Italia: panorama letterario

1.

Cesare Pavese

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P. ha svolto un ruolo essenziale nel passaggio tra la cultura degli anni Trenta e la nuova cultura democratica del dopoguerra. La sua partecipazione al presente si è sempre legata a un profondo senso della contraddizione tra letteratura e impegno politico, tra esistenza individuale e storia collettiva, attraverso una tormentosa analisi di sé stesso e dei rapporti con gli altri e una ininterrotta lotta per costruirsi come uomo e come scrittore.

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1936: Lavorare stanca

senso doloroso di una vita reale

solitudine e senso di morte

ritorno al mondo rurale come luogo salvifico

lingua semplice e quotidiana

POESIA RACCONTO

1941: Paesi tuoi

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Il più americano dei romanzi: sia per quanto riguarda storia, ambiente, personaggi, che per il linguaggio, lontano da quello classico-letterario. I due personaggi principali, Berto e Talino, rappresentano rispettivamente l'uomo di città e quello di campagna e il romanzo è incentrato sul loro difficile rapporto di amicizia, che ha inizio dalla forzata convivenza nel carcere e prosegue con il loro trasferimento a casa di Talino nella campagna delle Langhe.E' assente l'autorità di un punto di vista superiore: ciò contribuisce a dare alla narrazione una assoluta immediatezza dovuta proprio alla mancanza di diaframmi ideologici, ci sono solo i fatti e le reazioni immediate del soggetto. Di qui lo stile "americano", che si qualifica proprio per il suo essere privo di mediazioni. 

1947: Dialoghi con Leucò

27 dialoghi tra personaggi della mitologia classica

rapporto tra storia e mito e quello tra uomo e natura

1949: La casa in collina

romanzo breve e autobiografico

lingua e stile che riproducono la vitalità della cultura contadina piemontese (andamento paratattico e dialoghi)

Paesaggio = contrappunto di senso e sentimento

1950: La luna e i falò

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Con La luna e i falò Pavese torna al tema della guerra partigiana che aveva già trattato nel romanzo La casa in collina. La presenza di questo argomento portò i primi critici a considerare Pavese uno scrittore neorealista. Questo non è vero, perché la descrizione della guerra ha in Pavese non uno scopo documentario, di raccontare quello che è stato, ma si ricollega sempre alla volontà di esprimere la sua visione tragica della vita, si carica di simboli e di riflessioni personali, che lo avvicinano a una dimensione lirica.La guerra è prima di tutto un’assenza, non viene descritta in prima persona dal protagonista, ma ne veniamo a conoscenza solo attraverso i racconti di Nuto.

Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti.

1951: Verrà la morte e avrà i tuoi occhi

1952: Il mestiere di vivere

diario scritto con appunti sparsi, pensieri e sensazioni

Nella sua vita, Cesare Pavese si sentì sempre estraneo al mondo e agli altri uomini, si sentiva altrove. Questa percezione deriva da un ossessivo scavo interiore, che lo porterà al suicidio.

2.

Beppe Fenoglio

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Neorealismo di tipo assoluto

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Il partigiano Johnny = bisogno di sentirsi uomo1968: pubblicazione postuma a cura di Lorenzo Mondoinsofferenza per una scrittura puramente documentaria verso una trasposizione di esemplarità simbolicaviaggio interiore di un'esistenza solitaria, gettata in un mondo enigmatico e ostile con cui non riesce a identificarsi

lotta partigiana

non mito ma dramma

tensione linguistica: sottrarre l'epica resistenziale alla banalità del linguaggio d'uso

contaminazione dialettale (lessico e sintassi)

effetti di arcaica semplicità ed essenzialità

fenglese

gioco di scambi e calchi reciproci

paesaggio naturale emblema della durezza dei rapporti umani

autobiografismo: recupero della memoria famigliare

3.

Primo Levi

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"Primo Levi è uno scrittore di racconti" che ha la "capacità di far nascere la narrazione a partire da dettagli, particolari, punti attorno a cui si raggrumano e si dipanano le storie" (M. Belpoliti)

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1947 / 1958: Se questo è un uomo

Avigliana - Torino, dicembre 1945 - gennaio 1947

marmoreità linguistica: lingua essenziale, precisione degli aggettivi, paratassi (incipit anaforici)

presente storico (e deittici della prossimità)

1963: La tregua

dicembre 1961 - novembre 1962

1975: Il sistema periodico

chimica solitaria, inerme e appiedata, a misura d'uomo

Io pensavo ad un'altra morale, più terrena e concreta, e credo che ogni chimico militante lo potrà confermare: che occorre diffidare dal quasi uguale (il sodio è quasi uguale al potassio: ma col sodio non sarebbe successo nulla), del praticamente identico, del pressapoco, dell'oppure, di tutti i surrogati e di tutti i rappezzi

Stile medio, ricchezza lessicale (tecnicismi)

1978: La chiave a stella

Tino Faussone, operaio meccanico

1982: Se non ora, quando?

Lotta partigiana di una banda di ebrei russi e polacchi

1984: Ad ora incerta

Dopo Auschwitz non si può fare poesia se non su Auschwitz

Troppo dimessa e anacronistica a causa del suo tono semplice e comunicativo, destinato al lettore comune

1986: I sommersi e i salvati

Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perchè ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte e oscurate: anche le nostre.

Sopravvivevano i peggiori, cioè i più adatti; i migliori sono morti tutti.