von Michele Alexis Vor 6 Jahren
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La Chiesa appartiene ai Francesi, si trova a poca distanza da piazza Navona e si affaccia nella piazza di San Luigi dei Francesi. Vicino alla Chiesa era presente un palazzo in cui vivevano il pittore Caravaggio e il Cardinale Francesco Maria del Monte, oggi Palazzo Madama, sede del Senato della Repubblica. La facciata frontale è composta da tre navate divise da due pilastri: una centrale più ampia e due secondarie ai lati. All’interno sono presenti tele del Caravaggio come “la Vocazione di San Matteo” dove viene rappresentato Gesù che con un gesto simbolico indica San Matteo, “San Matteo e l’Angelo” e “il martirio di San Matteo” in cui possiamo vedere l’uccisione del Santo durante la celebrazione della messa. Inoltre ci sono cinque cappelle per lato e lo stile della chiesa è barocco. Il cardinale alla morte del Contarelli incaricò Caravaggio di dipingere le pareti laterali e la pala d’altare della cappella.
Deposizione (Caravaggio 1602 - 1604)
DEPOSIZIONE
Autore: Michelangelo Merisi da Caravaggio
Data: 1602-04
Tecnica: olio su tela
Dimensioni: 300×203 cm
Ubicazione: Pinacoteca Vaticana - Sala XII CARAVAGGIO (sec. XVII)
Caravaggio, nelle sue opere, voleva attrarre l’attenzione dello spettatore, non tanto sulla prospettiva ma nel contrasto di luce che risaltava i corpi dei personaggi, portandoli in primo piano e trasmettere un’importanza superiore correlativamente al resto dell’opera.
Il quadro venne commissionato da Girolamo Vittrice, differentemente da molti altri lavori, la deposizione di Caravaggio venne amata ed ammirata fin da subito dal pubblico e della critica. Appena l’artista completò il proprio capolavoro, quest’ultimo rimase all’interno della chiesa fino al 1797: proprio in quell’anno venne firmato il Trattato di Tolentino, il quale permise il trasferimento del lavoro di Caravaggio a Parigi. Quando Napoleone perse tutto il proprio prestigio a seguito delle sconfitte in guerra, molti dei quadri “sequestrati” vennero riportati nelle loro sedi originarie: così la Deposizione venne trasportata nella Pinacoteca di Pio VII, importante fulcro della collezione dell’odierna Pinacoteca Vaticana.
Ci sono moltissimi dettagli che hanno reso celebre questa tela di Caravaggio. Studia un momento la prospettiva: l’artista ha studiato questo aspetto in relazione alla destinazione finale dell’opera, poiché, puoi godere dei minimi dettagli della scena solo guardandola dal basso verso l’alto. Adesso, guarda per un momento il sepolcro: è stato riprodotto in modo talmente realistico, a tal punto che sembra che stia per “sfondare” la tela. I personaggi, inoltre, sono un elemento fondamentale: c’è Cristo, privo di vita; il primo dettaglio che salta all’occhio è senza dubbio il braccio che pende privo di vita, e conseguentemente, anche il corpo, esanime, sembra voler sprofondare verso il basso, ma viene prontamente sorretto (anche se con immensa fatica) dagli apostoli Giovanni e Nicodemo.
Madonna delle Ciliegie (Federico Barocci 1570 - 1573)
MADONNA DELLE CILIEGIE
(detto anche riposo durante la fuga in Egitto)
TIPO: affresco o tavola, olio su tela trasportato su tavola
AUTORE: Federico Fiori (detto Barocci) Urbino 1535 - Urbino 1612
LUOGO: Roma - Musei Vaticani - Pinacoteca - Sala XI
PERIODO DI REALIZZAZIONE: 1570 - 1573
COMMITTENTE: Simonetto Anastagi di Perugia
COSA RAPPRESENTA L’OPERA: La Madonna è pensierosa ed è
accovacciata che sta prendendo l’acqua per Gesù. Giuseppe gioca con il figlio e si ricambiano delle risate. L’opera esprime il tema religioso con gesti immediati e armoniosa semplicità. La palma con la sua ombra e i suoi frutti offre protezione e ristoro alla Vergine e al Bambin Gesù e secondo la narrazione del Vangelo di Matteo, viene sostituita da un albero di ciliegie, il cui frutto allude simbolicamente al sangue della passione di Cristo e alla dolcezza del Paradiso.
CONTESTO STORICO: Fuga dall’Egitto
CARATTERISTICHE STILISTICHE: La struttura è caratterizzata da un
gioco di colori, è presente il chiaro scuro ma comunque è vivace. La luce del dipinto proviene da sinistra in basso dove è presente un cappello di paglia e il ruscello con le pietre su cui è accovacciata la Madonna, mentre il bambino Gesù è seduto su un cuscino: ciò rappresenta l’affetto e la protezione dei genitori nei suoi confronti.
Madonna col Bambino e Santi (Tiziano 1533 - 1535)
La Madonna col Bambino e Santi
(Madonna dei Frari)
Tipo di tavola: Olio su tavola trasportato su tela. (388 x 270 cm)
Autore: Tiziano Vecellio. Pieve di Cadore 1490 ca. - Venezia 1576
Dove si trova l’opera: Pinacoteca, Sala X, Scuola di Raffaello e Veneti (secolo XVI)
Periodo di realizzazione dell’opera: 1533-35
Committente: Chiesa di st. Niccolò della Lattuga in Campo dei Frari a Venezia
Che cosa rappresenta l’opera: la Vergine con il bambino e gli Angeli sulle nubi e in basso i Santi in raccoglimento
Contesto storico: Religioso
Personaggi rappresentati:
San Sebastiano può essere considerato uno dei santi più rappresentati della chiesa Cattolica riconoscibile per via del corpo costituito a frecce;
San Nicola è noto anche al di fuori del mondo Cristiano perché la sua figura ha dato origine a Santa Claus;
San Pietro fu il primo Papa della chiesa Cattolica e lo si riconosce perché ha le chiavi del Paradiso nelle mani;
Santa Caterina fu canonizzata da Papa Pio II ed è compatrona d’Italia e d’Europa;
San Francesco è stato un religioso poeta italiano e fondatore dei Francescani.
Caratteristiche stilistiche: La sua pittura era contraddistinta da una pennellata sporca, rimpiazzando la maniera luminosa e tonale del periodo giovanile. Lasciato asciugare l’olio, il pittore interveniva su questa preparazione policroma con pennellate massicce.
Adorazione dei Magi (Rafafellino dal Colle 1525 circa)
ADORAZIONE DEI MAGI
Raffaellino del Colle (Borgo San Sepolcro 1490 ca. – 1566). Dal 1519 entrò a far parte della bottega romana di Raffaello. Alla morte del maestro, Raffaellino divenne il principale collaboratore del suo allievo più importante, Giulio Romano. Nel 1527, con il sacco di Roma, come molti pittori, andò via da Roma e tornò nei suoi territori e dipinse anche alcune opere vicino Pesaro come gli affreschi di Villa Imperiale.
Il dipinto raffigura l’Adorazione dei Magi in un paesaggio con ruderi; originariamente eseguito su tavola e poi trasportato su tela, fu donato a Benedetto XV nei primi decenni del Novecento. Di questo dipinto i musei conservano anche il cartone preparatorio eseguito da Raffaellino, grazie al quale è possibile osservare il processo di elaborazione creativa, dall’idea iniziale all’esecuzione materiale dell’opera. Il cartone è lo strumento usato dal pittore per trasferire il disegno originale sul supporto finale. I contorni e le linee principali del cartone vengono perforati e trasferiti sul quadro per mezzo dello spolvero oppure ricalcati. Il dipinto a causa delle gravi condizioni conservative in tempi passati subì il trasporto della pellicola pittorica su un nuovo supporto, e recentemente è stato restaurato ed è stato possibile sanare la delicata situazione conservativa.
Cimasa della Pala di Pesaro (Giovanni Bellini 1471-1483 circa)
LA CIMASA DELLA PALA DI PESARO
Autore: Giovanni Bellini (Venezia, 1433 circa – Venezia, 26 novembre 1516)
Data: 1471 - 1474 circa
Tecnica: olio su tavola
Collocazione: musei Vaticani, sala IX Leonardo da Vinci
Storia della Pala di Pesaro: Giovanni Bellini, detto anche il Giambellino, ebbe come principale punto di riferimento la pittura veneziana. La Pala di Pesaro è uno dei suoi più celebri capolavori. Di forma rettangolare era coronata originariamente con una Cimasa raffigurante una Pietà, oggi conservata qui. La Pala si trovava nella chiesa di San Francesco a Pesaro, quando nel 1797 approdò nei musei civici. La Pietà, invece, venne trasferita a Parigi, dove fu recuperata nel 1815 da Antonio Canova, uno scultore e pittore italiano. Arrivò a Roma, e fu posta nella Pinacoteca Vaticana, dove si trova tutto oggi.
La Cimasa della Pala di Pesaro: è diversa rispetto alle altre opere di Bellini. Cristo non è più frontale, ma è seduto in tralice sul sarcofago. Mentre un inserviente lo tiene per la schiena e Nicodemo tiene l’ampolla degli Ungenti alla Maddalena, che inginocchiata davanti a lui gli profuma una mano. In questo dipinto si legge un profondissimo senso del dramma del sacrificio divino.
San Girolamo (Laonardo da Vinci 1480)
SAN GIROLAMO
Autore: Leonardo da Vinci (15 aprile 1452 - 2 maggio 1519)
Data: 1480
Tecnica: colore ad olio; pittura a tempera
Dimensioni: 103×75 cm
Ubicazione: Pinacoteca Vaticana - Sala IX LEONARDO (secolo XV-XVI)
Leonardo è stato ingegnere, pittore e scienziato italiano. E' considerato uno dei più grandi geni dell'umanità.
CARATTERISTICHE PITTURA
Leonardo era affascinato dai colori, la cosa che lo colpiva maggiormente era l'effetto che aveva che aveva l'atmosfera sui colori dei soggetti più distanti. Una delle teorie pittoriche affinate da Leonardo è "l'inazzurrimento dei lonatani" che consiste nell'aumentare la percentuale di ciano nei soggetti in terzo piano (montagne) per dare una maggiore illusione di profondità nelle opere. Una sua caratteristica principale è che non finiva quasi mai le sue opere.
STORIA
Non abbiamo notizie sulla destinazione e sul committente del dipinto, ancora allo stato di abbozzo è tra i più enigmatici del grande pittore. La più antica citazione del S. Girolamo infatti risale solo agli ainizi dell'800, quando è menzionato nel testamento della pittrice svizzera Angelica Kauffmann. Alla sua morte se ne persero nuovamente le tracce, finché fu trovato per caso e acquistato dallo zio di Napoleone, il Card. Joseph Fesch. Secondo la tradizione il cardinale rinvenne il quadro diviso in due parti: quella inferiore nella bottega di un rigattiere romano dove costituiva il coperchio di una cassetta, mentre quella con la testa del santo presso il suo calzolaio che ne aveva fatto il piano dello sgabello. Al di là del racconto romanzato la tavola risulta realmente tagliata in cinque pezzi. Alla morte del cardinale il quadro fu messo all'asta e venduto più volte, fino ad essere individuato e fatto acquistare da Pio IX per la Pinacoteca Vaticana.
Trasfigurazione (Raffaello 1520)
TRASFIGURAZIONE
Tecnica: affresco
Autore: Raffaello (Urbino, 28 marzo o 6 aprile 1483 – Roma, 6 aprile 1520). La parte inferiore dell’opera fu completata dal suo allievo Giulio Romano. Si tratta dell’ultima opera eseguita da Raffaello
Ubicazione: Pinacoteca Vaticana, sala VIII di Raffaello Sanzio
Realizzazione: 1518-1520. Quando Raffaello morì, la Pala doveva essere forse realizzata solo a metà e in quella circostanza, riporta Vasari, la Trasfigurazione fu collocata davanti al suo letto di morte
Committente: Papa Clemente VII (commissionata quando ancora era Cardinale nella sede episcopale di Narbonne (Francia meridionale)
Significato evangelico: "...Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l'amato: ascoltatelo!»...
Personaggi rappresentati: La scena è ambientata sul monte Tabor dove compaiono:
Ai piedi del monte Tabor vi sono:
Caratteristiche stilistiche: nell'opera, si avverte chiaramente come Rafafello abbia distinto i due momenti narrativi:
in basso la scena è concitata e nervosa, mentre quella superiore è ordinata e simmetrica. Sull'asse verticale si consuma, infatti, la relazione tra l'epifania di Cristo, che scioglie tutto il dramma della metà inferiore. L'uso della luce, è particolarmente scenografico. In basso una luce cruda ed incidente, alternata ad ombre profonde, rivela un concitato protendersi di braccia e mani, con il fulcro visivo spostato a destra, sulla figura dell'indemoniato
Pietà - parte della Pala di San Pietro in Muralto - (Carlo Crivelli 1488 - 1489)
Titolo dell’opera: Pietà
Tipo: Cimasa di Polittico (Pala d'altare la cui struttura è costituita da vari elementi giustapposti)
Autore: Carlo Crivelli (Venezia, 1430 circa – Ascoli Piceno, 1495)
Dove si trova l’opera: Musei Vaticani, Pinacoteca
Periodo di realizzazione dell’opera: 1488-89
Che cosa rappresenta l’opera: Morte di Gesù. Maria e altre donne disposte prospetticamente piangono la morte di Gesù.
Contesto storico di riferimento: 33 d.C.
Personaggi rappresentanti: Corpo morto di Gesù, Maria e altre due donne disposte prospetticamente.
Caratteristiche stilistiche: in questa composizione si evidenzia l'estrema originalità del linguaggio elaborato dal Crivelli, in cui le conquiste rinascimentali della prospettiva e della nitida modellazione dei volumi si legano a cadenze decorative e all'uso dell'oro di gusto tardogotico. La linea contorta crea figure quasi astratte e irreali, eppure la composizione raggiunge un effetto di solenne e straordinaria drammaticità.
Curiosità sull’autore: Carlo Crivelli è stato un pittore italiano, si formò a Padova e in seguito lavorò soprattutto nel sud delle Marche diventando di fatto il più importante artista attivo sul bacino dell’Adriatico, esclusa la laguna veneta. Influenzato in gioventù da Donatello la sua arte restò sempre in bilico da un lato con le novità prospettiche, l’intenso Espressionismo. Pur rimanendo, per scelta, isolato dalle grandi correnti dell’ arte rinascimentale che attraversavano la penisola, Crivelli si rinnovò continuamente con originalità e una ricerca formale mai interrotta.
Sisto IV nomina il Platina Prefetto della Biblioteca Vaticana (Melozzo da Forlì 1477)
SISTO IV NOMINA IL PLATINA PREFETTO DELLA BIBLIOTECA VATICANA
L'affresco (1477,) staccato, proviene da uno degli ambienti della antica Biblioteca Vaticana, fondata nel 1475 da Sisto IV della Rovere (pontefice dal 1471 al 1484). Melozzo da Forlì, trasferitosi a Roma nel 1475 e affermatosi alla Corte Pontificia, illustra l'episodio storico della nomina dell'umanista Bartolomeo Sacchi, detto il Platina, a primo Prefetto della Biblioteca. La scena, scorciata per una vista dal basso, mostra un gruppo di personaggi inseriti in una sfarzosa architettura classica di arcate sostenute da pilastri al di sotto di un soffitto a cassettoni dorati.
I protagonisti:
- Sisto IV è seduto in trono sulla destra
- Il Platina, al centro in ginocchio, riceve l'investitura e punta l'indice della mano destra verso un'iscrizione da lui composta che esalta le imprese edili di Sisto IV nella città di Roma tra cui la ristrutturazione di un ospedale, un acquedotto e il ponte che ancora porta il suo nome (Ponte Sisto).
- i due Cardinali Giuliano della Rovere, futuro papa Giulio II (pontefice dal 1503 al 1513), in piedi al centro, e Pietro Riario, di fianco al papa.
- i due nipoti laici Giovanni della Rovere, a sinistra, (fratello di Giuliano e mecenate del Platina) e Girolamo Riario (fratello di Pietro e protettore di Melozzo da Forlì) nella parte sinistra.
La composizione dei personaggi rappresenta con efficacia lo spirito del tempo, dove al centro della vita politica c'erano le grandi famiglie signorili dove era d'obbligo avere almeno un figlio che seguisse la carriera ecclesiastica, uno quella militare e almeno una figlia da dare in sposa ad un'tra famiglia per stringere importanti alleanze di potere. Nel caso dell'affresco qui rappresaesntato vediamo la famiglia Della Rovere (che diventeranno Signori del ducato di Urbino e Pesaro) con il ramo ad essi imparentato dei Riario (Signori di Forlì dove nacque l'autore Melozzo).
SALA DI COSTANTINO
Tipo: Affresco
Autore: Raffaello (disegni preparatori) e allievi
Ubicazione: Stanze di Raffaello nei Musei Vaticani
Commitente: Papa Leone X
Motivo della committenza: il tema iconografico mira all’esaltazione della Chiesa, della sua vittoria sul paganesimo e al suo insediamento nella città di Roma.
Tema: le storie di Costantino Magno.
Contesto storico: alto medioevo
Personaggi rappresentati: Papa Clemente VII, Costantino, Massenzio, Vera Croce, Carlo V, Francesco I di Francia,
La sala, destinata a ricevimenti e cerimonie ufficiali, fu decorata dagli allievi di Raffaello tra il 1520 e il 1524, sulla base di disegni del maestro, morto prematuramente prima della fine dei lavori (1520). Essa prende il nome da Costantino (306-337 d.C.), primo imperatore romano a riconoscere ufficialmente la religione cristiana concedendo la libertà di culto. Sulle pareti sono raffigurati quattro episodi della sua vita che testimoniano la disfatta del paganesimo e il trionfo della religione cristiana: Quattro sono gli affreschi principali:
1. Visione della Croce
La scena si ispira all'episodio dell’Adlocutio (discorso formale all'esercito schierato per incitarlo prima di una battaglia). Mostra Costantino che arringa l’esercito per spronarlo alla vittoria. Sul basamento da cui l'Imperatore parla si trova anche la scritta chiarificatrice “ADLOCUTIO QUA DIVINITATIS IMPULSI CONSTANTINIANI VICTORIAM REPERERE". Nel cielo, al centro appare la Croce sorretta da angeli e la scritta con caratteri greci EN TOYTΩI NIKA (ita: in questo vinci - lat: in hoc signo vinces)
2. Battaglia di Costantino contro Massenzio
Il soggetto del dipinto è la battaglia di Ponte Milvio quando Costantino sconfisse Massenzio.
Al centro incede trionfante Costantino su un cavallo bianco. Gli si parano davanti le truppe avversarie, che si piegano però alla sua inarrestabile avanzata. A destra si vede il ponte Milvio
sul Tevere; in basso a sinistra, si trova anche Massenzio a cavallo, riconoscibile per la corona in testa, che è ormai inevitabilmente destinato alla sconfitta.
3. Battesimo di Costantino
Il soggetto del dipinto è il Battesimo che ricevette Costantino
da San Silvestro Papa
Il papa ha le sembianze di Clemente VII e si trova al centro dell'edificio tra assistenti e sta versando l'acqua sul capo dell'imperatore inginocchiato seminudo. Sul libro che regge il sacerdote si legge "Hodiesalus Urbi et Imperio facta est".
Assistono due personaggi contemporanei ai lati, Carlo V
4. Donazione di Roma
La Donazione di Costantino è l'episodio leggendario secondo cui l'imperatore romano fece dono a papa Silvestro I della città di Roma
e dei territori pertinenti, fondando il potere temporale del vescovo di Roma. In realtà tale episodio è un falso storico.
I pontefici medicei, sotto i cui pontificati fu completata la decorazione, ignorarono però tale confutazione concludendo tutto il ciclo storico a celebrazione del papato proprio con questa scena. La scena è ambientata all'interno di un edificio che ricorda l'antica basilica di San Pietro
Incoronazione di Carlo Magno (Rafafello e allievi 1514 - 1517)
INCORONAZIONE DI CARLO MAGNO
Tipo: Affresco
Autore: Su disegni di Raffaello Sanzio, esecuzione realizzata da suoi allievi come Giulio Romano, Penni e Giovanni da Udine
Luogo: stanze di Raffaello (Musei Vaticani)
Data: 1514-1517
Committente: Papa Leone X
Motivo della committenza: Esaltare la figura di Papa Leone X attraverso storie tratte dalla vita di altri due papi con lo stesso nome, cioè papa Leone III e papa Leone IV
Rappresentazione dell’opera: L’incoronazione di Carlo Magno da parte di Papa Leone III durante la notte di Natale dell’800 d.C. nella Basilica di San Pietro.
Contesto storico di riferimento: Carlo Magno viene incoronato da papa Leone III come imperatore del Sacro Romano Impero. Sacro in quanto cristiano, quindi con il consenso e autorizzazione del Papa, Carlo Magno diventa protettore della cristianità, Romano perché erede della potenza di quello antico.
C’è un importante riferimento all’attualità, in particolare, ad un concordato (accordo) tra Papa Leone X e il re di Francia Francesco I
Caratteristiche stilistiche: Circondano questa sorta di platea due gruppi di cardinali, vescovi e soldati, mentre a sinistra si vede l'altare e, in primo piano, un gruppo di inservienti che sta accatastando grossi vasi argentei e aurei e un ripiano con le zampe dorate su un tavolo delle offerte, riprendendo il tema romano-imperiale dei cortei trionfali.
Scuola di Atene (Raffaello 1509 - 1511)
Parnaso (Raffaello 1510 - 1511)
PARNASO
Tipo: Affresco
Autore: Raffaello
Luogo: Stanza della segnatura
Periodo di realizzazione: 1510 – 1511
Committente: Giulio II
Motivo della committenza: Giulio II, pochi anni dopo l’inizio del suo pontificato, si rifiutò di utilizzare l’ Appartamento Borgia, indissolubilmente legate al suo predecessore Alessandro VI. Per questo scelse alcuni ambienti al secondo piano del Palazzo Apostolico nell’ ala settentrionale, frutto delle ricostruzioni parziali di Niccolò V
Che cosa rappresenta l’ opera: Rappresenta i poeti più importanti del tempo in onore alla poesia e le tre grandi vie che l'uomo percorre nella sua ricerca del Vero e dell'Assoluto: l'arte, la filosofia e la religione
Contesto storico di riferimento: Poiché siamo nell’apice del Rinascimento, in cui si da più importanza alla letteratura, all’ arte e alla musica anche antica, Raffaello ha rappresentato sul monte Parnaso i più illustri letterati
Personaggi rappresentati: L’affresco ritrae il dio Apollo, seduto al centro che suona la lira da braccio, circondato dalle nove Muse (Clio, Thalia, Erato, Polyhymnia, Calliope, Terpsichore, Urania e Melpomene), protettrici delle arti, e da poeti antichi e moderni, tra cui si riconoscono facilmente Omero, Virgilio, Dante e la poetessa Saffo seduta in basso a sinistra con il nome scritto sul foglio che tiene nella mano
Caratteristiche stilistiche: La parete presenta maggiori difficoltà perché la superficie da decorare è spezzata dalla presenza di una finestra, per questo Raffaello crea una composizione irregolare, con alla base due monocromi raffiguranti scene mitologiche, tra i quali possiamo trovare alcune appartenenti all’ Iliade, l’ Eneide e l’ Odissea
Disputa di santa Caterina d'Alessandria con i filosofi innanzi all'imperatore Massimino (Pinturicchio 1492 - 1494)
DISPUTA DI SANTA CATERINA D'ALESSANDRIA
Tipo: affresco
Autore: Pinturicchio
Dove si trova l'opera: appartamenti Borgia - Sala dei Santi (Musei Vaticani)
Periodo di realizzazione: 1492 - '94
Committente: Papa Alessandro VI Borgia
Motivo della committenza: per abbellire le sue stanze e lasciare un segno di riconoscimento della sua famiglia
Contesto storico di riferimento: l'opera ricorda la disputa teologica di Santa Caterina con i filosofi pagani di Alessandria. Siamo verso il 305 a.C. durante il tetrarcato. Governatore di Egitto e Siria venne nominato l'Imperatore Massimino Daia. Caterina, cristiana, avendo rifiutato di ottemperare all’obbligo di offrire sacrifici agli dei pagani imposto ai sudditi durante i grandiosi festeggiamenti per l’arrivo del Daia, fu da questi convocata al cospetto di cinquanta sapienti della corte per essere ricondotta all’obbedienza. In virtù della sua eloquenza la disputa si concluse invece a favore della giovine Caterina, che riuscì a confutare la vanità del politeismo con tanta erudizione da convertire invece tutti i filosofi alla propria dottrina, provocandone la condanna a morte da parte del governatore, adirato e al tempo stesso affascinato al punto da volerla in sposa. Rivelatosi vano ogni ulteriore tentativo di conversione e a fronte dell’ennesimo rifiuto di Caterina, il governatore estese anche a lei la condanna a morte con la tortura della ruota dentata, restandone miracolosamente illesa ma venendo poi decapitata.
Cosa rappresenta il dipinto: qui viene raffigurato il momento della disputa di Santa Caterina con i 50 filosofi pagani. La Santa viene rappresentata con la corona in testa e vestita di abiti regali per sottolineare la sua origine principesca. Alessandro VI vuole rimarcare il suo ruolo di potenza e portatore di pace e giustizia, vedi infatti l'arco di Costantino con la scritta "Pacis Cultori". Inoltre vengono raffigurati alcuni membri della sua famiglia: la figlia Lucrezia Borgia nei panni di S. Caterina e il figlio Cesare in quelli dell'imperatore.
Madonna con Bambino e Angeli (Pinturicchio 1492 - 1494)
MADONNA CON BAMBINO E ANGELI
Tipo: affresco
Autore: Pinturicchio (Bernardino di Betto) e seguaci
Luogo: Musei Vaticani, appartamenti Borgia - Sala dei Santi
Periodo di realizzazione: 1492-1494
Committente: Papa Alessandro Borgia
Motivo della committenza: Per ristrutturare la sala dei santi, e dato che lui era devoto alla madonna si fece fare molti dipinti della Madonna
Opera: rappresenta la Madonna con il bambino, si dice che la faccia della Madonna sia quella di Giulia Farnese la quale fu amante di papa Allessandro VI. Giulia era la sorella di Alessandro Farnese il quale, grazie all'intervento della sorella, fu nominato Cardinale e iniziò un'importante carriera ecclesiastica che lo porterà a diventare Papa nel 1534 col nome di Paolo III
Personaggi rappresentati: Madonna, Bambino e Angeli
Caratteristiche fisiche: si nota che la Madonna prova un forte sentimento materno per il figlio
Retorica (Pinturicchio 1492 - 1494)
RETORICA
TIPO: AFFRESCO
AUTORE: PINTURICCHIO
DOVE SI TROVA L’OPERA: ROMA, MUSEI VATICANI -
PERIODO REALIZZAZIONE DELL’OPERA: 1492-94
COMMITTENTE: PAPA RODRIGO BORGIA - ALESSANDRO VI
MOTIVO DELLA COMMITTENZA PERCHE' VOLEVA ABBELLIRE IL SUO APPARTAMENTO (SALI SEGRETE)
CHE COSA RAPPRESENTA L’OPERA: UNA DELLE ARTIARTI LIBERALI “LA RETORICA” OVVERO l'arte di persuadere mediante i discorsi
CONTESTO STORICO DI RIFERIMENTO: l’appartamento Borgia venne ideato dallo stesso Alessandro VI come residenza con la propria famiglia. L’imponente decorazione interna, costituita da un grandioso ciclo di affreschi, è di Pinturicchio e suoi assistenti, collocabile nel periodo 1492-1494. Alla morte del papa le stanze del pregiato appartamento furono di fatto abbandonate e poi, soltanto nel corso dell’Ottocento, riaperte al pubblico
PERSONAGGI RAPPRESENTATI: il letterato Paolo Cortesi
come Cicerone nella retorica e forse Donato Bramante, ancora non arrivato a Roma, ma già noto, come Euclide nella Geometria
CARATTERISTICHE STILISTICHE: UN DIPINTO MURARIO CON INFLUENZA DI ARTE GOTICA INFLUENZA umbro-laziali, dalla colorazione smagliante.
La Chiesa Santa Maria Maggiore è una delle 4 chiese papali, è la preferita di Papa Francesco ed una delle poche dedicate interamente alla Madonna. Ella ha un’origine molto interessante che ha come protagonista il Papa di allora che stava cercando invano il luogo perfetto dove poter costruire la chiesa fino a quando in sogno gli apparve la Madonna, ella gli disse che nel luogo dove il 5 agosto nevicherà si innalzerà la Basilica, il sogno si avverò. Infatti ogni 5 agosto nella piazza Santa Maria Maggiore viene spruzzata della neve finta nel ricordo di questa leggenda a cui tutti i romani credono.
La tomba di Bernini è posta infondo a destra nella chiesa Santa
Maria Maggiore, poco visibile al pubblico, spoglia e con la scritta in
uno scalino, infatti solo poche persone sanno il luogo della sua
sepoltura ed alcune non ne sono neanche a conoscenza dato che
poche guide la mostrano. Questo ci stupisce molto perché Bernini
ha costruito e decorato con meravigliose scultore e architetture il
90% del Barocco Romano e non gli si rende giustizia dedicargli una cosi indecorata tomba. Ella voleva far ricordare appunto Bernini, ma anche la sua famiglia.
La Cappella Paolina si trova all'interno della chiesa di Santa Maria Maggiore, famosa per avere la Porta Santa, che viene aperta dal papa ogni Giubileo. All'interno della Cappella, alzando gli occhi, possiamo notare che la Madonna, accerchiata dagli Angeli, ha sotto i piedi una sfera di colore bianco, che rappresenta la Luna. Più attentamente si può vedere che questa sfera non è perfetta. Si notano infatti dei crateri ed irregolarità così come furono descritti da Galileo Galilei. Questo affresco, dipinto da Ludovico Cigoli, amico dell'astronomo pisano, è il primo a rappresentare la Luna come la vide Galileo.
LA PORTA SANTA
La porta santa della basilica di Santa Maria Maggiore è una delle quattro principali porte sante di Roma situate nelle altre Basiliche pontificie (San Pietro, San Paolo Fuori Dalle Mura, San Giovanni in Laterano).
Questa porta principalmente in legno è decorata tramite dei rilievi creati su di essa. A sinistra viene rappresentata la Madonna e a destra è raffigurato Gesù.
Nelle due incisioni in basso si ricordano i Concili di Efeso e Vaticano II che hanno stabilito, per la Chiesa Cattolica, oltre la maternità umana della Madonna, anche la maternità divina (Mater Dei nel Concilio di Efeso) e la maternità di tutta la Chiesa (Mater Ecclesia nel Concilio Vaticano II). Si riconoscono anche gli anni dei Concili (431 a.C. Efeso e 1965 Vaticano II).
Nella parte sommitale della porta vi è riportato lo stemma di Papa Giovanni Paolo II in ricordo del Giubileo del 2000 con la scritta dell'avvento del terzo millennio
CAPPELLA CERASI
La cappella Cerasi è situata all'interno della Basilica di Santa Maria del Popolo. In essa vi sono collocate tre opere: la Conversione di San Paolo e la Crocifissione di San Pietro, di Caravaggio, e l’Assunzione della Vergine di Annibale Carracci. La particolarità dei due dipinti di
Michelangelo Merisi, situati nelle pareti laterali, è che in entrambi emerge la presenza di un fondoschiena, di un equino nella Conversione di San Paolo e di un uomo nella Crocefissione di San Pietro. La tecnica di Caravaggio di rappresentare soggetti a sfondo nero, si mette in contrapposizione con il dipinto di Carracci che invece è molto luminoso grazie ai colori accesi che rendono la tela più appariscente.
LE SCALINATE
Ampliando il palazzo Barberini, furono chiamati due artisti di grande livello (Bernini e Borromini) a congiungere le nuove parti del palazzo con delle scalinate.
Borromini si occupò dell’ala ovest del palazzo, lavorò in uno spazio ristretto rispetto a Bernini ma realizzò una bellissima scalinata a chiocciola, stretta ma comoda, sostenuta da alti pilastri a coppie di due.
Bernini si occupò dell’ala est del palazzo, potendo lavorare in uno spazio maggiore realizzò una enorme scalinata a pianta quadrata sempre sostenuta da pilastri a coppie di due.
Osservandole dal basso, la scalinata realizzata da Borromini sembra più alta rispetto a quella del Bernini, eppure sono alte uguali.