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a Edoardo Belotti 9 hónapja

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Le riforme statali

Augusto, dopo aver consolidato il suo potere sulla politica romana, implementò diverse riforme per stabilizzare la politica estera, interna e le questioni sociali. Una delle principali riforme riguardava la burocrazia, che era considerata troppo limitata per uno stato vasto come Roma.

Le riforme statali

Le riforme statali

Augusto attuò, dopo aver stabilizzato il suo potere sulla politica romana, una serie di riforme statali per stabilizzare la politica estera, interna e le questioni sociali

Riforma del tesoro
Per secoli, le casse dello Stato avevano sofferto di evasione fiscale, soprattutto a causa di uno scarso controllo delle province e a causa di ruberie dei pubblicani

Augusto decise di istituire censimenti frequenti, per verificare ogni 3 anni quanti abitanti ci fossero nell'impero e quindi quante imposte aspettarsi dalle province

Divise il tesoro in due casse diverse, ovvero Erario e Fisco. L'erario comprendeva le imposte provenienti dalle province senatorie, mentre il fisco comprendeva le imposte provenienti dalle province imperiali

Il fisco comprendeva anche le proprietà private dell'imperatore. Questo permise a ogni imperatore da Augusto in poi di avere enormi risorse senza dipendere da nessuno

Augusto, infine, divise le imposte in due categorie diverse: imposta fondiaria, che dipendeva dalla quantità di proprietà di ogni persona (inclusi i romani), e l'imposta personale, che era una tassa che pagavano solo i cittadini non romani delle province.

Riforma delle province
Altro motivo di instabilità politica fino ad allora era costituito dal governo delle province, che garantivano fin troppo potere ai propri governatori (Proconsoli, p.pretori)

Augusto divise l'impero in due tipi di province: Province imperiali e senatorie.

Le province senatorie erano prestigiose, la massima carica a cui un senatore poteva ambire. Tuttavia il potere effettivo che si otteneva era ridotto: le province senatorie non si trovavano in zone contese e quindi bastava un piccolo esercito per controllarle

Le province imperiali erano invece province molto importanti, come la Spagna, la Siria e la Gallia. Erano tuttavia molto contese, con frequenti rivolte, e avevano bisogno di un forte esercito per poterle controllare

Erano sotto diretto controllo dell'imperatore, il quale nominava due persone per controllarle: i legati, senatori che avevano il comando dell'esercito, ed i procuratori, cavalieri che avevano il controllo politico-economico

L'Egitto, la provincia più ricca, divenne proprietà privata dell'imperatore, ed un senatore aveva bisogno di un permesso dell'imperatore per entrarvi

Riforma militare
Per ormai un secolo il controllo di un forte esercito era stato il principale motivo di instabilità politica, Augusto si adoperò per renderlo invece motivo di equilibrio

Innanzitutto Augusto ridusse il numero delle legioni, portandole da 50 a 28. Erano infatti troppe, in mano a troppi generali, e fin troppo costose per lo Stato

Venne vietato alle legioni l'accesso in Italia, il pomerio venne esteso anche alla gallia Cisalpina. L'unico corpo militare ammesso era di Augusto, la guardia pretoria

Trasformò le legioni in corpi militari professionisti: vietò ai generali di lasciare i legionari liberi di saccheggiare, rendendoli più mezzo di presidio che di offesa e lasciandoli posizionati solo nelle regioni di confine

Il periodo di ferma venne allungato, da 16 a 20 anni, ma allo stesso tempo venne incrementato lo stipendio, e venne introdotta la liquidazione del soldato

Al termine della ferma, il legionario poteva scegliere di ottenere un appezzamento di terra, oppure di ottenere il corrispettivo di 13 anni di servizio (in tot 20+13)

Riforma della burocrazia
Per ormai un secolo Roma aveva sofferto a causa di una burocrazia e a una amministrazione fin troppo ridotta per uno stato così grande. Era un problema serio

Augusto decise di introdurre nuove cariche, sottoposte alle classiche già esistenti, che permettevano di spartirsi i compiti tra più persone senza avere una concentrazione di potere nelle mani di un singolo

Per calmare il ceto dei cavalieri, in fermento sin dalla sconfitta di Antonio (Erano alleati a lui), Augusto decise di concedere a loro la maggior parte delle nuove cariche amministrative, lasciandone solo alcune ai senatori

Le nuove cariche comprendevano:

Prefetto dell'Annona

Di ceto equestre, si occupava di procurare grano per Roma, aveva sotto controllo l'amministrazione delle coltivazioni locali

Divenne uno degli incarichi più ambiti, era a basso rischio ma garantiva un lauto guadagno, nonchè uno dei più prestigiosi

Prefetto del Pretorio

Era scelto tra il ceto Equestre, veniva messo a capo del corpo di guardia dell'imperatore, persona fidata pagata a peso d'oro

Era scelto tra i centurioni migliori delle legioni, spesso rimanevano in carica fino alla propria morte

Prefetto urbano

L'unico scelto dalla classe senatoria, doveva controllare che a Roma venisse mantenuto l'ordine e nominava un prefetto dei Vigili

Il prefetto dei Vigili era scelto tra il ceto equestre, e aveva il potere di organizzare squadre di intervento per tenere l'ordine

Riforma del senato
Nonostante Augusto avesse effettivamente privato di ogni potere il Senato, restituì ai suoi membri il prestigio che avevano perso

Ridusse da 900 a 600 i senatori, e per rendere più difficile l'accesso al senato raddoppiò la soglia minima di ricchezza, portandola a 1 milione di sesterzi

Per calmare gli animi dei provinciali, decise di introdurre nel senato le classi dirigenti delle province maggiormente romanizzate