastica da utenti non autorizzati

Gestione malfunzionamenti e guasti dei device

chi deve effettuare la manutenzione

ESERCITAZIONE PRATICA

PRIMO ACCESSO

CONNESSIONE AD UNA RETE WIFI

CONNESSIONI

TRA DISPOSITIVI

Tethering

Il tethering è una funzionalità introdotta in Android 2.2 e presente in qualsiasi dispositivo Android abbia una connessione 3G. Si tratta della possibilità di condividere questa connessione con altri dispositivi (smartphone, tablet o PC che siano). Il telefono in questo caso si propone come gateway fra la rete esterna e il dispositivo che si connetterà. In pratica questo dispositivo non sarà connesso direttamente alla rete del nostro operatore, ma ad una rete creata ad hoc dal nostro terminale.

Il tethering può essere Wi-Fi, Bluetooth o USB. Nel primo caso lo smartphone fungerà da Access Point e creerà a sua volta una rete Wi-Fi a cui dovremo connettere il nostro altro dispositivo. Il vantaggio è la semplicità di configurazione, il funzionamento universale e il fatto che si possano connettere più dispositivi in contemporanea. Lo svantaggio maggiore però è l’alto consumo energetico a cui verrà sottoposto lo smartphone. Se possibile è quindi consigliato tenere in carica lo smartphone durante il tethering Wi-Fi. E’ possibile (e consigliato) creare una protezione con password per accedere alla rete realizzata dallo smartphone.

Tutti questi metodi di condivisione dati sono disponibili dal menù Impostazioni > Wireless e reti / Altro > Tethering/Hotspot portatile. In base alla marca del vostro telefono potrebbe essere sotto menù differenti.

A SCHERMI, MONITOR O VIDEOPROIETTORI

chromecast
all share cast dongle

Cavi

POSSIBILI GUASTI

DISCONNESSIONE DALLA RETE

controllare la connessione

verificare le impostazioni avanzate

verificare stato router

app di riparazione. Es. wifi fix
potrebbero essere necessari diritti di root

APP CHE VANO IN CRASH

svuotare la cash

canellare i dati

disinstallare e reinstallare

controllare eventuali problemi di compatibilità sulla rete

DISPOSITIVO CHE NON RISPONDE AI COMANDI

effettuare un wipe

effettuare un hard reset

via interfaccia android

Effettuare un ripristino totale attraverso combinazione di tasti accensione e volume +

Il BYOD a scuola: access point e abilitazione dei dispositivi mobili

L'infrastruttura

reti digitali a scuola

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reti digitali

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