Le emozioni

Le emozioni

Definizione

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Le emozioni sono stati mentali e fisiologici associati a modificazioni psicologiche, a stimoli interni o esterni, naturali o appresi. Secondo la definizione della Associazione Psicologica Americana, l'emozione è un modello fenomenico complesso, di natura reattiva, che coinvolge varie esperienze soggettive, sia di natura fisica (comportamenti, riflessi, attivazione fisiologica) che psicologica (esperienza soggettiva, processi cognitivi), non sempre a livello consapevole. Si tratta di un modello funzionale evolutosi per fronteggiare fenomeni o eventi con il quale un organismo entra costantemente in relazione significativa.

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Reazioni fisiologiche e psicologiche che si verificano in risposta a situazioni, eventi o pensieri.

Example of literary work

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Tipologie di emozioni

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Antonio Damasio, distingue due tipi di emozione: le emozioni primarie, che sono innate e preorganizzate e le emozioni secondarie, che sono elaborate dall'esperienza attraverso i circuiti del "come se". Secondo Damasio, si possono avere delle reazioni emotive, delle quali però si è inconsapevoli, anche in assenza di modificazioni psicofisiologiche. Inoltre, "è possibile che siamo predisposti a rispondere con un’emozione, in modo preorganizzato, quando vengono percepite nel mondo esterno o nel nostro corpo - isolatamente o in combinazione - certe caratteristiche di stimoli, di cui sono esempi la dimensione (come per gli animali grossi); l’estensione (come per l’apertura alare dell’aquila); il tipo di movimento (come per i rettili); certi suoni (come il ringhio); certe configurazioni di stati del corpo (come il dolore che si avverte durante un attacco cardiaco)". L'amigdala elabora in parallelo gli stimoli prima detti e definisce una sorta di algoritmo che si associa ad un altro algoritmo (un meccanismo chiamato matching). Quest'ultimo algoritmo è di tipo disposizionale e man mano che il primo si delinea, si delinea anch'esso (molto simile come meccanismo a quello della scrittura predittiva o facilitata degli smartphone), iniziando ad allertare, pre-attivare e attivare aree e nuclei cerebrali preposti a funzioni cognitive, somato-sensoriali e motorie e che a sua volta determinano le emozioni secondarie. Dice Damasio: "Il sentire l’emozione diventa pertanto un fenomeno emergente quale insieme diverso dalla semplice somma delle parti, cioè quelle parti che autonomamente e con tempi di reazione/attivazione diversi sono intervenuti per un “primo intervento” e successivamente, anche grazie alla comunicazione a feedback circolare, affinano l’esperienza.

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Emozioni primarie: universali e innate.

Gioia
Tristezza
Paura
Rabbia
Sorpresa
Disgusto

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Emozioni secondarie:Più complesse, influenzate da esperienze e cultura.

Vergogna
Colpa
Invidia
Orgoglio
Amore
Gelosa

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Componenti delle emozioni

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Le componenti che costituiscono le emozioni sono:la valutazione cognitiva (o appraisal) da parte dell’individuo di un determinato antecedente emotigenol’attivazione fisiologica (o arousal) dell’organismo (ad esempio, variazioni nella frequenza cardiaca e e respiratoria, sudorazione, pallore, rossore, etc.)le espressioni verbali (e ad esempio il lessico emotivo) e non verbali (espressioni facciali, postura, gesti, etc.)la tendenza all’azioneil comportamento vero e proprio, generalmente finalizzato a mantenere o modificare il rapporto transazionale in corso tra individuo e ambiente.Tra le componenti dell’esperienza emotiva ritroviamo anche la tonalità edonica (o valenza edonica), che si riferisce alla piacevolezza o spiacevolezza dell’esperienza emotiva (valenza edonica positiva vs. negativa) per il soggetto che la sta provando.In particolare la valutazione cognitiva dell’antecedente emotigeno induce un cambiamento in termini di tendenza all’azione che si accompagna a variazioni nell’attivazione fisiologica e nelle risposte espressive, traducendosi in specifiche risposte comportamentali.

Fisiologica: Cambiamenti corporei (battito cardiaco, respiro, sudorazione).

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Cognitiva: Pensieri, interpretazioni e valutazioni.

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Comportamentale:Espressioni facciali, linguaggio del corpo, reazioni (azione o inazione).

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Teorie delle emozioni

Teoria di James-Lange: Emozioni come risposta fisiologica agli stimoli.

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Secondo la teoria del feedback di James-Lange, l'emozione è una risposta ad una variazione fisiologica. Proviamo emozioni diverse perché ciascuna è accompagnata da sensazioni e reazioni fisiologiche differenti. Tali teorie sono state criticate, in quanto persone con lesioni al midollo spinale esprimono comunque emozioni, inoltre molte espressioni fisiologiche simili causerebbero simili emozioni, difficili quindi da individualizzare. In alcuni casi, specialmente per le forti emozioni, si ha comunque un'associazione diretta tra manifestazione fisiologica ed emotiva, senza però sapere se ne sia causa la prima o la seconda.James - Lange sta per William James e Carl Lange, quest'ultimo un medico danese. James e Lange condussero i loro studi senza che l'uno fosse a conoscenza del lavoro dell'altro. Nel capitolo 25 del suo "Principi di Psicologia" del 1890, James scrive: "I cambiamenti corporei seguono immediatamente la percezione dello stimolo emotigeno, e che la nostra sensazione di questi stessi cambiamenti mentre si stanno verificando È l'emozione". Quindi, secondo James, la percezione non cosciente di un fenomeno emotigeno o stressorio – come ad esempio la comparsa di un serpente – determina una modifica fisiologica nel soggetto coinvolto. La prima percezione cosciente del soggetto non è la vista del serpente, ma la modifica fisiologica, che secondo James è specifica per quel tipo di emozione. A seguire, il soggetto abbina un nome alla modifica fisiologica e attribuisce la causa al serpente. La sequenza dei fenomeni è pertanto la seguente:Stimolo avversivo colto dal sistema visivo con immediata risposta fisiologica preparatoria alla risposta più appropriata, che nel nostro caso è plausibilmente la fuga (il tutto senza consapevolezza del soggetto).Propriocezione cosciente dell’attivazione della risposta fisiologica, che secondo James è specifica per quel tipo di emozione. Questo è il motivo per cui il soggetto comprende coscientemente che si tratta di paura senza il coinvolgimento di strutture della neocorteccia: la risposta fisiologica specifica per ogni tipo di emozione, in particolare per le emozioni di base, contiene già l’informazione “paura”.Associazione della causa (il serpente) per emersione alla coscienza della visione: ho paura perché ho visto un serpente.Nel modello di James, la risposta fisiologica preconscia è la risposta riflessa di fuga – come sarà successivamente chiamata da Cannon – e quindi avviene prima che il soggetto abbia contezza cosciente del pericolo. Come dire: il soggetto inizia a scappare senza ancora sapere coscientemente il perché. Per James, la risposta fisiologica è sufficiente a fornire le basi per l’esperienza soggettiva cosciente dell'emozione. L’attribuzione cosciente della causa completa l’esperienza.

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Teoria Cannon-Bard: Emozioni e risposte fisiologiche si verificano simultaneamente.

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Secondo la teoria diencefalica di Walter B. Cannon e Philip Bard,lo stimolo emotigeno, che può essere un evento, una scena, un'espressione del volto o un particolare tono di voce, viene elaborato in prima istanza dai centri sottocorticali dell'encefalo, in particolare l'amigdala, che riceve l'informazione direttamente dai nuclei posteriori del talamo (via talamica o sottocorticale) e provoca una prima reazione autonomica e neuroendocrina con la funzione di mettere in allerta l'organismo. In questa fase l'emozione determina quindi diverse modificazioni somatiche, come ad esempio la variazione delle pulsazioni cardiache, l'aumento o la diminuzione della sudorazione, l'accelerazione del ritmo respiratorio, l'aumento o il rilassamento della tensione muscolare.Lo stimolo emotigeno viene contemporaneamente inviato dal talamo alle cortecce associative, dove viene elaborato in maniera più lenta ma più raffinata; a questo punto, secondo la valutazione, viene emessa un tipo di risposta considerata più adeguata alla situazione, soprattutto in riferimento alle "regole di esibizione" che appartengono al proprio ambiente culturale. Le emozioni, quindi, inizialmente sono inconsapevoli; solo in un secondo momento noi "proviamo" l'emozione, abbiamo cioè un sentimento. Normalmente l'individuo che prova una emozione diventa cosciente delle proprie modificazioni somatiche (si rende conto di avere le mani sudate, il battito cardiaco accelerato, etc.) ed applica un nome a queste variazioni psicofisiologiche ("paura", "gioia", "disgusto", ecc.).Tra le tipologie di risposta o reazione vi sono i riflessi e per quanto attiene alla risposta a stimoli aversivi di elevata intensità, il riflesso principale è quello detto "reazione di attacco o fuga" (fight-or-flight response), concettualizzato negli anni venti del ventesimo secolo da proprio da Cannon e Bard.

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Technology

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Teoria di Schachter-Singer: Emozione come combinazione di risposta fisiologica e cognizione.

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https://www.neurowebcopywriting.com/la-teoria-dellemozione-di-schachter-e-singer/

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Teoria Evoluzionistica (Darwin): Emozioni come adattamenti evolutivi per la sopravvivenza.

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https://www.stateofmind.it/bibliography/darwin-charles/#:~:text=La%20teoria%20dell'evoluzione%20darwiniana,tali%20tratti%20alle%20generazioni%20successive.

Technology

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Regolazione emotiva

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https://www.fatebenefratelli.it/blog/regolazione-emotiva#:~:text=Si%20riferisce%20alla%20capacit%C3%A0%20di,in%20modo%20sano%20ed%20equilibrato.

Strategie Consapevoli:
-Riflessione
-Ristrutturazione cognitiva
-Mindfulness

Strategie Inconsapevoli:
-Suppressione
-Negazione
-Proiezione

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Funzioni delle emozioni

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Le funzioni principali di un’emozione sono tre: adattiva, sociale e motivazionale.Le emozioni possono essere classificate in emozioni primarie, ovvero di base, ed emozioni secondarie. Tra le emozioni primarie troviamo: gioia, rabbia, tristezza, disgusto, paura e sorpresa. Queste sono dette “primarie”, in quanto sono condivise da persone appartenenti a diverse culture e quindi biologicamente radicate (Ekman, 1957).Non esistono, a livello scientifico, emozioni identificate come migliori di altre, tuttavia, le persone tendono solitamente a distinguere tra le emozioni positive e quelle negative. Quelle negative vengono percepite e considerate come “cattive”, pertanto risulta sconveniente provarle, o per lo meno esprimerle, devono essere soffocate sul nascere, demonizzate e demolite. Questo per evitare etichette spiacevoli davanti alle “dure leggi” dell’apparenza sociale.Però, gli stati emotivi definiti “negativi”, come la rabbia, la tristezza, l’ansia o la paura, sono anche tra i più comuni, che ci ritroviamo a vivere quotidianamente.Ad ogni modo, la scienza sostiene la funzione positiva delle emozioni.Ciò significa che le emozioni ricoprono un ruolo fondamentale per la sopravvivenza. “Esse rappresentano dei mediatori nella relazione tra l’organismo e l’ambiente per il mantenimento dell’organismo stesso” (Scherer 1984; Lazarus, 2006; Gross, 2006; Siemer et al., 2007; Rolls, 2011).Le emozioni, infatti ci aiutano ad analizzare l’ambiente circostante e preparano l’organismo ad agire nel minor tempo possibile, in modo da garantire la sopravvivenza.In situazioni di pericolo infatti, il cuore comincia a batterci velocemente, ci sudano le mani, gli arti si paralizzano, la testa si annebbia. Questi sono tutti campanelli d’ allarme, che dovremmo diventare abili a cogliere e che ci dicono che qualcosa non va, che siamo appunto in pericolo. Il pericolo però non deve essere qui inteso come un qualcosa di pratico e tangibile, deve anzi rimandare e far riflettere a tutto ciò che può minare il nostro stato di benessere, non solo fisico, ma anche e soprattutto psicologico.“Se c’è un pericolo nell’aria il corpo reagisce prima che la mente ragioni” (LeDoux,2015).Dovremmo diventare abili a cogliere tutti i segnali che l’ organismo ci manda, in modo da imparare ad analizzarci, comprenderci e salvaguardarci, sempre di più.Una volta che abbiamo imparato ad analizzare e comprendere gli stati emotivi che stiamo attraversando, ci aspetta una prova ancor più complessa, ovvero saperli gestire. La gestione delle emozioni è una materia ardua, un confine labile, un equilibrio precario in un continuum che va da un eccessivo controllo ad una totale perdita dello stesso, dalla sovraregolazione alla disregolazione emotiva.La resilienza, l’assertività e le capacità autoregolative possono sicuramente essere degli ottimi alleati.Inoltre, un altro pensiero può venirci in soccorso e guidarci come un faro nella nostra tempesta emotiva: “la normalità è relativa”.Eh già, non c’è niente a questo mondo che possa essere realmente definito come “normale”. E le emozioni non fanno eccezione.L’accezione di normale si riferisce a ciò che avviene con un’ importante frequenza, tanto da avvicinarsi alla media, di un dato fenomeno; mentre viene considerato anormale ciò che avviene sporadicamente rispetto al fenomeno in questione. Questo però è sempre relativo, perché circoscritto a quel singolo fenomeno preso in considerazione.Penso che il concetto di normalità debba essere sostituito con quello di “funzionalità”. Non si parlerebbe quindi di emozioni normali o anormali, ma si tratterebbe di emozioni funzionali e non, rispetto ad una determinata circostanza. Inoltre, non si perseguirebbe più l’obiettivo di raggiungere una gestione emotiva “normale”, ma una gestione delle emozioni funzionale, per noi, per le nostre relazioni sociali e per la nostra vita.

Adattamento: Risposta a stimoli ambientali per la sopravvivenza (es. paura da pericolo).

Literary Work

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Motivazione: Stimolare azioni (es. gioia come ricompensa, rabbia per cambiamenti).

Conflict of real world

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Comunicazione: Espressione di stati interiori e legame sociale (es. sorrisi, pianto).

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