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La nostra idea di scrittura è profondamente legata alla sua funzione "conservativa" rispetto al linguaggio orale.
Il primato della phoné e il pregiudizio etnocentrico per cui essa è prerogativa solo di certe forme sociali e non di altre (tanto da averne fatto in passato la linea di demarcazione tra preistoria e storia) ne ha imposto una visione ristretta e subalterna all'oralità.
L'invenzione della scrittura come trascrizione presuppone però la preesistenza della scrittura in un senso ben più complesso...
La semiotica di Charles S. Peirce rappresenta una teoria dei segni più ampia e comprensiva rispetto alla semiologia di F. de Saussure, che si occupa soltanto dei segni della vita sociale umana con funzione comunicativa.
"I segni verbali e non verbali sono collegati fra di loro come i nodi, i punti di incrocio, di una grande e fitta rete. E come i nodi di una rete, svanirebbero se si eliminassero i tratti che li congiungono.
Questi percorsi, proprio come quelli di una rete stradale, sono già tracciati e abitualmente seguiti e in certi casi obbligati; ma è possibile anche instaurare nuovi collegamenti, inoltrarsi per vie mai battute.
Di questa rete fanno parte stabilmente i segni verbali fonemici e grafici, ma ne può fare parte anche qualsiasi oggetto materiale e qualsiasi immagine mentale." [A. Ponzio, 1997, p.8]
Il segno è per Peirce un atto interpretativo che consiste nel congiungere qualcosa che funge da interpretato (es. la parola albero), con qualcosa che funge da interpretante (cioè l'idea di albero determinata dalla parola nella mente del soggetto pensante).
"Tutte le volte che qualcosa è segno, è perché se ne può dare il significato tramite qualcos'altro che ne sia l'interpretazione." [A. Ponzio, p.6]
Provate a immaginare di spiegare a qualcuno il significato di un'immagine, una frase, una parola, un suono e che questo qualcuno, dopo la prima spiegazione, vi chieda ulteriori chiarimenti.
Quello che è stato indicato come primo significato, diverrà oggetto di interpretazione e quindi segno a sua volta; la "risposta" diverrà a sua volta "domanda" e ciò vi spingerà ad esplorare la rete dei segni alla ricerca di ciò che può rendere diversamente l'idea: altre parole ma anche immagini, suoni, metafore, similitudini...
Costruirete insomma un percorso interpretativo che si dirama attraverso tipologie e sistemi di segno diversi, senza che questo possa essere considerato definitivamente concluso "una volta per tutte".
...esclusivamente in un'unica tipologia o sistema di segni.
Per Peirce non esiste un segno isolato e "autosufficiente" perché l'idea che viene determinata da quel segno nella nostra testa chiama in causa altri segni e altri significati, determinando ciò che Peirce definisce una semiosi (produzione di segni) illimitata.
...perché l'idea-di-albero non instaura un rapporto di uguaglianza con la parola-albero ma risponde ad una domanda posta da questa, "aggiunge qualcosa" che la parola non dà (basta pensare che l'idea-albero, per quanto stereotipata, è diversa per ognuno di noi);
...perché la parola-albero implica e sottintende l'oggetto-albero;
"Il segno viene definito da Saussure come l'unità di significato e di significante.
Il significato è ciò che il segno esprime: il concetto, l'idea che esso richiama, a cui esso è associato. Il significante è invece il materiale, il mezzo, il veicolo impiegato nel segno per esprimere un significato.
Significato e significante sono però inseparabili come lo sono due facce della stessa medaglia". [Ponzio, 1997, p.301]
Per de Sussure, il significato è NEL segno.
...si connota come attribuzione di senso e capacità di interpretare la realtà in cui è immerso, precedendo e sottendendo ogni forma di comunicazione.
Attraverso di essa, servendosi dei mezzi più diversi, l'essere umano organizza spazialmente e temporalmente i propri vissuti e la realtà circostante, conferendo loro un senso e costruendo il mondo.
E con gli stessi mezzi e utilizzando anche gli stessi elementi è capace di dare nuovi sensi e costruire mondi diversi.
In questa prospettiva...
L'oggetto fuori posto in una stanza familiare o un impermeabile bagnato appeso nell'ingresso "significano" qualcosa di ben preciso, strettamente dipendente dalla nostra capacità di interpretare il mondo e di costruire significati.