Il Visconte Dimezzato

Il nocciolo ideologico e morale

«Dimidiato, mutilato, nemico a se stesso è l’uomo contemporaneo
- scrive Calvino raccontando la genesi di questo romanzo - Marx lo disse alienato,
Freud represso, uno stato di antica armonia è perduto,
si aspira ad una nuova completezza. Il nocciolo ideologico-morale
che volevo dare alla storia era questo. Ma più che lavorare ad approfondirlo
sul piano filosofico, ho badato a dare al racconto uno scheletro che funzionasse
come un ben connesso meccanismo e carne e sangue di libere associazioni d’immaginazione lirica».

I personaggi 1

Medardo: per metà dardo
e per metà tardo (lento)

Io narrante: orfano = dimezzato negli affetti
Per metà nipote di Aiolfo e per metà figlio di un bracconiere
Senza nome
Piccolo cioè la metà di un adulto
Forse unico personaggio intero

Mastro Pietrochiodo: Elementi ancora in antitesi o in disaccordo
Nome doppio cioè pietra e choido. Il suo essere dimezzato
si ritrova pittosto nel suo comportamento di tecnico (o scienziato)
Che perfeziona sempre di più le sue macchine, anche se sa che sono
destinate ad essere macchine di morte. (pesare alla bomba atomica)

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Importante nel romanzo è il personaggio di Mastro Pietrochiodo carpentiere, perché forse meglio di Medardo stesso, il dimezzato visconte, è l'esempio fatto uomo delle ottime disposizioni che danno pessimi risultati. Pietrochiodo fabbrica forche e strumenti di tortura per ordine del visconte. A lui dispiace, certo, poiché è uomo di bene, che gli oggetti da lui fabbricati servano poi a fare soffrire la gente, ma la passione che ha per il suo lavoro è tale che non sa smettere di progettare e costruire attrezzi sempre più feroci, dolorosi, complicati e tecnicamente perfetti. Il suo entusiasmo è lo stesso di coloro che si rallegrarono quando seppero di aver finalmente realizzato la bomba atomica, persone per cui gli effetti devastanti della loro invenzione, anche se perfettamente certi e chiari, erano solo un dato sulla carta.

Trelawney: tre(sette) law (ney?)
L’albero della legge (sulle navi letto nevy)
Cavaliere armatore della nave dell’”isola del tesoro” di Stevenson
O verse nei netto all'italiana per "difetti".
Insomma molte possibilià ma nessuna che ci dica che è un medico!

La Balia Sebastiana: nome già poco corrente per una donna
ma lo si puù comunque associare a San Sebastiano e al suo martirio
proprio pensando che sono tutti "sotto il segno del visconte dimezzato"

Pamela: Lontano da essere la pastorella sprovveduta e sempliciotta,
Pamela agisce con pronttezza e razionalità.
Il nome deriva dal greco pan e meli e significa "tutto miele"
(cosa che il nostro personaggio non è per niente!).
Il nome fu usato per la prima volta dallo scrittore Philip Sidney
per il suo personaggio femminile dell'Arcadia del 1599.
II nome fu poi ripreso da un altro scrittore, Richardson,
che lo usò per la sua serva eroina Pamela Andrews,
nella famosa novella "Pamela" del 1740. Nel romanzo di Richardson
"Pamela o la virtù premiata" il suo datore di lavoro Mr B. se dapprima viene descritto
come un molestatore, (come il nostro Visconte)
diviene poi invece marito e padre esemplare (lo sarà di certo il Visconte ricomposto
forte della sua ineguaglliabile vicenda).

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Arcadia. L'Arcadia, di gran lunga il lavoro più ambizioso di Sidney, fu importante come i suoi sonetti. Il lavoro è un romanzo che combina elementi pastorali con un'inclinazione derivata dal modello ellenistico di Eliodoro. L'opera, cioè, è una versione altamente idealizzata della vita pastorale che si collega (non sempre naturalmente) con storie di tornei, slealtà politica, rapimenti, battaglie e violenza . Poiché pubblicato nel sedicesimo secolo, la narrativa segue il modello della Grecia: le storie sono legate tra loro. L'opera godette di grande popolarità per più di un secolo dopo la sua pubblicazione. William Shakespeare ci attinse per l'intreccio secondario di Gloucester del Re Lear; alcune parti furono drammatizzate anche da John Day e James Shirley. Secondo una storia raccontata per molto tempo, re Carlo I lesse alcune righe mentre saliva il patibolo per essere giustiziato; Samuel Richardson prese il nome dell'eroina del suo primo romanzo Pamela da Sidney. Ci sono due versione di "Arcadia". Sidney scrisse una prima verisone durante un soggiorno nella casa di Mary Herbert. Questa versione è narrata in maniera sequenziale e lineare. Dopo Sidney iniziò a rivedere il lavoro per un progetto più ambizioso. Completò i primi tre libri ma il progetto rimanse incompleto a causa della sua morte. Samuel RichardsonRichardson, nel manuale di lettere commissionatogli, include delle lettere in cui prendono forma le vicende di una giovane domestica, la quale, dopo aver subito le imbarazzanti avances del datore di lavoro, finisce per sposarlo. Il lungo processo con cui Pamela conquista la sua ricompensa può farla apparire come una fredda calcolatrice, un’arrampicatrice sociale: per lei infatti, il comportamento retto è un mezzo per raggiungere il successo e non il risultato dei suoi valori. In più la narrazione è carica di frustrazione sessuale e di tensioni tra padrone e serva, uomo e donna. La borghesia puritana si lascia eccitare dal fascino proibito della sensualità mentre le classi meno abbienti sfiorano il sogno di entrare a far parte del mondo borghese, immedesimandosi nella domestica che sposa il padrone. Mr B. se dapprima viene descritto come un molestatore, diviene poi invece marito e padre esemplare. Tutta l'opera mostra l'interesse per l'indipendenza che l'individuo può raggiungere grazie al proprio lavoro.

La metafora dell'uomo contemporaneo

A Calvino, infatti, interessava primariamente «il problema dell’uomo contemporaneo
(dell’intellettuale, per essere più precisi) dimezzato, cioè incompleto, “alienato”»;
e proprio a tal fine, ha dimezzato il suo personaggio «secondo la linea di frattura tra
“bene-male”», perché ciò gli «permetteva una maggiore evidenza di immagini
contrapposte, e si legava ad una tradizione letteraria già classica (per es. Stevenson)».
D’altra parte — sottolinea lo stesso scrittore — «i miei ammicchi moralistici…
erano indirizzati non tanto al visconte quanto ai personaggi di cornice,
che sono le vere esemplificazioni del mio assunto: i lebbrosi (cioè gli artisti decadenti),
il dottore e il carpentiere (la scienza e la tecnica staccate dall’umanità), quegli ugonotti,
visti un po’ con simpatia e un po’ con ironia (che sono un po’ una mia
allegoria autobiografico-familiare, una specie di epopea genealogica della mia famiglia)
e anche un’immagine di tutta la linea del moralismo idealista della borghesia».

Il romanzo

Nella favola allegorica, Il visconte dimezzato, il dimezzato visconte
Medardo di Terralba capisce e conosce cose che
«da intero uno non osa credere», per poi ritornare
«in questo nostro mondo pieno di responsabilità
e di fuochi fatui» nuovamente intero, con «l'esperienza dell'una
e dell'altra metà rifuse insieme», «né cattivo né buono».
Sia per il Gramo sia per il Buono il dimezzamento diviene una possibilità
di conoscere più lucidamente il mondo, per poter poi giungere alla fine
ad una riunificazione, ossia ad una superiore consapevolezza
basata sulla somma della duplice esperienza.

Luoghi

Boemia

Luogo mitico che permette di dare avvio al
alla storia. Abbastanza lontano per non essere vero.
Si parla anche delle guerre dei Cristiani contro i Turchi
1663 1718 - Pace di Passarowitz - Si ricorda l'assedio di
Vienne da parte delle truppe Turche e le vittorie ottenute
da Eugenio di Savoia nelle file cristiane

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Pratofungo

Parola composta di due parole Pratoe Fungo
quasi antagoniste ed incompatibili
La lebbra sembra quasi un fungo che corrode i
suoi abitanti

Colle Gerbido

Gerbido in dialetto ligure e piemontese
significa icolto, privo di vita
duro da coltivare

Il Prato delle Monache

Le monache vivono, di solito di vita monacale,
cioè lontano dal mondo, separate dal mondo tagliate fuori.
Ma dove sono queste monache, dov'è il loro convento?
Non ce n'è traccia nel romanzo, ne' d'altronde di preti e messe...
Contraddizione anche nella parola prato, distesa erbosa, aperta,
opposta a chiostro che sarebbe molto più in sintonia con
monache. Ricorda insomma la cotraddizione di Forfiero...

Terralba

La terra degli antenati, ma anche la terra et l'alba
anche se siamo a occidente (dunque piuttosto terra tramonto).
E' la terra che vede l'inizio di questa storia diverso da Terralba in Sardegna
anche se fa pensare alla Sardegna di sua madre

Oggetti e animali

Le patelle: metà di mollusco. Mollusco tipoco del mediterraneo
che vive attaccato alle roccie così da poter fare a meno
della parte inferiore e dunque mollusco nomovalve

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La spada del Visconte: certo strumento affilato e tagliente ma che per certi versi,
soprattutto quando taglia i polipi a metà spiegando a suo nipote la "filosofia del dimidiamento",
ci ricorda i giudizi perpicaci e giusti del giovane re Salomone, da associare in qualche
modo ad altri personaggi come Ezechiele o Esaù

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Salomone risolveva anche le liti che avvenivano in città e la sua parola era legge. Un giorno vennero a corte due donne. Entrambe affermavano di essere la madre di un bambino e se lo contendevano. Salomone così, ordinò ad una delle guardie presenti di prendere il bambino, dividerlo in due e darne un pezzo ad una e l'altro pezzo all'altra donna. Subito, una delle due si disperò più dell'altra, così Salomone seppe qual era la vera madre. Naturalmente, Salomone non avrebbe mai permesso un atto simile, ma l'inganno servì per smascherare la bugiarda. Così, il bambino venne consegnato alla vera madre e la lite fu risolta.

I granchi: L'io narrante è a caccia di granchi quando è raggiunto da suo zio
nelle vesti del "gramo" e sta cacciando appunto questi animaletti che hanno
la caratteristica di camminare di traverso, se non all'indietro. Metafora dunque dell'incedere
dello zio (una specie di compasso vivente) che più che avanzare descriveva semicerchi a destra
e a sinistra. Si potrebbe però leggere ancho come l'essere del regno animale
che per vanzare,... indietreggia

I polipi: fanno parte della famiglia dei celenterati. Si riproducono asessualmente
(dunque per scissione!) Hanno anche una doppia vita perché
una sottoscecie, quella che si trasforma in meduse, ha poi, da medusa, una vita sessuata.

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In alcune classi (idrozoi, scifozoi e cubozoi), la forma di polipo rappresenta uno dei due stadi vitali dell'organismo e può risultare ridotta o prevalente rispetto al successivo stadio di medusa. In questi casi il polipo si riproduce asessualmente per gemmazione o strobilazione fino alla trasformazione in medusa, la quale potrà riprodursi sessualmente mediante creazione di gameti.

Anguille: animali che vivono in acqua salata e tornano all'acqua dolce per ripridursi

I personaggi 2

Cuzio: Corto la sua apparizione è breve: corta

Fiorfiero: un nome ed un aggettivo quasi contrastanti si potrebbe
dire in posizione ossimorica.Se si pensa alla metatesi Fiorifero (cioè che dà fiori)
contestualizza nella riviera di ponente (appunto la Riviera dei Fiorni, San Remo)
richiama da vicino Terralba. Se poi quest'ultimo si trsaforma in "foriero" si ottine il suo
ruolo nel romanzo cioè di annuncira il ritorno del Visconte.

Aiolfo (Adolfo? Hitler): separato dal mondo. Vive rinchiuso nel suo castello
Dentro una gabbia insieme ai suoi uccelli.
Comunica con suo figlio con un'averla che ha allevato. Ma suo figlio la uccide
E lui si lascia morire. Quando la balia Sebastiana lo trova sembra un troco in mezzo
al mare (leggi la parola troco come spezzato, toncato, stroncato).

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Ajolfo del BarbicaneUna storia Medievale scritta nel 1863. Quello che interessa qui sono le origini di Ajolfo (Aiolfo) che ricordano molto da vicino quelle dell'io narrante "Comincia il Romanzo col mettere in mostra Elia duca d'Orlino. Questo prode cavaliere cade in disgrazia di Luigi il Buono re di Francia per opera di Maccario di Maganza suo nemico.. ed è costretto ad esulare. Egli va a nascondersi nel fondo di una selva, seguito dalla consorte e da un figlio, tenero bambinello, per nome Ajolfo. Là essi conducono vita mezzo selvaggia; finchè Ajolfo, fattosi grande, si separa dai genitori, e si reca a Parigi."Per leggere il libro http://books.google.it/books?id=OoICAAAAYAAJ&pg=PR8&dq=Comincia+il+Romanzo+col+mettere+in+mostra&lr=&hl=fr

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Galateo: Monsignor Giovanni della Casa aveva scritto "il Galateo" ovvero
il codice delle buone maniere. Il nostro Galateo sembra completamente
scordare questo codice, e non solo fa paura, è scostante, e volgare, ma
sciupa, insieme ai suoi amici lebbrosi (mutilati, mezzi vivi mezzi morti),
l'elemosina che la gente di Terralba offre loro magari privandosene per
se stessi. Dunque in opposizione a galattosio (zucchero del latte)
che fa di quest'uomo tutt'altro che un essere candido e dolce.
Se però Galateo lo si interpreta come Galata (cioè appartenete alla tribù dei galati)
si ritrova il segno della spada, della separazione, della ferita.

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Per il galateo di Monsignor Don Giovanni della casa consultare il sito Liber Librihttp://www.liberliber.it/biblioteca/d/della_casa/galateo_overo_de_costumi/html/index.htm

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Ezechiele: viene considerato il profeta che fa da ponte
tra due diverse epoche della storia d'Israele, quella pre-esilica e quella post-esilica;
è situato tra Geremia e Daniele; la sua attività sociale e religiosa si svolge fra i
deportati, in particolare a Tell-Abib o Colle delle spighe. Dunque l'uomo del prima e del dopo
che raccoglie i suo fedeli sul colle delle spighe ma qui, per opposizione, il colle desolato, incolto: Colle Gerbido

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Ezechiele fu un grande profeta e veggente dell'Antico Testamento le cui profezie dirette agli ebrei esiliati in Babilonia sono riportate nel libro di Ezechiele.Ezechiele nacque verso la fine del regno di Giuda, intorno al 620 A.C.. Apparteneva ad una famiglia di sacerdoti, ma visse ed operò da profeta. Fu deportato in Babilonia nel 597 A.C. assieme al re Ioiachin e si stabilì nel villaggio di Tel Aviv sul fiume Chebar. Cinque anni più tardi ricevette la chiamata alla missione di profeta. Doveva rincuorare i Giudei in esilio e quelli rimasti a Gerusalemme. Non è conosciuta la data della morte, ma si sa solo che era ancora vivo 22 anni più tardi della chiamata profetica. Inascoltato all'inizio della sua missione, dopo la caduta di Gerusalemme il popolo gli diede ascolto perché aveva compreso la veridicità delle sue profezie. La sua predicazione si concentrò, da quel momento, sulla ricostruzione della Città santa.Dal testo biblico si evince che ricevette delle profezie complesse che secondo alcuni studiosi moderni sono frutto di una fervida immaginazione ed era in grado di vedere i fatti che si verificavano a Gerusalemme, pur essendone distante quasi 2.000 Km.Vedeva se stesso come pastore che doveva vegliare sul popolo, guidandolo dall'interno. Si considerava come anticipatore del Messia. Si presentava anche come guardiano del popolo poiché doveva annunciargli l'imminente giudizio di Dio. Accusava gli israeliti per i loro peccati e li invitava alla conversione.

Esaù: accento tronco ( e dunque monco, spezzato). Al contrario dei suoi
genitori e della sua comunità la sua vita è all'insegna della filosofia del peccato.
Il suo motto è fare più peccati possibili, bere e fumare. Ma fare anche peccati
che non sono della sua età, tanto per sperimentare.