Istituzioni romane + Province
Grande stabilità, sono rimaste invariate (o con poche modifiche) nel corso di tutta la storia romana, a partire dagli ultimi anni della monarchia sino agli ultimi anni dell'impero
Tribù
La popolazione romana in epoca monarchica si suddivide in 3 tribù (Tizi, Ramnensi e Luceri), suddivisione che si basa sulla discendenza delle gentes (gruppi di famiglie discendenti da una sola persona importante)
Curie
Comizi curiati
Le 30 curie si riuniscono ogni mese per discutere su tematiche sociali, non hanno alcun potere se non quello di formalizzare adozioni e possono parteciparvi anche plebei
Riforma Serviana delle Tribù
Riforma attribuita a Servio Tullio, ma in realtà è più probabile che sia stata fatta nei primi decenni della repubblica. Le 3 tribù a base gentilizia diventano 21 inizialmente e poi 39 a base geografica. Si dividono le tribù in base a dove si trovano
Tribù urbane
Sono e rimarranno 4, vi appartengono i cittadini che abitano nel centro urbano di Roma
Tribù Rustiche
Sono inizialmente 17, poi diventano 35. Aumentano all'aumentare dell'area rurale di Roma, che continua a conquistare regioni di campagna nei primi secoli della repubblica.
Comizi Tributi
Nuova assemblea a cui possono partecipare tutti i cittadini, anche i plebei, e ha come ruolo l'elezione di magistrati inferiori
Ordinamento centuriato
Riforma militare che ha un importante effetto anche a livello socio-politico. La società viene divisa in classi in base al proprio censo, andando a creare una classe di cavalieri, 5 di fanti e una di nullatenenti.
Riforma dell'esercito
Tutte le classi insieme devono arrivare a fornire 193 centurie per l'esercito (una centuria=100 uomini). I cavalieri da soli forniscono 98 centurie (18 cavalleria e 80 fanteria), le altre 5 classi ne forniscono 90 (solo fanteria) e i nullatenenti ne forniscono 5, di uomini completamente disarmati
Comizi centuriati
Importantissima assemblea popolare, ha molti più compiti dei comizi tributi. Elegge magistrati superiori, si occupa di dichiarare guerra: ovviamente a vantaggio dei più ricchi (patrizi). Ogni centuria ha un voto, essendo quelle dei più ricchi già 98 contro le restanti 95 di tutte le 6 classi restanti, i più ricchi hanno sempre la maggioranza
Si riuniscono al di fuori del Pomerio (confine sacro di Roma) e si ritrovano nel Campo Marzio, ampio spazio all'aperto. Questa riforma cambia totalmente l'assetto militare di Roma, in modo simile a quello successo ad Atene: non più solo nobili, adesso anche i cittadini (Cives) partecipano alla guerra.
Province
Durante il II secolo a.C. Roma si espanse fino a controllare quasi tutto il mar mediterraneo. Per controllare i territori nuovi, era impossibile adottare il modello italico, e si istituirono quindi le province, un modello di controllo decentrato
I territori lontani dall'italia venivano divisi in regioni ben precise, governate da una persona incaricata dal senato e che aveva ricoperto almeno la carica di console o pretore.
Il governatore di una provincia era praticamente un dittatore: aveva il controllo su un esercito stanziato nella provincia, si occupava di fare applicare le leggi senatorie lontano da Roma e aveva la possibilità di promulgare emendamenti
I romani consideravano le province come luoghi da sfruttare economicamente, e infatti i cittadini delle province non erano romani, e dovevano pagare imposte direte sul proprio patrimonio nonchè delle imposte indirette perchè soggetti alla protezione garantita da Roma. La maggior parte delle ricchezze romane proverranno per tutto il resto della repubblica e dell'impero dalle province
I pubblicani erano gli addetti alla riscossione delle imposte nelle province, inutile dire quanto fossero ricchi
La carica di governatore prendeva il nome di "Proconsole" o "Propretore" in base a quale fosse stato l'incarico del governatore l'anno prima di essere inviato nella provincia. In età repubblicana la carica durava solamente un anno per evitare prese di potere
I proconsoli e i propretori una volta finito l'incarico potevano portare via dalla provincia quanto oro volevano per uso personale, venivano però accusati spesso di corruzione e rischiavano di essere condannati, come Verrone nel 70