によって Barbara Notarangelo 1年前.
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La rabbia è un' emozione primordiale (ANTICO), di base, che è determinato dall’istinto di difendersi per sopravvivere nell’ambiente in cui ci si trova.
La tristezza è un'emozione contraria alla gioia e alla felicità. Essa può essere provata in condizioni normali, durante la vita di tutti i giorni, oppure a causa di un evento particolarmente drammatico, come una perdita, un lutto o una scomparsa.
GIOIA
Gioia” è il nome dell'emozione basilare e generico che solitamente si esprime con il sorriso e gli occhi. Ci si sente gioiosi perché uno dei nostri bisogni fondamentali è stato soddisfatto. ... Si può usare anche la parola “euforici” quando la gioia si accompagna ad un'attivazione psicofisica di eccitazione.
PAURA
La paura è un'emozione primaria, comune sia al genere umano sia al genere animale. Il Galimberti così la definisce: “Emozione primaria di difesa, provocata da una situazione di pericolo che può essere reale, anticipata dalla previsione, evocata dal ricordo o prodotta dalla fantasia.
DISGUSTO
Il disgusto è un’emozione innata e fondamentale. Rientra tra le emozioni di base, presenti in tutti gli esseri umani e animali. Essa insorge quando percepiamo qualcosa di potenzialmente “nocivo”, ovvero pericoloso per la nostra salute fisica e/o psichica e/o per la nostra “anima”.
L'ira di Achille è il cuore dell'Iliade: dall'insulto che Agamennone fa all'eroe togliendogli Briseide, giusto premio di guerra all'eroe che è primo tra gli Achei, derivano una catena di eventi che in realtà non sono altro che la tela del destino già ricamata di sangue e battaglia.
Troia o Ilio (in greco antico: Τροία o Ἴλιον, Īlĭŏn, o Ἴλιος, Īlĭŏs, e in latino Trōia o Īlium) è sia un antico sito storico dell'Asia Minore, posto all'entrata dell'Ellesponto nella moderna Turchia, chiamata Truva e popolata da un centinaio di abitanti, sia una città mitica dei testi classici greci.
Fu teatro della guerra di Troia narrata nell'Iliade, che descrive una breve parte dell'assedio (prevalentemente due mesi del nono anno di assedio, secondo la cronologia proposta dal poeta epico Omero, a cui viene attribuito il poema), mentre alcune scene della sua distruzione sono raccontate nell'Odissea. Dello stesso conflitto si canta in molti poemi epici greci, romani e anche medievali.
l sito storico fu abitato fin dal principio del III millennio a.C.. Si trova ora nella provincia di Çanakkale in Turchia, presso lo stretto dei Dardanelli, tra il fiume Scamandro (o Xanthos) e il Simoenta e occupa una posizione strategica per l'accesso al Mar Nero. Nei suoi dintorni vi è la catena del monte Ida e di fronte alle sue coste si può vedere l'isola di Tenedo. Le condizioni particolari dei Dardanelli, dove c'è un flusso costante di correnti che passano dal Mar di Marmara al Mar Egeo e dove è solito soffiare un forte vento da nord-est durante tutta la stagione che va da maggio a ottobre, suggerisce che le navi, le quali durante le epoche più antiche abbiano cercato di attraversare lo stretto, spesso abbiano dovuto attendere condizioni più favorevoli attraccate per lunghi periodi nel porto di Troia
Dopo secoli di abbandono, le rovine di Troia sono state riscoperte durante gli scavi svolti nel 1871 dallo studioso tedesco di archeologia Heinrich Schliemann, a seguito di alcune indagini iniziali condotte a partire dal 1863 da Frank Calvert. Il sito archeologico di Troia è stato proclamato patrimonio mondiale dell'umanità dall'UNESCO nel 1998[5].
CHI ERA ACHILLE?
Achille Eroe della mitologia greca, figlio di Peleo e della nereide Tetide. È l'eroe principale dell'Iliade e uno dei personaggi più celebri nel mondo antico.
IL PUNTO DEBOLE DEL GUERRIERO
Secondo antiche leggende, la madre avrebbe immerso Achille nel fuoco, o nelle acque del fiume Stige, per renderlo invulnerabile; ma poiché era stato sorretto per il tallone, questa parte del corpo sarebbe rimasta vulnerabile (di qui l'espressione 'tallone d'Achille' per indicare il punto debole di una persona). Achille fu poi consegnato al centauro Chirone perché lo educasse. Altre leggende narrano le imprese della sua giovinezza, a cui sembra doversi riferire l'epiteto di "piè veloce" presente nell'Iliade, e il periodo in cui l'eroe restò nascosto tra le figlie del re Licomede per evitare la morte che, secondo una profezia, l'avrebbe colto presso Troia se vi si fosse recato. Da una delle figlie di Licomede, Deidamia, ebbe il figlio Neottolemo.
Proprio per questo lo implora di lasciare il combattimento per evitare il triste destino che attende lei e il piccolo Astianatte se egli morisse. Di fronte alle suppliche della moglie , Ettore è molto dispiaciuto , soffre tantissimo al pensiero che, una volta fatta prigioniera, diventerà schiava del nemico, ma non può sottrarsi al suo dovere di difendere la patria e di sacrificarsi per essa. Consapevole della sua morte, sceglie di continuare a combattere , altrimenti sarebbe un disonore per la patria e per la sua famiglia.
La scena si chiude con un’immagine molto tenera: Ettore tende le braccia verso il figlio che si spaventa per il suo elmo, allora l’eroe , con un gesto di grande umanità, getta a terra l’elmo e prende in braccio il figlio per l’ultima volta. Poi ridà il piccolo alla madre dicendole di andare a casa e di non preoccuparsi per il suo destino.
Andromaca (in greco antico: Ἀνδρομάχη, Andromáchē, "colei che combatte gli uomini") nell'Iliade di Omero è la , moglie di Ettore I miti e la tradizione hanno delineato un ritratto sconsolato, rammaricato ed eternamente perseguitato di Andromaca, una figura toccante per essere destinata a perdere tutti i suoi cari.
Ettore, il più valoroso eroe troiano, prima di affrontare Achille, il più forte eroe acheo, vuole salutare la moglie Andromaca e il figlio Astianatte. Il doloroso addio tra i due sposi avviene presso le porte Scee, dove Andromaca , con grande malinconia, ricorda ad Ettore la morte della sua famiglia per colpa del valoroso Achille. Quest’ultimo, infatti, le aveva ucciso il padre ( Eezìone, re di Tebe ) e, in un solo giorno, i sette fratelli; la madre era stata resa schiava e in seguito liberata in cambio di un riscatto, per poi morire di morte naturale.
ETTORE E' TRISTE PERCHE' DEVE SCONTRARSI CON ACHILLE E LASCIARE I SUOI CARI
PRIAMO, PADRE DI ETTORE, E' TRISTE PER LA MORTE DEL FIGLIO
PARIDE
Paride: figlio di Priamo, fratello di Ettore, amante di Elena e giustiziere di Achille. Bello come un dio, imperfetto come un uomo: così, nell'Iliade, Omero presenta Paride, il principe troiano che, rapendo Elena, scatenò la rabbia dei Greci e la guerra fatale alla sua città.
DUELLO TRA PARIDE E MENELAO
PARIDE PROVA GIOIA QUANDO SI INNAMORA DI ELENA, MOGLIE DI MENELAO
MENELAO
PRIAMO
Priamo, padre di Ettore, implora Achille di restituirgli il corpo del figlio. All'epoca, infatti, morire senza ricevere sepoltura era un grande disonore. Achille alla fine acconsente.
ETTORE HA PAURA DI MORIRE NELLO SCONTRO CON ACHILLE