Hegel
Fenomenologia dello Spirito
In sé
Coscienza
Certezza sensibile
Percezione
Intelletto
Autocoscienza
Autocoscienza in sé stessa
Servitù-Signoria
Stoicismo, scetticismo, coscienza infelice
Ragione
Ragione in se stessa
Ragione attiva
Ragione legislativa
Per sé
Eticità
Spirito estraniato
Moralità
In sé e per sé
Arte
Religione
Filosofia
Enciclopedia
In sé
Logica
Dottrina dell'essere
Dottrina dell'essenza
Dottrina del concetto
Per sé
Filosofia della Natura
Meccanica
Fisica
Organica
In sé e per sé
Filosofia dello Spirito
Spirito soggettivo
Antropologia
Anima
Fenomenologia
Coscienza
Versione molto ridotta dell'altro testo, è la stessa disciplina, ma la concezione del sistema è diversa.
Psicologia
Spirito
Spirito oggettivo
Diritto
Moralità
Proponimento
Intenzione
Bene e Male
Eticità
Famiglia
Società civile
Stato
Spirito assoluto
Arte
Religione
Filosofia
la svolta è vedere l'assoluto in modo organico, è il tutto, non è un'intuizione del genio.
Hegel vuole sempre andare a superare i concetti separati, ogni volta che c'è una separazione questa si ribalta: separare è una tattica dell'intelletto usata per approcciarsi alla conoscenza. Ogni volta che questi momenti di separazione vengono superati vi è il vero sapere speculativo ovvero quello della ragione che riesce a cogliere il logos nelle cose.
Passaggio dal noto (concetti che arrivano già sistemati) al conosciuto (sapere genuino).
Hegel vuole scoprire la legge del divenire e linguisticamente non era facile perché definire qualcosa significa già un po' togliere una cosa al divenire, per questo i superamenti sono costanti.
L'intelletto è classificatorio, la ragione è dialettica quindi contiene delle contraddizioni.
La seconda sezione è dedicata allo spirito che si è reso estraneo
Questa contraddizione dirompente porta al crollo del mondo antico, nel momento in cui gli individui si pongono per sé disinteressandosi della vita dello Stato, in cui non si possono più riconoscere in quanto quest’ultimo è sempre più ostaggio dell’arbitrio di un singolo. Lo spirito umano tende così inevitabilmente a usciere fuori di sé, perdendo così la propria immediata unità e scindendosi e alienandosi nel mondo esterno, in quanto si è ormai inaugurata la frattura fra Io e mondo politico, che caratterizza questa lunga epoca di transizione alla modernità.
In un primo momento l’individuo, scisso dal vecchio mondo storico che è crollato e alienato nel nuovo dominato da popolazione barbare, cerca perciò rifugio nella propria interiorità, universalizzando questo ritorno in sé dell’individuo nella fede, in cui crede di poter ritrovare, in un altro mondo, quell’unità con l’universale andata perduta nel mondo reale, storico.
Con la successiva riscoperta, mediante i rapporti con il mondo arabo di Aristotele e con la successive dissoluzione della scolastica nel tardo medioevo tale estraniazione tende ad aumentare.
La lacerazione si accentua ulteriormente nei secoli di passaggio fra il medioevo e l’era moderna, con Umanesimo e Rinascimento. Un ulteriore sviluppo dell’alienazione si ha con l’affermarsi della visione scientifica del mondo, con la rivoluzione scientifica del seicento e il sorgere della filosofia moderna, fondata sul soggetto con Cartesio. In tal modo non fa che accrescersi il dualismo fra individuo e universale, quale dualismo fra soggetto razionale e mondo esterno meccanicisticamente indagato.
Tale lacerazione finalmente raggiunge il suo culmine, il punto di arrivo, l’apice con l’affermarsi della cultura del mondo moderno, la cultura illuminista. Quest’ultima dissolve tutto nella sua critica, a partire dalla fede, dalla chiesa e da dio che muore.
Questa critica giunge alle estreme conseguenze quando, dopo aver travolto tutto il mondo esteriore, dio compreso, non può che rivolgersi verso se stessa. Questo momento coincide con la Rivoluzione francese, che nel suo sviluppo e nella sua radicalizzazione, in nome della pura libertà dell’individuo da ogni universale, finisce per precipitare nel grande Terrore in cui i rivoluzionari, dopo aver ghigliottinano tutti gli avversari esterni, finiscono per eliminarsi a vicenda, ghigliottinando se stessi.
Da questo punto di vista, dunque, la Rivoluzione francese, di cui anche lo Hegel degli ultimi anni, lo Hegel berlinese, parlerà pur sempre in termini entusiastici, ha questa straordinaria funzione emancipatrice: fa sì che l'uomo prenda coscienza della sua capacità di universalità e, così, prepara quello che poi Hegel chiamerà il sapere assoluto.
Il reale è sviluppo dell'idea
Tutto il reale è razionale e tutto il razionale è reale
La sostanza è soggetto inteso come divenire, come processo
Il vero è nella totalità perché il singolo essere esistente è insufficiente
Non si può distinguere la frutta dalle ciliegie, mele, pere etc, ma non è nemmeno possibile identificare il concetto con qualcuna delle sue specificazioni.
La dialettica è la dinamicità del ricongiungimento dell'individuale con l'Assoluto, inteso come totalità dei suoi momenti esistenti (esempio della pianta che è bocciolo, fiore e frutto complessivamente)
Guardare dialetticamente la realtà significa conoscere non il fiore o il frutto come realtà eterogenee, ma il seme-fiore-frutto che costituisce, nell'insieme, la pianta vista come un processo.
Ne consegue che l'Assoluto non può essere intuito in modo immediato come volevano gli altri romantici.
L'andamento del dispiegarsi logico (metodo) ha tre momenti
Astratto-intellettuale L'intelletto che vede le determinazioni come interdipendeti
Negativo: viene negato il momento intellettuale che non rende l'effettiva essenza delle categorie
Speculativo, positivo razionale: vede le categorie in modo dialettico, in relazione piramica
3 dottrine
Dottrina dell'essere
L'essere è la prima categoria logica che abbiamo: lui caratterizza l'essere in modo così povero di materia o ricchezza che è INEVITABILE che sfoci nel nulla
Il vuoto essere senza alcuna determinazione
Fa un passaggio dal nulla al divenire per mostrare che l'intelletto divide unilateralmente il divenire in essere e nulla. QUESTO è UN FALSO INIZIO, perché l'unico modo per iniziare, è iniziare col divenire.
è IL DIVENIRE L'OSSATURA DELLA REALTà
Cominciare col divenire, significava porre il divenire (la scienza si inizia da sé)
Siamo sempre stati nel divenire, è già stato prim di cominciare e questo era l'inizio di tutto il sistema, non poteva mettere in crisi tutto il sistema
Doveva far vedere che se io dico essere e nulla, queste sono schematizzazioni dell'intelletto, perché la vera natura della realtà è in divenire
Se avesse cominciato dal divenire sarebbe stata un'ipotesi non dimostrata
l'essere i nulla sono enti di ragioni, finzioni dell'intelletto, privi di concretezza
In H. il nulla e la negazione non sono mai vuoti, non esiste il puro nulla vuoto
NON POSSO DIRE LUCE SE NON HO IL BUIO,, PER LUI LA NEGAZIONE è SEMPRE IL RISULTATO DI CIò CHE NEGA, NON VUOTA
IL NULLA SEMPRE IL RISULTATO DI QUALCOSA CHE è STTAO RIMOSSO, DUNQUE NON è POSSIBILE UN NULLA VUOTO
NULLA COME SVUOTAMENTO DI UN ESSERE
qUESTO NULLA è UN RISULTATO DI UN ESSERE PRIVO DI DETERMINAZIONI
qUALITà, QUANTITà E MISURA
Categorie di natura matematica sempre più concrete.
il modo qualitativo prevede che la categoria sia uguae a se stessa e non faccia riferimento ad altro
relazione quantitativa:
Sottoargomento
ha a che fare con dei numeri a tutti gli effetti, la dialettica nella misura è algebra e calcolo infenitesimale e calcolo differenziale. il calcolo infinitesimale rende bene l'infinito vero
deduzione delle categorie come in kant per renderne il senso in modo deduttivo, scoprendole necessarie alla percezione.
kant le aveva trovate nell'induzione, sistemando quelle aristoteliche
dialettica intrinseca alle categorie
Dottrina dell'essenza
essenza e fenomeno non come noumeno e fenomeno, non è un binomio opposizionale autoescludente, si definiscono a vicenda
H. rinnova il principio di non contraddizione: dire a=a è come dire a=non a in modo dinamico, perché una cosa fa continuo riferimento al suo opposto, tipo uno e il molteplice
l'uno si nega e si afferma aal comtempo riferendosi a qualcun altro
Dottrina del concetto
scritta nel 1816
prima erano ritenute separate essere. essenza e concetto
concetto in quanto concetto
gli altri due sono 2 diverse manifestazioni del soggetto
pensiero oggettivo ovvero il rapport tra pensiero e realtà è nuovamente rivelato nella sua armonicità: ci rendiamo conto che la struttura del reale è la struttura del reale e che tutto ciò che è nel reale è composto della medesima essenza del logico, ci si rende conto della comunanza che si ha perché il senso del reale è logico
Socrate come sostanza è il substrato delle manifestazioni che può avere Socrate ovvero come UOMO che è il suo concetto
uomo non è un oggetto reale in senso effettivo come corrispondenza tra oggetto e parola, ma come ente di ragione
ma c'è un'eccedenza: Socrate non sintetizza tutte le manifestazioni del concetto uomo e quindi potremmo pensarlo come una cosa che sta da sé
quindi lo diciamo uomo in generale
l'unico modo per vedere la sostanza è mentre si fa soggetto vivendo un movimento dialettico
divisione
concetto soggettivo
giudizio
dal punto d vista dialettico come proposizione speculativa che mi fa capire che in s=p la sostanza che regge tutto è p non s perché finisce per inglobare il primo termine
sillogismo
non è quello standard perché non espande la conoscenza, è solo analitico
quello fertile non usa il noto ma il conosciuto
ogni aspetto della realtà è un sillogismo
concetto oggettivo
ci affacciamo ad aree del reale che non sono puro ragionamento
meccanismo: causa meccanica e rapporto che si instaura nella materia in movimento che viene sottoposta a rapporti di causa ed effetto
oggetto in quanto aggregato, collezione di parti separate fra loro, non come organismo
chimismo: non c'è solo attrazione o opposizione tra materia, è una relazione più interna alla materia che non si limita soltanto all'aggiunta di materia
TELEOLOGISMO: cause finali per spiegare il reale anche nella realtà fisica più biologica
causalità propria degli organismi
idea
l'andare avanti è un fondare la logica
passiamo al pensiero oggettivo ovvero il pensiero pensante la realtà come concepiente
dio che pensa se stesso
motore immobile che è così perfetto che gli basta essere presente a se stesso
passaggio alla natura
chi glielo fa fare alla natura di estraniarsi completamente da sé?