par Anna Rita Vizzari Il y a 5 années
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Trama del racconto (Plot of the Story).
LA TRAMA DEL RACCO
Ad Aiaccio un giudice istruttore apprende che un inglese ha affittato per parecchi anni una villetta in fondo al golfo conducendo con sé un domestico francese.
Presto tutti si occupano di quel personaggio singolare che vive solo nella sua dimora dalla quale esce soltanto per andare a cacciare o pescare. Il giudice istruttore vuole assumere più informazioni su quell’uomo ma riesce solo a sapere il suo nome: Sir John Rowell.
Così , il giudice è costretto a fare conoscenza con lui se vuole ricevere altre informazioni. Una sera, mentre passava davanti alla porta, lo vide fumare la pipa e lo salutò, Sir John ricambiò ed lo invitò ad entrare .
Quest’ultimo incominciò a parlargli dei suoi viaggi in Africa, nelle Indie e in America, e di come cacciare degli animali. Poi gli mostrò tutti i suoi fucili, ma una strana cosa attrasse il giudice: si trattava di una mano incatenata. Chiese informazioni e seppe che apparteneva al peggior nemico di Sir John. Secondo il Giudice la catena era del tutto inutile visto che la mano non poteva scappare, l’altro invece supponeva che essa volesse liberarsi e andarsene.
Così si cambiò discorso, mentre il giudice notò tre rivoltelle cariche quasi il suo interlocutore vivesse nel timore di un attentato. Il giudice tornò più volte da lui ma quando ormai gli altri si abituavano non ci andò più. Passò un anno intero, poi un mattino, verso la fine di Novembre il domestico si svegliò annunciandogli che nel corso della notte Sir John Rowell era stato assassinato. Il colpevole non fu mai scoperto. Quando il giudice vide il cadavere capì che l’inglese era morto strangolato. Quando si accorge che la mano non era più attaccata al muro e vedendo la catena rotta si chinò verso di lui e nella bocca trovò un dito della mano scomparsa. Non si scoperse nulla. Una notte, tre mesi dopo il delitto ebbe un incubo spaventoso, gli sembrò di vedere la mano correre come un ragno sulle tendine del suo letto e sulle pareti per tre volte. Il giorno dopo la mano gli venne riportata: era stata ritrovata nel cimitero sulla tomba di Sir John Rowell.
La mano incatenata
Guy de Maupassant (1850-1893)
Dino, una notte del mese di luglio nel 1965 a Belluno, si trovava sul pianerottolo di una scala, di fronte alla porta del granaio che stava affianco a casa sua. Era solo, con una candela accesa è una torcia, era buio la porta del granaio era appena socchiusa, lui stava aspettando lo spirito del granaio perché si diceva che era di un contadino morto che dirigeva un’azienda agricola del suo proprietario. La leggenda dice che questo fantasma si chiamava Fontana, è imbrogliava è rubava ai proprietari è hai contadini il granturco mentre lo pesavano, è per questo era condannato a stare in quel posto dove faceva le sue malefatte. Si diceva che in questo granaio si sentivano tantissimi rumori; Dino voleva vedere il fantasma; anche 11 anni fa insieme al cognato avevano sentito dei rumori come se qualcuno stesse lavorando nel granaio. Verso mezzanotte sentì dei passi, ma non provenivano dal granaio bensì dalla stanza dove viveva il custode,che era stato avvisato che Dino voleva vedere il fantasma e voleva controllare. Dino senti aprire la porta è sentì la voce del custode; però il giorno dopo parlando con il custode, scopri che in tutta la notte non si era neanche alzato dal letto.
Cartoon su Xtranormal
Il fantasma del granaio
Dino Buzzati (1906-1972)
Una screenshot del video
Video/Slideshow su Vimeo
Esclusivo: intervista al noto umorista Stefano Benni trascritta su GoAnimate (Exclusive: interview with the well-known humor writer Stefano Benni)
L'anno del tempo matto
Stefano Benni (1947-viv.)
Disegni (Drawings) :(
Inutile disegnare con passione in un vecchio pc se poi la presa usb non funziona e non si possono travasare i dati.
Fotografando con il cellulare, il risultato è quello che vedete. Maledetto tubo catodico!
La lettera di Ramesse
Ramesse stava passeggiando pensieroso e il luogo che sembrava fatto per i convegni d'amore aumentava la tristezza. Lui era l'unico senza una compagna. È lì che l'aveva vista per la prima volta e ci tornava ogni giorno sperando di incontrarla di nuovo. Ma non la rivide mai. Decise di farle sapere che l'amava scrivendole una lettera. Corse a casa, si fece portare un papiro e si mise a lavoro.
Le dirò: soave fanciulla (disegnò una fanciulla e cercò di darle un'aria più possibile soave, dal primo istante in cui ti ho vista (disegnò un occhio aperto e appassionato), il mio pensiero vola a voi (disegnò un uccello), se non siete insensibile ai miei dardi d'amore (disegnò una freccia scagliata), trovatevi fra sette mesi (disegnò sette piccole lune allineate), lì dove il sacro Nilo fa un gomito (tracciò un fiumicello a zig-zag), e precisamente vicino al tempio di Anubi (disegnò un dio con corpo di uomo e testa di cane), perché possa esternarvi i sensi di una rispettosa animazione (si disegnò inginocchiato). Terminata le lettera la consegnò al servitore e disse di portarla alla figlia di Psammetico perché era urgente.
Poco dopo la figlia di Psammetico riceve la lettera e la interpreta così: detestabile zoppa, ho mangiato uovo al tegamino, voi siete un'oca perfetta, ma nel fisico somigliate piuttosto a una lisca di pesce, vi piglierò a sassate, siete un ignobile vermiciattolo, e avete bisogno della protezione di Anubi, ora smetto perché debbo pulirmi le scarpe. La ragazza si mise a urlare dicendo che era un grandissimo vigliacco. Prese lo stilo e scrisse: se io sono un'oca, ma non mai una mummia (disegnò Anubi cancellato), lei è un beccaccione (disegnò un animale cornuto), e io la prenderò a pugni (disegnò un pugno chiuso). Restituì la lettera al servitore che la diede al padrone. Gioì per quello che credette di decifrare: anche il mio pensiero vola costantemente a voi, mi ritengo che non è prudente vedersi presso il tempio Anubi, piuttosto un buon posticino tranquillo credo si possa trovare nei paraggi del tempio del bue Api, dove vi concederò la mia mano.
Quattromila anni dopo il papiro è stato ritrovato, ecco la traduzione dello scienziato: o Osiride che danzi stancamente, sul fiore del loto, seguita dall'Ibis uccello a te sacro, io ti offro la spiga del grano, e sette piccoli fagiuoli di fresco sgranati, acciocché tu tenga lontano da me il serpente dell'invidia, al sommo Anubi, a cui mi prosto, seguito anch'io dall'Ibis sacro, sacrificando un grosso vitello, che abbatterò di mio pugno.
La lettera di Ramesse
Achille Campanile (1899-1977)
Video/Slideshow su Animoto
Il fantasma innamorato
Jerome K. Jerome (1859-1927)
Trama del racconto (Plot of the Story)
Disegni (Drawings)
Cartoon su GoAnimate
Testo (Text)
L'uomo che studiava le lumache
Peter Knoppert cominciò per hobby lo studio delle lumache, non immaginava che i pochi esemplari che
aveva raccolto si sarebbero moltiplicati in poco tempo diventando centinaia. Solo due mesi dopo
dall'installazione delle lumache nello studio le bocce di vetro erano già piene di lumache e stavano già
incominciando a invadere il pavimento. Anche se i suoi amici e sua moglie lo ritenevano un disgustoso
passatempo Knoppert voleva continuare. Dopo tre giorni Peter scoprì che una lumaca aveva depositato le
uova nella terra. Ormai era più di un passatempo era come se le lumache fossero suoi figli: non andava mai
a letto prima di controllare le uova! Quando vide le prime teste spuntare dalle uova, esplodeva di gioia. I
piccoli animaletti continuavano a moltiplicarsi, e la moglie di Knoppert non ne poteva più. Erano già nate
più di quarantamila lumachine. Però grazie a questo hobby Peter sembrava un uomo rinato. Era più deciso
e faceva fare buoni affari all'agenzia tanto che gli aumentarono lo stipendio. Ogni sera si dedicava al suo
passatempo. Le lumache si erano prese l'abitudine di andarsene in giro per lo studio, ma erano così tante
che era quasi impossibile contarle, erano più o meno milleduecento. Knopper nelle ulltime sere era
occupatissimo tanto che rimase una settimana senza controllare lo studio. La moglie però gli disse di
andare a dargli un' occhiata. Quando aprì la porta dello studio rimase a bocca aperta: le lumache non
avevano solo ricoperto ogni angolo della stanza ma pendevano persino dal lampadario. Peter cercò un
posto su cui appoggiarsi ma era tutto coperto di quei disgustosi animali, così prese un ombrello e scrostò
un pezzo della scrivania per salirci sopra. Allora pensò di accendere gli spruzzi. Ma fu peggio perché il
soffitto si inumidì e gli caddero un le di lumache addosso talmente tante da ricoprirlo dalla testa ai piedi.
Provò a urlare: Edna! Ma niente. Allora provò a aprire la porta ma era bloccata c'erano troppe lumache.
Allora provò a riurlare ma come aprì la bocca ma una lumaca ne approffitò e gli entrò. Aveva lumache
perfino negli occhi, all'improvviso una cosa lo colpì e cadde a terra. Urlò di nuovo: Aiuto! E inghiottì una
lumaca. Ormai non riusciva più nemmeno a respirare e amuoversi. Nel frattempo uscirono dal pozzetto un
esercito infinito di lumache alla scoperta di un mondo sempre più vasto.
Biografia in estrema sintesi dell'Autore (Short biography of the Writer)
Cartoon su Goanimate
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Design Brief
Il racconto (the story)
L'uomo che studiava le lumache
L'Autore (The Writer)
Patricia Highsmith (1921-1995)