VI PRESENTO NAPOLEONE BONAPARTE

VI PRESENTO NAPOLEONE BONAPARTE

PROGETTAZIONE UDA ''VI PRESENTO NAPOLEONE''

PROGETTAZIONE UDA ''VI PRESENTO NAPOLEONE''

PREZI

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LA CAMPAGNA DI RUSSIA

LA CAMPAGNA DI RUSSIA

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lo zar Alessandro I di Russia temeva l'egemonia napoleonica e rifiutò di collaborare con lui riguardo al Blocco continentale, per non danneggiare l'economia russa e perché segretamente sperava di formare una nuova coalizione antifrancese.Napoleone decise di cominciare una campagna decisiva contro la Russia per sottomettere lo zar al suo sistema di potere in Europa, costringerlo ad aderire al Blocco, privarlo della sua influenza in Polonia, Balcani, Finlandia, Persia. L'imperatore disponeva di circa 700 000 uomini, di cui circa 300 000 francesi e il resto stranieri provenienti da tutti gli stati vassalli e alleati del Grande Impero.I russi, timorosi di affrontare il preponderante esercito nemico e intimiditi dalla reputazione militare di Napoleone, decisero inizialmente di ritirarsi nel cuore della Russia.Una serie di vaste manovre strategiche, ideate da Napoleone per sconfiggere l'esercito nemico e concludere rapidamente la guerra, fallirono a causa di errori dei suoi luogotenenti, delle difficoltà del terreno e delle tattiche prudenti dei suoi avversari per evitare uno scontro decisivo ripiegarono verso est.il 7 settembre ebbe luogo la grande battaglia a ovest della città.dopo una battaglia cruenta e molto combattuta, i russi, sconfitti, ripiegarono e Napoleone entrò a Mosca una settimana dopo, convinto che Alessandro avrebbe negoziato la pace. Stabilitosi nel Cremlino, Napoleone non poteva immaginare che la città completamente vuota nascondesse in realtà un'insidia: nella notte Mosca cominciò a bruciare, essendo state appiccate le fiamme da alcuni russi nascosti nelle case. Napoleone, che aveva tentato a più riprese di venire a un accordo con Alessandro I senza riuscire neanche a far ricevere i propri messi, si rese conto della necessità di ritirarsi visto l'approssimarsi dell'inverno. Diede perciò ordine di cominciare la ritirata: era rimasto a Mosca non più di trentacinque giorni.Tra il 25 e il 29 novembre, i resti dell'armata distrutta vennero in gran parte annientati dai russi durante il passaggio della Beresina.Intanto, Napoleone era stato raggiunto dalla notizia che a Parigi il generale Malet aveva diffuso la notizia della morte dell'imperatore e tentato un colpo di Stato. Angosciato delle notizie di tradimento Napoleone abbandonò precipitosamente la Russia lasciando il comando a Gioacchino Murat e tornando nella capitale, dove cominciava a ricostruire un nuovo esercito di 400 000 uomini, in realtà giovanissimi e male addestrati. Le potenze europee, saputo dell'atroce disfatta di Russia, sollevarono la testa e formarono una nuova coalizione.

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LA SCONFITTA DI LIPSIA L'ABDICAZIONE E L'ESILIO ALL'ELBA

LA SCONFITTA DI LIPSIA L'ABDICAZIONE E L'ESILIO ALL'ELBA^

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La prima a unirsi alla vittoriosa Russia fu la Prussia che, abbandonando l'alleanza con Napoleone, si schierò a fianco dello zar e della Gran Bretagna. Era la sesta coalizione. Napoleone, dopo essere rientrato a Parigi, organizzò in fretta, con l'afflusso di giovani reclute, un nuovo esercito e sconfisse i prussiani nel maggio 1813.-Ma l'insidia più grande era l'Austria che era pronta a scavalcare anche un matrimonio di stato come quello di Napoleone con Maria Luisa pur di sconfiggere l'odiato nemico. Nel corso di un memorabile incontro bilaterale a Dresda, Napoleone e Metternich non riuscirono a giungere a un accordo e il 12 agosto l'Austria si unì alla coalizione antifrancese.Dopo un'ultima importante vittoria francese nella Battaglia di Dresda, le forze napoleoniche furono costrette lentamente a ripiegare sotto la pressione congiunta degli eserciti di Austria, Russia, Prussia e Svezia.l'esercito svedese Nella decisiva battaglia di Lipsia, dove vi parteciparono eserciti di tutta Europa, l'inesperienza dell'esercito francese, la defezione dei contingenti tedeschi e la superiorità numerica delle forze nemiche furono i fattori che determinarono la sconfitta di Napoleone. L'esercito francese fu costretto a ritirarsi attraverso la Germania in piena insurrezione contro l'occupazione napoleonica, mentre anche i Paesi Bassi si rivoltarono e la Spagna era ormai persa. Rientrato precipitosamente a Parigi, Napoleone dovette subire l'insubordinazione di tutti i corpi politici: le Camere denunciarono solo ora la sua tirannia, la nuova nobiltà da lui creata gli girò le spalle, il popolo, ormai stanco della guerra, rimase freddo, i marescialli dell'Impero cominciarono a defezionare: tra i principali, Gioacchino Murat che passò al nemico per conservare il regno di Napoli. Il giorno di Natale del 1813 la Francia venne invasa dagli eserciti della coalizione. Un mese dopo, il 25 gennaio 1814, consegnato al fratello Giuseppe il controllo di Parigi e alla moglie Maria Luisa la reggenza, Napoleone si mise al comando di un esercito di 60 000 veterani della Vecchia Guardia. Per due mesi Napoleone tenne testa al nemico.Sconfitto infine dalle forze prussiane da quelle austriache e da quelle russe consapevole di non poter anticipare le truppe nemiche in marcia su Parigi, Napoleone il 4 aprile annunciò ufficialmente la sua intenzione di chiedere la pace. Intanto il fratello Giuseppe aveva capitolato e il nemico entrò vittorioso in Parigi il 31 marzo con alla testa lo zar Alessandro I, che il giorno successivo aveva già fatto affiggere sui muri di Parigi il suo proclama indirizzato al popolo francese.Lo zar Alessandro I gli impose l'abdicazione. Egli, il 6 aprile decise di abdicare in favore del figlio e della reggenza di Maria Luisa. Ma il nemico decise per un'abdicazione totale.Napoleone tentò il suicidio ingerendo una forte dose di arsenico, conservato in una fialetta che l'imperatore si era procurato dopo la sconfitta in Russia, ma venne soccorso e salvato dai suoi collaboratori, che chiamarono i medici in tempo. Napoleone subì il dramma della fuga quando, attraversando la Francia del sud, fu costretto a indossare un'uniforme austriaca per non finire linciato dalla folla.Imbarcatosi precipitosamente a Marsiglia sulla fregata il 4 maggio 1814 sbarcò all'isola d'Elba, dove il nemico aveva deciso di esiliarlo, pur riconoscendogli la sovranità sull'isola con il rango di principe e la conservazione del titolo di imperatore.Stabilitosi a Portoferraio, volle abitare presso la Palazzina dei Mulini, alla quale fece aggiungere un piano, e che dominava la suggestiva rada ove poteva osservare le navi in entrata e uscita dal porto. Come residenza di campagna scelse la Villa di San Martino. A Portoferraio volle raggiungerlo la madre, che prese dimora in una piccola abitazione nel centro storico. Soggiornò inoltre presso il romitorio annesso al Santuario della Madonna del Monte, dove lo raggiunse occasionalmente la madre. Nei dieci mesi di esilio Napoleone non rimase inoperoso, ma costruì infrastrutture, miniere, strade, difese, mentre il Congresso di Vienna che doveva disegnare la nuova Europa della Restaurazione ipotizzava di esiliarlo nell’ oceano. trasformarono un'isola assonnata nel centro culturale e politico del tempo: poeti, artisti, spie e uomini di mondo accorsero nella speranza di visitare quello che era stato l'uomo che aveva tenuto l'Europa in pugno. 

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I CENTO GIORNI E LA BATTAGLIA DI WATERLOO

I CENTO GIORNI E LA BATTAGLIA DI WATERLOO

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Anche se impegnato nei lavori all'Elba, Napoleone continuava a ricevere segretamente notizie della situazione francese tramite alcuni telegrafi ottici dislocati sulle alture dell'isola.Luigi stava lentamente smantellando tutte le conquiste della Rivoluzione Francese mantenute da Napoleone.Queste notizie, aggiunte alla voce ormai certa che i nemici fossero prossimi a trasferirlo lontano dall'Europa, portarono Napoleone ad agire. Approfittando dell'assenza del commissario inglese sir Neil Campbell, recatosi a Livorno, Napoleone lasciò l'Elba il 26 febbraio 1815, salutato dalla popolazione di Portoferraio, con una flotta di sette bastimenti e circa mille uomini al seguito. L'imperatore eluse la sorveglianza della flotta inglese e il 1º marzo 1815 sbarcò in Francia cominciava il periodo che sarà noto come i «Cento giorni». La popolazione lo accolse con un entusiasmo sorprendente e gli eserciti inviatigli contro da Luigi, invece di fermarlo, si unirono a lui. Il 20 marzo Napoleone entrò trionfalmente a Parigi, mentre Luigi era fuggito in gran fretta su suggerimento di Talleyrand, che al Congresso di Vienna spinse le teste coronate a riprendere la spada contro l'imperatore. la pace, con la sola condizione di mantenere il trono di Francia non venne accettata.[Intanto, in campo politico, l'imperatore aveva ben compreso i limiti del suo governo precedente e aveva promulgato una costituzione maggiormente liberale. Napoleone fece la prima mossa, entrando di sorpresa in Belgio, dove erano schierati l'esercito britannico e l'esercito prussiano.Il suo piano prevedeva una manovra su due ali che avrebbero diviso e sconfitto separatamente i prussiani e i britannici prima che, superiori di numero, potessero congiungersi.Il 18 giugno 1815, la giornata della battaglia di Waterloo.Napoleone compì alcuni errori tattici e perse. La Camera gli impose la nuova abdicazione.Le forze nemiche entrarono a Parigi e rimisero sul trono Luigi XVIII. Napoleone aveva intenzione di fuggire negli Stati Uniti, ma rifiutò di travestirsi come sarebbe stato necessario per sfuggire alla cattura, perché ciò avrebbe infamato il suo onore.il 15 luglio 1815 Napoleone si arrese agli inglesi Condizione della consegna era la deportazione in Inghilterra o negli Stati Uniti, ove intendeva vivere soggetto al diritto comune e con lo status di privato cittadino.Arrestato Napoleone ottenne un domicilio in territorio britannico.il 15 ottobre 1815 Napoleone venne sbarcato prigioniero ed esiliato a Sant'Elena, una piccola isola nel mezzo dell'oceano Atlantico, ancora oggi possedimento britannico, così remota e sperduta da rendere impossibile ogni tentativo di fuga.

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L'ESILIO E LA MORTE

L'ESILIO E LA MORTE

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Con un piccolo seguito di fedelissimi Napoleone fu trasferito nel villaggio interno di Longwood, dove rimase fino al decesso.Sull'isola Napoleone ebbe la libertà di muoversi a suo piacimento sebbene fosse costantemente sorvegliato a vista da un piccolo contingente militare inglese.anche se non subì alcun processo o condanna, l'ormai ex imperatore si trovò praticamente a scontare un ergastolo in un posto lontano e sconosciuto.Napoleone dettò le sue memorie ed espresse il suo disprezzo per gli inglesi, personificati nell'odiosa figura del "carceriere" Sulla base dei suoi ricordi, espressi in lunghe conversazioni quasi quotidiane, il conte de Las Cases scrisse Il Memoriale di Sant'Elena e nella seconda metà dell'aprile 1821 redasse egli stesso le sue ultime volontà.I dolori allo stomaco di cui già soffriva da tempo, acuitisi nel clima inospitale dell'isola e con il duro regime impostogli, lo condussero alla morte il 5 maggio 1821.Egli chiese di essere seppellito sulle sponde della Senna, ma fu invece seppellito a Sant'Elena, presso Sane Valley, come stabilito già l'anno prima dal governo inglese. Il governatore Lowe e i suoi uomini gli tributarono gli onori riservati ad un generale.L'autopsia accertò la causa di morte in un tumore dello stomaco. Il 19 luglio 1821, alla notizia della morte di Napoleone, Alessandro Manzoni compose la celebre ode Il cinque «Ei fu. Siccome immobile,dato il mortal sospiro,stette la spoglia immemoreorba di tanto spiro,così percossa, attonitala terra al nunzio sta,»«muta pensando all'ultimaora dell'uom fatale;ne sa quando una simileorma di pie' mortalela sua cruenta polverea calpestar verrà.»(da Il cinque maggio di Alessandro Manzoni)

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ALESSANDRO MANZONI: 5 MAGGIO

ALESSANDRO MANZONI: 5 MAGGIO

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Il 5 maggio è una data molto importante, nonché il titolo di una delle poesie più famose di Alessandro Manzoni.Il titolo dell’ode prende il nome della data di un giorno ben preciso, il 5 maggio 1821, giorno in cui muore Napoleone Bonaparte durante il suo esilio sull’isola di Sant’Elena. Manzoni, profondamente colpito dalla morte di questa figura così importante, compone l’ode in tre giorni, mettendo in risalto le battaglie e le imprese dell’ex imperatore, nonché la fragilità umana e la misericordia di Dio.Il componimento poetico, nonostante l’ostacolo incontrato con la censura austriaca, riscuote grandissimo successo e viene pubblicato da un editore torinese e tradotto in varie lingue.Di base il poema si può suddividere in tre parti:la prima, composta da quattro strofe (vv. 1-24), presenta il tema;la seconda, composta da dieci strofe (vv. 25-84), ripercorre l’epopea cioè le gesta eroiche napoleoniche;l’ultima, composta da quattro strofe, riporta le conclusioni e pertanto le riserve morali e religiose.Manzoni scrive quest’opera dedicata a Napoleone che lui venerava fin da giovane come un liberatore e tratta di un’orazione funebre che si conclude con la morte cristiana di Napoleone che muore confortato dalla presenza di Dio.Napoleone sembra quasi un Dio davanti al quale bisogna inginocchiarsi per idrolatrarlo, che è l’adorazione di un falso Dio perché viene descritto come un uomo che possiede una superiorità che spetta solo a Dio.La fede permette a Napoleone una morte cristiana e quindi gli permette di salvarsi.Napoleone Bonaparte è l’archetipo cioè l’esempio dell’eroe romantico; l’uomo che, per quanto imbevuto di cultura illuminista è partecipe dei valori della Rivoluzione Francese.Le capacità strategiche di Napoleone risultano eccezionali anzitutto perché lui è fortemente convinto delle idee rivoluzionarie, sia quando vengono incarnate in termini di uguaglianza delle opportunità, sia quando si presentano come affermazione della nazione unita contro le vecchie dinastie europee.Dopo le molteplici vittorie, la sconfitta di Trafalgar dell’eroe inserisce nella figura dell’eroe una nota di disincanto (cioè, come se all’improvviso, si fosse rotto l’incantesimo delle tante vittorie conseguite): e i fuochi delle conquiste militari brillano con un fascino maggiore, perché la sorte dell’eroe è già segnato.

ALESSANDRO MANZONI: 5 MAGGIO

ALESSANDRO MANZONI: 5 MAGGIO

LA CONQUISTA DELL'EUROPA

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Nel 1805 si formò in Europa la terza coalizione contro Napoleone.Le forze coalizzate prevalentemente austriache e russe divise. Due i fronti principali: quello germanico, dove Napoleone in persona aveva assunto il comando della Grande Armata e quello italiano dove il generale Andrea Massena guidava l'Armata d'Italia. Con un'abile manovra strategica Napoleone accerchiò e costrinse alla resa l'esercito austriaco mentre il maresciallo Massena combatteva in Italia la battaglia di Caldiero (30 ottobre), entrò con l'armata a Vienna, dopo aver superato il Danubio con uno stratagemma di Gioacchino Murat. Tuttavia, gli eserciti coalizzati austro-russi erano ancora in campo e la situazione di Napoleone appariva difficile. Il 2 dicembre 1805, anniversario della sua incoronazione, l'imperatore combatté e vinse provocando la disgregazione della terza. Il giorno dopo i sovrani d'Europa chiesero la pace. L'Austria perdeva anche Venezia, che veniva unita al regno d'Italia, e perdeva ogni controllo sulla Germania, che ora si ricostruiva come Confederazione del Reno, primo seme dell'unità tedesca sotto il controllo diretto di Napoleone. L'anno seguente Napoleone dovette affrontare la quarta coalizione, costituita da Gran Bretagna, Prussia e Russia.l'imperatore prese subito l'offensiva e, dopo una magistrale manovra strategica, sconfisse completamente il vantato esercito prussiano.Napoleone entrò a Berlino.l'esercito russo era in avvicinamento per soccorrere la Prussia la popolazione polacca insorse a favore dei francesi. Dopo una dura resistenza, anche l’esercito russo venne sconfitto il 14 giugno 1807.Lo zar Alessandro I fu infine costretto a firmare la pace, nell'incontro di Tilsit. Napoleone fece occupare Roma il 7 maggio 1809 ordinò l'annessione dello Stato Pontificio all'Impero francese. Il papa rispose con una bolla di scomunica e Napoleone ordinò l'arresto del pontefice. Nel 1812 Napoleone riuscì solo quattro anni dopo a strappargli l'approvazione di un nuovo Concordato. Nel maggio 1814 il pontefice rientrò nella sua diocesi, a Roma. 

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L'EUROPA NAPOLEONICA

L'EUROPA NAPOLEONICA

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Nel 1810, l'Europa era definitivamente ridisegnata secondo il volere napoleonico. I territori sotto il diretto controllo francese si erano espansi ben oltre i tradizionali confini pre-1789; il resto degli Stati europei era o suo satellite o suo alleato. Il regno d'Italia era nominalmente governato da Napoleone, ma retto da un viceré’. il principato di Lucca e Piombino (dal 1805 al 1814) fu assegnato a Felice Baciocchi, ma in realtà governato dalla moglie di lui e sorella dell'Imperatore Elisa. Dal 1809 la stessa Elisa fu anche messa a capo dei tre dipartimenti toscani annessi all'Impero con il titolo di Granduchessa di Toscana, che si aggiunse a quello di Principessa di Lucca e Piombino, rimanendo peraltro i due territori disgiunti.alla sorella Paolina, sposata col principe Camillo Borghese, andò il ducato di Guastalla, poi ceduto al regno d'Italia.il fratello maggiore Giuseppe riceveva il trono di Spagna; il fratello Luigi riceveva il trono d'Olanda dopo aver sposato Ortensia di Beauharnais, figlia della moglie di Napoleone, Giuseppina; il fratello Girolamo ebbe il regno di Vestfalia; il generale Gioacchino Murat, poi maresciallo dell'Impero, ebbe il regno di Napoli, dopo aver sposato la sorella di Napoleone, Carolina; il maresciallo Bernadotte ebbe il trono di Svezia, ma ben presto tradì il suo ex capo entrando nella coalizione che lo avrebbe detronizzato.[N 27] La Confederazione del Reno era di fatto sotto il controllo di Napoleone.Napoleone e l'austriaco Metternich si erano accordati per un matrimonio di Stato. Il 14 dicembre 1809, Napoleone divorziò da giuseppina. Il 1º aprile 1810 Napoleone sposò la figlia dell'imperatore d'Austria, Maria Luisa, nipote di Maria Antonietta, la regina decapitata durante la Rivoluzione. Con questo matrimonio l'Austria si era legata a Napoleone, il che portava alla creazione di un'alleanza pressoché indissolubile. Napoleone ebbe un erede legittimo da Maria Luisa, nato dopo un parto difficile il 20 marzo 1811.Tuttavia l'erede dell'Impero, Napoleone Francesco, detto il re di Roma (Napoleone II), non salì in realtà mai al trono: Napoleone fu detronizzato pochi anni dopo e Napoleone II morì successivamente a soli 21 anni.

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IL BLOCCO CONTINENTALE E LA GUERRA NELLA PENISOLA IBERICA

IL BLOCCO CONTINENTALE E LA GUERRA NELLA PENISOLA IBERICA

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Per mettere in ginocchio l'Inghilterra, unica potenza ancora in armi contro la Francia, Napoleone avviò un embargo. Tuttavia, questo embargo, chiamato blocco continentale poiché, nelle intenzioni del Bonaparte, tutta l'Europa continentale avrebbe dovuto aderire all'embargo contro le isole britanniche non diede i risultati sperati. Il fallimento del blocco fu dovuto al fatto che molti paesi europei, per motivi di convenienza economica, non vi aderirono completamente, continuando a mantenere scambi commerciali con l'Inghilterra.Napoleone inoltre, per colpire il Portogallo che manteneva aperti i suoi porti alla flotta inglese, invase la Spagna e il Portogallo stesso, mentre successivamente la scelta della Russia di uscire dal blocco, costringerà Napoleone ad affrontare una campagna all'est che per lui sarà catastrofica.Nel 1808, sfruttando un contrasto nella famiglia reale spagnola tra il re Carlo IV e il figlio, il principe delle Asturie Ferdinando, Napoleone costrinse entrambi ad abdicare e mise sul trono di Spagna il fratello Giuseppe Bonaparte, facendola così entrare direttamente nell'orbita dell'Impero francese. Contemporaneamente le truppe francesi invadevano e conquistavano il Portogallo, ma la situazione divenne presto problematica. I britannici, infatti, fecero sbarcare in Portogallo truppe al comando del futuro duca di Wellington, che riuscì a liberare il Portogallo, contrastando la campagna in Spagna.la popolazione era insorta contro l'occupazione francese e aveva cominciato una sanguinosa guerriglia che mise in grave difficoltà l'esercito occupante, costringendo Giuseppe Bonaparte ad abbandonare la capitale e a richiedere l'intervento diretto di Napoleone.L'imperatore scese con una parte della Grande Armata in Spagna e il 4 dicembre, dopo una rapida e vittoriosa campagna, entrò a Madrid con le sue truppe. Napoleone non riuscì tuttavia a reprimere la resistenza nazionalistica spagnola né a distruggere il corpo di spedizione britannico passato al comando del generale John Moore, che riuscì a evacuare la penisola iberica via mare. La Spagna rimase quindi una spina nel fianco, costringendo l'imperatore, che poco tempo dopo dovette tornare rapidamente a Parigi a causa delle notizie di una nuova coalizione in fase di organizzazione contro di lui, a lasciare truppe molto numerose nella penisola iberica.Napoleone fu in grado da aprile 1809 di affrontare la quinta coalizione, mostrando ancora una volta la sua netta superiorità di stratega, l'imperatore ottenne una serie di vittorie contro gli austriaci comandati dall'arciduca Carlo, culminate nella battaglia del 22 aprile 1809. Nel 1808, sfruttando un contrasto nella famiglia reale spagnola tra il re Carlo IV e il figlio, Napoleone costrinse entrambi ad abdicare e mise sul trono di Spagna il fratello Giuseppe Bonaparte, facendola così entrare direttamente nell'orbita dell'Impero francese.Contemporaneamente le truppe francesi invadevano e conquistavano il Portogallo ma la situazione divenne presto problematica. I britannici, infatti, fecero sbarcare in Portogallo truppe al comando del generale sir Arthur Wellesley, futuro duca di Wellington, che riuscì a liberare il Portogallo, contrastando la campagna in Spagna. Qui, infatti, la popolazione era insorta contro l'occupazione francese e aveva cominciato una sanguinosa guerriglia che mise in grave difficoltà l'esercito occupante, costringendo Giuseppe Bonaparte ad abbandonare la capitale e a richiedere l'intervento diretto di Napoleone.L'imperatore scese con una parte della Grande Armata in Spagna e il 4 dicembre, dopo una rapida e vittoriosa campagna, entrò a Madrid con le sue truppe. Napoleone non riuscì tuttavia a reprimere la resistenza nazionalistica spagnola né a distruggere il corpo di spedizione britannico, che riuscì a evacuare la penisola iberica via mare. La Spagna rimase quindi una spina nel fianco, costringendo l'imperatore, che poco tempo dopo dovette tornare rapidamente a Parigi a causa delle notizie di una nuova coalizione in fase di organizzazione contro di lui, a lasciare truppe molto numerose nella penisola iberica.Nel 1808, sfruttando un contrasto nella famiglia reale spagnola tra il re Carlo IV e il figlio, Napoleone costrinse entrambi ad abdicare e mise sul trono di Spagna il fratello Giuseppe Bonaparte, facendola così entrare direttamente nell'orbita dell'Impero francese.Contemporaneamente le truppe francesi invadevano e conquistavano il Portogallo ma la situazione divenne presto problematica. I britannici, infatti, fecero sbarcare in Portogallo truppe al comando del generale sir Arthur Wellesley, futuro duca di Wellington, che riuscì a liberare il Portogallo, contrastando la campagna in Spagna. Qui, infatti, la popolazione era insorta contro l'occupazione francese e aveva cominciato una sanguinosa guerriglia che mise in grave difficoltà l'esercito occupante, costringendo Giuseppe Bonaparte ad abbandonare la capitale e a richiedere l'intervento diretto di Napoleone.L'imperatore scese con una parte della Grande Armata in Spagna e il 4 dicembre, dopo una rapida e vittoriosa campagna, entrò a Madrid con le sue truppe. Napoleone non riuscì tuttavia a reprimere la resistenza nazionalistica spagnola né a distruggere il corpo di spedizione britannico, che riuscì a evacuare la penisola iberica via mare. La Spagna rimase quindi una spina nel fianco, costringendo l'imperatore, che poco tempo dopo dovette tornare rapidamente a Parigi a causa delle notizie di una nuova coalizione in fase di organizzazione contro di lui, a lasciare truppe molto numerose nella penisola iberica.Nel 1808, sfruttando un contrasto nella famiglia reale spagnola tra il re Carlo IV e il figlio, Napoleone costrinse entrambi ad abdicare e mise sul trono di Spagna il fratello Giuseppe Bonaparte, facendola così entrare direttamente nell'orbita dell'Impero francese.Contemporaneamente le truppe francesi invadevano e conquistavano il Portogallo ma la situazione divenne presto problematica. I britannici, infatti, fecero sbarcare in Portogallo truppe al comando del generale sir Arthur Wellesley, futuro duca di Wellington, che riuscì a liberare il Portogallo, contrastando la campagna in Spagna. Qui, infatti, la popolazione era insorta contro l'occupazione francese e aveva cominciato una sanguinosa guerriglia che mise in grave difficoltà l'esercito occupante, costringendo Giuseppe Bonaparte ad abbandonare la capitale e a richiedere l'intervento diretto di Napoleone.L'imperatore scese con una parte della Grande Armata in Spagna e il 4 dicembre, dopo una rapida e vittoriosa campagna, entrò a Madrid con le sue truppe. Napoleone non riuscì tuttavia a reprimere la resistenza nazionalistica spagnola né a distruggere il corpo di spedizione britannico, che riuscì a evacuare la penisola iberica via mare. La Spagna rimase quindi una spina nel fianco, costringendo l'imperatore, che poco tempo dopo dovette tornare rapidamente a Parigi a causa delle notizie di una nuova coalizione in fase di organizzazione contro di lui, a lasciare truppe molto numerose nella penisola iberica.Nel 1808, sfruttando un contrasto nella famiglia reale spagnola tra il re Carlo IV e il figlio, Napoleone costrinse entrambi ad abdicare e mise sul trono di Spagna il fratello Giuseppe Bonaparte, facendola così entrare direttamente nell'orbita dell'Impero francese.Contemporaneamente le truppe francesi invadevano e conquistavano il Portogallo ma la situazione divenne presto problematica. I britannici, infatti, fecero sbarcare in Portogallo truppe al comando del generale sir Arthur Wellesley, futuro duca di Wellington, che riuscì a liberare il Portogallo, contrastando la campagna in Spagna. Qui, infatti, la popolazione era insorta contro l'occupazione francese e aveva cominciato una sanguinosa guerriglia che mise in grave difficoltà l'esercito occupante, costringendo Giuseppe Bonaparte ad abbandonare la capitale e a richiedere l'intervento diretto di Napoleone.L'imperatore scese con una parte della Grande Armata in Spagna e il 4 dicembre, dopo una rapida e vittoriosa campagna, entrò a Madrid con le sue truppe. Napoleone non riuscì tuttavia a reprimere la resistenza nazionalistica spagnola né a distruggere il corpo di spedizione britannico, che riuscì a evacuare la penisola iberica via mare. La Spagna rimase quindi una spina nel fianco, costringendo l'imperatore, che poco tempo dopo dovette tornare rapidamente a Parigi a causa delle notizie di una nuova coalizione in fase di organizzazione contro di lui, a lasciare truppe molto numerose nella penisola iberica.

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BLPCCO CONTINENTALE^

L'OPPOSIZIONE GIACOBINA E REALISTA

L'OPPOSIZIONE GIACOBINA E REALISTA

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La sera del 10 ottobre 1800 Napoleone, mentre assisteva a un'opera al Théatre de la République, sarebbe dovuto cadere sotto le pugnalate di quattro sicari, ma il complotto fu sventato all'ultimo momento grazie a una soffiata, che consentì alla polizia di intervenire arrestando i quattro attentatori proprio in teatro. L'evento passerà alla storia con il nome di congiura dei pugnali. la notte di Natale del medesimo anno Napoleone, la moglie e il suo seguito scamparono fortunosamente a un attentato esplosivo avvenuto a Parigi, mentre si recavano all'Opera.Napoleone ne approfittò per mettere fuori legge i giacobini, molti dei quali vennero esiliati e disperdere i monarchici ma Gli attentati continuarono Infatti egli era odiato sia dai giacobini, che temevano volesse restaurare la monarchia, sia dai realisti, che lo consideravano come l'usurpatore del legittimo sovrano Luigi XVIII.Nel marzo 1804, per dare un segnale forte ai Borbone, fece catturare il duca di Enghien, legato alla famiglia reale esiliata, che fu ingiustamente accusato di cospirazione contro il Primo Console e fucilato subito dopo. L'evento destò l'indignazione di tutte le corti europee per l'arrogante violazione della sovranità di uno stato estero da parte della Francia e per la sorte riservata al povero duca, e conferì un'ombra negativa all'immagine europea del Bonaparte, alla quale invece l'allora Primo Console teneva moltissimo. 

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LA PACIFICAZIONE DELL'EUROPA

LA PACIFICAZIONE DELL'EUROPA

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Durante l'assenza di Napoleone impegnato in Egitto, i francesi erano stati ripetutamente battuti in Italia e in Germania dagli austriaci.La coalizione antifrancese aveva rovesciato la Repubblica Napoletana del 1799, fondata dai francesi, quella romana e la Repubblica Cisalpina. Il 6 maggio 1800, sei mesi dopo il colpo di Stato del 18 brumaio, Napoleone assunse il comando della cosiddetta Armata di riserva, destinata a essere trasferita in Italia per rovesciare le sorti della guerra. Il Primo console guidò con grande abilità strategica la marcia del suo esercito; valicò le Alpi al passo del Gran San Bernardo e colse di sorpresa gli austriaci impegnati nell'assedio di Genova.il nemico venne rapidamente battuto nella battaglia di Montebello, mentre Napoleone rientrò a Milano. Il 14 giugno 1800 si combatté la decisiva battaglia di Marengo. Fu la più famosa delle battaglie napoleoniche in Italia, aspramente combattuta e dalle conseguenze decisive.Napoleone venne inizialmente messo in difficoltà dall'attacco austriaco e rischiò la sconfitta, ma alle otto della sera la battaglia si concluse con la completa vittoria del Primo console.A rovesciare le sorti della battaglia fu l'arrivo nel primo pomeriggio delle truppe di rinforzo che permise a Napoleone di contrattaccare con successo l'esercito austriaco già certo della vittoria. La pace in Italia venne sancita con il trattato che in pratica riconfermava il precedente trattato di Campoformio violato dagli austriaci. Nel 1802 Napoleone venne proclamato Presidente della Repubblica Italiana, titolo che conserverà sino al 17 marzo 1805 quando assumerà quello di Re d'Italia.Con la pace di Amiens del 1802 anche l'Inghilterra firmava la pace con la Francia.Napoleone aveva distrutto la nuova coalizione antifrancese, assicurandosi anche l'appoggio dello zar di Russia AlessandroI. Per due anni l'Europa fu finalmente in pace.

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NAPOLEONE IMPERATORTE DEEI FRANCESI E RE D'ITALIA

NAPOLEONE IMPERATORTE DEEI FRANCESI E RE D'ITALIA

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Divenuto console a vita, Napoleone era in pratica sovrano assoluto della Francia. Il 18 maggio 1804 il Senato lo proclamò Imperatore dei francesi.Il 2 dicembre del 1804, nella cattedrale di Notre-Dame a Parigi, fu celebrata la cerimonia di incoronazione. Napoleone si auto-incoronò imperatore dei francesi e quindi incoronò imperatrice sua moglie Giuseppina di Beauharnais. Al contrario di come si sostiene solitamente, Napoleone non prese la corona dalle mani del Papa che pure presenziò senza partecipare direttamente alla cerimonia, su volontà dell'imperatore stesso. Successivamente, il 26 maggio 1805 nel Duomo di Milano, Napoleone fu incoronato Re d'Italia. L'incoronazione a Milano fu fastosa, e accompagnata dai suoi più fedeli collaboratori in Italia.In questa occasione Napoleone, postosi sul capo la corona imperiale, fatta realizzare per l'occasione, pronunciò le famose parole: "Dio me l'ha data, guai a chi la tocca".Rinasceva in Francia la monarchia, «Imperatore dei francesi per volontà del popolo».Fu in sostanza un nuovo re dei francesi, tanto che da lui hanno origine molte delle attuali monarchie moderne europee, e fu in effetti una monarchia, poiché Napoleone era padrone assoluto.

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BIOGRAFIA

BIOGRAFIA

NASCITA

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Napoleone Bonaparte nacque ad Ajaccio, in Corsica.Il padre, Carlo Maria Buonaparte era un avvocato. Secondo alcune ricostruzioni, Napoleone avrebbe cambiato il cognome da "Buonaparte" in "Bonaparte" dopo la morte del padre, pochi giorni prima di sposare Giuseppina e partire per la campagna d'Italia, per renderlo più adatto alla lingua francese. Il padre morì prematuramente , il 24 febbraio 1785, a Montpellier.La madre era Maria Letizia Ramolino, discendente da nobili toscani e lombardi; al momento del matrimonio, il 2 giugno 1764, aveva 14 anni, mentre il marito ne aveva 18.La coppia ebbe 13 figli, di cui solo otto sopravvissero: oltre Napoleone anche i fratelli Giuseppe, Luciano, Luigi, Elisa, Paolina e Carolina. I due genitori combatterono nella guerra fra i corsi e i francesi e Maria combatté anche quando era incinta di Napoleone, suo secondo figlio. Il 15 agosto 1769 durante la festa dell'Assunzione si recò alla cattedrale di Ajaccio. Al suo ritorno a casa, intorno a mezzogiorno si accasciò dando alla luce Napoleone. Venne battezzato un anno ed undici mesi dopo, il 21 luglio 1771.

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INFANZIA

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A cinque anni venne iscritto in un asilo d'infanzia in Francia, dove studiò con l'abate Recco per quattro anni, nei quali ricevette educazione anche dallo zio, l'arcidiacono Luciano.Fu grazie al titolo nobiliare ottenuto in Toscana che il padre Carlo poté iscriversi al Libro della nobiltà di Corsica, istituito dai francesi per consolidare la conquista dell'isola, solo grazie a tale iscrizione, all'età di nove anni, il giovane Napoleone fu ammesso il 23 aprile 1779, sempre per iniziativa del padre, alla Scuola reale di Brienne-le-Château, nel nord della Francia, dove rimase fino al 17 ottobre 1784 (alcuni storici, erroneamente, ritengono fino al 30 ottobre dello stesso anno). Per migliorare il suo francese e prepararsi alla scuola, prima frequentò per quattro mesi il collegio di Autun, i suoi studi furono finanziati grazie a una borsa di studio di duemila franchi.Napoleone inizialmente non si considerava francese e si sentiva a disagio in un ambiente dove i suoi compagni di corso erano in massima parte provenienti dalle file dell'alta aristocrazia transalpina e lo prendevano crudelmente in giro motteggiando il suo nome come "la paille au nez = la paglia per il naso" (l'accusa di essere straniero l'avrebbe perseguitato per tutta la vita). Qui strinse amicizia con Louis-Antoine Fauvelet de Bourrienne, suo futuro biografo, e nel frattempo il giovane Napoleone si dedicò con costanza agli studi, riuscendo particolarmente bene in matematica. Seguì le idee ateiste del collegio e lui stesso narrò che a 11 anni la sua fede vacillò. Grazie alla sua nascita in contesto italiano/toscano-corso, mantenne comunque un legame forte con la lingua e la cultura toscana/italiana, come dimostra il fatto che tra i suoi libri più cari, che portava sempre con sé, c'era la versione cesarottiana dei Canti di Ossian, saga poetica del guerriero celtico Ossian. 

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Subtopic

CARRIERA MILITARE

CARRIERA MILITARE

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Il 22 settembre 1784 fu ammesso alla Regia Scuola Militare di Parigi, fondata da Luigi XV su consiglio di Madame de Pompadour. Nel 1785 tentò di passare in Marina, ma in seguito all'annullamento degli esami d'ammissione di quell'anno, passò in artiglieria.Ottenne quindi la nomina a sottotenente a soli 16 anni. Nel 1787 tornò a Parigi, poi viaggiò in Corsica e infine raggiunse il reggimento ad Auxonne.Napoleone a 23 anni era tenente colonnello della Guardia Nazionale.Allo scoppio della rivoluzione nel 1789, Napoleone, ventenne e ormai ufficiale  del re Luigi XVI, riuscì a ottenere una lunga licenza grazie alla quale poté ritornare al sicuro in Corsica. Una volta stabilitosi qui si unì al movimento rivoluzionario dell'isola assumendo il grado di tenente colonnello della Guardia Nazionale. il 1º giugno venne inviato nel 4º reggimento d'artiglieria a Valence[31] con il grado di primo luogotenente. Nel gennaio del 1792 si candidò come tenente colonnello e venne eletto, con alcuni dubbi il 28 marzo, in seguito verrà momentaneamente retrocesso al rango di capitano. Per i suoi continui viaggi in Corsica, superando il tempo concessogli per la licenza militare, rischiò di essere considerato disertore preoccupato ritornò a Parigi nello stesso anno.Nel frattempo in Corsica infuriava la guerra civile scoppiata appunto nel 1793.Riprende la lotta per l'indipendenza della Corsica. Nel febbraio 1793 Napoleone comandò i 350 uomini dell'11º battaglione verso l'isola della Maddalena in Sardegna. Il 22 febbraio sbarcò a Santo Stefano; l'attacco però non riuscì.Napoleone fuggì rapidamente ad Ajaccio e di lì riparò con l'intera famiglia, accusata di tradimento, a Tolone. Nel dicembre 1793, liberò il porto di Tolone dai monarchici e dalle truppe inglesi che li appoggiavano. Secondo Chateaubriand, in questa occasione il giovane Napoleone si macchiò di massacri spietati contro la popolazione. Tolone fu il suo primo clamoroso e avventuroso successo militare, che gli valse la nomina a generale di brigata il 22 dicembre.Tuttavia la fortuna gli arrise quando il 13 vendemmiaio (5 ottobre 1795) Barras lo nominò, all'improvviso, comandante della piazza di Parigi, con l'incarico di salvare la Convenzione nazionale dalla minaccia dei monarchici (realisti). Con l'aiuto di Gioacchino Murat al comando della cavalleria, Napoleone colpì spietatamente i rivoltosi scongiurando un nuovo colpo di Stato. In seguito al brillante successo, Barras lo nominò generale del Corpo d'armata dell'Interno. 

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LA CAMPAGNA D'ITALIA

LA CAMPAGNA D'ITALIA

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Il 9 marzo 1796 Napoleone sposò giuseppina e dopo soli due giorni partì per Nizza per assumere il comando dei 38 000 uomini mal equipaggiati dell'Armata d'Italia. Il generale, giunse al quartier generale il 27 marzo.Il 12 aprile 1796 cominciava la prima campagna d'Italia che avrebbe portato alla luce il genio militare e politico del generale Bonaparte che riuscì a sconfiggere ripetutamente le forze austriache, piemontesi. il 19 aprile 1796 sconfisse i piemontesi nella Battaglia di Mondovì, chiamata anche "Battaglia della Bicocca di San Giacomo" o "Presa di San Michele".  Napoleone costrinse Vittorio Amedeo III di Savoia a pesanti concessioni, ratificate con la Pace di Parigi (15 maggio), che assegnava alla Francia sia la Savoia sia la contea di Nizza. Il 10 maggio 1796 sbaragliò l'ultima difesa austriaca nella battaglia di Lodi e, il 14 maggio dello stesso anno, entrò a Milano. Napoleone ricevette dal Direttorio i pieni poteri sull'Armata d'Italia e si preparò al compito più difficile: sconfiggere l'esercito austriaco. Mentre le truppe francesi assediavano la fortezza di Mantova. la sconfitta fu pesante per l'esercito austriaco.Sconfitti gli austriaci Napoleone invece di ritirarsi dai territori della Repubblica di Venezia decise di attaccarla.la notte del 15 maggio 1797 le truppe francesi entrarono a Venezia fu la Caduta della Repubblica di Venezia. .

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LA CAMPAGNA D'EGITTO

LA CAMPAGNA D'EGITTO

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Nel 1798 il Direttorio, preoccupato per l'eccessiva popolarità e per il notevole prestigio di Bonaparte, gli affidò l'incarico di occupare l'Egitto per contrastare l'accesso inglese all'India e quindi per danneggiarla economicamente. Un indizio della devozione di Napoleone ai principi dell'Illuminismo fu la sua decisione di affiancare gli studiosi alla sua spedizione: la spedizione d'Egitto ebbe il merito di far riscoprire, dopo centinaia di anni, la grandezza di quella terra, e fu proprio l'opera di Napoleone a far nascere la moderna egittologia, soprattutto grazie alla scoperta della Stele di Rosetta da parte dei soldati al seguito della spedizione Napoleone aveva da anni accarezzato l'idea di una campagna in oriente, sognando di seguire le orme di Alessandro Magno ed essendo dell'idea che «L'Europa è una tana di talpe. Tutte le grandi personalità vengono dall'Oriente».La spedizione cominciò il 19 maggio, quando Napoleone salpò da Tolone a capo dell'Armata d'Oriente, composta da oltre 60 navi da guerra, 280 navi da trasporto, 16 000 marinai e 38 000 soldati. Presa Malta, dove i Cavalieri Ospitalieri capitolarono senza combattere, Napoleone arrivò in Egitto. Dopo un'importante vittoria nella battaglia delle piramidi, Napoleone schiacciò i mamelucchi di Murad Bey ed entrando a Il Cairo divenne padrone dell'Egitto. Pochi giorni dopo, il 1º agosto 1798, la flotta di Napoleone in Egitto fu completamente distrutta dall'ammiraglio Horatio Nelson, cosicché Napoleone rimase bloccato a terra.Dopo una ricognizione sul mar Rosso, decise di recarsi in Siria,  Giunto però il 19 marzo 1799 dinanzi a San Giovanni d'Acri, l'antica fortezza dei crociati in Terra Santa, Napoleone perse più di due mesi in un inutile assedio e la campagna di Siria si concluse con un fallimento.Ritornato al Cairo, Napoleone sconfisse il 25 luglio 1799 un esercito di oltre diecimila uomini.Preoccupato tuttavia delle terribili notizie che giungevano dalla Francia e consapevole che la campagna d'Egitto non aveva conseguito i fini sperati, Napoleone, lasciato s'imbarcò in gran segreto il 22 agosto alla volta della Francia. 

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LA STELE DI ROSETTA

LA STELE DI ROSETTA

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Trovata in Egitto dalle forze conquistatrici di Napoleone, questa semplice lastra di pietra è stata la chiave che ha permesso di decodificare i geroglifici egiziani.Reca tre iscrizioni: quella sul registro superiore è in geroglifici, quella del secondo registro è in demotico egizio e quella del terzo è in greco antico. Reca tre iscrizioni: quella sul registro superiore è in geroglifici, quella del secondo registro è in demotico egizio e quella del terzo è in greco antico.

IL CONSOLATO

IL CONSOLATO

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Nominati consoli provvisori, redassero insieme a due commissioni apposite una nuova costituzioneche legittimava il colpo di Stato. il Consolato avrebbe dovuto assicurare la democrazia attraverso un complesso equilibrio di poteri. Questo progetto fu mandato all'aria da Napoleone nominato Primo Console frazionò la Francia in dipartimenti, distretti e comuni, rispettivamente amministrati da prefetti, sottoprefetti e sindaci. Le casse dello Stato venivano risanate con l'introduzione del franco d'argento che poneva fine all'era dell'inflazione. La lunga lotta contro il Cattolicesimo si concludeva con il Concordato del 1801, ratificato da papa Pio VII, che stabiliva il Cattolicesimo «religione della maggioranza dei francesi»Nel campo dell'istruzione, Napoleone istituì i licei e i politecnici, per formare una classe dirigente preparata e tralasciò l'istruzione elementare, per lasciare il popolo in una certa ignoranza per garantire un governo stabile e un esercito ubbidiente. Il consolato di Napoleone divenne «a vita» il 2 agosto 1802. Si apriva la strada all'istituzione dell'Impero napoleonico. 

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MAPPA ALGOR

MAPPA ALGOR
IL CODICE NAPOLEONICO

IL CODICE NAPOLEONICO

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Durante l'esilio a Sant'Elena, Napoleone sottolineò più volte che la sua opera più importante, quella che sarebbe passata alla storia più delle tante battaglie vinte, sarebbe stata il suo codice civile. Il Codice napoleonico legittimò alcune delle idee illuministiche fu esportato in tutti i paesi dove giunsero le armate di Napoleone, fu preso a modello da tutti gli Stati dell'Europa continentale e ancora oggi è la base del diritto italiano. Istituita l'11 agosto 1799, la commissione incaricata di redigere il codice civile fu presieduta molto spesso dallo stesso Napoleone, il quale ne leggeva le bozze durante le campagne militari e inviava a Parigi, dal fronte, le sue idee sul progetto.Il 21 marzo 1804 il Codice Civile, immediatamente ribattezzato Codice napoleonico, entrava in vigore. Il Codice eliminava definitivamente i retaggi dell'Ancien Régime, del feudalesimo, dell'assolutismo monarchico, e creava una società prevalentemente borghese e liberale, di ispirazione laica, nella quale venivano consacrati i diritti di eguaglianza, sicurezza e proprietà. Tra i principi della Rivoluzione, venivano salvaguardati quelli della libertà personale, dell'uguaglianza davanti alla legge, della laicità dello Stato (e della libertà di coscienza, della libertà del lavoro. Il Codice era stato però pensato e redatto soprattutto per valorizzare gli ideali della borghesia perciò, andava soprattutto a regolamentare questioni riguardanti i contratti di proprietà e la stessa legislazione riguardante la famiglia era di natura contrattualistica.La struttura familiare che il Codice consacra è di tipo paternalistico: il padre può far imprigionare i figli per sei mesi senza controllo delle autorità e amministra i beni della moglie. Durante l'esilio a Sant'Elena, Napoleone sottolineò più volte che la sua opera più importante, quella che sarebbe passata alla storia più delle tante battaglie vinte, sarebbe stata il suo codice civile. Il Codice napoleonico legittimò alcune delle idee illuministiche fu esportato in tutti i paesi dove giunsero le armate di Napoleone, fu preso a modello da tutti gli Stati dell'Europa continentale e ancora oggi è la base del diritto italiano. Istituita l'11 agosto 1799, la commissione incaricata di redigere il codice civile fu presieduta molto spesso dallo stesso Napoleone, il quale ne leggeva le bozze durante le campagne militari e inviava a Parigi, dal fronte, le sue idee sul progetto.Il 21 marzo 1804 il Codice Civile, immediatamente ribattezzato Codice napoleonico, entrava in vigore. Il Codice eliminava definitivamente i retaggi dell'Ancien Régime, del feudalesimo, dell'assolutismo monarchico, e creava una società prevalentemente borghese e liberale, di ispirazione laica, nella quale venivano consacrati i diritti di eguaglianza, sicurezza e proprietà. Tra i principi della Rivoluzione, venivano salvaguardati quelli della libertà personale, dell'uguaglianza davanti alla legge, della laicità dello Stato (e della libertà di coscienza, della libertà del lavoro. Il Codice era stato però pensato e redatto soprattutto per valorizzare gli ideali della borghesia perciò, andava soprattutto a regolamentare questioni riguardanti i contratti di proprietà e la stessa legislazione riguardante la famiglia era di natura contrattualistica.La struttura familiare che il Codice consacra è di tipo paternalistico: il padre può far imprigionare i figli per sei mesi senza controllo delle autorità e amministra i beni della moglie. Veniva tuttavia garantito il divorzio, benché reso più complesso rispetto all'epoca rivoluzionaria. Per l'Italia il valore del Codice napoleonico fu fondamentale, poiché esso fu portato negli stati creati da Napoleone e confluì poi nel codice civile italiano del 1865.

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IL 18 BRUMAIO E IL COLPO DI STATO

IL 18 BRUMAIO E IL COLPO DI STATO

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Il 9 ottobre 1799 Bonaparte sbarcò a Fréjus e la sua corsa verso Parigi fu accompagnata dall'entusiasmo dell'intera Francia, certa che il generale fosse tornato in patria per assumere il controllo della situazione ormai ingestibile.In effetti, ci riuscì potendo mascherare il fallimento in Egitto proprio con i disordini in patria così come in Italia provocati dalla sua assenza. Giunto a Parigi, egli riunì i cospiratori decisi a rovesciare il Direttorio. Dalla sua si schierarono il fratello maggiore Giuseppe e soprattutto il fratello Luciano, allora presidente del Consiglio dei Cinquecento, che con il Consiglio degli Anziani costituiva il potere legislativo della repubblica. Fatta trapelare la falsa notizia di un complotto realista per rovesciare la repubblica, Napoleone riuscì a far votare al Consiglio degli Anziani e al Consiglio dei Cinquecento una risoluzione che trasferisse le due Camere. il 18 brumaio (9 novembre) fuori Parigi, a Saint-Cloud; Napoleone fu nominato comandante in capo di tutte le forze armate. Ciò fu fatto per evitare che durante il colpo di Stato qualche deputato potesse sollevare i cittadini parigini per difendere la Repubblica dal tentativo di Napoleone. L'intenzione di Napoleone era quella di portare le due Camere a votare autonomamente il loro scioglimento e la cessione dei poteri nelle sue mani.il Consiglio degli Anziani rimase freddo al discorso di Napoleone e quando entrò nella sala del Consiglio dei Cinquecento i deputati gli si lanciarono contro chiedendo di votare per rendere Bonaparte fuorilegge. Nel momento in cui sembrava che il colpo di Stato fosse prossimo alla catastrofe, a soccorrere Napoleone giunse il fratello Luciano, che nelle vesti di presidente dei Cinquecento uscì dalla sala e ordinò le truppe schierate all'esterno, ordinando che disperdessero i deputati.le Camere venivano sciolte e fu votato il decreto che assegnava i pieni poteri a tre consoli: Roger Ducos, Sieyès e Napoleone. 

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AUTOVALUTAZIONE STUDENTI

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Università Degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria Tecnologie applicate alla didattica-Prodotto finale TIC    Professore

Università Degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria Tecnologie applicate alla didattica-Prodotto finale TIC Professore Massimiliano Loiacono Corsista: Eleonora Suverato