OPERE LEOPARDI
Lo Zibaldone
è una raccolta di impressioni personali, aforismi, profonde osservazioni filosofiche, analisi filologiche, critiche letterarie e vari tipi di annotazioni che fu pubblicato postumo in sette volumi nel 1898 con il titolo originale di: "Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura".
Il ciclo di Aspasia
In questi componimenti si rivela il carattere più sentimentale e nostalgico del poeta. Il dolore è espresso senza filtri e catalizzato in un sentimento di attesa del futuro basato sulla solidarietà e sul riscatto dalla condizione di umana sofferenza.
I componimenti del ciclo di Aspasia di aggiungono alla successiva riedizione de I canti.
I Grandi idilli
Noti anche come canti pisano-recanatesi.
Leopardi focalizza in questi componimenti uno sguardo più maturo, passato, costruito sul ricordo di una giovinezza sfiorita. Il rimpianto sembra essere il sentimento preponderante delle poesie
Tra le più celebri: A Silvia, Il sabato del villaggio e Il passero solitario, Canto notturno di un pastore errante dell’Asia.
A Silvia: Il canto si divide in due parti: la prima parte ha carattere rievocativo, incentrato sulla poetica della memoria, la seconda parte ha carattere riflessivo.
Nella seconda parte il poeta fa un paragone tra il destino della ragazza e il suo. Silvia moriva senza veder fiorire la sua giovinezza, senza poter parlare di amore con le compagne e senza godere delle lodi della propria bellezza. Con la sua morte, tramontava anche la speranza di felicità di Leopardi. A lui, infatti, come a Silvia, i fati negarono le gioie della giovinezza, dove sogni e speranze dovrebbero diventare realtà. Svaniti dunque i sogni con l’apparire della realtà dolorosa, non resta altro che la morte per liberarci dalla miseria e dalle amarezze della vita.
Nella prima parte, Leopardi domanda a Silvia se, dopo tanti anni, ricorda ancora i giorni felici nei quali si affacciava alla giovinezza. Quando anche il poeta aveva nel cuore la fiducia nella vita e, come Silvia, aveva pensieri piacevoli, speranze e belli gli apparivano il fato e la vita. Tuttavia questo è destinato a finire per colpa della natura, che promette negli anni della giovinezza e dell’adolescenza, ma poi non mantiene ciò che ha promesso.rgomento
Le Operette morali.
Si tratta di testi di prosa, composti principalmente nel 1824, e rappresentano l’ingresso del poeta nella fase del pessimismo cosmico.
Il proposito di questa raccolta è quello di mostrare il reale nella sua brutalità, indagare la sofferenza dell’uomo e il male insito della natura.
I Piccoli idilli
Componimenti ascrivibili alla corrente del pessimismo storico, insieme ai successivi Grandi idilli formano l’opera completa de I Canti.
I componimenti, in uno stile non ancora arrivato alle vette più alte della complessità leopardiana, hanno lo scopo di eludere un presente infausto con atmosfere di rifugio e raccoglimento.
Scritte tra il 1819 e il 1821, tra le più celebri poesie della raccolta: L’infinito e La Luna
L'Infinito è un'avventura della mente. L'uomo cerca l'infinito per evadere dalla realtà. Il poeta è sopra un colle e c'è una siepe che gli impedisce di vedere oltre. Ma è proprio quest'ostacolo a permettergli di immaginare cosa c'è aldilà.