realizată de Maria Luisa Zoratti 8 ani în urmă
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Da: Treccani.it
In genere (come fenomeno biologico o sociale), ogni spostamento di individui, per lo più in gruppo, da un’area geografica a un’altra, determinato da mutamenti delle condizioni ambientali, demografiche, fisiologiche, ecc. In partic.:
a. Nelle scienze antropologiche e sociali, lo spostamento di una popolazione verso aree diverse da quella di origine, nelle quali si stabilisce permanentemente (a differenza di quanto avviene nel nomadismo), dovuto, fin da epoca preistorica, a fattori quali sovrappopolazione, mutazioni climatiche, carestie, competizione territoriale con altre popolazioni, ricerca di migliori condizioni di vita vere o presunte, ecc.; in sociologia, con riferimento a fenomeni più recenti, che coinvolgono in genere solo una parte di una popolazione e dipendono da complesse cause economiche e culturali, è lo stesso che emigrazione.
b. In zoologia, lo spostamento periodico, spesso stagionale, di una popolazione o di parte di essa verso climi o ambienti diversi, che comporta il successivo ritorno (degli stessi individui o delle generazioni successive) al luogo di partenza, ed è in genere determinato dalla comparsa di stimoli specifici, dovuti a variazioni delle condizioni climatiche o ambientali e alle conseguenti modificazioni fisiologiche; si differenzia dall’emigrazione (che non implica necessariamente il ritorno al luogo di partenza), dall’invasione (che consiste nella comparsa irregolare, per tempi e luoghi, di un alto numero di individui), dall’espansionedell’areale di una specie e dalla dispersione degli individui giovani verso nuovi territorî; si verifica in tutte le classi animali e risponde all’esigenza di raggiungere siti adatti alla riproduzione (per es., nelle tartarughe marine, nei pesci anadromi e catadromi, negli uccelli), di seguire fonti alimentari (per es., negli ungulati, nei cetacei, nelle locuste), di spostarsi nei luoghi di ibernazione o svernamento (per es., nella farfalla monarca). Le migrazioni possono seguire gradienti altitudinali o di profondità (come nel caso delle m. verticali del plancton, che seguono un ciclo giorno-notte), oppure gradienti latitudinali; in quest’ultimo caso, caratteristico della maggior parte delle specie, sono seguite rotte di migrazione fisse, le quali implicano una capacità di orientamento mediante sistemi di riferimento esterni (topografici, climatici, chimici, astronomici, ecc.) o interni (sensibilità al campo magnetico terrestre).