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Andrea di Pietro della Gondola Nasce a Padova nel 1508 e lavora inizialmente a Vicenza come manovale. Grazie al letterato Gian Giorgio Trissino, riceve un’educazione umanistica. Nel 1541 compie il suo primo viaggio a Roma. Scrive i Quattro Libri dell’Architettura, pubblicato a Venezia nel 1570. Si trasferisce a Venezia, dove assume la carica di architetto ufficiale della Serenissima. Muore forse a Vicenza nel 1580.
La Rotonda è pensata solo come abitazione ma poi anche come luogo di colto intrattenimento per concerti e gare poetiche. la villa è a pianta quadrata,era pensata per essere coperta da una cupola, e infine è rialzato su un podio occupato da locali di servizio.In ognuna delle quattro facciate si apre un accesso preceduto da un pronao classico.La villa si presenta come un compatto blocco cubico.
Andrea Palladio è il padre della villa veneta del Cinquecento. Per i fratelli Daniele e Marcantonio Barbaro, Palladio ingloba e trasforma la vecchia villa padronale di Masèr. Sono presenti due edifici porticati laterali e gli ambienti di servizio della villa e delle sue attività produttive. Lo spazio residenziale si concentra nel corpo di fabbrica centrale; le ali delle barchesse delimitano sul retro il giardino chiuso da un ninfeo a esedra.La facciata principale, ha l’aspetto di un antico tempio tetrastilo
La prima affermazione di Palladio è la realizzazione del Palazzo della Ragione o Basilica di Vicenza.
Pittore e architetto, fondatore dell’Accademia del Disegno. Nasce ad Arezzo nel 1511 Lavora inizialmente come pittore a Firenze e a Roma Rientrato a Firenze pubblica nel 1550 la prima edizione delle Vite Per vent’anni è sovrintendente alle arti per Cosimo I de’ Medici Muore a Firenze nel 1574
Gli Uffizi realizzati a partire dal 1560.Il Palazzo era la sede degli uffici amministrativi e giudiziari del Ducato. LUI crea una struttura a U, che unisce due corpi di fabbrica paralleli a uno più piccolo e che racchiude una stretta piazza. Sul lato breve la serliana si apre scenograficamente sul fiume ed è l’unica apertura nel tessuto urbano. L’architettura è pensata come una successione di campate, inquadrate da paraste e a triplice apertura .
Vasari affresca la cupola di Santa Maria del Fiore con un grandioso Giudizio Universale. Oltre alle narrazioni tratte dall’Antico e dal Nuovo Testamento, compaiono visioni dell’Apocalisse e della Commedia dantesca.Vasari riempie le immagini di particolari come fosse un dipinto.Quattro fasce concentriche culminano con un’architettura in prospettiva.L’ottagono prospettico crea un effetto visivo di schiacciamento
sala dei giganti
Giulio Romano utilizza tutte le risorse dell’illusionismo pittorico per suscitare paura e sorpresa nello spettatore.La pittura avvolge l’intera stanza, dando un'immersione completa nel racconto delle immagini. Vi si raffigura il momento in cui, dopo aver dato assalto all’Olimpo, i Giganti, colpiti dai fulmini di Giove, precipitano rovinosamente verso il basso, sprofondando infine nelle viscere dell’Etna.
Il palazzo viene realizzato, tra il 1525 e il 1534, sull’isola chiamata Tejeto. Nel progettare l’edificio, Giulio Romano ossera gli esempi dell’architettura romana delle domus, che però rielabora in senso moderno e con estrosità. Il palazzo si compone di un solo piano sovrastato da un mezzanino, su cui si aprono finestre quadrangolari.
il palazzo ,di forma quadrata,si articola attorno a un cortile interno, il Cortile d’onore , e a Est si apre in un giardino delimitato dalle stalle e termina con un esedra. La facciata Est, è la più ariosa e monumentale.
Sottoargomento
Artista dal temperamento stravagante e dall’esistenza tumultuosa e violentaNasce a Firenze il 3 novembre del 1500. Si forma come orafo e lavora a Firenze e a Roma. Dal 1540 al 1545 è alla corte del re di Francia Francesco I. Rientrato a Firenze entra al servizio del granduca Cosimo I. Muore a Firenze nel 1571.
opere
Una figura femminile e una maschile siedono agli opposti su una base ovale. Sono entrambe nude e intrecciano le gambe al centro in prossimità di un piccolo bacile. La donna porta una cornucopia e i suoi capelli sono decorati con frutta e fiori. Inoltre, siede sopra ad un cuscino che ricorda la pelle di un elefante e porta la sua mano sinistra al seno. L’uomo, invece, impugna un tridente e siede su una conchiglia trainata da cavalli marini.Nel gruppo infine è inserito anche un tempietto e alcuni mascheroni decorano il bacile centrale. Alcuni strumenti impiegati per il lavoro della terra e nel mare sono sparsi sulla base. Sulla base sono presenti i busti di quattro giovani. m
Il giovane eroe classico è raffigurato in piedi e nudo. La mano destra stringe l’impugnatura di una spada con la punta a sciabola. Con la mano sinistra invece Perseo solleva la testa appena recisa di Medusa. Il suo viso esanime è voltato verso l’esterno mentre dal moncone del collo scendono rivoli di sangue. Il volto di Medusa ha connotati classici e gli occhi sono chiusi. Sul capo Perseo indossa un elaborato elmo metallico decorato. Alle caviglie sono innestate due piccole ali e porta dei sandali. I piedi dell’eroe poggiano direttamente sul corpo decapitato della Gorgone. Dal suo collo infine fuoriescono violenti getti di sangue. In cadavere poggia a sua volta su di un tessuto che copre parzialmente il piano.Sui lati del basamento sono scolpite delle decorazioni con bucrani e teste di arieti sugli spigoli.La statua di Perseo venne commissionata a Benvenuto Cellini da Cosimo de’Medici nel 1545.
Nasce a Douai (oggi in Francia, ma allora nei Paesi Bassi) nel 1529. Compie il suo apprendistato in patria e nel 1550 si reca a Roma per un viaggio di studio. Sulla via del ritorno decide di fermarsi stabilmente a Firenze. È attivo alla corte dei Medici dal 1557. Muore a Firenze nel 1608.
Un giovane romano afferra e solleva una giovane Sabina. In basso un uomo più anziano, probabilmente il padre della ragazza, tenta di bloccare il rapitore. La ragazza infatti cerca di divincolarsi e allarga le braccia in segno di terrore. La sua espressione è chiaramente disperata. Stessa disperazione, per il senso di impotenza, è sul viso dell’anziano inginocchiato. Le figure rappresentano un episodio dell’antichità. Per questo motivo e per ragioni stilistiche i personaggi sono rappresentati nudi. Lo schema adottato è quello dell’avvitamento verso l’alto. I modelli di riferimento sono Michelangelo e la statuaria antica. Il vecchio e la sabina non hanno punti di contatto, è il giovane a unificare il gruppo
L’immagine a noi trasmessa dal Vasari è quella di un uomo scontroso e volubile. Nasce a Pontorme d’Empoli presso Firenze nel 1494. È allievo di Andrea del Sarto e dal 1519 riceve commissioni dai Medici. Trascorre la sua vita a Firenze, a eccezione forse di un soggiorno a Roma che lo porta a contatto con l’opera di Michelangelo. Muore a Firenze nel 1556/1557.
Per la Cappella Capponi, nella Chiesa di Santa Felicita, Pontormo dipinge tra il 1526 e il 1528 la Deposizione di Cristo.Il corpo di Cristo viene staccato e deposto dalla croce. Due giovani lo sorreggono e si preparano a trasportarlo al sepolcro dove verrà inumato. La Vergine mentre osserva a destra verso il figlio viene soccorsa dalle donne presenti. Sul viso di Maria si legge la sofferenza nel vedere il figlio morto. Le sue braccia si aprono in segno di disperazione mentre il corpo sembra mancare a causa del dolore. Intorno alla Madre di Cristo vi sono sei figure femminili mentre a sinistra si intravede il volto di San Giovanni. Il giovane discepolo indossa un mantello e porta una sottile barba. La scena sembra compiersi all’interno di uno spazio chiuso e decorato. Infatti il suolo pare un piano artificiale mentre la nuvola in alto pare dipinta su di un fondale.L’episodio rappresentato nell’opera del Pontormo è quello dal momento in cui Cristo viene portato nel sepolcro. Per questo il titolo dalla tavola è più correttamente Trasporto di Cristo. La Deposizione del Pontormo interpreta l’episodio religioso attraverso gli stilemi caratteristici del Manierismo.
Nasce a Firenze nel 1495. Si forma, assieme a Pontormo, nella bottega di Andrea del Sarto. Nel 1523 si trasferisce a Roma ma l’abbandona in concomitanza con il Sacco del 1527. Dopo una lunga peregrinazione approda in Francia, alla corte di Francesco I. Muore a Fontainebleau, forse suicida, nel 1540.
Pala d’altare, realizzata nel 1521 per la chiesa di san Francasco a Volterra.La tavola il momento drammaticamente conclusivo del sacrificio di Cristo, capace di racchiudere in sé tutte le fasi della missione sulla Terra. L'autore azzarda la raffigurazione di un episodio assolutamente inedito, non rintracciabile nei Vangeli .Nel dipinto, il giovane dai capelli rossi in primo piano, che per la disperazione nasconde il viso tra le mani, è stato definito dal Ciardi un "autoritratto negato" dell'artista: anche in questo caso il pittore ha optato per un personale coinvolgimento nell'evento raffigurato, al fine di sottolineare la propria intensa partecipazione emotiva. La pala d'altare è idealmente divisa, dalla croce, in quattro differenti quadranti, all'interno dei quali si muovono le figure di un dramma: Cristo non è colto nell'atto di trionfare sulla morte, ma è cadavere, individuato da un colore verde che quasi si confonde con il legno della croce; nella sua fissità egli è contrapposto al movimento degli uomini colti nell'atto di schiodarlo dagli assi della croce. In basso a destra, Maria assume i medesimi colori del figlio, amplificando il messaggio di morte e cupa disperazione, e sembra quasi scomparire nelle sue vesti, mentre è sorretta da due donne e la Maddalena, in un rosso acceso che stride con i panneggi della Vergine, si dispera alle sue ginocchia. In basso a sinistra, si staglia solitaria la disperazione dell'apostolo Giovanni, il cui volto, nascosto dalle vesti, mostra un dolore ellittico, assente come la vita in questo Cristo.
vita
Osannato dai contemporanei come nuovo RaffaelloLe tappe della biografia: Nasce a Parma nel 1503 Si forma nella bottega degli zii paterni e lavora al fianco di Correggio nel Duomo di Parma Trasferitosi a Roma, vi rimane fino al Sacco del 1527 Rientra a Parma nel 1531 e qui conduce una vita segnata da inquietudine Muore a Castelmaggiore, presso Cremona, nel 1540
opera
L’incompiuta Madonna con il Bambino e angeli,è uno dei dipinti più affascinanti del Parmigianino. Nel dipinto “Madonna dal collo lungo” Parmigianino esprime una bellezza particolare, molto artificiosa e raffinata. Tutte le figure sono allungate, anche la Vergine, la cui fisionomia è sinuosa e con un innaturale lungo collo. La Madonna ha inoltre una posa ambigua, instabile e non si capisce bene dove sia seduta, anzi non si sa se sia realmente seduta o solo appoggiata. L’acconciatura è molto raffinata. La veste bianca si increspa e aderisce molto all’anatomia del corpo, si vede addirittura l’ombelico. Sulle spalle indossa un manto blu. Le tinte sono fredde. La mano destra, dalle dita affusolate, tocca lievemente il cuore ed il suo sguardo è rivolto verso il basso con un leggero sorriso, tuttavia appare distaccata. La Madonna tiene in grembo un inquietante bambino addormentato, dal corpo molto allungato e il volto quasi da vecchio, gli occhi chiusi. Dorme ma sembra morto, il corpo nudo e pallido, le braccia cadenti e la posa abbandonata. Con questa scelta l’artista vuole anticipare il futuro del Bambino, è un preludio della sua morte, sottolineato anche dalla posizione iconografica tipica del corpo di Cristo deposto; il Cristo morto sulle gambe della madre Gli sguardi di tutti convergono verso il corpo inerme di Cristo.
Con il termine Manierismo si indicano oggi alcune tendenze dell’arte cinquecentesca successive al 1520
Il Mnaierismo di distingue in due fasi :una prima fase dello «sperimentalismo anticlassico»;
una seconda fase della «Maniera»