par Andrea Reitano Il y a 1 jour
65
Plus de détails
Nel generale risveglio produttivo del Sud di questi ultimi vent’anni, la Calabria è la regione che ha meno sfruttato le proprie potenzialità. Resta vero che il vitigno Gaglioppo può produrre ottimi vini, come dimostrano alcuni produttori di grande qualità con i loro Cirò, e anche il Magliocco sta vivendo un bel momento di affermazione. La Calabria è una delle regioni più interessanti da studiare per gli ampelografi, poiché ancora oggi nei vigneti più remoti e inaccessibili continuano a essere scoperti antichi vitigni, veri tesori di archeologia botanica da analizzare, catalogare e valorizzare. Purtroppo la viticoltura calabrese è in ritardo rispetto al resto dell’Italia: a oggi conta poco meno di 9.000 ettari vitati e costituisce circa l’1% della produzione italiana. Il patrimonio di territori e ambienti molto vari – dalle ampie escursioni termiche degli Appennini al clima tipicamente mediterraneo delle coste tirreniche e ioniche, in cui molte zone sono ancora incontaminate e c’è grande biodiversità vegetale – non è sfruttato come meriterebbe, e questo penalizza l’immagine di una regione che resta più conosciuta per la produzione di olio di oliva e agrumi che per i suoi vini. Pochi imprenditori hanno deciso di investire autonomamente, a cominciare da Nicodemo Librandi, che per primo ha esaltato appieno le qualità del Gaglioppo, il principale vitigno coltivato in Calabria, e anche del Magliocco, un altro autoctono recentemente rivalutato in purezza. Per fortuna altri viticoltori stanno seguendo questo esempio producendo vini ambiziosi. Se in quasi tutte le Doc i vitigni principalmente utilizzati sono Gaglioppo, Magliocco e Greco Bianco, la Denominazione più conosciuta è sicuramente quella del Cirò Rosso, localizzata a nord di Crotone nei comuni di Cirò, Cirò Marina e in parte nei territori dei comuni di Melissa e Crucoli. Degna di nota all’estremo sud, in provincia di Reggio Calabria, anche la piccolissima Doc Greco di Bianco, limitata al comune omonimo e in parte all’adiacente Casignana, in cui si realizza un vino passito poco conosciuto ma molto piacevole. Ma c’è un altro vino dolce da meditazione veramente unico: il Moscato Passito di Saracena, prodotto esclusivamente a Saracena, centro di 4.000 abitanti nell’entroterra cosentino. Un vino che si ottiene con una procedura antichissima che prevede l’unione di succo di uve Malvasia, Odoacra e Guarnaccia – fatte bollire e poi concentrate in modo da aumentarne grado alcolico e contenuto zuccherino – con un mosto pressato a mano da uve Moscatello leggermente appassite dopo la raccolta. Il risultato della successiva, lenta e paziente fermentazione è un nettare color ambra, dal sapore di miele e frutti esotici che evoca memorie di terre orientali.
Olio extra vergine di oliva della Locride
Con la denominazione olio extra vergine di oliva della Locride si indica uno dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali Italiani della provincia di Reggio Calabria. Il territorio di produzione è il comprensorio della Locride nella fascia jonica reggina, compreso tra Bruzzano e Monasterace, per un numero di 39 comuni della provincia di Reggio Calabria.
Storia, tradizione e usi
La coltivazione olivicola in tutte le aziende agricole è biologica. L'olio migliore è quello ricavato da uliveti collinari e distanti dal mare. Il periodo di raccolta delle olive determina le caratteristiche organolettiche dell'olio. La raccolta delle olive inizia il mese di novembre e l'olio che se ne ricava è di colore verdone, mentre nei mesi di dicembre-gennaio si ottiene un olio di colore verde-oro e giallo-oro. La tradizione vuole che l'olio venga venduto direttamente al frantoio e successivamente in azienda dai produttori, mentre alcune aziende agricole della Locride lo imbottigliano per poi venderlo nei negozi. L'olio d'oliva della Locride viene esportato sui mercati nazionali ed esteri, dove è molto richiesto. L'olio d'oliva della Locride viene utilizzato in tutte la preparazioni dei piatti tipici della Calabria ed assume una notevole importanza nella dieta mediterranea. In particolare viene utilizzato in Italia e all'estero per il condimento delle insalate e delle verdure, per il suo caratteristico profumo aromatico e sapore particolare.