rMi chiamo Salvatore ed abito da sempre nella frazione di San Giovanni di Pellaro.La borgata si trova a pochi metri dal mare ed e’ compresa tra i torrenti Macellari e San Giovanni.E´una zona rigogliosa, un tempo coltivata ad agrumi, viti ed alberi da frutta. Vaste aree erano coltivate a Bergamotto, denominato l´oro verde, che da queste parti davano una qualita´ pregiata.A sentire gli anziani, il borgo di San Giovanni sarebbe sorto attorno un monastero dedicato all´ omonimo santo, la cui presenza potrebbe risalire all´ anno Mille. Lungo i torrenti Macellari e San Giovanni si trovano resti di una torre circolare e di antichi mulini ad acqua; numerosi erano i frantoi e i palmenti; quasi inesistenterisultava l´artigianato. CHIESA DI SAN GIOVANNI IN PELLAROIncerte sono le origini della chiesa di San Giovanni; la prima notizia documentata fa´ risalire la chiesa al 1420, un´altra notizia del 1514, e´ registrata dal Padre Francesco Russo, il quale ricorda che la chiesa “era allora in territorio di Motta San Giovanni, paese greco”.Certamente la storia religiosa di San Giovanni non inizia nel se. VX (1400), come vogliono farci credere i pochi documenti scritti. La memoria orale tramanda l´esistenza di un monastero dedicato appunto a San Giovanni Battista; in mancanza di atti concreti, faro´ riferimento ai documenti scritti, anche se scarsi.Nel 1743, al tempo della peste che funesto´ la citta´ di Reggio, venne costruito nella marina di San Giovanni un cimitero per seppellire gli appestati. In seguito gli abitanti vollero costruire una chiesa, attorno alla quale si formo´ ”il centro di una popolazione che andava crescendo”. Il territorio della nuova parrocchia venne sottratto alla parrocchia di Lume. Il primo parroco e´stato nominato don Domenico Borrello secondo quanto e´ riportato nell´Archivio diocesano. Il terribile terremoto del 1908 distrusse anche questa chiesa e con essa mori´ pure il Parroco, don Giovanni Foti, di Motta San Giovanni. Nel 1926 venne costruita L´Opera Interdiocesana con lo scopo di costruire le chiese distrutte dal terremoto.La nuova chiesa venne benedetta nel 1928 dall´Arcivescovo del tempo mons. Puja. La sua consacrazione, invece, avvenne dopo cinquant´anni, nel 1978, per opera dell´Arcivescovo mons. Aurelio Sorrentino.