作者:Cristina De Luca 2 年以前
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Ogni singolo momento dello spirito viene superato e mantenuto in quelli successivi.
Si tratta dell'Idea consapevole di se stessa e di tutto il proprio sviluppo. Si realizza attraverso il sapere umano, quando questo assume come proprio oggetto l'Assoluto.
Filosofia
Unisce l'oggettività dell'arte e la soggettività della religione.
La filosofia è storia della filosofia
I vari sistemi di pensieri si articolano secondo un percorso evolutivo.
Ma si tratta comunque di uno sviluppo unitario che nella sua totalità è unico.
Nessuna filosofia può andare oltre la sua epoca
Religione
Fa da preparazione alla filosofia che spiegherà la dimensione spirituale nell'immanenza storica e non più nella trascendenza
L'assoluto viene interiorizzato tramite la sua rappresentazione in modo soggettivo.
Cristianesimo come manifestazione dello Spirito nei suoi tre momenti.
Idea per sé: Spirito
Idea fuori di sé: Figlio
Idea in sé: Dio Padre
Arte
Hegel tratta il bello soltanto in quanto produzione umana, esclude il bello naturale per restare coerente con la propria considerazione negativa della natura.
Ê manifestazione dello spirito in forma sensibile, pertanto ha una dimensione storica e civile.
L'estetica coincide con l'analisi filosofica
Ha in se stessa il proprio fondamento e il proprio fine: quando ha finalità esterne, cessa di essere arte.
arte romantica
il contenuto spirituale è divenuto troppo per ogni forma
dissoluzione dell'arte e superamento nella religione
arte classica
c'è equilibrio tra contenuto e forma
arte simbolica
il pensiero sta lottando con la forma quasi in negativo rispetto ad essa.
Nel momento oggettivo lo Spirito si realizza a livello metaindividuale, cioè come realtà storica, come istituzione.
Eticità
L'eticità come spirito oggettivo è sostanza etica che acquista una dimensione sociale, ma è vissuta dall'individuo anche come propria realtà interiore, come insieme di valori.
Hegel intende dire che la moralità non è una dimensione individuale, ma storica e sociale: è il passaggio verso un ethos che sussiste indipendentemente dagli individui e li forma.
Della civiltà greca del settimo secolo a.C è propria, quando ogni singolo sapeva che fare.
Stato
Non sono gli individui a fondare lo Stato, è lo Stato a formare gli individui. Esso è un'individualità collettiva, in cui l'individuo non è subordinato allo Stato per costrizione ma per identificazione.
Come sintesi tra famiglia e società civile lo Stato è adesione interiore dei cittadini a un'eticità che oggettivamente esiste
Esso è sostanza etica autocosciente: i suoi principi, la costituzione, le leggi sono l'oggettivazione di una realtà consapevole di sé.
Il passaggio avviene tramite la cultura e il lavoro
Il lavoro costruisce l'uomo nella sua dimensione sociale e fa del singolo un momento del sistema sociale complessivo
Dimensione universale del singolo
Società civile
Si tratta del momento negativo: le norme della convivenza non sono interiorizzate dall'individuo, anzi egli le accetta solo per bisogno.
sistema dei bisogni: qui nasce ii lavoro e la classificazione in classi.
amministrazione della giustizia: obbligo esterno verso le leggi
polizia
Famiglia
L'uomo e la donna si spiritualizzano soltanto nell'educazione dei figli: fino a quel momento prevale l'appetito e la pulsione sessuale. Qui c'è il culto della morte, la si accoglie.
Moralità
Bene e male
Il bene come universale si attuerà solo nell'eticità.
Contrasto tra un dover essere che l'individuo sente come universale e la propria singolarità.
Intenzione e benessere
Proposito
Riconoscimento dell'azione come propria e l'assunzione della responsabilità
Diritto
Ê inteso come l'insieme di norme che regolano le relazioni fra gli individui e comprende norme esplicite cioè il diritto positivo, e implicito cioè il costume.
Esso è espressione dell'individuo il cui volere si è dato realtà oggettiva. Per Hegel il diritto precede la moralità, intesa infatti come interiorizzazione del diritto.
Il diritto contro il torto
Dinamica determinata dalla violazione del contratto: è contraddittoria perché punisce chi viola il diritto con la violazione dei suoi diritti.
Contratto
In esso convergono volontà differenti.
Proprietà
Fenomenologia
Comprende coscienza, autocoscienza e ragione, considerate qui come il loro determinarsi nella storia.
Psicologia
Spirito libero
Libera determinazione della volontà
Spirito pratico
Qui l'azione non dipende dalla ragione
Spirito teoretico
Esame delle facoltà umane
Antropologia
Anima reale
Anima senziente
Anima naturale
L'uomo dipende da condizioni naturali, vive di istinto e di abitudini irriflesse.
Il rapporto dialettico rimane presente nella natura pensata, ma nel suo essere effettivo le forme reali che la natura assume risultano fisse e cristallizzate.
Il processo dialettico è presente nella realtà spirituale, nei concetti che sottostanno alle forme della natura, ma non nelle forme stesse che essa assume.
Nella natura l'Idea è esterna a se stessa, è soggetta a necessità quanto alle leggi che la regolano, ma accidentale relativamente ai singoli esseri. Perciò essa è divina nella sua struttura generale, in quanto oggettivazione dell'Idea, ma contraddittoria nell'esistenza concreta, poiché i singoli esistenti non corrispondono ai concetti da cui derivano.
Essa produce organismi sempre più complessi fino all'uomo: nell'uomo l'Idea torna a emergere e attraverso l'uomo può intraprendere il cammino di ritorno a se stessa come Idea autocosciente, cioè come Spirito.
Legge del ragionamento e della realtà: se i concetti sono legati da precise regole, anche la realtà sarà legata da quelle stesse determinazioni.
Ci sono tre interpretazioni del rapporto tra il pensiero e la realtà.
1) Quella del senso comune: esiste un mondo dato che ha in sé la propria verità, indipendentemente da chi conosce.
2) Quella dell'empirismo: il vero è nell'esperienza e dunque nelle rappresentazioni del soggetto. Ma Kant ha messo tra parentesi il lato oggettivo della realtà come noumeno.
3) Quella di Jacobi e Cartesio: c'è corrispondenza tra pensiero e realtà asserita però come fede o intuizione.
Fino ad Hegel la logica è la scienza della verità delle leggi del pensiero, ma egli sostiene che pensiero e mondo si identificano, poiché il reale è lo sviluppo dell'Idea.
La logica è anche metafisica e ontologia perché non esprime solo il nostro modo di pensare e di conoscere il mondo, ma il modo stesso di essere della realtà.
La logica è dialettica in tre momenti.
1) momento intellettivo-astratto: la cosa è considerata nelle caratteristiche particolari del suo stato presente (il fiore come diverso dal frutto).
2) momento dialettico, o negativo-razionale: la cosa viene negata nella propria staticità, per rendere possibile il superamento (il fiore sparisce per fare posto al frutto-->il frutto nega il fiore, ma il realtà lo realizza).
3) momento speculativo , o positivo-razionale: si riafferma il primo momento arricchito dal secondo (il fiore e il frutto diventano momenti dello sviluppo della pianta, che costituisce la realtà che li comprende entrambi).
Il concetto di Socrate è uomo, ma egli non ne esaurisce le determinazioni. Il concetto trova la sua esistenza in quanto si sviluppa nella totalità dei singoli uomini.
Socrate è uomo. Stabilisce fra soggetto e predicato un'identità dinamica.
Ogni aspetto della realtà è un sillogismo attuato.
Ê l'unificazione compiuta di pensiero e realtà, la struttura dinamica dell'esistente. Si realizza come vita, come conoscere e come Idea assoluta.
Nella tradizione essenza e fenomeno sono stati considerati polarità opposte, ma per Hegel coincidono perché l'essenza è costituita dall'insieme delle sue manifestazioni.
L'essenza quindi deve essere definita in modo dialettico, poiché non è l'identità con se stessa in un determinato momento (A=A), ma nell'insieme dei suoi momenti, ognuno dei quali nega l'altro.
Per superare la contraddizione l'essenza deve per forza manifestarsi nel fenomeno.
La realtà in atto è l'unione dii forma, accidenti e fenomeni.
Bisogna spogliare il reale di ogni contenuto specifico per arrivare ad analizzare l'essere in quanto tale: la coscienza deve liberarsi dei contenuti dei sistemi di pensiero incontrati.
L'essere non determinato coincide con il non essere: la sintesi tra essere e non essere è il divenire.
L'essere determinato si pone come unità e gli si contrappongono le altre determinazioni
La qualità trapassa alla quantità perché le molteplici determinazioni di una cosa sono equivalenti: pensare solo sulla base della quantità è un approccio meccanicistico al mondo.
La sintesi di qualità e quantità è la misura che il quanto qualitativo: di uno stesso corpo è possibile misurare la quantità di qualità differenti.
Dal Rinascimento fino al Romanticismo e alla filosofia kantiana.
Nel Rinascimento Dio diventa qualcosa di immanente alla natura: si inizia a superare la separazione tra Dio e l'uomo. Dio diventa qualcosa di tangibile, qualcosa di cui anche noi in qualche modo facciamo parte.
Hegel nel suo percorso vuole partire da quelle filosofie che hanno separato l'infinito e il finito e giungere alla fine a mostrarci che finito e infinito sono un tutt'uno, che uomo e Dio sono un tutt'uno.
La ragione è la tappa in cui ci rendiamo conto che la realtà è contenuta in noi, è quella facoltà che dovrebbe permetterci di parlare del tutto.
La legge etica non è in noi ma nella storia e nello Stato.
Nella legge positiva si incarna la ragione universale accordandosi al tempo.
Faust è l'uomo che fece un patto col diavolo, abbandonandosi ai piaceri. perché la scienza non gli permetteva di dominare veramente il mondo. L'individuo in questo momento si rigetta su se stesso e rimane insoddisfatto.
L'individuo fa del proprio sentimento una legge universale e cerca di estenderlo a tutto il mondo: la singolarità della coscienza vuole essere immediatamente universale, per questo è destinata a fallire.
L'individuo è convinto che la virtù si realizzerà necessariamente nella storia, ma lotta contraddittoriamente per la sua affermazione.
Hegel propone un inventario dei naufragi della ragione che possono essere letti come un tentativo errato di porre in rapporto l'esterno con l'interno. L'esteriorità della coscienza non è il corpo ma l'ambito delle azioni.
Lo Spirito è l'idea che diventa cosciente di sé nella storia, ma tale autocoscienza si realizza attraverso l'umanità. Io che è Noi e Noi che è Io. Lo spirito è consapevolezza della presenza in ogni individuo dell'intera storia dell'umanità ed è al tempo stesso un'identità collettiva intesa come «unità di autocoscienze diverse».
C'è stato un momento di massima separazione tra Dio e l'uomo: l'ebraismo. Dio è trascendenza assoluta, diventa il signore assoluto dell'uomo che invece è servo infelice.
Si fonda sulla vicinanza di Dio con gli uomini. Ma Dio si è incarnato solo in un certo luogo e in un certo tempo e per chi non ne ha fatto esperienza, Dio rimane lontano e trascendente. Nel Medioevo tramite le crociate i cristiani cercano di nuovo il contatto con Dio, ma il sepolcro è vuoto e la coscienza si lacera ancora di più per la sua sete di infinito.
La coscienza ringrazia la divinità perché fa derivare la sua esistenza da essa e così facendo riconosce la propria subalternità.
La nullità del proprio essere spinge la coscienza a negarsi: sceglie un rapporto mediato con la divinità dai ministri di Dio e rinuncia ad un operare e ad un volere autonomi, ovvero rinuncia al proprio essere inteso come individualità per sentirsi parte di una realtà più ampia.
L'indifferenza per il mondo porta alla negazione del mondo: lo scetticismo distrugge il mondo del signore, però cade nel paradosso: da un lato dubita della realtà e dichiara che tutto è vano e incerto, mentre dall'altro vorrebbe poter sostenere qualcosa di reale e vero.
Il padrone è chi nella lotta mette in gioco anche la vita, mentre il servo è chi per paura non diviene autocosciente perché rifiuta nello scontro di negare se stesso, e si sottomette.
Quindi al signore manca una coscienza in cui riconoscersi.
Il signore non lavora per procurarsi i beni, mentre il servo li produce: il servo trova nel lavoro la mediazione attraverso cui è possibile acquisire consapevolezza di sé.
Alla fine il servo diventa autocosciente mediante il lavoro e il signore che ha rinunciato ad uscire da sé, perde gradualmente la sua originaria autoscienza.
La coscienza diviene consapevole di essere l'origine dell'unità delle varie qualità.
Presto ci accorge che essa ha sempre a che fare con nozioni generali che si presentano come strutture universali del soggetto.
Per questo la certezza sensibile rinvia ad un Io.