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da Ana Maria Busuioc manca 1 anno

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RISCHI DA ESPLOSIONE

In ambienti industriali, la gestione del rischio di esplosioni è cruciale per la sicurezza. I sensori monitorano costantemente la pressione, attivando allarmi e diffondendo polvere estinguente quando necessario.

RISCHI DA ESPLOSIONE

LA SOPPRESSIONE DELL'ESPLOSIONE Appositi sensori controllano continuamente i valori di pressione all’interno del volume da proteggere: quando la pressione riconosciuta è dovuta ad un’esplosione, il sensore invia immediatamente un segnale di allarme che provoca la diffusione di polvere estinguente all’interno del volume.

LO SCARICO DELL'ESPLOSIONE Lo scarico di una esplosione (venting) è una misura al fine di ridurne gli effetti, liberando energia.

L'ISOLAMENTO DELL'ESPLOSIONE Consiste nel limitare l’esplosione ad una parte dell’impianto In relazione alle specifiche esigenze, si possono trovare i seguenti dispositivi per la realizzazione di un sistema di isolamento: • Valvole di protezione • Valvole rotative • Deviatori (diverters)

Èuna violenta reazione chimica di ossidazione in cui si genera la combustione di una sostanza, detta combustibile, in presenza di un comburente.

RISCHI DA ESPLOSIONE

LA MARCATURA Su ogni apparecchiatura, macchina e sistema di protezione destinate ad operare in atmosfere esplosive devono figurare le seguenti indicazioni: • Nome ed indirizzo del fabbricante; • Tipo costruttivo; • N. serie; • Anno di costruzione; • Marcatura CE e numero organismo notificato se applicabile; • Marchio esagonale ; • Gruppo, categoria lettere G (per gas)/D (per polvere).

LA DEFINIZIONE DELLE ZONE Si distinguono i seguenti tre tipi di zone per miscele pericolose in aria (in condizioni atmosferiche) di gas, vapori, nebbie e polveri.

I TIPI DI ZONA Zona 0 “Area in cui è presente in permanenza o per lunghi periodi una miscela di aria e di sostanze infiammabili, sotto forma di gas, vapore, nebbia o polveri”. Zona 1 “Area in cui la formazione di una miscela di aria e sostanze infiammabili, sotto forma di gas, vapori, nebbia o polveri, è probabile che avvenga occasionalmente durante le normali attività”. I TIPI DI ZONA Zona 2 “Area in cui durante le normali attività non è probabile la formazione di una miscela di aria e sostanze infiammabili, sotto forma di gas, vapore o nebbia, polveri o, qualora si verifichi, sia unicamente di breve durata”.

LE MISURE DI PREVENZIONE

PER LA RIDUZIONE DEL RISCHIO ... - valutare il pericolo di esplosione; - Prevenire le atmosfere esplosive utilizzando misure tecniche ed organizzative
LE MISURE PREVENTIVE... per prevenire le atmosfere esplosive : - evitare o ridurre la concentrazione in aria di sostanze infiammabili; - sostituire, se possibile, le sostanze esplosive; - adottare tecniche d’inertizzazione; - evitare le sorgenti di accensione; - controllare l’atmosfera e la temperatura; -controllare il processo ed i suoi parametri. -La definizione delle “zone a rischio di esplosione” -La verifica del “grado di ventilazione”

LE MISURE ORGANIZZATIVE ... comprendono: - qualificazione dei lavoratori-formazione; - istruzioni operative; - autorizzazioni allo svolgimento di un lavoro; - manutenzione degli impianti; - sorveglianza, verifica; - segnaletica.

LE MISURE SPECIFICHE ... Quando non è possibile evitare l’esplosione bisogna attenuarne gli effetti utilizzando: - sistemi resistenti alla pressione d’esplosione; - scarico dell’esplosione; - soppressione dell’esplosione; - isolamento dell’esplosione (barriere antifiamma, deviatori, valvole); - allarmi ottici e acustici; - vie di fuga.

SORGENTI DI INNESCO

LE ONDE onde elettromagnetiche: la pericolosità dipende dalla potenza del campo emettitore in prossimità delle parti metalliche che fungono da antenna ricevente e che possono scaldarsi o generare scariche elettriche. radiazioni ionizzanti: la pericolosità è legata all’energia associata alla radiazione che può essere assorbita. ultrasuoni: le onde acustiche possono riscaldare la sostanza che le assorbe
LE FIAMME fiamme libere: presenti per esempio nelle operazioni di taglio e saldatura o nei bruciatori, sono evidentemente pericolose per il loro alto contenuto energetico. Tra le operazioni in cui porre maggiore attenzione vi è il taglio di recipienti chiusi contenenti residui di sostanze infiammabili.
LE SCARICHE scariche elettriche: possono derivare dalla manovra di interruttori, relè... scariche elettrostatiche: le operazioni e le situazioni in cui si possono generare riguardano l’uso di attrezzature di plastica o di fibre sintetiche, di indumenti isolanti. che si caricano per strofinio, specialmente su pavimenti isolanti, lo scorrimento di fluidi e polveri, l’agitazione di polveri e liquidi in recipienti.
LE SCINTILLE scariche atmosferiche: si generano in seguito ai campi elettrici e magnetici connessi con il fenomeno della scarica atmosferica. scintille generate meccanicamente: si tratta di particelle metalliche prodotte per attrito ed urto, per esempio durante le lavorazioni meccaniche.

IL CALORE superfici calde: le superfici calde di apparecchi, tubi radianti, cuscinetti, essiccatoi, etc. possono generare l’accensione dell’atmosfera esplosiva. reazioni esotermiche: si hanno reazioni chimiche esotermiche con sviluppo di calore e produzione di energia sufficiente per l’innesco, ad esempio in presenza di depositi di farine, gomme, fertilizzanti, sali metallici e organici... impulsi di pressione: generano calore a causa della compressione nei restringimenti, per esempio nella fuoriuscita di gas.

LA TEMPERATURA DI ACCENSIONE “la minima temperatura di una superficie riscaldata alla quale avviene l’accensione di una sostanza infiammabile allo stato di gas o vapore in miscela con l’aria”.

I LIVELLI DI CONCENTRAZIONE: affinché l’esplosione avvenga è necessario che la sostanza infiammabile sia accesa in una concentrazione in aria, compresa entro un limite inferiore detto LEL ed uno superiore detto UEL; questi parametri individuano il range di esplosione

ATMOSFERA ESPLOSIV: si intende una miscela con l’aria, a condizioni atmosferiche, di sostanze infiammabili allo stato di gas, vapori, nebbie o polveri in cui, dopo l’accensione, la combustione si propaga nell’insieme della miscela incombusta.

L'ENERGIA DI INNESCO La più bassa energia necessaria a provocare l’accensione della miscela infiammabile è detta MIE (Minimum Ignition Energy). Una sorgente di energia pari a MIE si dice efficace.

LE SOSTANZE LIQUIDE Per le sostanze allo stato liquido: è importante considerare la temperatura di infiammabilità : essa indica la temperatura più bassa alla quale il liquido libera in aria una quantità di vapori in grado di formare una miscela infiammabile

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