av elisa cipriani 8 år siden
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Mer som dette
Una collezione make up coloratissima ma complessa: MAC for Cindy Sherman è la proposta di punta creata per l'inverno 2011-2012.
Per la prima volta Cindy usa il colore, la serie Centerfolds / Horizontals, è una serie di immagini commissionata da “Artforum”, eseguita per la creazione di un portfolio da mostrare sulla rivista. Ispirandosi al formato orizzontale delle riviste l’artista decide di creare immagini che potessero riprodurre i centerfolds (inserto fotografico centrale che solitamente copre entrambe le pagine delle riviste tipicamente pornografiche). Nella serie la Sherman è ancora il soggetto delle immagini e ritrae diverse donne in ogni foto. Nella Untitled #96, la Sherman ritrae quella che sembra una giovane adolescente, quest'immagine mostra il soggetto come essere innocente già attraente. La critica oscurò la serie, dichiarando che la Sherman in questo modo stava riaffermando gli stereotipi sessisti. Si tratta di una delle serie più contestate poiché in essa indaga i codici visivi della fotografia delle riviste pornosoft e dove la donna risulta fragile e umiliata grazie all’ausilio di inquadrature orizzontali e di riprese dall’alto.
ArtForum rifiutò la serie e le immagini non vennero mai pubblicate sulla rivista. La Sherman stravolse le aspettative rappresentando , non donne nude, ma donne angosciate, sdraiate in attesa, in situazioni di noia, di perdita di autonomia, di dipendenza affettiva femminile. L’immagine e la lettura dell’immagine richiama anche un'influenza cinematografica, il formato ricorda il formato orizzontale del Cinemascope.
Al termine degli studi e dopo la laurea si trasferisce a New York.
Spaventata dalla Grande Mela, usa la tecnica del travestimento, inizialmente anche per assumere un aspetto più minaccioso per le strade della città. Esce poco, si chiude in casa e comincia un gioco di ruoli e travestimenti che la porteranno a realizzare la sua prima opera importante, Untitled Film Stills.
La serie di foto (70) con cui Cindy avrà maggiore visibilità e con la quale diverrà una delle artiste contemporanee più quotate sul mercato. Queste foto, ispirate ai film degli anni ‘50-‘60, non sono ricostruzioni di film esistenti. Il lavoro di Cindy Sherman è l'ideazione e la messa in scena di un immaginario femminile che trapela in maniera molto forte attraverso la cinematografia di quegli anni.
Queste foto rimandano direttamente o indirettamente a film di Hitchcock, Antonioni, al Neorealismo e a film di serie B americani. La Sherman in questa raccolta prende la realtà dominante corrispondente ad un immagine del reale, trasformandola in finzione. Queste immagini sono frutto della fantasia e dell’ispirazione dell’artista. Cindy Sherman riceve il primo vero riconoscimento da parte dell’establishment artistico solo nel 1995, il MOMA di New York acquista per oltre un milione di dollari le sessantanove fotografie di Untitled Film Stills.
Serie di fotografie che verrà resa pubblica soltanto nel 2005, Cindy Sherman impersona una serie di ipotetici passeggeri di un autobus, rappresenta una popolazione che è in continuo mutamento. Cattura la molteplicità e l’anonimato della società moderna Americana. Le foto non nascondono che sono eseguite con l’autoscatto, né la location, che è evidentemente lo studio dell’artista. La macchina fotografica è posizionata all’altezza degli occhi rendendo l’immagine più asettica e realistica, salta agli occhi il contrasto tra il trucco sofisticato, l’elaborato travestimento e la semplicità dell’ambientazione. Siamo in presenza di una galleria di stereotipi sociali.
Fotografie contrassegnate dalle lettere che vanno da A ad E, le quali ritraggono l’autrice stessa nelle vesti di differenti personaggi, quali un clown o una bimba. Sono 5 immagini frontali di personaggi che guardano in macchina sorridenti.
Qui l’intervento sulla costruzione del personaggio è minimo rispetto a come avverrà in opere future. Si percepisce il gioco infantile del travestimento.
La sua scelta di adottare la tecnica fotografica è sicuramente un ulteriore elemento di interesse. Cindy usa la fotografia perché è veloce ed immediato. Rispetto alla pittura, è un mezzo più povero e popolare. Il mezzo fotografico e poi quello cinematografico, hanno apportato un cambiamento radicale nella società contemporanea, intervenendo su un discorso dell’identità individuale e collettiva. L’individualità, è il tema centrale nell’opera artistica della Sherman.
Cindy non si allontana mai dal mezzo fotografico, la sua arte potrebbe facilmente trasformarsi in performance, o in istallazione o scultura. Cindy non arriva mai a fare questo passaggio perché il suo lavoro è pensato perché resti e venga comunicato attraverso il mezzo fotografico, attraverso la rappresentazione fotografica, la fotografia come mezzo che ha cambiato lo scorso secolo creando una società basata e fondata sulle immagini che hanno inevitabilmente cambiato la condizione identitaria globale.
Cindy Sherman
nasce a Glen Ridge nel New Jersey nel 1954 è un'artista, fotografa e regista statunitense, conosciuta per i suoi autoritratti concettuali.
Studia Arte presso la SUNY (State University of New York) a Buffalo.
Respinta all’esame preliminare di fotografia, per insufficienze tecniche nella gestione delle fasi di stampa, Sherman si dedica dapprima alla pittura, dipingendo in maniera realistica copie di foto tratte da riviste, ed autoritratti. Ben presto, però, trasformerà la fotografia, da pretesto per le proprie indagini sulla comunicazione di massa, in mezzo d’auto-espressione, nel quale far coesistere le aspirazioni da artista concettuale con le proprie ossessioni personali.
Nel 1975, mentre frequenta ancora il College, scatta la prima delle sue Serie, composta da cinque fotografie, contrassegnate dalle lettere che vanno da A ad E, le quali ritraggono l’autrice stessa nelle vesti di differenti personaggi, quali un clown o una bimba. Si laurea nel 1976.
L’anno seguente Sherman si trasferisce a New York. Là, dopo un breve periodo che la vede impegnata nella produzione di collage fotografici, inizia a lavorare su quella serie d’immagini in bianco e nero che la renderanno poi celebre in tutto il mondo: “Untitled Film Stills”.
La sua prima personale avrà luogo nel 1981 presso una galleria newyorkese non commerciale, chiamata Kitchen.
Verso la seconda metà degli anni Ottanta sperimenta un tipo di composizione figurativa in cui la propria figura passa in secondo piano.
Fra il 1983 e il 1994 esegue su commissione alcuni bizzarri lavori di moda.
Nel 1995, Cindy Sherman riceve il primo vero riconoscimento da parte dell’establishment artistico, quindi il MOMA di New York acquista per oltre un milione di dollari le sessantanove fotografie di “Untitled Film Stills”.
Da sempre interessata al linguaggio cinematografico dirige “Office Killer”, commedia horror che alla sua uscita, nel 97, viene accolto favorevolmente dalla critica, ma tiepidamente dal pubblico.
Sherman vive ed opera ancora a New York, dedita negli ultimi anni ad una produzione d’immagini altamente influenzate dal Surrealismo.