por DanyaIak DanyaIak hace 4 días
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Questa logica viene applicata ad esempio con i cosiddetti sconti early bird per cui chi si iscrive prima al corso paga di meno (entro una certa data), oppure utilizzando comunicando che i posti limitati o che sono disponibili gli ultimi posti per far percepire un effetto di scarsità.
Ad esempio, un sito web di una scuola è facile da navigare e offre tutte le informazioni necessarie in modo chiaro e conciso. Questo può aumentare la probabilità che un prospect scelga quella scuola in confronto ad un’altra il cui sito ha una struttura complessa ed è difficile trovare le informazioni.
Per vendere uno yogurt si può comunicare che è 80% più light, o ha il 20% di grassi in meno. Generalmente, la prima modalità incornicia positivamente il prodotto, invogliando il consumatore all’acquisto.
Una comunicazione impostata sulla conferma risulta particolarmente utile nel facilitare le vendite. I social network rappresentano terreno fertile per il proliferare di questo tipo di bias: ci mostrano esattamente i contenuti in linea con le convinzioni personali.
Negli acquisti online, invece, agisce in particolar modo nel momento della ricerca di recensioni e feedback positivi. Non a caso, in molti nei siti di shop online, ad esempio Amazon, su alcuni prodotti troviamo l’etichetta “il più venduto”. “Se in molti l’acquistano, vuol dire che è un buon prodotto”, è esattamente questo il pensiero che la nostra mente realizza.
In uno shop online, un eventuale sconto sul prodotto, può indurci a pensare che sia un affare. Ci fermiamo a questa prima informazione, senza accertarci se il prezzo sia veramente adeguato. Lo sconto fa apparire di per sé vantaggioso l’acquisto.
Pensiamo, ad esempio, di essere al cinema, e di essere indecisi nell’acquisto di pop-corn: il sacchetto piccolo è venduto al prezzo di 4 euro, il sacchetto grande al prezzo di 7 euro. Se viene introdotto un terzo sacchetto, di dimensione media, ad esempio al prezzo di 6,50 euro, la mente umana convergerà, tendenzialmente, sul sacchetto grande, risolvendo i nostri dubbi.
Teorizzati per la prima volta dagli psicologi israeliani Premio Nobel 2002, Tversky e Kahneman, negli anni ’70, (con l’obiettivo di analizzare come gli esseri umani prendono decisioni), oggi sono una conoscenza basilare nel marketing.