av Maricetta Cirmena 4 år siden
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Mer som dette
Durante un terremoto
• Se sei in un luogo chiuso, mettiti sotto una trave, nel vano di una porta o vicino a una parete portante.
• Stai attento alle cose che cadendo potrebbero colpirti (intonaco, controsoffitti, vetri, mobili, oggetti ecc.).
• Fai attenzione all'uso delle scale: spesso sono poco resistenti e possono danneggiarsi.
• Meglio evitare l’ascensore: si può bloccare.
• Fai attenzione alle altre possibili conseguenze del terremoto: crollo di ponti, frane, perdite di gas ecc.
• Se sei all'aperto, allontanati da edifici, alberi, lampioni, linee elettriche: potresti essere colpito da vasi, tegole e altri materiali che cadono.
Dopo un terremoto
Assicurati dello stato di salute delle persone attorno a te e, se necessario, presta i primi soccorsi. Esci con prudenza, indossando le scarpe: in strada potresti ferirti con vetri rotti. Se sei in una zona a rischio maremoto, allontanati dalla spiaggia e raggiungi un posto elevato. Raggiungi le aree di attesa previste dal Piano di protezione civile del tuo Comune. Limita, per quanto possibile, l’uso del telefono. Limita l’uso dell’auto per evitare di intralciare il passaggio dei mezzi di soccorso.
Le catastrofi naturali hanno segnato la storia dell’Italia e hanno contribuito a create una coscienza di protezione civile che nel 1992 ha portato alla nascita del Sistema di Nazionale della Protezione Civile, con il compito di “tutelare l’integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l’ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali, da catastrofi e altri eventi calamitosi”. Oltre al soccorso e alle attività volte al superamento dell’emergenza, la Protezione Civile deve occuparsi anche di previsione e prevenzione.
Il sistema non si limita quindi al soccorso e all'assistenza alla popolazione, ma si occupa anche di definire le cause delle calamità naturali, individuare i rischi presenti sul territorio e di mettere in campo tutte le azioni necessarie a evitare o ridurre al minimo la possibilità che le calamità naturali provochino danni.
La collisione fra una placca continentale e una oceanica, più densa, fa sì che quest'ultima vada in subduzione, inserendosi sotto la placca continentale e immergendosi nell'astenosfera.
La subduzione della placca oceanica forma profonde fosse oceaniche e sulla placca continentale si origina un arco magmatico, costituito da una serie di vulcani con andamento parallelo alla fossa.
Proseguendo la subduzione la placca continentale si corruga e, dietro all'arco magmatico, si forma una catena montuosa, il cui sollevamento continua finché la subduzione è attiva.
Questa situazione si osserva lungo la costa sudorientale dell'Oceano Pacifico, in corrispondenza alla fossa del Perù-Cile (originatasi per subduzione della placca di Nazca sotto alla placca sudamericana), parallelamente alla quale si estende la catena montuosa delle Ande (formata da due cordigliere parallele, una occidentale e una orientale).
La collisione fra due placche continentali non dà luogo a subduzione, perché, a causa della bassa densità delle rocce che costituiscono la litosfera continentale, nessuna delle due placche collidenti può inserirsi sotto all'altra; la collisione porta a sovrascorrimenti delle due placche, al corrugamento della litosfera e determina, dunque, la formazione di catene montuose od orogenesi.
Catene montuose formatesi in questo modo sono la catena himalaiana (per collisione della placca indiana contro quella eurasiatica) e quelle alpina e appenninica (per collisione della placca africana contro quella eurasiatica).
Con la collisione delle masse continentali si sono formate numerose catene montuose che costituiscono la catena Alpino-Himalaiana a partire dal Marocco e per arrivare fino alla penisola indocinese. Queste catene si trovano nell'Africa del nord, in Europa ed attraversano tutto il bordo meridionale dell'Asia.
La collisione tra due placche oceaniche provoca la subduzione, quindi la distruzione della litosfera oceanica in pieno oceano che si incurva verso il basso e immergendosi nell'astenosfera comincia a fondere, determinando un'accentuata attività vulcanica e sismica.
Come conseguenza della collisione tra collisione tra due placche oceaniche, nei fondali oceanici si formano profonde depressioni, dette fosse oceaniche, e, parallelamente a esse, archi magmatici insulari, cioè fasce di isole vulcaniche originatesi per risalita verso la superficie di magma proveniente dalla fusione della litosfera.
Nel loro insieme, le fosse oceaniche e gli archi magmatici insulari costituiscono i cosiddetti sistemi arco-fossa, di cui si trovano numerosi esempi lungo le coste occidentali dell'oceano Pacifico (per esempio, lungo l'arcipelago del Giappone o lungo le isole Marianne, presso l'omonima fossa).
In seguito all'attrito fra le due placche, si generano, nell'area interessata dalla collisione, forti tensioni che causano terremoti.
un'intensa attività culcanica
MARGINI CONVERGENTI O DISTRUTTIVI
MARGINI TRASFORMI O CONSERVATIVI
In corrispondenza di questo tipo di margini, la litosfera non si accresce né si consuma (perciò sono detti conservativi), mentre le placche adiacenti scivolano, scorrono l'una rispetto all'altra generando fratture sia sui continenti, sia sui fondali oceanici, a cui si dà il nome di faglie trasformi e che sono sede di terremoti (perciò i margini conservativi sono anche detti trasformi).
FRATTURE O FAGLIE
Sono margini trasformi o conservativi quando, in corrispondenza di questo tipo di margini, la litosfera non si accresce né si consuma (perciò sono detti conservativi), mentre le placche adiacenti scorrono l'una rispetto all'altra generando fratture sia sui continenti, sia sui fondali oceanici, a cui si dà il nome di faglie trasformi e che sono sede di terremoti.
La più famosa faglia osservabile sulle terre emerse, invece, è quella di San Andreas, in California: lungo questa faglia, spostandosi verso nord-ovest, la placca Pacifica "striscia" contro quella nordamericana, in movimento verso sud-est, tagliando in due la penisola californiana (da San Francisco a Los Angeles). Faglie di questo tipo, in cui i due margini della faglia si allontanano orizzontalmente in direzioni opposte, sono dette faglie trascorrenti. La faglia di San Andreas è sede di un'intensa attività sismica.
Altri esempi di faglie trascorrenti sono quelli della "faglia alpina" della Nuova Zelanda e la faglia dell'Anatolia in Turchia.
MARGINI DIVERGENTI E COSTRUTTIVI
In corrispondenza di questo tipo di margini si genera nuova crosta terrestre per solidificazione di magma che risale dalla sottostante astenosfera (per questo sono detti costruttivi).
Nello stesso tempo, le due placche adiacenti divergono fra loro (per questo sono detti anche divergenti), allontanandosi a una velocità che può essere anche di qualche centimetro all'anno.
I margini costruttivi coincidono con:
DORSALI MEDIO-OCEANICHE
Le dorsali medio-oceaniche sono rilievi sottomarini, fasce di crosta oceanica inarcate verso la superficie, più o meno fratturate. La cresta della dorsale è caratterizzata da fenomeni sismici ed è segnata da un solco longitudinale, largo qualche decina di chilometri e profondo alcune centinaia di metri, da cui fuoriesce in continuazione un magma fluido e molto caldo, di natura basaltica.
Sul fondo degli oceani Atlantico, Indiano, Antartico e Pacifico, del mare di Norvegia e del mare Artico si snoda un sistema di dorsali lungo oltre 80 000 km.
Una delle più famose è la dorsale medio-atlantica, che si eleva per circa 2500-3000 m al di sopra delle adiacenti piane abissali e provoca l'allontanamento delle zolle nordamericana e sudamericana da quelle eurasiatica e africana, con conseguente espansione dell'oceano Atlantico; in alcuni punti, la dorsale medio-atlantica affiora, dando così origine a isole vulcaniche quali l'Islanda e le Azzorre.
VULCANI, ISOLE VULCANICHE, GEYSER
Il geyser è un tipo di sorgente d'acqua bollente che ha delle eruzioni intermittenti che creano delle colonne di acqua calda e vapore.
I geyser sono una manifestazione del vulcanesimo che si ottiene quando è presente una caratteristica struttura a sifone.
Tra i geyser più famosi vi sono quelli situati in Islanda, dove vi è il Geyser, anche detto Grande Geysir.
RIFT CONTINENTALI
Le rift valley continentali sono depressioni più piccole e meno profonde delle dorsali oceaniche, che si aprono nella litosfera continentale; esse possono essere occupate da laghi (laghi tettonici) e determinare successivamente la formazione di nuovi mari e oceani in seguito all'ingresso, parziale e intermittente, delle acque marine nella depressione.
L'esempio più conosciuto è quello che si estende con direzione nord-sud in Africa orientale, detto Great Rift Valley, in cui sono attualmente osservabili vari laghi tettonici (Turkana, Mobutu, Tanganica e Malawi) e che, probabilmente, segna la futura frammentazione del continente africano.
LA DERIVA DEI CONTINENTI
Lo scienziato ALFRED WEGENER propose nel 1910 la teoria della DERIVA DEI CONTINENTI secondo la quale una volta i continenti erano uniti in unico blocco: la PANGEA e solo in seguito si erano allontanati.
LA TEORIA DELLA TETTONICA A PLACCHE
Secondo la teoria della TETTONICA A ZOLLE la parte esterna e superficiale della terra (la litosfera) non è compatta ma spezzata in tante ZOLLE CROSTALI (circa 20) che "galleggiano" sull'astenosfera, grazie alle correnti ascendenti e discendenti di magma che hanno luogo nel mantello
VULCANI
Nell'astenosfera e nella crosta terrestre, in seguito a processi tettonici, si creano grosse masse magmatiche a causa delle forze tettoniche, degli attriti e degli aumenti di pressione e temperatura.
Tali fattori rappresentano poi anche le cause stesse della risalita e fuoriuscita di magma sulla superficie terrestre dando vita alle eruzioni e ai vulcani stessi.
Un generico vulcano è formato da:
-una camera magmatica, ovvero il serbatoio sotterraneo nel quale è presente il magma che alimenta il vulcano.
-un camino o condotto vulcanico principale, luogo di transito del magma dalla camera magmatica verso la superficie.
-un cratere o bocca sommitale, dove sgorga il condotto principale.
-uno o più condotti secondari, i quali, sgorgando dai fianchi del vulcano o dalla stessa base, danno vita a dei coni e crateri secondari.
-delle fessure laterali, fratture longitudinali sul fianco del vulcano, provocate dalla pressione del magma che permettono la fuoriuscita di lava sotto forma di eruzioni.
ESPLOSIVI
Esistono sostanzialmente due tipi di vulcani: quelli tranquilli (effusivi) che eruttano lave molto fluide come il latte che trabocca dal pentolino troppo a lungo sul fuoco, e quelli esplosivi, molto pericolosi per l’uomo e per le sue attività, più simili a un tappo di champagne che salta via assieme alla ben nota spuma.
Il magma esplosivo è molto ricco in silice, motivo per il quale risulta molto viscoso e riesce così a intrappolare i gas che forniscono la forza propulsiva alle esplosioni. Le condizioni per generare questo tipo di magma si trovano nelle zone di subduzione, quando la crosta continentale (molto acida) fonde e risale in superficie. L’Italia non manca certo di una forte rappresentanza di questo tipo di vulcanismo: il Vesuvio e tutta la provincia magmatica romana oltre alle splendide isole Eolie.
VESUVIO
EFFUSIVI
Esistono sostanzialmente due tipi di vulcani: quelli tranquilli (effusivi) che eruttano lave molto fluide come il latte che trabocca dal pentolino troppo a lungo sul fuoco, e quelli esplosivi, molto pericolosi per l’uomo e per le sue attività, più simili a un tappo di champagne che salta via assieme alla ben nota spuma.
Il magma effusivo invece è molto più fluido perché povero in silice, per questo i gas contenuti si liberano con estrema facilità senza dare luogo a grandi fenomeni esplosivi e le lave percorrono grandi distanze (fino a 30-40 Km). Questi vulcani sono correlati a zone dove la crosta terrestre è sottoposta a tensione, in corrispondenza dei margini divergenti delle placche ad esempio. In Italia l’Etna è un vulcano di questo tipo come pure il Kilimangiaro, le isole Hawaii e, ovviamente, tutti i vulcani allineati lungo le dorsali medio-oceaniche.
ETNA
TERREMOTI
Un terremoto o sisma consiste in una serie di rapide oscillazioni del suolo dovute a un brusco rilascio dell’energia accumulatasi in una zona sotterranea compresa tra poche decine di metri e centinaia di chilometri di profondità, l’ipocentro. Il punto sulla superficie terrestre situato sulla verticale dell’ipocentro si chiama epicentro. Gli “scossoni” che si propagano in tutte le direzioni a partire dall’ipocentro sono dovuti alle deformazioni della roccia causate dalle onde sismiche.
Il rilascio di energia meccanica, e quindi i movimenti del suolo, sono dovuti all’accumulo di stress sulle rocce tra una placca tettonica e l’altra.
Il punto di rottura, dove la roccia sottoposta a pressioni è meno resistente, si chiama faglia.
A quel punto, l’energia stipata viene liberata tutta insieme: ecco perché i terremoti possono risultare anche molto violenti. La superficie sulla quale i due blocchi di crosta sottoposti a pressione scivolano l’uno sull’altro, è detta piano di faglia.
Il punto in cui si origina il terremoto è detto ipocentro; il corrispondente punto in superficie sulla verticale si chiama epicentro. L'ipocentro può essere:
• superficiale, quando la profondità arriva fino a 70 km; in questa fascia si concentra il 75% dei sismi;
• intermedio, con profondità fino a 300 km; vi appartiene il 22% dei sismi;
• profondo, se si verifica da 300 km fino alla base del mantello superiore (circa 700 km); in questa zona si ha circa il 3% dei terremoti.
Un terremoto ad ipocentro superficiale dà fenomeni più intensi ma più localizzati rispetto a quello con ipocentro profondo.
TERREMOTI IN ITALIA
L'Italia si trova proprio dove la placca africana si infossa e spinge quella eurasiatica, per questo è un paese ad alto rischio sismico.
Il 70% del nostro paese è considerato zona sismica.
Proprio i movimenti della crosta terrestre hanno creato nel passato gli Appennini, il Vesuvio e l'Etna.
FENOMENI VULCANICI E SISMICI SI MANIFESTANO NELLE STESSE ZONE DELLA TERRA, PERCIò SONO COLLEGATI TRA LORO E HANNO LA STESSA ORIGINE
La litosfera è suddivisa in