par Nino Macheda Il y a 5 jours
25
Plus de détails
Lo sport può essere un potente strumento di inclusione sia per gli sport individuali che per gli sport di squadra. Attraverso la partecipazione a discipline sportive, le persone di diverse età, culture e abilità possono unirsi e lavorare insieme verso un obiettivo comune. Gli sport di squadra, come calcio, basket o volley, promuovono la cooperazione, il senso di appartenenza e la capacità di lavorare in gruppo. D'altra parte, gli sport individuali come atletica leggera, nuoto o tennis, consentono a ciascun individuo di sviluppare le proprie abilità e competenze, promuovendo l'autonomia e l'autostima. In entrambi i casi, lo sport offre opportunità di socializzazione, integrazione e accettazione reciproca, creando un ambiente inclusivo in cui tutti possono partecipare e contribuire.
Il fair play è un concetto fondamentale nello sport. Si riferisce al comportamento corretto e rispettoso che gli atleti devono adottare durante una competizione. Questo vale sia per gli sport individuali che per quelli di squadra. Nel contesto degli sport individuali, il fair play implica giocare in modo leale, rispettando le regole e gli avversari. Nello sport di squadra, il fair play significa collaborare con i compagni di squadra, rispettare gli avversari e accettare le decisioni degli arbitri. L'obiettivo del fair play è promuovere una competizione sana e rispettosa, in cui prevale l'etica sportiva.
Sport di squadra
PRO
Il vantaggio più grande dello sport di squadra è sicuramente il consolidamento di un gruppo. Al momento della costruzione della squadra, questa non è che un semplice insieme di individui, conoscenti e non, che andranno a svolgere la stessa attività. Compito dell’allenatore, dell’educatore o dell’istruttore, e ovviamente degli stessi ragazzi, sarà amalgamare tutti in un’unica identità: la squadra. Ogni ragazzo ha ovviamente il proprio carattere, le proprie qualità, che andranno messe a servizio del gruppo. Il luogo principale in cui la squadra si consolida è lo spogliatoio, al quale verrà dedicato un focus a parte. Il bambino dunque impara a lavorare in gruppo, confrontarsi con altri e a fidarsi dei propri compagni. E chissà che poi il rapporto di gruppo non possa essere trasposto nella vita di tutti i giorni, non solo nel campo da gioco.
E’ qui che si collega il secondo pro dello sport di squadra: la cooperazione. Un gruppo e una squadra non sono niente senza il lavoro collettivo dei propri membri. Nel calcio, come nel basket o nell’hockey, un ragazzo non gioca per se stesso, ma sulla maglia porta un nome e uno stemma particolare. E il proprio talento dovrà essere utile alla squadra e ai compagni per raggiungere un determinato obiettivo. E vincere un campionato o un torneo è impossibile senza la cooperazione, così come un allenamento non potrà riuscire senza il supporto reciproco: dopo un passaggio sbagliato o un tiro libero fuori misura, è lì che viene fuori l’apporto dei compagni, che devono essere pronti ad aiutare chi ha commesso l’errore. Come far crescere la cooperazione: solitamente io, quando creo le coppie per gli esercizi, cerco di mettere insieme chi è più bravo con chi magari ha più difficoltà nello svolgimento dell’esercizio: quest’ultimo si sentirà più sicuro e potrà prendere d’esempio chi gli sta di fronte per migliorare.
CONTRO
In un gruppo, soprattutto numeroso, fuoriesce la personalità di alcuni bambini, mentre altri rischiano di essere emarginati, magari a causa della troppa timidezza o dell’insicurezza del ragazzo stesso. Per paura di esporsi, questo può fare fatica ad integrarsi, a farsi sentire, magari senza volerlo: e il carattere competitivo dei bambini non aiuta, considerando il fatto che solitamente tra i ragazzi, soprattutto tra gli 8 e i 12 anni, nasce una sorta di competizione tra di loro per eleggere quelli che sono i punti di riferimento della squadra. Chi più timido dunque rischia di non riuscire a venire fuori.
E sulla scia del fattore personalità, nello sport di squadra possono nascere conflitti tra i membri del gruppo. La grossa competizione, il giocarsi il posto in squadra, o soltanto le semplici antipatie – naturali, soprattutto in tenera età – possono creare scontri tra i ragazzi. Compito dell’allenatore o dell’educatore sarà dunque quello di aiutare chi è più timido a combattere il proprio stato di timidezza e di placare gli conflitti, invitando alla collaborazione e alla comprensione reciproca.
PRO
In opposizione al vantaggio della socializzazione nello sport di squadra, in quello individuale il maggiore vantaggio è sicuramente l’autoaffermazione, la crescita autonoma. Il bambino come individuo, nello sport singolo, è pienamente al centro dell’attività, così come sono le sue competenze: obiettivo suo e quello dell’allenatore sarà dunque lavorare sulle sua capacità e migliorarle. Il ragazzo, nel contempo, impara anche a cavarsela da solo: in un momento di difficoltà della partita, il bambino non ha compagni su cui appoggiarsi e dovrà fare affidamento sulla propria tempra e sulle proprie capacità. Questo è sicuramente un grande vantaggio di questa tipologia di sport.
Sulla scia dei conflitti nello sport di squadra, un altro pro dello sport individuale è la mancanza di competizione all’interno del gruppo: anche se l’attività viene praticata in piccoli gruppetti, ognuno gioca comunque per conto proprio e non ci sarà la presenza di leader tra i ragazzi che partecipano allo sport. Non c’è dunque gerarchia e tutto ciò, a livello caratteriale, non influisce sulla testa dei singoli bambini, con ognuno che prosegue sulla sua strada e compie il proprio percorso di crescita sportiva.
CONTRO
Il fatto che manchi gerarchia e competizione all’interno del gruppo può giocare anche un ruolo anche sfavorevole all’interno dell’attività sportiva. La competizione è infatti il pane quotidiano per i bambini, che, soprattutto nei primi anni, vogliono essere stimolati con giochi ed esercizi sotto forma di ‘gara’, con il fine della vittoria. La mancata competizione e l’individualità possono anche essere visti come una mancanza di stimoli per il ragazzo, che non si confronta con compagni e può anche non essere spronato a migliorarsi per conquistarsi un posto.
L’ultimo contro è sicuramente la mancata socializzazione: nello sport individuale, come già detto più volte, non esiste la coesione di gruppo tipica dello sport di squadra e questo può anche sfavorire la crescita del ragazzo e il suo essere empatico. Fuori dall’attività il bambino avrà sicuramente rapporti di amicizia, ma quelli presenti all’interno dello sport sono importanti: nello sport individuale questo pecca e può non far bene alla voglia di socializzare del ragazzo.
Svolgere regolarmente attività fisica è una scelta salutare che può essere fatta in qualsiasi età o fase della vita.
Ci sono molte discipline sportive tra cui scegliere, e ognuno può trovare quella che più gli piace e che lo motiva, approcciandosi quindi allo sport non solo con l’obiettivo di rimettersi in forma, ma anche per divertirsi, seguendo i principi della fitfullness.
Fare sport regolarmente, in accompagnamento a una corretta alimentazione, è un ottimo modo per prendersi cura di sé, supportare il benessere generale dell’organismo, migliorare la salute mentale e aumentare l’autostima, soprattutto nei momenti più delicati e impegnativi della vita, come per esempio dopo una gravidanza.
L’attività fisica comporta, inoltre, numerosi benefici anche per l’apparato muscolo-scheletrico, non solo rafforzandolo ma anche migliorando la capacità di propriocezione, e riduce il rischio di cadute — un beneficio fondamentale per la popolazione anziana —, facilitando inoltre la gestione delle principali patologie croniche non trasmissibili e quindi a migliorare la qualità della vita.
L’attività fisica può svolgere un ruolo importante nel controllo del peso corporeo. Quando si pratica sport, infatti, il corpo brucia calorie per produrre energia e sostentare l’attività stessa. Se mangiamo meno calorie di quelle che bruciamo durante l’esercizio fisico, il nostro corpo utilizzerà le riserve di grasso per produrre energia e perderemo peso.
L’attività fisica è anche importante per mantenere il nuovo peso ottenuto da una dieta, aumentando il metabolismo e la massa muscolare magra.
Il colesterolo è un tipo di grasso che si trova in tutte le cellule del corpo umano, ma che se presente in eccesso aumenta il rischio di malattie cardiovascolari. Questo perché il grasso accumulato all’interno delle pareti delle arterie può portare alla formazione di delle placche, restringendo così il flusso sanguigno e ostacolando il normale funzionamento cardiaco.
Gli studi hanno dimostrato che l’attività fisica può incrementare i livelli del cosiddetto “colesterolo buono”, cioè l’HDL, che aiuta a prevenire l’accumulo di placca nelle arterie.
Inoltre, svolgere uno sport con costanza può contribuire a contenere la presenza di LDL, cioè il “colesterolo cattivo”, che si annida sulle pareti delle arterie e causa problemi di circolazione.
Quando il corpo si muove, il cuore pompa più sangue e aumenta il flusso sanguigno in tutto l’organismo, migliorando l’apporto di ossigeno e nutrienti ai tessuti. Può anche aiutare a ridurre la pressione sanguigna e il rischio di formazione di coaguli, che portano a ulteriori problemi di circolazione e malattie cardiovascolari.
L’attività fisica svolge un ruolo importante anche nella prevenzione e nel trattamento dell’ipertensione arteriosa. La pratica regolare di sport aiuta a mantenere i vasi sanguigni elastici e ridurre la rigidità arteriosa, riducendo così la pressione.
Fare sport, come dicevamo, facilita il controllo del peso corporeo e riduce il rischio di obesità, che è un fattore di rischio importante per l’ipertensione.
Praticare una disciplina sportiva può aiutare a migliorare il sistema immunitario e ridurre il rischio di malattie infettive come il raffreddore comune e l’influenza. Essere attivi aumenta anche la produzione di globuli bianchi, che sono responsabili della difesa del corpo contro i batteri e i virus. Infine, fare attività porta a una riduzione dello stress, che è stato associato a un indebolimento significativo del sistema immunitario.
Lo sport non apporta solo benefici fisici, ma ha anche un impatto positivo sulla salute mentale. La pratica regolare di attività fisica può contribuire a ridurre lo stress, l’ansia e la depressione, e migliorare il sonno e la capacità di concentrazione.
Inoltre, lo sport apporta miglioramenti significativi sull’umore generale, funzionando come un naturale antidepressivo grazie al rilascio di endorfine durante l’esercizio fisico. Lo sport non agonistico riesce anche a favorire il relax, rafforzare l’autostima, promuovere le buone abitudini e un corretto approccio alla vita e alle sfide quotidiane.
Lo sport è un’attività che aiuta a migliorare l’umore generale, riducendo i sintomi di ansia, stress e depressione. Durante l’esercizio fisico, il cervello rilascia endorfine, sostanze chimiche che agiscono come dei naturali analgesici e antistress, migliorando il benessere psicofisico. L’attività sportiva, inoltre, favorisce la socializzazione e il senso di appartenenza a una comunità, elementi che contribuiscono a mantenere uno stato di buonumore.
L’attività fisica può essere, come anticipavamo poco sopra, una valida alleata nella lotta contro la depressione. Numerosi studi dimostrano che lo sport aiuta a ridurre i sintomi di questa patologia e a migliorare l’umore generale.
L’esercizio fisico, come già detto, stimola la produzione di endorfine, che fungono da antidepressivi naturali, riducendo i sintomi di tristezza, apatia e mancanza di motivazione. Inoltre, lo sport può essere utilizzato come strumento per distrarsi dai pensieri negativi e concentrarsi sulle proprie capacità fisiche, aumentando la fiducia in se stessi e il senso di autoefficacia.
Benefici importanti per tutti, ma che risultano ancora più preziosi per alcune categorie specifiche di persone, come gli anziani: lo sport rientra infatti tra le attività ricreative caldamente consigliate per favorire il benessere dell’anziano.
Lo sport può avere un impatto significativo sul sonno. Quando si fa esercizio fisico regolarmente, si sperimenta un sonno più profondo e più immediato. Questo perché alla produzione di adrenalina che caratterizza il pieno dell’attività sportiva segue un ingente rilascio di endorfine, che rilassano e calmano l’organismo, favorendo il passaggio da sonno leggero a profondo.
Inoltre, l’attività fisica aiuta a ridurre i sintomi di insonnia e migliorare la qualità generale del sonno. Tuttavia, è importante notare che l’effetto dell’esercizio fisico sulla qualità del sonno può variare da persona a persona. Ad esempio, alcune persone potrebbero trovare difficile addormentarsi dopo un allenamento serale intenso, mentre altre potrebbero sentirsi molto stanche e dormire profondamente.
Per promuovere la salute e il benessere dei bambini e degli adolescenti, è consigliato praticare almeno un’ora al giorno di attività fisica, sia moderata che intensa, prevalentemente di tipo aerobico, per tutti i giorni della settimana. I giovani dovrebbero dedicare almeno tre giorni alla settimana ad attività aerobiche di intensità elevata, nonché a quelle che migliorano la forza muscolare e la densità ossea.
In un quadro di questo tipo, è essenziale limitare la sedentarietà, a volte aggravata da dispositivi elettronici come la TV, il computer e lo smartphone.
Lo sport è generalmente riconosciuto come un sistema di attività basato sull'atletismo fisico o sulla destrezza fisica, con le principali competizioni come i Giochi Olimpici che ammettono solo sport che soddisfano questa definizione. In una definizione più ampia però anche discipline competitive che richiedono abilità non strettamente fisiche, come gli scacchi o il bridge, sono considerate sport.
Nel caso di cui un atleta svolga una disciplina sportiva ricevendo un compenso, si parla di sport professionistico.
Lo sport è solitamente regolato da una serie di regole o costumi, che servono a garantire una concorrenza leale e consentono un giudizio coerente del vincitore. La vittoria può essere determinata da eventi fisici come segnare un Goal o tagliare per primo una linea di traguardo. Può anche essere determinato da giudici che valutano elementi della prestazione sportiva, comprese misure oggettive o soggettive come la prestazione tecnica o l'impressione artistica.
Lo sport più accessibile e praticato al mondo è la corsa, mentre il Calcio è lo sport per spettatori più popolare.