af Miki Restu 7 år siden
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Il significato del termine performance d'arte nel senso corrente, è legato alla tradizione postmoderna nella cultura occidentale. A partire dalla metà degli anni sessanta, derivando spesso concetti dalle arti visive delle avanguardie storiche, la performance d'artista era tendenzialmente definita in antitesi al Teatro, trasformando di fatto le forme artistiche ortodosse e le norme culturali. L'idea di base era quella un'esperienza effimera ed autentica sia per il performer che per il pubblico in un evento che non avrebbe potuto essere ripetuto, bloccato o comprato, ed aprendo un ampio dibattito su come i concetti delle arti visive ed i concetti delle arti dello spettacolo fossero utilizzati determinando i significati di una presentazione di performance d'arte.
L’Optical art, detta anche Op art, è una corrente artistica che nasce verso la fine degli anni ‘50 in Europa e negli Stati Uniti.
La sua consacrazione avviene nel 1965, quando il Museo d’Arte Moderna di New York organizza la mostra The Responsive Eyes, in cui trovano posto le opere dei maggiori rappresentanti del movimento.
L’Optical art si basa sullo studio della percezione visiva e su sperimentazioni legate ad essa.
L’estetica “optical” affonda le radici nell’interesse per la rappresentazione del movimento e nel carattere astratto di molta arte del ’900.
I maestri di questa corrente cercano di unire ricerca scientifica e armonia formale.
Per raggiungere tale obiettivo si occupano della manipolazione di figure geometriche elementari e degli effetti che si possono conseguire accostando colori diversi o incrociando linee e trame.
Così facendo ottengono opere in cui riescono a dare l’impressione del movimento e l’illusione della tridimensionalità.
Diventa così centrale la figura dello spettatore che, spostandosi di fronte ai quadri, può dare vita a una serie di letture e interpretazioni sempre nuove.
Land Art è l'espressione con cui sono indicai gli interventi artistici sull'ambiente, compiuti a partire dagli anni Sessanta del Novecento. Tali interventi sono "segni" GRANDIOSI CHE MODIFICAVANO GLI SPAZI NATURALI GENERLMENTE MOLTO VASTI E DISABITATI: disegni scavati con la ruspa nel deserto, pali di acciaio conficcati in un campo abbandonato o terra e rocce disposte in modo da formare una spirale che penetra l'acqua di un lago. La loro realizzazione si basava su un'accurata progettazione e aveva costi molto elevati.
Gli happening sono una forma d'arte contemporanea che nasce a opera di Allan Kaprow (18 Happenings in 6 Parts, New York, 1959) e si focalizza non tanto sull'oggetto ma sull'evento che si riesce ad organizzare: «Lo "happening" è una forma diteatro in cui diversi elementi alogici, compresa l'azione scenica priva di matrice, sono montati deliberatamente insieme e organizzati in una struttura a compartimenti».
L'Iperrealismo è una corrente artistica contemporanea, nata negliStati Uniti alla fine degli anni Sessanta ed elaborata in Europa e in Italia negli anni Settanta.
L'Artista Iperrealista intende l'arte come la precisa rappresentazione del dato reale, della realtà percepita dai suoi occhi.
Chiamata anche Superrealismo, Realismo Radicale, Realismo Fotografico, Iperfotografismo, Arte Iperrealista ed Arte Iperreale, l'Iperrealismo propone una riproduzione meccanica, spesso a partire dalla immagine fotografica ingrandita, dell'oggetto reale, ottenendo una visione che va al di là della realtà, stravolgendola o sottolineandola.
Movimento artistico nato in Italia, tra Roma e Torino, intorno al 1966.
In generale riconducibile all'ambito dell'arte concettuale, si distingue per il rifiuto di mezzi espressivi tradizionali (pittura, scultura) e l'impiego, viceversa, di materiali «non artistici», «poveri» appunto, sia naturali e organici sia industriali (legno, pietra, terra, vegetali, stracci, plastiche, neon, scarti industriali), assunti nella loro espressività primaria e immediatezza sensoriale e spesso proposti sotto forma di installazioni in stretto rapporto con l'ambiente o con «azioni» dell'artista.
Nell'atteggiamento di negazione e dissacratorio dell'arte povera c'è in realtà una volontà di fondo indistruttibile e poetica di riappropriarsi di valori primari come il senso della terra, della natura, dell'energia pura, della storia dell'uomo. Pur nel contesto estremamente politicizzato degli anni '60 l'arte povera appare tuttavia distante dai problemi politici ed economici delle masse nella stessa misura in cui rifiuta ogni inserimento (dell'arte come dei suoi destinatari, le masse) nel sistema e quindi qualsiasi trasformazione di quest'ultimo, ma ne propugna un radicale ribaltamento più vicino all'utopia che al riformismo. La volontà di portare l'arte alle masse si unisce con quella di aprire meccanismi mentali liberatori nei fruitori dell'arte soprattutto attraverso l'uso dello scarto, dell'intuizione ovvia ma impensabile nell'ordine prestabilito di abitudini e comportamenti sociali e personali. Il risultato è un linguaggio per lo più criptico, limpido ed evidente solo per chi come l'artista e il critico possiede la "chiave" per accedere alla dimensione diversa, libera e poetica, della speculazione, dell'approfondimento dei valori dello spirito e delle verità insite nell'arte.
l termine
L’espressione arte concettuale è nata negli anni 1966-’67, per designare l’attività di alcuni artisti i quali danno più importanza alle idee e ai concetti che sono alla base del loro fare che al prodotto oggettuale. Benché si realizzino ancora frequentemente oggetti, si tende a presentare interventi a livello progettuale o ad esprimersi attraverso azioni e comportamenti o a limitarsi ad analisi dei problemi dell’arte e del pensiero. La costante comune ed essenziale di tutte queste esperienze è l’evidenziazione del procedimento mentale che vi soggiace.
Il termine arte concettuale è stato riferito, in un primo momento, alla produzione di artisti come Kosuth, Barry, André e, in seguito, ai gruppi inglesi Art-Language e Analytical Art, i quali prendevano in considerazione gli attributi tradizionali dell’opera d’arte, non avendo come unico fine quello di sottostarvi, ma per indagarli, per cercare in che cosa essi determinino l’opera. Per costoro, l’arte concettuale non significa riduzione dell’opera a una idea, a un concetto, ma «idea» dell’arte, «concetto» dell’arte.
Quando nel meraviglioso e affascinate mondo dell'arte sentiamo parlare di Minimal Art civiene in mente quella che è stata una corrente artistica, una nuova tendenza capace di influire l'arte e il pensiero di moltinuovi artisti in un periodo storico molto vicino a noi,contemporaneo.
La Minimal Art che in italiano possiamo tradurre semplicemente come arte minimalista è una particolare corrente artistica nata in principio negli Stati Uniti di America e da lì si diffuse poi in gran parte del mondo compresa la nostra Italia. La storia ci indica come momento della nascita della Minimal Art gli anni Sessanta, più precisamente intorno all'anno 1965. Come molti sicuramente sapranno gli anni Sessanta definiti anche da intere generazioni di giovani e di adolescenti di quel tempo “i mitici anni Sessanta” sono stati per l'uomo e la società del mondo intero e quindi anche per la nostra un momento davvero molto intenso, ricco di grandi cambiamenti. Se pensiamo soltanto per esempio all'uomo di allora e a tutti i vari cambiamenti avuti proprio in quegli anni a seguito delle famose proteste, delle contestazioni dei giovani, alle celebri rivoluzioni culturali e sociali che porteranno in quel periodo anche molti nuovi artisti a vedere e percepire il mondo dell'arte con occhi nuovi e a trovare nuove strade per realizzare la loro arte. E proprio in questo contesto sociale di grande fermento e di ribellione soprattutto da parte dei giovani che nasceranno nuovi pensieri e nuove correnti artistiche come la Pop Art, la Op Art o la Minimal Art tanto percitarne alcune di esse.
Verso gli anni 2000 le forme artistiche si contaminando reciprocamente, cosicché e sempre più difficile stabilire cos'è pittura, scultura, musica, teatro, cinema e video.
Le opere si collocano nell'ambiente e utilizzano sempre più spesso la fotografia e il video interattivo.
Cronaca, documentazione, immaginazione si fondono, sviluppando una rappresentazione originale e imprevedibile della realtà.
Il Citazionismo trae spunti da opere e da artisti del passato, da temi mitologici, da soggetti classici, rinascimentali,manierismo, barocchi, romantici. La tecnica pittorica è raffinatissima e tendente all'Iperrealismo. Questa corrente ha avuto diffusione in Italia con artisti come Mariani e Omar Galliani.
“Il muro, si sa, attira la scrittura”. Le parole del semiologo francese Roland Barthes ci aiutano a introdurre una delle pratiche più tipiche e primordiali dell’uomo, generatore – a iniziare dalle millenarie Lascaux e Altamira sino alla grande stagione del Muralismo messicano degli anni Venti del XX secolo – di un repertorio di segni parietali con diversa complessità di forma e significato, ma egualmente espressione di un fondamentale bisogno di decorazione, comunicazione, racconto e registrazione. La Street art non è che un nuovo brano di questa istintiva e appassionante vicenda umana.
Divenuta oggi pratica autonoma, la Street art trova la sua linfa generativa in quell’humus di segni carichi di energia trasgressiva che impregnano i muri delle città americane a partire dagli anni Settanta, pratica conosciuta come graffiti-writing o semplicemente writing. Quella delle origini di tale fenomeno è una storia di illegalità e anonimato ma soprattutto la storia di gruppi di ragazzini ribelli – quei terribili “kids” che abitano le periferie più difficili – dove i poveri, gli immigrati e in particolari gruppi etnici come afroamericani e latini vivono segregati in veri e propri ghetti urbani. In particolare, la vicenda si colloca nelle grandi metropoli dell’East Coast, Philadelphia e soprattutto New York, dove le comunità del derelitto Bronx e di alcune aree di Brooklyn iniziano a sprigionare tutta la loro energia e voglia di esistere, narcotizzata dall’esclusione sociale, nell’ambito di alcune attività creative che diventano veicolo di protesta sociale e di diffusione di uno stile di vita. Nasce nei primi anni Settanta la cultura hip-hop, che con la musica (MC’ing o rap), la danza (break-dance), la moda dei vestiti e il gergo parlato, comprende anche il writing. Tuttavia, già alcuni anni prima della nascita dell’hip hop, tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio del decennio successivo, alcuni teenager già portano con sé pennarelli di feltro e con questi lasciano segni e scrivono la propria firma (tag), in metropolitana e
sui muri della città, il più delle volte accompagnata dal numero della strada in cui vivono.
L’astrattismo è una delle più dirompenti correnti artistiche del Novecento poiché capo-volse la millenaria concezione dell’arte come “imitatrice della realtà”. Tuttavia l’astrattismo non è che la naturale conseguenza di un lungo processo, iniziato nel Romanticismo, che ha negato via via all’arte il compi-to di descrivere la realtà esterna per attribuirle quello di esprimere il senti-mento interiore dell’artista.Questo avveniva con l’espressioni-smo attraverso la proiezione di imma-gini interiori con riferimenti al mondo reale, mentre con l’astrattismo si su-pera quest’ultimo legame e i senti-menti dell’artista vengono visualizzati solo attraverso forme, linee e colori.
Marc Rothko
La fine della guerra in Europa diffonde un generalizzato senso di liberazione, che significa anche liberazione estetica che conduce ad un'idea di arte senza legami con il passato e piena di curiosità per il futuro: formalmente tutto ciò si traduce in linguaggi espressivi nuovi, l'informale materico, l'informale segnico, l'astrazione lirica.
Si attua così l'assoluta identità fra la soggettività dell'artista e l'emblematicità che assume l'opera d'arte nella cultura in generale.
L'informale materico è preferibilmente fenomeno europeo, anche se ha in America significativi riscontri per esempio nelle opere degli anni '50 di Robert Rauschenberg e Jasper Johns, il suo inizio data già dal 1943, in contemporanea all'action painting di Pollock, proponendo immagini in cui i valori estetici ed espressivi sono definiti e conclusi nei materiali utilizzati.
La tecnica dell'informale materico usa materiali eterogenei, poveri, di recupero, naturali ed artificiali, logorati dal tempo e dall'uso oppure nuovi, ma che comunque hanno perso la loro forma statica ed 'oggettuale' originaria, sfrutta le loro intrinseche possibilità di trasformazione e considera la materia contemporaneamente nel suo significato di 'cosa' e di 'segno', riaprendo così la via al rapporto dell'arte con una realtà che non è quella gestuale dell'action painting, isolata ed individuale, nè quella astratta dell'arte informale, ma che ha come riferimento la materia vera e propria.
Lucio Fontana
Albert Burri