por Pino Romeo 2 anos atrás
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I suoni di un popolo muto
La musica, per il Rom, ha da sempre rappresentato anche la sua parola.
Dal flamenco spagnolo, al jazz di Django Reinhardt, dagli ottoni della macèdone Kocani Orkestar, ai ritmi di rumba flamenca dei rom di origine spagnola dei Gipsy Kings: il panorama della musica rom è vastissimo.
Nel Libro dei Re, scritto attorno all’anno 1000, il poeta persiano Firdusi parla di diecimila uomini e donne esperti nel suonare il liuto che lo Scia di Persia richiese al sovrano dell’India per divertire i suoi sudditi, e si pensa che fossero musicanti rom.
Nel corso dei secoli, la musica è stata anche al centro di situazioni paradossali: mentre i musicisti erano richiesti presso le corti europee, il popolo rom veniva bandito da tutti i paesi, espulso e derubato della sua identità.
I temi musicali rom hanno ispirato compositori come Bizet (la famosa Carmen), Brahms, Dvorak, Ravel, mentre un grande ammiratore della loro musica fu Franz Liszt. I musicisti suonano spesso “ad orecchio”, senza conoscenze teoriche, ma con una forte espressività dell’anima.
I rom dei Balcani prediligono da sempre strumenti a fiato, mentre in Romania, Ungheria e Austria lo strumento principe è il violino.
La chitarra invece acquistò maggiore prestigio con Django Reinhardt, il quale nel 1934 fondò il mitico quintetto dell’Hot Club de France, che segnò la storia del jazz in Europa con le improvvisazioni gitane di Django.
Il canto, che nella cultura esclusivamente orale del popolo rom aveva avuto sempre una funzione narrativa, ha conservato un importante ruolo tra i rom spagnoli che, come chitarristi e ballerini, hanno dato un fondamentale contributo alla nascita e allo sviluppo del flamenco e del ‘cante jondo’ (canzone profonda) con il quale esprimevano il dolore per le persecuzioni subite.
Le tracce del cammino millenario, che ha portato i rom dall’India in Europa, si trovano anche nella musica che ha mantenuto una forte matrice orientale. I rom hanno assorbito gli elementi più tipici delle musiche incontrate “lungo la strada”, per mescolarli e reinterpretarli. Il risultato è una musica dall’impronta inconfondibile, attraverso la quale riescono ad esprimere tutta la scala dei sentimenti.
Ancora oggi per celebrare gli eventi più importanti, come nel caso di nascite e matrimoni, non manca mai un gruppo di musicisti rom per allietare la festa.