Guerre puniche
Roma entra in competizione con Cartagine, potenza marittima e commerciale, a partire dal 278 a.C., quando Roma si afferma il proprio controllo anche nel sud Italia
Siracusa, città alleata di Roma, è da molti secoli in rivalità con Cartagine. Chiede aiuto ai romani nel 265 a.C., durante una rivolta dei mamertini, aiutati a loro volta dai cartaginesi
Scelta difficile: aiutare Siracusa e inimicarsi Cartagine o mantenere la pace e non inviare aiuti? Vince la prima visione: Roma manda aiuti e inizia lo scontro con i cartaginesi
I guerra punica (264-241 a.C.)
In poco tempo Roma conquista la Sicilia orientale, controllando dallo stretto sino a Agrigento, conquistata nel 261. Difficile conquistare la parte occidentale, dato il controllo marittimo dei cartaginesi
I romani costruiscono allora una flotta di 100 navi da guerra in meno di un anno, ottenendo soprattutto aiuti dalle città della Magna Grecia, esperte nella navigazione e da sempre nemiche di Cartagine
Prima vittoria non si fa attendere: nel 260 a.C. il console Gaio Duilio sconfigge pesantemente la flotta cartaginese di Amilcare Barca a Milazzo, aprendo alla conquista di ulteriore parte della Sicilia
Il console Attilio Regolo nel 255 prova una conquista di Cartagine via terra, sbarcando in Africa, ma fallendo nel tentativo. Riporta la guerra in Sicilia, conquistando nel 254 Palermo
Nel 241 a.C. la guerra si conclude con la vittoria via mare di Gaio Lutazio Catulo, console che sbaraglia la flotta cartaginese presso le isole Egadi. Cartagine viene obbligata a lasciare tutti i possedimenti in Sicilia, e le viene imposto una grave indennità di guerra
La Sicilia diventa la prima provincia Romana, e Roma si dedica a espandere i propri territori nel mediterraneo, conquistando Corsica, Sardegna, l'Istria e affacciandosi anche a oriente. Anche a livello commerciale inizia a competere con Cartagine, controllando le 3 grandi isole può influenzare tutti i commerci
II guerra punica (218-202 a.C.)
Cartagine si rifiuta di diventare una potenza secondaria, vuole riprendere il ruolo di rivale di Roma: inizia a conquistare la Penisola iberica, già dichiaratamente obiettivo militare romano.
Roma impone a Cartagine come limite massimo di conquista il fiume Ebro, e si allea con Sagunto. Nel 219 Annibale Barca, comandante Cartagine, conquista Sagunto e Roma dichiara guerra l'anno seguente
Nuova guerra: Annibale lascia stare la tradizione marittima di Cartagine e invade direttamente la penisola Italica, valicando le Alpi nell'estate del 218 a.C. Mossa inaspettata, porta anche gli elefanti
L'obiettivo di Annibale è fare defezionare le popolazioni italiche alleate a Roma: nel 217, aiutato dai galli, batte l'esercito romano 3 battaglie consecutive, presso il Ticino, il fiume Trebbia e il Lago Trasimeno
I romani inviano gran parte del proprio esercito in Spagna, conquistando le regioni centrali e tagliando così i rifornimenti ai cartaginesi. Tattica vincente, ma gli effetti si vedranno anni dopo
III guerra punica (149-146 a.C.)
Carthago Delenda Est (Catone il Censore): Ultimo Atto della guerra. Cartagine dev'essere distrutta, ormai debole e l'ombra della potenza che era
Dopo la pesante sconfitta nella II guerra punica, cartagine aveva cercato gradualmente di ottenere maggiore libertà da Roma, cosa che era stata difficile. Ma i commerci erano ripresi, e l'economia stava rinascendo. Roma, per impedire una ripresa anche militare, impone a Cartagine il divieto di riarmo
Cartagine si rifiuta, e Roma minaccia di invadere, se Cartagine non avesse rispettato delle richieste assurde (Inviare a roma i figli maschi, non costruire più porti e divieto di costruzione oltre i 5km dalla costa)
Asdrubale, supportato da Massinissa, Rifiuta le condizioni di pace. Atto disperato. Non appena i cartaginesi ricevono notizia della partenza di un esercito di quasi 100.000 uomini da Siracusa, cercano in tutti i modi la pace con roma, dichiarando sconfitta totale. Inizia l'assedio di Cartagine
Massacro totale: i romani non si fermano fino a quando l'ultimo cartaginese è morto. Dopo l'assedio i consoli decidono di spargere sale su tutta la città, rendendo le terre infertili. Cartagine non esiste più
Si instaura la dittatura per risolvere l'emergenza: Quinto Fabio Massimo per 6 mesi guida Roma pienamente, adottando una tattica vincente ed innovativa, la guerriglia (verrà chiamato Cunctator, Temporeggiatore, per la sua pazienza in guerra)
Tattica poco tradizionale, dopo i 6 mesi di dittatura si ritorna, disastrosamente, alla guerra campale. Gaio Terenzio Varrone e Lucio Emilio Paolo vengono sconfitti nel 216 presso Canne, sul fiume Ofanto. Peggiore sconfitta nella storia repubblicana, oltre 70.000 morti. Prima volta che un console (Lucio Emilio Paolo) muore in battaglia
Annibale vincitore, a Roma tutti vanno in panico. Fortunatamente per Roma Annibale non ne approfitta, e si Stanzia a Capua, dove rimane fino al 211. Ormai Roma si è ripresa, ed è entrato in scena Publio Cornelio Scipione
Scipione nel 210 arriva in spagna e sconfigge definitivamente l'avamposto in Spagna dei Cartaginesi nel 206. Torna in Italia, e nel 204 convince il Senato a portare la guerra in Africa. Arrivato in Tunisia e ottenuto l'appoggio del re Massinissa, ottiene una serie di importanti vittorie su Cartagine, obbligando Annibale a lasciare l'Italia. Lo sconfigge definitivamente nel 202 a Zuma, sconfitta che costerà cara ai cartaginesi. Perdono la loro flotta e sono costretti a pagare 10 volte l'indennità della prima guerra, già ben dispendioso