по Chiara Principato 1 месяц назад
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Che cosa sono i continenti?
Le terre emerse costituiscono circa il 30% della superficie terrestre e la maggior parte di esse si trova nell’emisfero settentrionale.
Esse sono divise in continenti, cioè grandi estensioni di terra circonda- te dagli oceani.
I continenti sono sei:
-Europa
-Asia
-America
-Africa
-Oceania
-Antartide.
Per approfondire la conoscenza dei Continenti:
https://www.youtube.com/watch?v=boWCIx1E57s
Il continente africano, che occupa il 20,2% delle terre emerse, si estende per lo più nella zona compresa tra i tropici ed è caratterizzato da una forma molto compatta, con coste lineari e poco frastagliate. Ha l’aspetto di un’unica, enorme isola triangolare ed è grande all’incirca 3 volte l’Europa.
Le montagne più elevate, come il Kilimangiaro (il più alto dell’Africa), il Kenya e il Ruwenzor. I maggiori fiumi africani sono il Nilo, il Congo l Niger, che in assenza di ghiacciai sono alimentati dalle abbondanti piogge tropicali. Oltre 1/3 dell’Africa è occupato da deserti: a nord il Sahara si estende per 9 milioni 2 di km , tra l’Oceano Atlantico e il Mar Rosso, mentre a sud si trovano il deserto costiero del Namib e quello del Kalahari. l territorio africano è per la maggior parte caratterizzato da climi caldo-umidi essendo tagliato in due dall’equatore
L’Africa è il continente con il maggior numero di stati indipendenti: sono 53, alcuni dei quali molto piccoli. A questi vanno aggiunti piccoli possedimenti francesi, inglesi e spagnoli. Oggi il continente africano è dilaniato da numerose guerre che scoppiano soprattutto per motivi economici, cioè per il controllo delle immense risorse minerarie contese, come un seco- lo fa, dalle potenze occidentali o dalle grandi multinazionali che sostengono e armano le di- verse fazioni in lotta.
Il continente si può suddividere in due grandi regioni; l’
Africa bianca e l’Africa nera. La prima corrisponde all’Africa settentrionale ed è abitata prevalentemente da popolazioni di pelle chiara, di cultura araba o beduina e di religione islamica. La seconda che corrisponde all’
Africa sub- sahariana, posta a sud del Sahara, è abitata da popoli di pelle nera e presenta un panorama linguistico, etnico e religioso più diversificato. All’interno della Africa subsahariana si possono distinguere 6 insiemi regionali:
– il Sahel;
– il Corno d’Africa;
– l’Africa occidentale;
– l’Africa equatoriale;
– la regione dei Grandi Laghi; – l’Africa meridionale.
L’Africa è il continente più povero della Terra. Il quadro economico e sociale complessivo è sconfortante, in particolare per i paesi subsahariani che costituiscono l’area mondiale a più basso li- vello di sviluppo. La precaria situazione economica è resa ancora più difficile da gravi
problemi ambientali
quali la desertificazione, l’impoverimento dei suoli e la deforestazione di ampi territori. L’Africa ha superato nel 2009 il miliardo di abitanti; nonostante ciò, in relazione alla vastità del territorio, è un continente scarsamente popolato. Ciò si deve sia a cause storiche, come la deportazione di schiavi nelle Americhe, sia a cause ambientali, come la presenza di deserti e foreste equatoriali, dove tuttora si registrano i maggiori «vuoti» nell’insediamento umano
L’Africa occidentale comprende 12 stati che si affacciano sull’Oceano Atlantico: le isole di Capo Verde, il Senegal, il Gambia, la Guinea Bissau, la Guinea, la Sierra Leone, la Liberia, la Costa d’Avorio, il Ghana, il Togo, il Benin e la Nigeria, di gran lunga il più esteso e popolato. Il territorio è costituito da una fascia costiera pianeggiante interrotta da piccoli massicci montuosi o altipiani e attraversata da importanti fiumi quali il Senegal, il Gambia, il Niger e il Volta. La vegetazione prevalente è la savana alberata, che cresce grazie alle abbondanti piogge estive e alle temperature elevate tutto l’anno.
La Nigeria, grande tre volte l’Italia, è occupata da un vasto altopiano che supera in pochi punti i 1000 m e che scende gradatamente verso sud, in Con quasi 155 milioni di abitanti la Nigeria è il più popoloso paese africano, per questo definito il «gigante» dell’Africa nera.
Pur povero, il paese dispone di cospicue risorse, in particolare di petrolio, che costituisce il 90% delle esportazioni. Il suo sfruttamento ha incrementato la presenza sul territorio delle multinazionali estere e ha accentuato i problemi e i conflitti. L
L’Africa meridionale, detta anche Africa australe, ha la forma di un triangolo con la punta rivolta verso il basso ed è bagnata a ovest dall’Oceano Atlantico e a est da quello Indiano.
La regione è ricca di culture differenti e, come tutta l’Africa, è politicamente molto frazionata: vi si trovano ben 14 paesi. Tra questi, stati continentali sono Angola, Zambia, Malawi, Mozambico, Namibia, Botswana, Zimbabwe, Swaziland, Lesotho e Sudafrica; nazioni insulari sono il Madagascar e isole minori dell’oceano Indiano come Comore, Seicelle e MaurizioLa caratteristica principale della popolazione dell’Africa meridionale è che essa è il risultato dell’incontro e della convivenza, spesso non facile, tra le genti originarie del continente e i bianchi provenienti dall’Europa. In principio la regione era abitata da boscimani e ottentotti, cui si aggiunsero in seguito i bantu. Dal XV secolo cominciarono le colonizzazioni europee, di olandesi e inglesi prima e di francesi, portoghesi e tedeschi poi. A differenza di quanto accadde nelle altre zone dell’Africa, il clima più mite di queste regioni spinse i nuovi arrivati a trasferirvisi con le proprie famiglie, dando vita a veri e propri insediamenti stabili. Ancor oggi i discendenti degli europei costituiscono una buona percentuale della popolazione della Repubblica Sudafricana. Molti sono anche gli immigrati di origine asiaticaa maggior parte degli abitanti risiede in villaggi rurali, anche se non mancano le grandi città, perlopiù concentrate nella Repubblica Sudafricana o coincidenti con le capitali nazionali (come Maputo in Mozambico, Antananarivo in Madagascar o Luanda in Angola) e in genere localizzate lungo la costa o le ferrovie.Benché le condizioni economiche e sociali siano migliori rispetto a quelle della parte centrale del continente africano e nonostante la presenza di notevoli risorse minerarie, in tutta la regione la povertà è molto diffusa e con essa la malnutrizione, la mancanza di strutture sanitarie adeguate e l’analfabetismo. Una speranza di sviluppo e di maggiore ricchezza viene oggi dal turismo, che porta molti capitali dall’estero grazie alla bellezza dei paesaggi e alla ricchezza di flora e fauna. Per proteggere l’ambiente e salvaguardare le sue potenzialità turistiche è stato istituito un grande numero di parchi e riserve naturali.
L’Africa equatoriale o centrale si trova al centro del continente e, bagnata a occidente dall’Oceano Atlantico, comprende il grande bacino formato dal fiume Congo e dai suoi affluenti; il fiume è infatti il primo corso d’acqua del continente per ampiezza del bacino idrografico e il secondo per lunghezza (4200 km) dopo il Nilo.
Della regione fanno parte 7 stati: il Camerun, la Repubblica Centrafricana, la Guinea Equatoriale, le isole di São Tomé e Príncipe, il Gabon, il Congo e la Repubblica Democratica del Congo.
L’Africa equatoriale presenta nel complesso un ambiente inospitale perché il clima caldo-umido favorisce la diffusione di malattie come il colera, la lebbra, la febbre gialla e la malaria. La densità abitativa è, dunque, bassa e la popolazione si concentra sulle coste e nella savana.
La Repubblica Democratica del Congo è il paese più popolato con oltre 66 milioni di abitanti e la sua capitale, Kinshasa, che ospita nel suo agglomerato oltre 6 milioni di abitanti, è l’unica grande città della regione.
A est si trova la regione dei Grandi Laghi che deve il nome alla presenza sul suo territorio di tre enormi laghi, il Vittoria, il Tanganica e il Malawi.
Quest’area, affacciata sull’Oceano Indiano, è occupata da cinque stati: il Kenya, la Tanzania, l’Uganda, il Ruanda e il Burundi.
Il territorio è un altopiano, attraversato dalla Rift Valley (> lezione 1) su cui poggiano i maggiori monti africani come il Kilimangiaro, il Kenya e il Ruwenzori, tutti con cime oltre i 5000 m.
Il paesaggio predominante è la savana con le sue alte erbe, verdi durante la stagione estiva delle piogge e gialle e secche nella stagione asciutta; s’incontrano, però, anche foreste poco fitte, che lungo i corsi d’acqua assumono la tipica forma a galleria.
Gli stati della regione sono poveri e la loro economia si basa essenzialmente sull’allevamento nomade e sull’agricoltura che trova terreni fertili intorno ai bacini lacustri. Il turismo è diventato una risorsa importante per i paesaggi suggestivi e i numerosi parchi naturali (in Tanzania occupano un quarto del territorio).
L’Africa settentrionale comprende cinque stati: Marocco, Algeria, Tunisia, Libia ed Egitto, ai quali va aggiunto il territorio del Sahara occidentale occupato militarmente dal Marocco. Affacciata sul Mediterraneo e situata poco distante dall’Europa meridionale e dall’Asia occidentale.
Una vera e propria oasi fluviale è la valle del Nilo, sottile striscia verde che fiancheggia il corso del fiume e costituisce fin dall’antichità una produttiva area agricola. Il Nilo attraversa il deserto per più di 1500 km e sfocia con un largo delta nel Mediterraneo.
Lungo il grande fiume, facilmente navigabile, sorgono le maggiori città egiziane, che sono anche le più importanti dell’intera regione.
I paesi dell’Africa settentrionale, legati strettamente alla storia del Mediterraneo, sono caratterizzati da alcuni elementi comuni: l’uniformità culturale ed etnica, il netto predominio della religione musulmana e un livello di sviluppo economico superiore al resto del continente africano.
Oggi nell’Africa settentrionale vivono oltre 165 milioni di abitanti, di cui la metà in Egitto. Essi si concentrano lungo la valle del Nilo e nelle aree costiere, dove si può praticare l’agricoltura.
A livello economico la regione dispone di un relativo sviluppo e di condizioni di vita decisamente migliori rispetto a quelle della maggior parte dei paesi africani; per esempio la speranza di vita è, con l’eccezione del Sahara occidentale, superiore ovunque ai 70 anni.
Il continente americano è composto da due grandi masse continentali:
Le due Americhe sono unite da un grande istmo (una sottile striscia di terra) e sono bagnate dall’Oceano Atlantico a est e dall’Oceano Pacifico a ovest.
La parte tra le due Americhe è chiamata America Centrale.
il continente americano è occupato per tutta la lunghezza da catene montuose.
I fiumi più importanti scendono dal lato orientale delle montagne, il San Lorenzo e il Mississippi, nell’America Settentrionale; il Rio delle Amazzoni e il Paranà, nell’America Meridionale
Nell’America Settentrionale si trova inoltre il più grande complesso lacustre del mondo: i Grandi Laghi.
Il continente americano presenta climi molto diversi: molto freddi all’estremo Nord e all’estremo Sud, temperati e poi tropicali via via che si prosegue verso l’Equatore.
Gli ambienti naturali e le colture possibili: intere regioni sono mantenute a foresta o pascolo, altre sono dedicate alle colture intensive oppure alle grandi piantagioni
La distribuzione della popolazione varia da un Paese all’altr, le città più popolose sono Città del Messico, New York e San Paolo.
Le lingue più parlate sono quelle degli europei che colonizzarono il continente: l’inglese (Stati Uniti e Canada), il
portoghese (Brasile) e lo spagnolo (quasi tutti gli Stati dal Messico all’Argentina). Si parlano anche il francese (nel Québec canadese) e diverse lingue dei nativi americani.
L'America Centrale (o latina), come dice il nome stesso, occupa la parte centrale del continente americano che comprende anche le Piccole e Grandi Antille.
La regione è prevalentemente montuosa e ricca di vulcani ancora attivi ma anche di numerosi laghi. Fra i rilievi principali la catena della Sierra Madre in Messico.
I fiumi sono pochi e brevi: il fiume più lungo è il Rio Bravo al confine fra Messico e Stati uniti.
Si distinguono tre zone climatiche principali:
- Le terre calde
- Le terre temperate
- Le terre fredde.
Gran parte della popolazione abita nelle regionidell’istmo. La grande maggioranza della popolazione è costituita da amerindi o meticci. Lungo la costa caraibica neri e mulatti che rappresentano le etnie prevalenti
L’attività economica prevalente è l’agricoltura. I principali prodotti commerciali sono: caffè, banane, canna da zucchero.
Uno dei tesori archeologici è il tempio dei Maya situato in Guatemala, ed è stata dichiarato Patrimonio dell’Umanità.
L’America Settentrionale comprende solo due Paesi, il Canada e gli Stati Uniti, ed è una delle regioni meno popolate del mondo. La scarsa densità della popolazione è dovuta al fatto che esistono enormi disparità tra Stato e Stato e tra zona e zona.
Il Canada, per esempio, ha una densità modestissima (circa 3 ab./km2) e la Groenlandia quasi nulla (0,03 ab./km2); anche gli Stati Uniti, che con circa 321 milioni di abitanti sono il terzi Stato più popoloso del mondo, fanno registrare una densità media non molto elevata (34 ab./km2), perché la popolazione si distribuisce su una superficie molto vasta. Le lingue più parlate sono quelle europee: negli Stati Uniti e nella parte più popolosa del Canada si parla l’inglese; inoltre 34 milioni di persone parlando lo spagnolo (Stati Uniti) e 7 milioni il francese (Canada). La religione più diffusa tra gli abitanti di lingua inglese è quella protestante, fra quelli di lingua francese e spagnola quella cattolica.
L’America Settentrionale è una delle regioni più ricche del mondo.Gli Stati Uniti sono la prima potenza economica mondiale e il Canada, con solo 35 milioni di abitanti, è al nono posto.
L’Antartide è un continente più esteso dell’Europa, quasi interamente coperto da una spessa coltre di ghiaccio, che tiene unita alla massa continentale una serie di isole.
L’Antartide è la regione più fredda della Terra, molto più delle terre artiche.
Flora e fauna sono quasi assenti, se si eccettuano gli animali marini (foche, balene, pinguini).
L'Antartide è ricco di potenziali risorse minerarie, tra cui riserve di petrolio, carbone e metano.
In virtù della sua ricchezza questo continente è tutelato da trattati internazionali, che dettano regole per la conservazione dell'ambiente e per lo sfruttamento commerciale della regione.
Difatti il Protocollo di Madrid ha designato l'Antartide come << riserva naturale, dedicata alla pace e alle ricerche scientifiche>>.
Tuttavia tale continente risente fortemente dei cambiamenti climatici, infatti è a rischio a causa del riscaldamento globale attuale e futuro.
L’Oceania, il più piccolo dei continenti, si estende in gran parte nell’emisfero meridionale ed è costituita da un’isola gigante, l’Australia, che da sola occupa circa il 90% della superficie del continente, e da poche altre isole di grandi dimensioni: Nuova Guinea, Tasmania e le due isole della Nuova Zelanda.
A queste si aggiungono circa 30 000 piccole isole divise in tre raggruppamenti: Melanesia, Micronesia e Polinesia.
L’Oceania si trova per lo più tra i due tropici: oltre che dalla latitudine, il suo clima è fortemente condizionato anche dall’oceano e dallo spirare di monsoni e alisei che portano aria umida. Il clima risulta quindi caldo-umido, con precipitazioni abbondanti quasi ovunque, mentre è
arido nel vasto interno australiano.
Un clima temperato caratterizza invece la Nuova Zelanda e le coste sudorientali dell’Australia. Caratteristiche degli ambienti marittimi del continente è la presenza de- gli atolli, particolari formazioni coralline ad “anello” cresciute attorno ai margini di vulcani sottomarini spenti.
Lungo il bordo delle piattaforme continentali si trovano le barriere coralline (reef in inglese): ai margini orientali dell’Australia si estende quella più imponente del mondo, la Grande Barriera Corallina, lunga oltre 2000 km
L’Oceania ha uno scarso popolamento: in tutto il continente vivono solo 35 milioni di perso-
ne, con una densità media di 4 ab/km2.
La distribuzione non è omogenea: le aree più popolate
sono la regione costiera orientale e sudorientale dell’Australia e alcune piccole isole che sfiorano o superano i 300 ab/km , come Nauru e Tuvalu.
Risultano invece praticamente spopolate altre isole più lontane nell’oceano e le regioni interne e inospitali dell’Australia. Qui e in Nuova Zelanda la popolazione vive per la maggior parte in città. In Papua Nuova Guinea e nelle isole minori, invece, prevalgono gli insediamenti rurali
Gli altri stati indipendenti, disseminati nell’Oceano Pacifico su spazi vastissimi, sono compresi nelle tre grandi aree insulari della Mi- cronesia, della Melanesia e della Polinesia.
La Micronesia ne include 5, le Isole Marshall, Kiribati, Nauru, Palau e gli Stati Federati di Mi- cronesia; della Melanesia fanno parte la già cita- ta Papua Nuova Guinea, le isole Salomone, Figi e Vanuatu; nella
Polinesia rientrano infine Tuva- lu, Tonga e Samoa.
Tutti questi stati, in cui complessivamente vi- vono poco più di 2 milioni di abitanti su una su- perficie di circa 64 000 km2 (pari cioè a 1/5 di quella italiana), si reggono sulle attività prima- rie della pesca e dell’agricoltura. In crescita il tu- rismo e le attività finanziarie, queste ultime lega- te al ruolo di «paradiso fiscale» svolto da paesi come, tra gli altri, Nauru e le isole Marshall
La Papua Nuova Guinea occupa la metà orientale dell’isola di Nuova Guinea (la metà occidentale appartiene all’Indonesia) e presenta un territorio montuoso (monte Wilhem, 4508 m).
Il clima tropicale favorisce la presenza di una fitta f
oresta pluviale
che copre oltre l’80% del territorio. La popolazione, pari a oltre 6 milioni di abitanti, è in gran parte costituita da
indigeni papua
ed è in rapida crescita. È stanziata prevalen- temente in villaggi rurali dell’interno. Sulle coste e in particolare nella capitale Port Moresby si concentrano le attività moderne (piantagioni, estrazioni minerarie), ma il paese rimane povero ed economicamente arretrato.
La Nuova Zelanda si estende nella zona temperata dell’emisfero Sud, agli antipodi rispetto all’Europa. È montuosa e composta da
due isole principali: l’Isola del Nord, ricca di vulcani attivi e fenomeni vulcanici secondari (geyser, fumarole e sorgenti termali), e l’Isola del Sud, che presen-ta montagne di tipo alpino (monte Cook, 3754 m) con estesi ghiacciai.
Il clima è oceanico, con precipitazioni abbondanti e un paesaggio verdeggiante; metà della superficie è destinata a prati e pascoli e circa il 30% del territorio è coperto da
f
oreste.
I neozelandesi sono poco più di 4 milioni, vivono soprattutto in città e sono prevalentemente insediati nell’Isola del Nord, dove sorgono anche le due maggiori città del paese: Wellington, la capitale, e Auckland.
Domina l’impronta europea e i discendenti dei colonizzatori rappresentano il 70% della popolazione. A questi si affiancano i maori, gli abitanti originari, e an- che polinesiani, cinesi e indiani, comunità formatesi in seguito a migrazioni recenti. La Nuova Zelanda ha un’
economia sviluppata, come testimoniano l’elevato reddi- to pro capite e il peso notevole del settore terziario, che assorbe oltre i 2/3 della popo- lazione attiva. Effi- ciente è anche il setto- re primario, basato su legname, pesca,
agri- coltura
e soprattutto allevamento ovino (3° produttore mondiale di lana): importante è quindi l’industria di trasfor- mazione di questi prodotti. Se quelle minerarie sono scarse, abbondanti sono invece le
risorse idriche, che contribuiscono in misura notevole alla produzione di energia elettrica.
In Nuova Zelanda i colonizzatori inglesi trovarono invece i
maori, po- polo di guerrieri che oppose resistenza alla pene- trazione inglese, tanto che nell’Ottocento diedero vita a due vere e proprie guerre contro gli invasori. I maori costituiscono oggi una minoranza del 15%, sono abbastanza integrati e il loro idioma è lingua ufficiale. In Papua Nuova Guinea e nelle isole minori sono maggioritarie le popolazioni originarie.
Sesto paese al mondo per estensione, l’Australia può essere considerata per le sue dimensioni l’isola più grande o addirittura il più piccolo tra i continenti.
Tre sono le regioni naturali in cui si divide il paese. Al centro e a ovest si estende un antichissimo tavolato, lo Scudo Australiano, che occupa oltre la metà del paese ed è alto in media non più di 350 m. A est, a ridosso della costa, si allunga la
Proprio la fascia costiera costituisce la cosiddetta «Australia utile», dove, grazie al clima più favorevole, si concentrano le coltivazioni, la popolazione e le città principali. All’interno si estende invece l’Outback, immensa regione desertica e spopolata, caratterizzata da un clima molto caldo e da paesaggi sconfinati di terre e rocce rosse Nel Centro-Est, tra la regione montuosa e lo scudo, si trova l’ampio Bassopiano Centrale, formato da pianure e depressioni, cioè da territori situati sotto il livello del mare.
La popolazione si concentra nelle città (il tasso di urbanizzazione è pari al 90%) che sorgono appunto nell’«Australia utile»: nella costa sud orientale si trovano
Sydney, la città australiana più popolosa (oltre 4 milioni di abitanti) ed economica- mente importante, Melbourne L’(3,6 milioni) e la capitale Canberra (400 000 abitanti). Altre impor-tanti metropoli sono Brisbane, Adelaide e Perth, unico grande centro della costa occidentale.
L'Australia è indipendente dal 1901, ma è rimasta legata al
Commonwealth, l’associazione che unisce il Regno Unito e le sue ex colonie). Ancora oggi quindi il capo dello stato è formalmente il sovrano britannico. Il paese ha una
struttura federale ed è formato da sei stati e tre territori; uno di questi è il territorio che ospita la capitale Canberra. All’inizio del dominio britannico, l’Australia era una colonia penale: nel 1788 la Gran Bretagna mandò nei pressi di Sydney alcune centinaia di de- tenuti insieme alle guardie e ai funzionari necessari per quel tipo di insediamento. Dopo lo sterminio degli aborigeni (la popolazione originaria) il territorio australiano si sviluppò come una tipica colonia di popolamento, dove i coloni giunti dall’Europa avevano a disposizione ampi spazi e risorse abbondanti.
Essi provenivano soprattutto dalle isole britanniche e conferirono all’Australia un’impronta anglosassone. Nel secondo dopoguerra e fino agli anni Settanta del secolo scorso, ci fu anche una massiccia immigrazione da Italia, Grecia e Spagna. Negli ultimi tre decenni l’immigrazione europea è quasi cessata, mentre il paese è diventato meta di immigrati asiatici come vietnamiti, cambogiani e cinesi. Oggi il 20% della popolazione è costituito da stranieri e poco più del 2% da aborigeni.
ABORIGENI
In Australia, prima che arrivassero gli europei, la popolazione era costituita dagli aborigeni, che non avevano dato vita a organizzazioni sociali complesse. Essi furono presto decimati dalle malattie portate dagli europei e dalla violenza esercitata nei loro confronti. Attualmente rappresentano un’esigua minoranza e in genere vivono nelle riserve situate nel- le aree inospitali dell’interno, in condizioni di emarginazione e povertà.
L’Asia è il continente più grande con una superficie pari a oltre il 30% delle terre emerse, si estende da nord a sud dell’equatore al Mar Glaciale Artico, e da est a ovest dall’Oceano Pacifico al Mediterraneo. L’enorme massa asiatica si tro- va in posizione centrale, vicina ad America, Oceania e Africa, mentre con l’Europa forma un’unica placca continentale detta Eurasia.
Il continente asiatico è suddiviso in :
Medio Oriente
Asia centrale
Subcontinente indiano
Sudest asiatico
Mediorente
L’Asia ha una grande varietà di climi. A nord il continente asiatico è unito ai ghiacci polari per molti mesi all’anno, a sud il clima è equatoriale. Tra questi due estremi troviamo climi temperati aridi, temperati umidi e tropicali. Molto vari sono anche gli ambienti naturali: ci sono tundre, taighe, steppe, savane, praterie, foreste di latifoglie e foreste equatoriali.
Le montagne più alte si trovano nelle regioni centrali: la catena montuosa più importante è l’Himalaya, dove si trova l’Everest, la montagna più alta del mondo.In Asia si trova anche il vasto altopiano del Tibet.
L’Asia ha anche molti fiumi, alcuni die quali sono molto lunghi e ricchi d’’acqua, come il Fiume Azzurro, il Fiume Giallo, il Mekong e l’Indo
L’Asia è il continente più popoloso del mondo: vi abitano circa 4 miliardi di persone, con una densità della popolazione molto varia a seconda degli ambienti. Metà della popolazione vive in villaggi agricoli o in piccoli paesi, ma vi sono anche enormi metropoli che arrivano a comprendere 10, 20, 30 milioni di abitanti: Tokyo (Giappone), Shangai (Cina), Mumbai (India), Seoul (Corea del Sud), Manila (Filippine), Karachi (Pakistan), Giacarta (Indonesia).
La maggioranza degli abitanti dell’Asia appartiene al gruppo mongolide, ma vi sono molti altri gruppi umani ed etnie.
Per questo in Asia si parlano molte lingue, le più parlate sono il cinese, l’arabo, l’hindi.
Le religioni più seguite sono l’Induismo, il Buddismo e l’Islamismo.
L’Asia sudorientale si estende tra India e Cina, a cavallo tra Oceano Indiano e Pacifico. La regio- ne, che comprende 11 stati, è formata da una par- te continentale, la grande penisola dell’Indocina, e da una parte insulare, con una miriade di isole (oltre 20 000) sparse in direzione sud-est fi- no quasi all’Australia.
La penisola indocinese è occupata da diverse catene giovani: di esse fanno parte i monti Anna- miti a est, e i monti Arakan a ovest. Da questi ri- lievi scendono
fiumi importanti; tra tutti l’Irra- waddy diretto all’Oceano Indiano e il Mekong, che sfocia nel Pacifico. L’estremità dell’Indocina è costituita dalla
Malacca
, una penisola lunga e stretta che si protende verso sud per 1100 km.
La parte insulare della regione è costituita da vari
arcipelaghi, i maggiori dei quali sono quello indonesiano e quello filippino. L’Indonesia e le Filippine sono due paesi in prevalenza montuosi e presentano numerosi vulcani attivi. La zona, in effetti, è geologicamente giovane e altamente
si- smica come dimostra lo tsunami che ha devastato le isole indonesiane nel 2004L’area ospita oltre 550 milioni di abitanti e nel complesso è densamente popolata. Le mag- giori concentrazioni si hanno lungo il corso dei fiumi più importanti e nelle fasce costiere pia- neggianti, dove sorgono grandi
villaggi agricoli
dediti alla risicoltura
In alcuni stati, tuttavia, la percentuale di po- polazione urbana è già di molto superiore al 50%: è il caso dei microstati di Singapore e del Brunei, ma anche delle Filippine e della Malay- sia. Nella regione si trovano alcune grandi
me- tropoli
come
Giacarta in Indonesia e Manila nelle Filippine, i cui agglomerati superano am- piamente i 10 milioni di abitanti; a questa cifra si avvicina anche Bangkok, in Thailandia.
La parte insulare
Indonesia e Filippine sono gli stati-arcipelago della regione. L’Indonesia è il paese di gran lunga più esteso di tutta l’Asia sudorientale e presenta un territorio molto frammentato, essendo costi- tuito da circa
13 000 isole
, di cui solo 3000 abita- te; le principali sono Sumatra, Giava, Borneo (su cui si estende parte della Malaysia e il Brunei) e Nuova Guinea (di cui solo la sezione occidentale, chiamata Irian Jaya, fa parte dell’IndonesiaCon quasi 230 milioni di abitanti, l’Indone- sia è il quarto paese più popolato del mondo. La distribuzione della popolazione non è tuttavia omogenea; accanto a isole poco abitate come il Borneo (20 ab/km2) se ne trovano altre molto den- samente popolate come Bali e soprattutto GiavaLa popolazione è composta da oltre 300 etnie ed è prevalentemente di religione islamica (oltre 87%); per il suo peso demografico l’Indonesia è così il paese con il
maggior numero di musul- mani al mondo
. Il paese è stato colonia olandese ed è, dal 1945, una repubblica.Dal punto di vista economico, l’Indonesia può contare su abbondanti risorse minerarie (so- prattutto petrolio) e agricole, nonché su un pa- trimonio forestale enorme, anche se minacciato da un eccessivo, e a volte illegale, disboscamento. Sulla scia dello sviluppo che ha interessato l’area del Pacifico, il paese ha avviato negli ultimi de- cenni un processo di sviluppo industriale (elet- tronica, computer, tessuti e calzature) che po- trebbe trasformarlo in futuro in una grande po- tenza economica.L’arcipelago delle Filippine è formato da
7000 isole, di cui le più grandi e popolate sono quelle di Luzon (dove ha sede la capitale
Manila), a nord, e Mindanao, a sud. La popolazione è di circa
92 milioni di abitanti e presenta uno dei tassi di crescita naturale più alti dell’Asia. Per oltre tre secoli colonia spagnola, dal 1898 il paese è diven- tato possedimento statunitense. Anche dopo l’in- dipendenza, ottenuta nel 1946, le Filippine han- no mantenuto
forti legami
culturali, politici e commerciali con gli Usa. Ospitano, infatti, nu- merose basi militari e aziende multinazionali statunitensi. Nel complesso l’economia filippina è
arretrata e il paese è caratterizzato da una
for- te emigrazione: sono oltre 6 milioni i filippini che lavorano all’estero.
I due maggiori paesi dell’Indocina sono il Vie- tnam e la Thailandia.
Il Vietnam, con una super- ficie di poco superiore a quella italiana, è in pre- valenza montuoso e si può suddividere in
tre re- gioni
. Da nord a sud si allungano i monti Anna- miti che costituiscono l’ossatura del territorio vietnamita, mentre alle estremità si estendono due pianure alluvionali: a nord la vasta pianura del Fiume Rosso, affacciata sul golfo del Tonchi- no; a sud la Cocincina, formata dal Mekong e dai suoi affluenti. In queste pianure, dove l’irrigazio- ne e la navigazione sono facilitate dall’abbon- dante presenza di corsi d’acqua, si concentra gran parte degli oltre
88 milioni di abitanti con elevate densità rurali. Vi sorgono anche le princi- pali città del paese: a nord
Hanoi, la capitale e a sud Hô Chi Minh
(ex Saigon), già capitale del Vietnam del Sud.Il Vietnam, come i vicini Laos e Cambogia, è stato una colonia francese
prima di dividersi in due stati (1954) ed essere coinvolto nel conflitto con gli Usa (> S1). Riunificatosi nel 1976, è tutto- ra un paese povero, nel quale l’agricoltura costi- tuisce la principale fonte di lavoro. A partire da- gli anni Novanta, però, il governo del partito co- munista al potere ha avviato una serie di
riforme economiche
che hanno attirato gli investimenti internazionali. Sono sorti così, soprattutto nell’area di Hô Chi Minh, numerosi stabilimenti di articoli sportivi e prodotti tessili, appartenen- ti a multinazionali straniere.
La Thailandia ha un territorio costituito da due grandi regioni: a ovest si trova un’area mon- tuosa ricoperta da foreste, mentre a est si estende una fertile pianura alluvionale attraversata dal fiume Menam. Unico paese del Sud-est asiatico a essere rimasto indipendente e a non aver subìto il dominio coloniale, dal 1932 è una monarchia costituzionale. Con
68 milioni di abitanti
, pre- senta condizioni economiche decisamente mi-
gliori di quelle dell’In- docina francese (Vie- tnam, Cambogia e Laos) e il paese si trova attual- mente in fase di crescita grazie allo sviluppo in- dustriale (tessile, abbi- gliamento, elettronica, informatica) e al boom turistico, concentrato soprattutto nella capita- le Bangkok.
L’Asia meridionale coincide con la vasta re- gione indiana, affacciata sull’Oceano Indiano e separata dal resto del continente da imponenti catene montuose.
Include 7 stati: Unione Indiana (o più semplicemente India
), Paki-stan, Bangladesh, Nepal, Bhutan e i due stati in- sulari di Sri Lanka e delle Maldive.In quest’area molto estesa sono presenti ambienti diversi. A nord troviamo le catene mon- tuose più alte
del pianeta ’Himalaya e il Karakoram, che interessano in particolare il territorio di Ne- pal e Buthan.Ai piedi di queste catene si incontra poi la vasta pianura indo-gangetica, un bassopiano di origine alluvionale che si è costi- tuito con il lento apporto dei detriti depositati dai grandissimi fiumi che la percorrono e dai quali prende il nome:
Indo e GangeL’Asia meridionale è poi caratterizzata dalla presenza dei
monsoni, venti stagionali che nei mesi estivi provocano piogge abbondantissime. Risente tuttavia dell’altitudine il clima delle aree montuose settentrionali, dove oltre i 4500 m si trovano le nevi perenni
L’Asia meridionale è
densamente popolata: vi abitano infatti 1,5 miliardi di persone per una
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densità media di oltre 300 ab/km . Le più
grandioncentrazioni di abitanti si trovano nelle ferti- li valli fluviali dove fin dall’antichità, grazie alle condizioni propizie per l’agricoltura (in partico- lare per la coltivazione del riso), si sono sviluppa- te popolose civiltà. Ancora oggi
la maggior parte della popolazione
della regione vive in aree ru- rali praticando forme di agricoltura tradizionale spesso poco redditizie. Proprio la povertà diffusa nelle campagne, tuttavia, ha causato negli ulti- mi decenni una
forte crescita delle città
, dove molti contadini iNumerose sono le lingue parlate. Le più diffu- se sono quelle indoeuropee mcome l’urdu in Paki- stan, il bengali in Bangladesh e l’hindi in India.migrati dalle zone rurali vivo- no in baracche o per le strade, svolgendo lavori faticosi e sottopagati.La regione nel suo insieme fa parte del Sud economico del mondo e l’indice di sviluppo umano dei diversi stati è piuttosto basso. Non mancano tuttavia, specie in India, aree ricche e settori
produttivi tecnologicamente avanzati; India e Pakistan sono poi due potenze militari regionali da anni in possesso di armi nucleari.
L’Asia orientale, comprende oltre a Ci- na e Giappone, la Mon- golia e le due Coree.
Sottoargmento
La Mongolia è un paese privo di sbocchi al ma- re, in gran parte occu- pato da montagne e al- topiani, e caratterizza- to da un ambiente de- sertico o stepposo. Il clima è continentale, arido e con forti escur- sioni termiche stagio- nali. Queste difficili condizioni ambientali. spingono la popolazione a concentrarsi nelle cit- tà, in particolare nella capitale Ulan Bator, e fan- no sì che il territorio sia in gran parte spopolato: con meno di 3 milioni abitanti, la Mongolia è lo stato con la più bassa densità media (1,7 ab/km2) a livello mondiale. il paese è economicamente po- vero e arretrato: le attività principali sono l’alle- vamento nomade ed estensivo. La religione net- tamente prevalente è quella buddista.
a penisola coreana, si estende per circa 800 km nell’Oceano Pacificolla fine della Seconda guerra mon- diale, la penisola fu spartita tra le due superpo- tenze vincitrici: a nord del 38° parallelo subentrò l’Unione Sovietica, a sud gli Stati Uniti. La divisio- ne diventò ufficiale nel 1948 con la creazione di due stati distinti: la Repubblica Democratica Po- polare a nord e la Repubblica di Corea a sudNegli anni della «guerra fredda» tra i due stati si molti- plicarono le tensioni e gli incidenti di frontiera, che nel 1950 sfociarono in una guerra vera e pro- pria in seguito all’invasione del Sud da parte del- le truppe nordcoreane.La divisio- ne diventò ufficiale nel 1948 con la creazione di due stati distinti: la Repubblica Democratica Po- polare a nord e la Repubblica di Corea a sud. Negli anni della «guerra fredda» tra i due stati si molti- plicarono le tensioni e gli incidenti di frontiera, che nel 1950 sfociarono in una guerra vera e pro- pria
in seguito all’invasione del Sud da parte del- le truppe nordcoreane. Il conflitto assunse una portata mondiale con l’intervento degli Usa, in appoggio alla Corea del Sud, e di URSS e Cina, in appoggio a quella del nord; si concluse nel 1953 riconfermando i confini precedenti. La tensione fra i due paesi non si è mai del tutto risolta e oggi, a circa sessant’anni dalla divisione, le due Coree presentano caratteristiche molto diverse. Il pano- rama religioso è abbastanza frammentato: un di- screto peso ha il buddhismo nella Corea del Sud.
COREA DEL SUD
La Corea del Sud, al contrario, ha avviato un rapido processo di industrializzazione e ha rag- giunto un elevato livello di sviluppo. Il paese è più piccolo ma con una popolazione doppia rispetto a quella del Nord (48 milioni di abitanti, tra cui 1 milione di profughi accolti dalla Corea del Nord), presenta una
densità elevatissima
. Inol- tre, dopo essere stata a lungo governata da regimi autoritari, è ormai un paese democratico.
Corea del Nord
La Corea del Nord, la meno popolata, possiede giacimenti minerari ma resta un paese in gran parte agricolo e talmente povero da rischiare co- stantemente la fame e la carestia. L’economia è molto arretrata e
totalmente organizzata dallo stato. Nonostante ciò il regime comunista al pote- re ha fatto notevoli investimenti in campo bellico.
’Asia centrale comprende 5 stati nati nel 1991 dalla disgregazione dell’Unione Sovietica: Kazakistan, Tagikistan, Uzbekistan, Kirghizistan e Turkmenistan. Conquistata nell’Ottocento dal- lo zar e successivamente inglobata nella grande Unione Sovietica, l’area ne ha seguito l’imposta- zione politica ed economica. Il territorio è costi- tuito da un’ampia distesa di
steppe e deserti: si tratta di una zona in gran parte pianeggiante, formata da bassopiani e altipiani chiusi a sud da imponenti catene montuose. Due grandi fiumi percorrono questa regione, immettendosi nel la- go d’Aral: sono il Syrdarja e l’Amudarja. Nel set- tore occidentale scorre invece il fiume Ural, che sfocia nel Mar Caspio. Il clima è sostanzialmente continentale, con elevate escursioni termiche annue e scarse precipitazioni.a popolazione è composta di popoli
discen- denti dai mongoli che si sono convertiti all’Islam; fa eccezione il Tagikistan abitato da una popola- zione del gruppo indoeuropeo. Ovunque sono pre- senti consistenti comunità di
russi, la cui presenza si deve al passato sovietico: in Kazakistan, lo stato più grande, essi rappresentano il 30% degli abitan- ti. Le
densità
Ovunque sono presenti abbondanti giacimenti minerari, specialmen- te di petrolio e gas.medie sono basse in tutti gli stati.
Il Medio Oriente è la regione asiatica estesa tra il Mediterraneo e l’Oceano Indiano, appena a ovest di Europa e Africa.Nonostante geografica- mente sia più corretta l’espressione Asia Occi- dentale, il termine di origine inglese Medio Oriente (che definisce la posizione della regione a partire da un punto di vista europeo) è ormai entrato nell’uso comune e viene utilizzato a livel- lo internazionale. Fanno parte della regione gli stati mediterranei come Israele, Siria e Turchia, le nazioni della penisola arabica come Arabia Saudita e Yemen, i paesi del Golfo Persico come Iraq e Iran, l’Afghanistan.
ambiente è in gran parte montuoso: a nord la regione è chiusa da maestosi
rilievi. Il Tigri e l’Eufraterap- presentano gli unici corsi d’acqua imponenti della regione e sono alimentati dallo scioglimen- to dei ghiacciai dei monti del CaucasoIl Medio
Oriente è una
regione molto estesa, che occupa 2
7 milioni di km , ma in cui abitano poco più di
300 milioni di abitanti, concentrati in poche val- li fluviali e soprattutto nelle città, che in alcuni stati raccolgono il 90% della popolazione.
La regione è in gran parte di
lingua e cultura araba
e, con l’eccezione di Israele (paese di lin- gua e religione ebraica), di religione musulma- na. La scoperta, negli ultimi decenni dell’Otto- cento, di vasti giacimenti di petrolio ha radical- mente cambiato l’economia della regione. Nei principali paesi produttori (Arabia Saudita, Ku- wait, Emirati Arabi Uniti, Iran e Iraq) le condizio- ni di vita della popolazione sono notevolmente migliorate.
la presenza dell’«oro nero» e le lotte per il suo controllo hanno scatenato negli ultimi decenni numerose guerre, con l’intervento di- retto di truppe straniere (NATO, USA, URSS). Da più di sessant’anni, inoltre, un violento conflitto oppone i palestinesi (popolo di lingua araba che abita in Palestina da generazioni) e, più in gene- rale, il mondo arabo allo stato di Israele
L’Europa è, dopo l’Oceania, il più piccolo conti- nente della Terra: la sua superficie è di circa 10,5 mi- lioni di km2, pari al 7,7% delle terre emerse. Estesa da nordasudper4200kmedaestaovestper5600km, è interamente situata nell’emisfero boreale, in una posizione favorevole per i contatti con Asia e Africa.Le sue caratteristiche fisiche più evidenti sono la presenza di numerose penisole e isole e il susse- guirsi a distanza ravvicinata di terre emerse e distese d’acqua; questa circostanza ha permesso agli euro- pei, fin dall’antichità, di utilizzare il mare come im- portante via di comunicazione.L’Europa è delimitata dai mari su tre lati (nord, sud, ovest), mentre a est non ha confini naturali precisi. Geograficamente non può essere definita un con-tinente; essa è infatti un’estesa penisola dell’Eurasia, cioè di quella grande massa continentale di 55 milio- ni di km2 costituita dalle terre emerse dell’Europa e dell’Asia, tra le quali non esiste una separazione netta dal punto di vista fisico. L’Europa, tuttavia, è consi- derata un continente perché presenta delle caratteri- stiche storico-culturali ed economiche specifiche, assai differenti da quelle della vicina Asia.
Il territorio europeo presenta una notevole varietà di ambienti. Al suo interno si riconoscono comunque tre unità naturali principali: gli imponenti sistemi montuosi della fascia meridionale del continente; i rilievi di modesta altitudine dell’Europa centrale e settentrionale; le gigantesche distese pianeggianti che dai Pirenei si estendono fino agli Urali.
L’Europa è circondata da tre grandi mari: l’Oceano Atlantico (a ovest), il Mediterraneo (a sud) e il Mar Glaciale Artico (a nord); ognuno di essi compren- de diversi mari locali. I mari hanno svolto da sempre un ruolo fondamentale nello sviluppo delle civiltà europee, in quanto hanno costituito la principale via di co- municazione per i commerci e gli scambi culturali tra le diverse comunità umane.L’Europa è molto ricca di isole, penisole, golfi e stretti. Le maggiori isole europee sono: Gran Bretagna, Irlanda e Islanda (nell’Atlantico), Sicilia, Sardegna, Cipro, Corsica e Creta (nel Mediterraneo) e gli arcipelaghi delle Svalbard e di Nuova Zemlja (nel Mar Glaciale Artico).
L’Europa ha conosciuto negli ultimi 60 anni uno straordinario sviluppo economico e sociale che è sta- to accompagnato da un’altrettanta notevole espan- sione delle aree urbane. Tale espansione ha deter- minato il consumo crescente di risorse naturali, l’inquinamento sempre più preoccupante dell’atmo- sfera e delle acque e la distruzione degli ecosistemi originari.
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