Istituto Omnicomprensivo Statale "Karol Wojtyla" Plesso Scuola Secondaria di 1° Grado - Via De Gasperi SEMINARIO FORMATIVO "Primo Soccorso" per Docenti e Studenti (Legge 107 Art. 1 C. 10)
Contributo R. Acri Ass. "Misericordia di Scala Coeli"
Moderatore Prof. Pasquale Gentile
Interventi Dott. F. Iacovino- G. Santoro - I. Vaglico
Sabato 14/5/2016 ore 10:30
Organizzazione Ass. Vol. "Comitato Salviamo Campana"
PREMESSA
Con il termine “primo soccorso” si intendono gli interventi da eseguire in attesa dell’arrivo di personale specialistico. Esso comporta interventi semplici e facilmente eseguibili, anche da occasionali soccorritori, senza l’uso di particolari attrezzature. E’, pertanto, finalizzato, oltre che a evitare manovre ed azioni sbagliate, che potrebbero aggravare lo stato dell’infortunato, a dare un primo sollievo al malato, sia dal punto di vista fisico, sia dal punto di vista psichico. Ovviamente, considerata la delicatezza e la vastità dell’argomento, questo piccolo opuscolo ha il solo scopo di dare, molto genericamente e senza nessuna pretesa esaustiva, dei piccoli suggerimenti, che, in ogni caso, potrebbero risultare determinanti nelle casistiche che andiamo a trattare.
PRIMO SOCCORSO (L. 107 Art. 1 c. 10) Come comportarsi in caso di:
TRAUMI AGLI OCCHI
Verrà presa in considerazione la patologia più ricorrente di trauma meno profondo che interessa le parti più esterne dell'occhio (palpebra e congiuntiva) o quelle deputate alla funzione visiva (cornea e cristallino): la penetrazione di corpi estranei.
Traumi profondi o di notevole entità possono portare alla lacerazione delle strutture oculari e anche alla frattura della parete ossea e vanno considerati come traumi cranici.
SINTOMI
• dolore all’occhio interessato • arrossamento e lacrimazione
• stimolo a strofinare l'occhio • distorsioni nella visione
• ipersensibilità alla luce
TRATTAMENTI
• non strofinare l’occhio (per non causare una lesione piu' grave) • attendere se le lacrime fanno uscire il corpo estraneo in modo spontaneo • lavare l'occhio con acqua agendo dall'angolo interno (dal naso) verso l'esterno
• se il corpo estraneo non e' stato rimosso dalla lacrimazione o dall'acqua:
-se l'oggetto e' sulla palpebra provare ad asportarlo con un fazzoletto pulito
-se l'oggetto e' rimasto sull'occhio non rimuoverlo e consultare un medico
Nel caso di un trauma, anche di lieve entita', che si presume di aver curato, e' bene osservare anche le reazioni successive. Quindi in caso di gonfiori, arrossamenti o altri "segni" come presenza di sangue, consultare un medico.
MORSI O GRAFFI DI ANIMALI
DA EVITARE
• l'ignorare la ferita (alcune infezioni possono essere trasmesse da animali malati anche con il solo contatto della loro saliva).
TRATTAMENTI
• asportare con delicatezza eventuali lembi di stoffa o altri detriti
• lavare la zona lesionata con acqua e sapone
• sciacquare piu' volte con abbondante acqua corrente
• disinfettare con acqua ossigenata (indicata contro l’infezione tetanica)
• proteggere la zona con garza sterile
• recarsi dal proprio medico o al pronto soccorso (in base alla gravità delle ferite)
CONSEGUENZE
Le conseguenze di un graffio o di un morso di animale sono di due tipi:
• il danno ai tessuti (dall'escoriazione, alla lacerazione)
• lo sviluppo di infezioni (anche gravi quali la rabbia o il tetano)
Un graffio o un morso di animale, quale cane, volpe, gatto, topo, criceto o scoiattolo, va curato e va tenuto sotto osservazione
MORSO DI VIPERA
PUNTURE DI INSETTI
ZECCHE
In caso di morso di zecca è necessario rimuovere l'insetto al più presto, ma senza avere fretta.
RIMOZIONE
La zecca va afferrata con una pinzetta il più possibile aderente alla cute e, lentamente per non schiacciarla, va tirata, senza strappi, con una delicata rotazione per evitarne la rottura.
Se si dovesse rompere e la "testa" (il rostro) della zecca rimanesse all’interno della pelle, e' necessario provvedere alla completa rimozione con l’aiuto di un ago sterilizzato.
Non toccare mai la zecca con le mani e disinfettare la pinzetta utilizzata per la sua rimozione.
DISINFEZIONE
Dopo la rimozione va lavata abbondantemente la zona interessata dal morso e poi disinfettata, facendo attenzione ad evitare disinfettanti che colorano la pelle, per non correre il rischio di mascherare eventuali segni di infezione.
Le zecche infatti possono trasmettere diverse infezioni, anche se la probabilità di trasmissione di agenti patogeni per mezzo della puntura è molto bassa se individuate e rimosse correttamente entro le prime 36 ore.
Dopo aver rimosso la zecca e disinfettato la parte, va fatto seguire un periodo di osservazione (fino a 30 giorni) della zona interessata dal morso, se appare infiammata, gonfia o se insorge la febbre, va contattato un medico.
IMENOTTERI: API, BOMBI, VESPE E CALABRONI
TRATTAMENTI
• estrarre il pungiglione con delicatezza, schiacciandolo si può iniettare altro veleno • lavare e disinfettare la zona punta • far scorrere acqua fredda per alleviare il dolore e rallentare l'assorbimento del veleno (eventualmente impacco con del ghiaccio avvolto in un panno) • applicare una crema antistaminica (prima leggere le istruzioni) • nel caso di sintomi generalizzati recarsi immediatamente al pronto soccorso
DA EVITARE
• la frizione sulla cute (aumenta l'assorbimento del veleno)
• impacchi di ammoniaca, anche se diluita (ha effetto ustionante)
SINTOMI LOCALI
Reazioni che si manifestano in tutti i soggetti nella zona di penetrazione del veleno. La loro intensità varia in base alla propria sensibilità ed è proporzionale al numero di punture subite:
• arrossamento • gonfiore • prurito • dolore
SINTOMI ALLERGICI
Nel caso di persone allergiche al veleno dell'insetto o nel caso di un numero elevato di punture possono manifestarsi sintomi generalizzati:
• orticaria generalizzata • gonfiore della glottiee (senso di soffocamento) • coliche addominali • difficoltà respiratoria • arresto cardio-circolatorio
SHOCK
Lo shock è una sindrome dovuta ad una diminuzione dell’afflusso di sangue nei tessuti.
Si può manifestare in seguito ad una forte emorragia, (sia interna causata dalla rottura di un organo, sia esterna), può insorgere, per esempio, a causa di una violenta emozione, in seguito ad un ustione, dopo una lunga esposizione al freddo, in caso di reazione allergica alla puntura di un insetto, in caso di morso di vipera.
Qualunque sia la causa, lo shock presenta sempre gli stessi sintomi, distinti in tre stadi, ed è importante saperli riconoscere.
SINTOMI
SHOCK DI PRIMO STADIO:
•Polso irregolare •Sensazione di freddo •Colorito molto pallido
SHOCK DI SECONDO STADIO:
•Notevole abbassamento della pressione •Pelle con striature cianotiche •Sensazione di irrequietezza
SHOCK TERZO STADIO:
•Battito cardiaco irregolare •Respirazione alterata •Stato di confusione mentale •Sonnolenza o perdita di coscienza
TRATTAMENTI
•Individuare ed eliminare la causa (nel caso, blocco emorragia, tranquillizzare l’infortunato)
•Se cosciente: farlo sdraiare sulla schiena, con le gambe sollevate (da non fare se si tratta di trauma cranico, emorragia cerebrale o congestione)
•Se incosciente: metterlo in posizione laterale di sicurezza, slacciare gli indumenti che possono impedire la circolazione, Garantire la protezione termica con una coperta, Monitorare le funzioni vitali, Provvedere al ricovero in ospedale
DISTORSIONI, LUSSAZIONI E CONTUSIONI In generale, per questi tre tipi di lesione, il comportamento da tenere e' lo stesso descritto per le fratture, in più, è possibile fare impacchi freddi per arginare il gonfiore. SINTOMI
• dolore localizzato
• gonfiore nella parte lesa
• difficoltà o impossibilità al movimento
• presenza di tumefazione
CONTUSIONI
Sono lesioni delle parti molli del corpo: tessuto sottocutaneo, muscoli.
CONTUSIONI
• applicare ghiaccio o impacchi freddi
• eventuale bendaggio a protezione della parte lesa
• consultare un medico nel caso si sospetti un trauma più grave.
LUSSAZIONI
Sono lesioni articolari in cui le estremità ossee perdono il rapporto, lacerando capsula e tendini di rinforzo, e rimangono fuori posto. Non consentono piu' il movimento dell'articolazione.
TRATTAMENTI
• applicare ghiaccio o impacchi freddi
• non cercare di ridurre la lussazione
• immobilizzare l'articolazione nella posizione più comoda per l'infortunato
• consultare un medico
DISTORSIONI
Sono lesioni delle articolazioni. Le estremità ossee dell'articolazione si allontanano per un attimo, producendo una lacerazione della capsula o dei legamenti di rinforzo.
TRATTAMENTI
• applicare ghiaccio o impacchi freddi
• non sollecitare l'articolazione
• immobilizzare l'articolazione
• consultare un medico
FRATTURE
Con il termine frattura si indica la rottura o l'incrinatura di un osso. Si distinguono in esposte (quando l'osso e' visibile all'esterno, c'e' una lesione della pelle o una deformazione della zona colpita) o chiuse.
FRATTURA ESPOSTA CON EMORRAGIA
Autoproteggersi (cercare di non entrare in contatto con il sangue dell'infortunato).
Tamponare l'emorragia fino ad arrestarla.
Pulire e proteggere la ferita (possibilmente con garze sterili) prima di procedere all'immobilizzazione.
Applicare tutte le manovre con minore energia e particolare attenzione.
FRATTURE DELLA COLONNA VERTEBRALE
Se si presume che ci sia una lesione della colonna vertebrale, l'infortunato va lasciato immobile per evitare lesioni al midollo spinale, che potrebbero causare paralisi o gravi danni irreversibili. Il soccorso richiede tecniche e attrezzature specifiche, attendere il personale qualificato.
SINTOMI
• forte dolore che si acutizza in caso di movimenti della zona colpita
• l'arto può manifestare deformazioni
• limitazioni nell'uso dell'arto
• presenza di tumefazione
TRATTAMENTI
• non muovere l'infortunato
• cercare di immobilizzare l'area colpita con fasciature rigide (non strette)
• immobilizzare l'arto anche con elementi di fortuna: manico di ombrello o di scopa, rami di albero, assi di legno, ecc.
• provvedere al ricovero in ospedale
ASSIDERAMENTO (O IPOTERMIA) E' il raffreddamento di tutto il corpo (sotto i 35°C) dovuto all'esposizione prolungata a basse temperature. Vi è diminuzione della temperatura corporea (3°C ogni ora), da cui deriva una progressiva e marcata riduzione delle funzioni vitali.
TRATTAMENTI
• portare l'infortunato in un ambiente riscaldato, o riparato da vento e umidità
(spostarlo sempre con movimenti lenti e mantenerlo in posizione orizzontale)
• sostituire gli indumenti bagnati con altri asciutti e caldi
• somministrare bevande calde
• somministrare ossigeno
• provvedere al ricovero in ospedale
DA EVITARE
• l'innalzamento della temperatura troppo rapido
• la somministrazione di bevande alcoliche
• i massaggi alle estremità.
SINTOMI
Fase iniziale
• accentuato pallore del viso e del corpo • presenza di brividi e agitazione • polso accelerato e respiro rapido
• dolori articolari e muscolari
Seconda fase
• difficoltà o scarsa coordinazione nei movimenti • stato di confusione o sonnolenza • polso aritmico e respiro rallentato • rigidità muscolare
Fasi avanzate
Se l'esposizione al freddo continua e la temperatura corporea scende al di sotto dei 30°C si verifica uno stato di incoscienza e le funzioni vitali sono estremamente rallentate, via via peggiorano fino alla completa assenza e all'arresto cardiaco.
LESIONI DA FREDDO
CONGELAMENTO
E’ il raffreddamento localizzato di alcune parti del corpo dovuto all’esposizione a basse temperature. In genere sono colpite le estremità (dita delle mani e dei piedi, orecchie, punta del naso, guance).
TRATTAMENTI
•Portare l’infortunato in ambiente riscaldato
•Rimuovere ogni ostacolo alla circolazione sanguigna
•Togliere gli indumenti bagnati
•Asciugare la parte colpita con delicatezza
•Riscaldare le parti in acqua tra i 35 ed i 40°C
•In mancanza d’acqua riscaldare con indumenti o con le mani senza strofinare
•Provvedere al ricovero in ospedale
SINTOMI
Fase Iniziale
•Lieve dolore iniziale che scompare, assieme alla sensibilità
•Sensazione di formicolio della parte interessata
•Possibile gonfiore o indurimento
•Pelle leggermente pallida
Fasi Avanzate
Se non trattato precocemente, il congelamento porta ad un progressivo arresto della circolazione del sangue nella parte colpita, assenza completa di sensibilità, la pelle diventa cianotica, si formano delle bolle e si avvertono dolori molto intensi.
L’ultimo grado di congelamento porta al blocco della circolazione nella parte interessata, si hanno fenomeni necrotici (morte) nei tessuti, fino alla perdita della parte.
COLPO DI CALORE
E’ provocato da un eccessivo innalzamento della temperatura corporea legato ad insufficiente traspirazione.
COLPO DI SOLE
E’ provocato da un’esposizione ai raggi solari per un lungo periodo e senza una adeguata protezione della testa.
Non sono molto facili da distinguere uno dall'altro, anche se il colpo di calore è caratterizzato da un più accentuato arrossamento del viso, ma poco importa, perchè hanno le stesse terapie.
TRATTAMENTI
•Trasportare l’infortunato in un luogo fresco ed areato
•Togliere gli abiti
•Se cosciente: farlo sdraiare sulla schiena, con le gambe sollevate
•Far bere bevande fresche e saline
•Se incosciente: metterlo in posizione laterale di sicurezza
•Praticare spugnature fredde sul capo e sul collo
•Massaggiare le gambe dal piede verso la coscia
•Applicare borse di ghiaccio, o impacchi freddi sul capo, collo, inguine
•Avvolgerlo con un lenzuolo o asciugamano imbevuti di acqua fredda
•Provvedere al ricovero in ospedale
SINTOMI
•Arrossamenti del viso
•Difficoltà nel respiro
•Arresto della sudorazione e pelle calda al tatto
•Mal di testa, nausea, vomito
•Debolezza, sensazione di vertigine
•Aumento della temperatura corporea
•Stato confusionale, perdita di coscienza, coma (nei casi più gravi)