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par Tommaso Sisani Il y a 2 années

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Il secolo dello smarrimento: Neoclassicismo e Preromanticismo

Il Neoclassicismo e il Preromanticismo emergono da una crisi comune che attraversa due periodi storici distinti: il riformismo illuministico durante l'ancien régime e la crisi degli anni napoleonici.

Il secolo dello smarrimento: Neoclassicismo e Preromanticismo

Il secolo dello smarrimento: Neoclassicismo e Preromanticismo

Caratteristiche e principali autori del Neoclassicismo

In seguito alle scoperte di Pompei ed Ercolano, da cui emergono testimonianze della vita degli antichi, diversi intellettuali iniziano a guardare al mondo classico con interesse, cercando di emularlo in tutti i suoi aspetti. Tra le caratteristiche del Neoclassicismo possiamo evidenziare una chiara distinzione tra modello greco e modello romano, sia nell'arte che nel pensiero politico. Un approccio più scientifico al mondo classico, scaturito dalle scoperte archeologiche che attirano studiosi e intellettuali da tutta Europa, l'imitazione dei classici vista come un veicolo per fornire a nuove tematiche e sentimenti la perfezione formale degli antichi e il dilagare dell'interesse verso l'arte classica. Nel definire le caratteristiche del Neoclassicismo ha un ruolo centrale il tedesco J. J. Winckelmann, secondo cui i Greci hanno preso la perfezione direttamente dalla natura, dunque, di questa civiltà, non va imitata solo la forma, ma anche l'essenza. In sostanza, non basta imitare la bellezza dei greci, ma occorre essere come loro. Si definisce allora un nuovo gusto artistico: quello nobile e composto, che risente anche della lezione illuministica di razionalità.
A questo modo di guardare all'antico si aggiunse il classicismo rivoluzionario, un classicismo austero ed eroico che prese il nome, nell'età napoleonica, di Neoclassicismo scenografico e celebrativo. Un altro tipo di Neoclassicismo è stato rappresentato da Foscolo: un mondo di armonia, bellezza, luminosità, serenità e vitalità, alla base del quale vi è una disposizione d'animo schiettamente romantico.
Questo assunto fa sì che il bello artistico non si possa ottenere riproducendo il bello naturale, ma ricercando una sintesi superiore dei singoli aspetti che, in natura, sono simbolo di bellezza. I concetti di grazia e di armonia, inoltre, devono combinarsi a una tendenza alla quieta grandiosità, ben distante dalla frivolezza e dalle facili leggerezze che caratterizzano, ad esempio, il Rococò.

Poesia e prosa

Nel campo della prosa il genere classico per eccellenza è la storiografia. Ricordiamo Carlo Botta, Vincenzo Cuoco e Pietro Giordani. Fa da eccezione il romanzo epistolare di Foscolo, ''Le ultime lettere di Jacopo Ortis'', ispirato ad alcuni modelli europei di forte modernità ma pervaso da una continua tensione oratoria. Non è tanto un romanzo, piuttosto una lunga orazione, o una lunga lirica data la scelta di utilizzare la prosa aulica.
Il sistema dei generi letterari non presenta sostanziali modificazioni rispetto al Settecento; possiamo individuare poesia lirica, poemi didascalici, poemetti epici o descrittivi, sermoni oraziani, epistole in versi, tragedie, traduzioni di classici e poemi mitologici come le ''Grazie' di Foscolo.

La lingua letteraria

Lingua aulica, lontanissima da ogni uso parlato, non a caso la letteratura è per l'élite della popolazione. Il tradizionalismo classicistico è ben esemplificato dalla teoria linguistica del Purismo che sosteneva l'assoluta purezza della lingua, depurata da ogni forestierismo e da ogni neologismo. Il modello era quello della lingua degli scrittori toscani del Trecento e tra i puristi più famosi ricordiamo: Antoni Cesari e Pietro Giordani.

Società

Gli anni i1796-99 costituiscono il cosiddetto ''triennio giacobino'', anni di grandi delusioni in un profondo rinnovamento politico. In questo contesto lo schieramento dei patrioti si distinse in due fazioni che sostenevano idee moderate e dall'altra parte democratiche. Queste idee circolavano solo tra i ceti superiori e ciò creò una frattura con il ceto urbano, al quale seguì un diffuso senso di delusione e di frustrazione che ebbe importanti riflessioni culturali.
Nel triennio giacobino, la figura dell'intellettuale ebbe un ruolo diverso, era infatti colui che elaborava e diffondeva le ideologie della trasformazione democratica, che aveva il compito di creare il consenso di massa intorno a tali idee. Questo periodo venne vissuto dagli intellettuali con molto entusiasmo, ma non durò molto, infatti con l'assestarsi del regime napoleonico riprese vigore il vecchio ruolo del poeta cortigiano.

La Nuova Eloisa e Il Faust

Goethe nacque a Francoforte nel 1749 da una famiglia di alta borghesia. Fu vicino al movimento dello Sturm und Drang e al suo individualismo titanico. Il vero momento di svolta della sua vita è segnato dal viaggio in Italia, desiderato da molto tempo e intrapreso per numerosi motivi: la volontà di allontanarsi da Charlotte e da Weimar ma, soprattutto, la voglia di trovare nuovi stimoli. Dopo aver visitato le città dell’Italia settentrionale, la Sicilia, Napoli, Goethe si stabilì a Roma e iniziò a studiare l’arte, l’architettura e la letteratura della Grecia, di Roma e del Rinascimento. Goethe si rivela un tipico esponente della società aristocratica per essersi distaccato sia dal Romanticismo, sia dalla Rivoluzione Francese.
Nel 1832 usciva la prima edizione del poema drammatico “Faust” ad opera di uno dei più grandi interpreti della cultura e della letteratura tedesca, Johann Wolfgang von Goethe (Francoforte sul Meno, 28 agosto 1749 – Weimar, 22 marzo 1832). Goethe lavorò a quest’opera per sessant’anni, dal 1772 al 1831, scrivendo bozze, revisionando e aggiungendo le sue conoscenze e le sue dottrine culturali. Faust è un professore universitario, scienziato ed alchimista. Ha studiato tutta la vita, ma si rende conto che, per quanto l’uomo si sforzi, la sua conoscenza è nulla. Si dedica allora alla magia, per cercare di svelare i segreti della Natura. La seconda parte è divisa in cinque atti e qui si inseriscono i personaggi tratti dalla classicità, fra cui spicca la storia con Elena di Troia. Si avvicendano figure mitologiche, personaggi storici, filosofi come Talete e Anassagora.
La Nuova Eloisa è un romanzo epistolare cominciato da Rousseau nel 1756 e pubblicato nel 1761. Tema centrale del romanzo è il conflitto tra l'artificiosità delle convenzioni sociali e la spontaneità del cuore e del sentimento.

Radici comuni

Il Neoclassicismo e il Preromanticismo sono due diversi fenomeni che scaturiscono da una radice comune o, per meglio dire, da una crisi che interessa due fasi storiche: la prima, durante gli anni Settanta e Ottanta del Settecento, è quella dell’ancien régime, nonché del riformismo illuministico che era stato l’estremo tentativo di tutelarlo, introducendo elementi di riforma per conservare le strutture dello Stato e della società dell’assolutismo. La seconda è invece la crisi degli anni napoleonici, che spengono le illusioni rivoluzionarie di una rinascita totale del mondo.
In entrambi i momenti le tendenze classicheggianti e preromantiche vanno intese come la ricerca di un’alternativa a una realtà esistente che delude: per il Neoclassicismo la possibilità di una soluzione risiede nella forza prorompente della bellezza e dell’armonia, lontane dagli errori e dagli scacchi della storia. Per il Preromanticismo la rigenerazione è da cercarsi nella profondità dell’io, nel primitivo come essenza di energia vitale, e nella comunicazione con la natura.

Caratteristiche e principali autori del Preromanticismo

I caratteri principali del Preromanticismo sono: esasperazione passionale e soggettiva, concentrazione gelosa sull'io, amore per il primitivo, il barbarico e l'esotico, per atmosfere malinconiche e lugubri, cupe e tenebrose, dominate dall'idea e dalla presenza ossessiva della morte e infine predilezione per una natura grandiosa e tempestosa, selvaggia e desolata.
Fama europea ebbero anche i Canti di Ossian, poemetti in prosa lirica pubblicati a partire dal 1761 dallo scozzese James Macpherson come traduzioni dei poemi dell'antico bardo celtico Ossian
In Germania emblema di questa tendenza è lo Sturm und Drang, il movimento letterario attivo tra il 1770 e il 1785, in cui dominano i motivi della passionalità selvaggia e primitiva e l’ansia di una libertà assoluta, capace di infrangere ogni limite voluto dalle leggi e dalle convenzioni sociali. Questo, sul piano letterario, porta al rifiuto di ogni classicismo, di ogni regola che possa mortificare l’idea di arte come libera espressione di un genio senza freni.

Ad animare il movimento è un insieme di giovani intellettuali ribelli e inquieti, quasi tutti amici del giovane Goethe (1749 – 1832), senza dubbio la personalità più significativa del gruppo, nonché autore di una delle opere più significative scaturite da questo clima culturale: I dolori del giovane Werther (1774)