CLASSIFICAZIONI

OMS (WHO)

fondata nel 1946, subito dopo la nascita dell’Onu, ed entrata in funzione nel 1948, ha sede a Ginevra ed è l’Agenzia delle Nazioni Unite specializzata per le questioni sanitarie. Vi aderiscono 194 Stati Membri di tutto il mondo divisi in 6 regioni (Europa, Americhe, Africa, Mediterraneo Orientale, Pacifico Occidentale e Sud-Est Asiatico).

L’Italia ha aderito ufficialmente all’OMS in data 11 aprile 1947.

OBIETTIVO

“il
raggiungimento, da parte di tutte le popolazioni, del più alto livello possibile di salute", definita come “uno stato di totale benessere fisico, mentale e sociale” e non semplicemente “assenza di malattie o infermità”.

CENNI STORICI

I CLASSIFICAZIONE DELLE MALATTIE E DISABILITA' (1983)

Conferenza dell’Istituto Internazionale di Statistica della Classificazione delle Cause di Morte (International Classification of Causes of Death).

L’indicatore ritenuto idoneo per valutare la salute è stato la causa di morte (l’Italia ha adottato questa classificazione a partire dal 1924).

ICD

L’organizzazione mondiale della sanità attraverso le sue classificazioni intende

1. fornire un linguaggio standardizzato tale

da agevolare la comunicazione in materia di salute e di assistenza sanitaria in tutto il mondo nell'ambito delle diverse discipline scienze.

Classificazione Internazionale delle Malattie (ICD, International Classification of Diseases) subentra un nuovo criterio di classificazione rappresentato dalle cause di malattia (1946)

L'ICD DESCRIVE LE MALATTIE PER FINALITA' STATISTICHE IN GRUPPI DESCRIVENDO PER OGNI SINDROME E DISTRURBO LE PRINCIPALI CARATTERISTICHE CLINICHE E LE INDICAZIONI DIAGNOSTICHE.

modello eziopatogenico, in quanto si limita a classificare le malattie, considerando l’eziopatogenesi (cause dell’insorgere di un disturbo) e le sue loro manifestazioni.

STRUMENTO PER

● la memorizzazione, la ricerca e l’analisi dei dati;
● studi statistici ed epidemiologici;
● interventi clinici;
● aspetti amministrativi.

PUNTI DEBOLI

di non considerare i bisogni della persona, così come le indicazioni necessarie e le concrete modalità di assistenza.

MODELLO MEDICO il quale tende a considerare la disabilità come un problema dell'individuo causato direttamente da una condizione patologica legata a determinanti neurobiologiche che richiedono intervento specifico da parte dei professionisti.

REVISIONE

ICD-10

E' stata approvata dalla 43esima Assemblea mondiale della sanità nel maggio 1990 ed entrata in vigore e in uso negli Stati membri dell’Oms nel 1994, è stata in uso fino allo scorso anno.

ICD-11

Nel 2018 l’OMS ha pubblicato la nuova versione della Classificazione Internazionale delle Malattie (ICD-11), entrata in vigore il 1 ° gennaio 2022.

NOVITA'

● Incorpora gli avanzamenti della ricerca medica e della pratica clinica
● Usa al meglio la rivoluzione digitale
● Risolve alcuni problemi statistici dell’ICD-10

ICD-H 1980

E' un’appendice riguardante le conseguenze delle malattie

Esso rappresenta una tappa significativa all'interno del processo di sviluppo dei sistemi di classificazione in quanto è stata la prima rappresentazione concettuale e la prima proposta di uno strumento di descrizione nell'ambito della disabilità in grado di comprovare l'impatto che lo stato di salute ha sulla persona.

3 CONCETTI (SCHEMA SEMPLICE E CONSEQUENZIALE)

1. MENOMAZIONE (ORGANO/APPARATO FUNZIONALE): si riferisce ad ogni perdita o anomalia strutturale e funzionale fisica o psichica.


2. DISABILITA’ (RIFERITO ALLA PERSONA): rappresenta, invece, ogni limitazione della persona nello svolgimento di un'attività secondo i parametri considerati normali per un essere umano.



3. HANDICAP (RIFERITO ALL’AMBIENTE): e lo svantaggio che limita o impedisce il raggiungimento di una condizione sociale normale (in relazione all'età sesso e fattori socioculturali).

CONSEGUENZA DI QUESTO SCHEMA

CHI HA UNA MALATIA O UN DISTURBO O UNA MENOMAZIONE (danno organico) DI CONSEGUENZA HA UNA DISABILITA' (perdita di capacità operative) QUINDI UN HANDICAP

VANTAGGI

- abbandona il modello centrato sulla dimensione clinica;
- la disabilità non è una semplice patologia;
- viene incluso la dimensione sociale e quotidiana della disabilità.

CRITICITA'

- considera la disabilità come un elemento permanente e immutabile;
- non offre chiari sistemi di definizione della disabilità;
- considera la sequenza: menomazione, handicap, disabilità come un continuum inevitabile.
- Basato sul «modello medico» della disabilità;
- Causalità lineare: da menomazione ad handicap;
- Assenza della dimensione ambientale;
- Descrizione delle situazioni con termini negativi.

ICF 2001

L’ICF La Classificazione Internazionale del Funzionamento, Disabilità e Salute (ICF, 2001).

uno strumento di classificazione innovativo, multidisciplinare e dall’approccio universale

NUOVO CONCETTO DI SALUTE

La salute come concetto complesso: dalla "lotta" contro il negativo alla facilitazione del positivo; dallo schema lineare semplice (ICD-H) allo schema "complesso “e multidimensionale.

SCHEMA COMPLESSO

DEFINIZIONE

L’ICF si delinea come una classificazione che vuole descrivere lo stato di salute delle persone in relazione ai loro ambiti esistenziali (sociale, familiare, lavorativo) al fine di cogliere le difficoltà che nel contesto socio-culturale di riferimento possono causare disabilità.

UNICITA' E GLOBALITA' DELL'INDIVIDUO

Aspetti innovativi della classificazione ICF

l’OMS fa riferimento a termini che analizzano la salute dell’individuo in chiave positiva (funzionamento e salute).

definizione di disabilità, intesa come una condizione di salute in un ambiente sfavorevole.

PRINCIPI FONDAMENTALI

• L'ICF fa proprio il modello di salute dettato dall’OMS all'atto della sua Fondazione;


• si basa su un concetto di disabilità multifattoriale considerata come una difficoltà nel funzionamento a livello fisico, personale o sociale in uno o più ambiti fondamentali di vita che una persona in una certa condizione di salute trova nell'interazione con i fattori contestuali;


• è fondato sul modello biopsicosociale;

La disabilità viene intesa come la conseguenza o il risultato di una complessa relazione tra la condizione di salute di un individuo, fattori personali e fattori ambientali che rappresentano le circostanze in egli cui vive. Ne consegue che ogni individuo, date le proprie condizioni di salute, può trovarsi in un ambiente con caratteristiche che possono limitare o restringere le proprie capacità funzionali e di partecipazione sociale.

• UNIVERSALITA’: Secondo il modello dell’CF qualsiasi individuo può trovarsi per qualsiasi vicissitudine della vita ad avere una qualsiasi condizione di salute che in un ambiente fisico sociale non favorevole può manifestarsi ed essere defecto una disabilità anche se temporanea;


• la disabilità diventa attività e partecipazione della persona che non è più stigmatizzata con le parole disabile handicappato ma può mantenere il proprio ruolo la propria indipendenza avere un inserimento o reinserimento sociale;


• viene per la prima volta considerata la complessità dei fattori ambientali sociali e relazionali.

SVOLTA EPISTEMIOLOGICA

L’ICF pone l'attenzione sulla salute e sulle funzionalità quindi sulle risorse dell'individuo non sulla disabilità.

STRUTTURA CONCETTUALE

•Questo nuovo approccio parla di salute e di funzionamento globale
•La situazione di una persona viene letta e compresa in modo olistico e complesso, da diverse prospettive e in modo interconnesso;
•L'approccio è globale e integrato: la situazione di salute di una persona è la risultante globale delle reciproche influenze tra diversi fattori:
• a. condizioni fisiche
• b, fattori contestuali.
•Viene presa in considerazione l'interazione tra fattori soggettivi (fisici e
psichici) e fattori esterni- contestuali.

AMBITO DI APPLICAZIONE

• come strumento educativo (per la progettazione di curricula e l'identificazione dei bisogni
educativi);

• come strumento clinico (nell'assessment dei bisogni, nella scelta dei trattamenti,
nell'assessment di orientamento, nella riabilitazione e nella valutazione dei risultati);


• come strumento di politica sociale (per la progettazione e la realizzazione di piani
d'intervento e servizi);


• come strumento di ricerca (per misurare i risultati dei servizi sanitari);
come strumento di raccolta e registrazione di dati (in demografia, negli studi su particolari
popolazioni).

ICD E ICF

• L'ICF deve essere inteso come strumento complementare all'ICD: non
dobbiamo mai scindere il dato biomedico dalla considerazione psicosociale.



• Per questo motivo, l'ICF e l'ICD (in alcuni casi anche il DSM) sono strumenti di
comunicazione critica e costruttiva per tutti i membri dell'équipe.

STRUTTURA

PARTE 1: Componenti del Funzionamento e della Disabilità

- le funzioni dei sistemi corporei (b): Sono le funzioni fisiologiche dei sistemi corporei, incluse quelle psicologiche. «Corporeo» si riferisce all’organismo umano nella sua interezza, includendo così il cervello. Per questo le funzioni mentali (o psicologiche) sono comprese nelle funzioni corporee;

- le strutture corporee (s): Sono le parti strutturali o anatomiche del corpo come gli organi, gli arti e le loro componenti classificate secondo i sistemi corporei (es. Occhio, orecchio e strutture correlate 3. Strutture coinvolte nella voce e nell'eloquio).

Attività e Partecipazione (d):

L’attività è l’esecuzione di un compito o di un’azione da
parte di un individuo;

Capacità di eseguire compito in ambienti standard. Quello che una persona che riesce a fare senza aiuto.

La partecipazione è il coinvolgimento in una situazione di
vita.

Performance nell’esecuzione dei compiti nell’ambiente reale è generalmente adattato, ambiente di vita, che può presentare barriere e facilitatori.

PARTE 2: Componenti dei Fattori Contestuali

- Fattori Ambientali (e): tutti i fattori che hanno un impatto su tutte le componenti del funzionamento e della disabilità e sono organizzati secondo un ordine che va dall'ambiente più vicino alla persona a quello più generale (famiglia, scuola, lavoro, società...). (ES. Prodotti e tecnologia • Ambiente naturale e cambiamenti ambientali effettuati dall'uomo • Relazioni e sostegno sociale • Atteggiamenti • Servizi, sistemi e politiche).

- FACILITATORI: Sono dei fattori che, mediante la loro assenza o presenza, migliorano il funzionamento e riducono la disabilità.

- BARRIERE: Sono i fattori nell’ambiente di una persona che, mediante la loro assenza o presenza, limitano il funzionamento e creano disabilità.

- Fattori Personali: sono una componente dei Fattori Contestuali, ma non sono classificati nell'ICF a causa della grande variabilità sociale e culturale ad essi associata. (es. Aspetti psicologici, affettivi e comportamentali ◦ Stili di attribuzione ◦ Autoefficacia ◦ Autostima ◦ Emotivita’ ◦ Motivazione ◦ Comportamenti problema).

ICDH-2 1997

Nel 1997 la revisione dell’ICDH, riconosciuta come ICDH-2 ha, invece, cercato di correggere la correlazione lineare fra i concetti di menomazioni, disabilità ed handicap indicando una dinamica più complessa e introducendo il concetto di partecipazione attiva.

3 DIMENSIONI

Menomazioni (M),

Attività (A)

Si riconosce il valore tra funzione e attività: la valutazione delle persone con disabilità si basa sulle effettive possibilità che esse hanno di svolgere attività a partire dal loro stato psicofisico.

Partecipazione (P),

Si inserisce il fattore del contesto (relazionale, sociale, scolastico e lavorativo) considerando la capacità di partecipazione del soggetto in esso.

passaggio a un modello multidimensionale, che può essere applicato a qualsiasi persona in funzione di una sua valutazione, anche temporanea (la disabilità non è più qualcosa di immutabile e necessariamente permanente.