door Giovanna Pingitore 17 uren geleden
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ETIMOLOGIA Potrebbe derivare dal latino maccare, che significa schiacciare, oppure da Maccus, personaggio delle commedie atellane, un Pulcinella antelitteram sciocco e mangione, o ancora dal greco macron, grosso, o makaria, impasto di orzo e acqua. La parola potrebbe anche discendere però da makar, che in greco significa felice, il che fa venire in mente gli scialatielli, (tipo di pasta fresca campana e calabrese), termine che potrebbe arrivare da scialare, cioè sentirsi felici. Insomma probabilmente gli antichi già conoscevano quel che oggi è spiegato scientificamente, cioè che il consumo di pasta aiuta la produzione della serotonina, l'ormone del buon umore. LE ORIGINI Le origini della pasta si perdono nella notte dei tempi: si hanno tracce della pasta negli scavi archeologici di un villaggio del neolitico in Cina, in tombe etrusche in Italia; era il cibo preferito di Cicerone e anche di Orazio, che nel 35 a. C. scriveva: …inde domum me ad porri et ciceris refero laganique catinum (me ne torno a casa alla mia scodella di porri, ceci e lasagne)». Ne parlava Apicio nel I secolo a. C. in De re coquinaria, il primo libro di ricette della storia, e poi Boccaccio nel Decameron, a proposito delle meraviglie del Paese di Bengodi. La patria della pasta però è senz'altro il Sud Italia, in particolare la Sicilia, dove già intorno all'anno Mille a Trabia, vicino Palermo, si faceva un tipo di pasta secca lavorata in filamenti che aveva il nome arabo di itriyah. La pasta era un cibo così diffuso che da lì fino al Medioevo i siciliani furono considerati formidabili mangiatori di pasta e meritarono per primi l'appellativo di mangiamaccaruna, seguiti a ruota dai napoletani e dai calabresi. La tradizione della pasta come piatto principe della cucina meridionale continuò fino al Cinquecento, quando iniziò a Napoli e dintorni la produzione di pasta dei primi pastifici industriali che andò ad integrare i maccaruni fatti in casa dalle massaie. Da allora l'amato e semplice cibo fatto solo di farina e acqua ha attraversato i secoli ed è arrivato trionfante fino ad oggi, confermandosi come uno degli alimenti più sani, equilibrati e gustosi che ci siano e protagonista indiscusso della più benefica delle diete, quella mediterranea. La parola maccherone, da termine quasi dispregiativo, è ormai sinonimo di bontà e italianità in tutto il mondo. I maccheroni calabresi per tradizione vanno fatti a mano e conditi con ricchi sughi a base di pomodoro e carne di capra, manzo o maiale (maccarruni cu'zucu ra crapa, ru boi o ru porcu), da completare con una grattugiata di formaggio pecorino o di ricotta salata ma sono ottimi anche «solo» con pomodoro e ndujia o col pesce, alla ghiotta con olive e capperi o con crostacei e molluschi.
manzo o maiale
crostacei e molluschi
olive e capperi
pesce
pomodoro e ndujia