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por Alina Folgieri hace 2 años

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CRITICA DELLA RAGION PRATICA

L'opera esplora il bisogno umano di una legge morale, distinguendo l'uomo dagli animali che seguono solo l'istinto. Se fossimo guidati solo dalla ragione, otterremmo la santità e non avremmo necessità di una legge morale.

CRITICA DELLA RAGION PRATICA

CRITICA DELLA RAGION PRATICA

TRE POSTULATI DELLA RAGION PRATICA

Chi si comporta bene senza uno scopo, è VIRTUOSO, se ho la virtù, mi aspetto la felicità, riduciamo la virtù alla felicità. Chi si comporta bene non può agire per essere felice, ma si aspetta la felicità. Si parla di SOMMO BENE, proporzione tra virtù e felicità, più mi comporto bene, più sono felice; devo credere nel sommo bene.
Ad esso sono associati tre postulati della ragion pratica:

L'immortalità dell'anima: l'uomo può raggiungere il sommo bene, anche dopo la morte, il perfezionamento morale è infinito.

L'esistenza di Dio: garante del sommo bene

La libertà: " devi, dunque puoi", la legge morale ci ha prescritto il dovere, dunque deve per forza esserci la libertà.

LEGALITA': agire secondo il dovere

MORALITA': agire per il dovere
La legge morale è:

FORMALE: è forma senza contenuto, la forma è il TU DEVI.

RIGOROSA: non puoi sfuggire alla legge morale, kant è severo riguardo ciò, egli esclude ogni sentimento e emozione in quanto non sono UNIVERSALIZZABILI.

DOVERE: la moralità è il DOVERE PER IL DOVERE

ETICA DELL'INTENZIONE: L'azione deve essere espressione di una volontà buona, se la volontà con cui compio l'azione è quella di fare del bene, allora è giusta anche se non ha un effetto positivo.

CRITERI DI GENERALIZZABILITA'

usati per capire se l'azione è conforme all'imperativo categorico.
primo criterio : agisci in modo che ogni tua massima diventi legge universale.

secondo criterio: agisci in modo tale da trattare l'uomo in te stesso e negli altri, sempre come fine e mai come mezzo

terzo criterio: agisci in modo tale che la tua volontà diventi legislatrice, che comandi l'azione.

I PRINCIPI PRATICI

precetti morali soggettivi
MASSIME
IMPERATIVI

IMPERATIVO CATEGORICO: ordina il dovere in modo incondizionato, l'espressione dell'imperativo categorico è " TU DEVI".

La legge morale risiede nell'imperativo categorico in quanto esso è incondizionato, universale e necessario.

IMPERATIVI IPOTETICI: comandano l'azione per il raggiungimento di un fine, uno scopo. Sono condizionati dall'esperienza

PERCHE' ABBIAMO BISOGNO DELLA LEGGE MORALE?

Abbiamo bisogno della legge morale perché siamo UOMINI, in quanto uomini ci differenziamo dagli animali, i quali seguono il loro ISTINTO, se fossimo solo istinto non avremmo bisogno della legge morale. Se invece fossimo solo RAGIONE si otterrebbe l'adeguamento della VOLONTA' alla legge morale, che Kant chiama virtù e otterremmo la SANTITA' e non ci sarebbe bisogno della legge morale.
Kant dice che l'uomo è intermedio tra istinto e ragione, e ha bisogno della legge morale perché da a noi il giusto equilibrio.

LA LEGGE MORALE E':

La legge morale trova fondamento nella ragione, essa è innata dentro di noi, pertanto prescinde dall'esperienza. Essa non può essere condizionata dall'esperienza.
tutti hanno dentro di sé la legge morale. Ma Kant dice che "non è morale chi compie del bene per ottenere applausi", quindi non tutti compiono del bene perché vogliono.

una volta riconosciuto ciò che devo fare, si deve fare. Non vi è nulla che lo può impedire.

La legge morale ci dà la libertà, in quanto il mio agire pratico me lo comanda la legge morale dentro di me, quindi ubbidisco a me stesso.

IL CIELO STELLATO SOPRA DI ME, LA LEGGE MORALE DENTRO DI ME

INCONDIZIONATA
UNIVERSALE

NECESSARIA

LIBERA

SU COSA SI BASA?

Si chiede: COSA DEVO FARE?
Si basa sull'etica.
Alla base della critica della ragion pratica vi é la LEGGE MORALE

kant sostiene che la legge morale che guida il nostro agire non debba essere condizionato dall'esperienza.

Kant critica la ragion pratica poiché vuole rimanere legata all'esperienza.