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CONTENUTI

arte greca

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Il Periodo geometrico è quello della nascita e della formazione della civiltà figurativa greca. Durante l’Arcaismo si definirono i grandi temi della figurazione greca e comparve in Grecia la statuaria monumentale. L’età classica costituì la fase di massimo splendore della produzione artistica greca e si caratterizzò per una costante ricerca di bellezza, perfezione e armonia delle forme. L’età ellenistica, durante la quale l’arte greca si indirizzò verso un più marcato realismo, vide l’affermazione della cultura artistica ellenica in tutto il Mediterraneo e la sua contaminazione con temi figurativi e schemi compositivi di altre civiltà, inclusa la romana

Periodo geometrico (1200-700 a.C.)

Periodo geometrico (1200-700 a.C.)

Periodo Arcaico (700-480 a.C.)

Periodo Classico (480-323 a.C.)

Periodo Ellenistico (323 - 31 a.C.)

PROGETTAZIONE

TEMPI

lezione di 1 ora

PREREQUISITI

lo studio comparativo dei periodi fondamentali dell'arte greca

OBIETTIVI

Gli obiettivi a cui è finalizzata la lezione per G.

migliorare i livelli di attenzione e le modalità di completamento del compito cognitivo.

favorire la relazione con compagni in contesti formali in classe.

Identificare le principali caratteristiche stilistiche dell'arte greca.

Mettere a confronto i quattro periodi ricavandone analogie/differenze.

Riconoscere e comparare i modelli compositivi tipici delle opere

ABILILTA'

identificare le principali caratteristiche stilistiche dell'arte greca.
Mettere a confronto i quattro periodi ricavandone analogie/differenze.
Riconoscere e comparare i modelli compositivi tipici delle opere

VERIFICA

La fase di finale dell’attività consisterà nella realizzazione, da parte di ciascun mini-gruppo, di un cartellone che contenga prevalentemente immagini, disegni, colori, alcune parti descrittive, nonché un test di autovalutazione e un test a risposta multipla di accertamento delle nuove conoscenze apprese.
I cartelloni verranno presentati alla classe e saranno oggetto di valutazione nel corso di una lezione successiva al laboratorio.

G. parteciperà descrivendo le nuove conoscenze, abilità e competenze acquisite.

VALUTAZIONE

Valutazione dei processi cognitivi, metacognitivi, relazionali e operativi per tutta la classe e trasversalmente a tutte le fasi dell'attivita.

I processi specifici della valutazione di G, saranno indicati in corsivo

metodologie didattico operative

la didattica laboratoriale (cooperative learning) è la metodologia che meglio si presta a rispondere ai bisogni formativi di G. Dopo aver progettato la nuova aula-laboratorio, nello stesso spazio dell’«aula madre» e mediante lo sviluppo di alcune attività tra i compagni, verrà realizzato un contesto laboratoriale promuovendo la partecipazione attiva di tutti gli studenti

FASI OPERATIVE

FASE 1
INPUT

organizzazione dell’aula e del suo spazio riunendo i tavoli a coppie: isole di lavoro

Peer Tutoring Gli studenti saranno suddivisi in gruppetti da tre

Strutturazione Materiali:cartelloni, immagini a colori delle opere d’arte, forbici, colla, computer, stampanti.

FASE 2
ELABORAZIONE

Introduzione alla lezione con visione video

Prima attività: ciascun gruppo analizzerà la composizione delle quattro opere

Seconda attività: verrà chiesto di individuare gli elementi stilistici tipici dei vari periodi presenti in ogni opera

Terza attività gli studenti dovranno restituire un’analisi iconologica di ciascuna delle opere attraverso la realizzazione di infografica con canva

Breve test a tutti gli studenti: domande cognitive sugli argomenti appena sviluppati, e domande metacognitive riguardanti la metodologia di lavoro

FASE 3
OUTPUT e Feedback

Realizzazione, da parte di ciascun mini-gruppo, di un cartellone che contenga immagini, mappe, foto dell'attività, parti descrittive

presentazione lavori in plenaria

test a risposta multipla sulle nuove conoscenze apprese

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quiz

quiz2

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FASE 4
VERIFICA E VALUTAZIONE

valutazione

prodotti

valutazione delle evidenze per ciascuna delle 3 fasi (attraverso GRIGLIA PER LE OSSERVAZIONI SISTEMATICHE E PER LA VALUTAZIONE DEI PRODOTTI, chek list, performance list

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processi

rubrica valutativa con cinque livelli soglia

Lettura delle opere su alcuni dei principali capolavori dell’arte greca

l’Hera di Samo (5780-560 a.c.)

l’Hera di Samo (5780-560 a.c.)

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Nella primissima fase della sua storia, la statuaria greca nasce per dare una forma concreta alle divinità e a figure mitologiche a cui i greci erano devoti, fin da prima del VII secolo a.C. Ma non si trovano testimonianze più antiche perché le opere venivano realizzate in legno, come anche i templi.Poi il progresso ha fatto sì che il legno fosse rimpiazzato dalla pietra, tanto per le opere architettoniche quanto per le sculture. E non è un caso che le due arti si muovano di pari passo.Ne è un esempio lampante la prima opera di cui ti parlo.II. L’Era che si trovava nell’Heranion di Samo, realizzata attorno al 570 a.C.Per Heranion si intende il Tempio di Era, la dea delle dee e moglie di Zeus.La statua che vedi, raffigura proprio la dea Era, almeno fino alle spalle, poiché acefala (cioè, le manca la testa).Pur mancandole la testa, Era non smentisce le sue proporzioni, poiché la statua è alta un metro e novanta, circa.Se la si osserva attentamente, si notano quelle scanalature verticali, prodotte dall’ondulazione del chitone (la tunica che scende fino ai piedi).È sì un effetto del panneggio che lo scultore ha voluto restituirci, ma allo stesso tempo è anche forte il richiamo a un elemento architettonico che sorregge i tetti dei templi: la colonna. Nel caso specifico, il modo in cui è stato realizzato il panneggio di Era, ricorda moto da vicino le scalanature della colonna ionica con gli spigoli smussati.Questo significa che ci troviamo di fronte a una figura che l’artista ha elaborato nella sua mente e che poi ha riportato sulla pietra.In un certo senso questa statua è astratta. Perché, proprio come accadeva per la costruzione dei templi greci, lo scultore si preoccupa di ricreare un’armonia delle forme attraverso le leggi della simmetria.

l’Auriga di Delfi ( 475 a.C),

l’Auriga di Delfi ( 475 a.C),

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il Discobolo di Mirone (455 a.C)

il Discobolo di Mirone (455 a.C)

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Schema compositivo del Discobolo.Il Discobolo di Mirone, emblema di bellezza e simbolo dello sportUn atleta colto nel momento in cui sta per caricare tutta la forza che ha in corpo, necessaria al lancio del disco che (si spera per lui!) gli assegnerà la vittoria.L’opera che vedi qui a fianco del Discobolo di Mirone ci è giunta attraverso numerose copie romane realizzate in marmo.La più famosa (questa della foto) si trova a Roma, nel Museo Nazionale Romano.Guardando la posa dell’atleta, il modo in cui sono stati realizzati i cappelli e la muscolatura è facile intuire che la scultura originale fosse stata realizzata in bronzo.Così com’è accaduto per i Bronzi di Riace lo scultore del discobolo, Mirone, si è preoccupato di restituire al giovane atleta una muscolatura praticamente perfetta.La postura del corpo richiama una molla che si sta caricando. Il corpo infatti compie una vera e propria torsione poiché il petto il volto e le braccia ci appaiono frontalmente, mentre il busto ruota e i fianchi, le anche e le gambe li vediamo di profilo.Come puoi vedere dalla foto, in questa versione appaiono dei sostegni: il tronco che regge la statua dal gluteo sinistro e una sorta di trave che sporge dal polpaccio destro con il compito di reggere la mano sinistra.È un dato di fatto (visivo) che questi sostegni, appesantiscano inevitabilmente la lettura dell’azione compiuta dalla statua.Per intenderci, se volessimo apprezzare lo sforzo atletico, dovremmo eliminare quel tronco che fa da sostegno, così come ho fatto nella foto che puoi vedere di lato.

l’Apoxyomenos di Lisippo.330-320 a.C

l’Apoxyomenos di Lisippo.330-320 a.C

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L’ApoxyòmenosLetteralmente ‘colui che si deterge’: un’opera realizzata in bronzo verso la fine del IV secolo, intorno al 320 a.C. L’originale è andato perduto ma abbiamo, per fortuna, un’ottima replica romana in marmo. Numerose varianti del medesimo soggetto, note attraverso altre copie, furono proposte prima dalla bottega e poi dagli imitatori del grande maestro.Lisippo, Apoxyòmenos, ricostruzione moderna in bronzo dell’originale perduto.