200.000 di anni fa
nella zona del Caucaso vengono ritrovati i primi fossili che testimoniano la presenza della vite
5.000 a.C.
durante il Neolitico l'uomo diventa "stanziale" e comincia a coltivare e selezionare diverse specie atte alla coltivazione tra cui la Vitis Vinifera Silvestris.
4.100 a.C.
in Mesopotamia nasce la vinificazione
3.000 a.C.
i Fenici, con la loro espansione ebbero un ruolo fondamentale nella diffusione della vite e del vino in Egitto, Assiria, Grecia e Sicilia
400 a.C.
Etruschi, diffusero al centro nord la coltura della vite
L'IMPERO ROMANO (27 a.C. - 476 d.C.)
Romani cominciarono a diffondere la coltura della vite in quasi tutti i territori dell'impero, ossia fino dove arrivavano i legionari, a loro si deve far risalire l'origine del vino in vaste aree della Francia e della Germania.
Nasce la moderna Enologia, ossia la scienza che studia la produzione del vino
De Re Rustica di Lucio Giunio Moderato Columella
vasta trattazione in materia di viticoltura e di pratiche di cantina
Naturalis Historia di Plinio il Vecchio
LA SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE (1760)
Il 1800 segna la nascita dell'agricoltura industrializzata e porta notevoli progressi anche in campo enologico.
Bettino Ricasoli
IL CHIANTI - Ricasoli fu un patriota, nonchè ricercatore ed imprenditore vitivinicolo, fu il fautore di uno dei vini più famosi nel mondo: il Chianti. Il barone Ricasoli nella sua formula usava tre vitigni, il Sangiovese il Canaiolo e la Malvasia del Chianti.
John Woodhouse
IL MARSALA - Nel 1773 il mercante inglese John Woodhouse, originario di Liverpool, arrivò per la prima volta in Sicilia con lo scopo di inserirsi nel commercio di vino, di olio e di altri prodotti locali al tempo molto richiesti in Inghilterra, tra cui la manna e la cenere di soda.
Un giorno, mentre navigava a bordo del suo brigantino lungo la costa occidentale dell’isola, si imbatté in una forte tempesta che lo costrinse a cercare riparo nel porto di Marsala: non si sa bene se questa sia storia vera, leggenda o totale invenzione, comunque sia Woodhouse attraccò in città, dove gli fecero assaggiare un vino del luogo che gli piacque tantissimo.
Di lì a breve ne acquistò un discreto quantitativo che inviò prontamente via mare in Inghilterra, non senza avervi aggiunto prima una buona dose di acquavite per aumentarne il grado alcolico da un lato, ma soprattutto per preservarlo in maniera efficace dalle eventuali alterazioni che avrebbe potuto subire durante il lungo e periglioso trasporto. I suoi connazionali mostrarono forte gradimento per questo vino siciliano sconosciuto, che ricordava loro i più apprezzati vini spagnoli di Jerez, o quelli portoghesi di Madeira.
MEDIOEVO (476 d.C. - 1492)
non vi furono progressi in merito alla coltivazione della vite ed alla tecnica dell'enologia. Le uniche testimonianza che arrivano da quel periodo riguardano l'utilizzo del Vino nei riti cristiani, nonché l'opera di riscrittura degli antichi trattati da parte dei monaci che conservarono le antiche tecniche enologiche e agronomiche fino al Rinascimento
IL RINASCIMENTO (1492 - 1600)
A questo periodo risale la lettera di Sante Lancerio, storico, geografo e bottigliere di papa Paolo III il quale scrive al cardinale Guido Ascanio Sforza e che può essere definita il primo testo della letteratura enologica italiana.
vengono identificati e descritti dal punto di vista organolettico e degli abbinamenti con il cibo 53 vini di pregio con un linguaggio moderno, troviamo citati "il Rosso di Terracina", " il Greco d'Ischia", la "Vernaccia di San Gemignano", "il Nobile di Montepulciano"
1900 - L'ENOLOGIA MODERNA
All’inizio del ‘900 il panorama ampelografico Europeo, e quindi anche Italiano, subì un’evoluzione brutale. In pochi anni vennero selezionati i vitigni che più si prestavano alla coltivazione nelle varie zone e vennero create le relative barbatelle su piede americano, enormi superfici vitate vennero reimpiantate e cambiarono volto. Specie autoctone minori scomparvero, alcune per sempre. Specie d’Oltralpe con caratteristiche di idoneità a determinati ambienti vennero importate e divennero parte integrante del territorio e delle tradizioni. Si entrò così nell’epoca della viticoltura moderna.
Mario Incisa della Rocchetta
Angelo Gaja