realizată de Elena Quattrocchi Brancia 1 zi în urmă
31
Mai multe ca aceasta
Gli adolescenti appaiono sempre più vulnerabili, sia dal punto di vista psicologico che sociale e nel microcosmo della scuola essi devono imparare a conoscersi, a gestire le loro relazioni interpersonali con compagni e docenti, ad affrontare i problemi e gli stress quotidiani, a confrontarsi con l’insuccesso e la frustrazione. In altre parole, devono diventare emotivamente competenti, nel tentativo di raggiungere il proprio benessere personale e sociale, indispensabile per affrontare la vita quotidiana in modo positivo.
La consapevolezza emotiva non è solo la capacità di riconoscere ed etichettare le proprie emozioni e quelle altrui, ma anche la capacità di gestire le emozioni in modo appropriato, di prendere decisioni responsabili, di stabilire rapporti sociali corretti.
È importante, quindi, che i ragazzi sappiano riconoscere e decodificare le proprie emozioni e quelle degli altri, siano capaci di esprimere i propri vissuti emotivi, comprendano le cause che scatenano alcune emozioni e soprattutto sappiano far fronte a ciò che provano, attraverso comportamenti adeguati.
LE EMOZIONI rappresentano una parte fondamentale dell’esperienza umana: sono il motore interno di ogni singolo individuo.
La parola emozione deriva dal latino movere (muovere) con prefisso e- (fuori) che ci fa già comprendere come un’emozione abbia a che fare con un moto che dall’interno va verso l’esterno.
6 FASE
VALUTAZIONE
L’insegnante dovrà focalizzare l’attenzione dei ragazzi prima sulle cose che sono andate bene e poi sulle cose che potevano essere migliorate, chiedendo agli alunni dei feed-back.
Si analizzerà cosa ha funzionato e cosa non ha funzionato, soffermandosi soprattutto sulle cause; successivamente si procederà con il riassumere gli apprendimenti, specificando le abilità messe in pratica e valutando la loro efficacia e dando agli studenti degli spunti per riflettere su come potranno utilizzare quanto appreso nella loro vita quotidiana.
4 FASE
Obiettivo: saper contenere e gestire le emozioni
Invitiamo i ragazzi a riflettere sul contenimento delle emozioni e sul modo di comunicarle.
Chiediamo ai ragazzi di raccontare per iscritto e in forma anonima un episodio di vita quotidiana in cui hanno scelto di non mostrare le loro emozioni e perché. Diamo un tempo di 30 minuti e al termine leggiamo ad alta voce i componimenti anonimi e discutiamone insieme.
3 FASE
Obiettivo: saper gestire in modo positivo un’emozione
Fase di indagine
Prepariamo un cartellone che divideremo in sei colonne e due spazi orizzontali:
• le sei colonne devono riportare le sei emozioni primarie: rabbia, paura, tristezza, ansia, vergogna, gioia;
• i due spazi orizzontali sono dedicati rispettivamente alle reazioni fisiche e alle modalità di gestione dell’emozione a livello comportamentale.
Invitiamo i ragazzi a fare la stessa cosa su un foglio formato A3 e chiediamo loro di descrivere per ciascuna emozione le loro reazioni fisiche e il loro comportamento.
Per esempio, la rabbia provoca delle reazioni fisiche come: calore improvviso, tensione muscolare, accelerazione del battito cardiaco, irregolarità della respirazione, aumento della sudorazione. I comportamenti che ne conseguono possono essere diversi: alcuni si lasciano prendere dalla rabbia a tal punto da perdere il controllo e aggredire violentemente chi hanno di fronte; altri si sfogano verbalmente, urlando parole cattive e taglienti; altri invece reprimono la rabbia, isolandosi.
Fase di confronto e discussione
Al termine della fase di indagine, confrontiamo i lavori dei ragazzi e riportiamo sul cartellone le reazioni fisiche e i comportamenti più condivisi. Invitiamoli a riflettere sul perché proviamo determinate emozioni, quali possono essere le cause scatenanti e poi discutiamo sui diversi comportamenti che queste emozioni possono generare.
Questa attività ha l’obiettivo di farli riflettere sulle loro reazioni e su quelle altrui, dimostrando che spesso le reazioni fisiche possono essere le stesse, ma diverse sono le modalità con cui vengono gestite da ciascuno.
Nella classificazione delle emozioni, si fa una distinzione tra emozioni primarie (o semplici) ed emozioni secondarie (o complesse). Ma qual è la differenza tra emozioni primarie e secondarie?
Le emozioni primarie e secondarie sono strettamente interconnesse e possono influenzarsi reciprocamente in vari modi. Le emozioni primarie, come la paura o la rabbia, possono innescare emozioni secondarie come la vergogna o il rimorso. Per esempio, una persona potrebbe provare vergogna dopo aver reagito con rabbia in modo inappropriato durante una discussione. La gioia può generare emozioni secondarie come la gratitudine o l’orgoglio. Per esempio, quando si riceve una buona notizia, si potrebbe provare gratitudine verso chi l’ha condivisa o orgoglio per il proprio successo.
Quando le emozioni primarie e secondarie si intersecano, si verificano complesse dinamiche emotive che possono influenzare profondamente il nostro comportamento.
2 FASE
Obiettivi: comprendere l’origine e le caratteristiche delle emozioni; comprendere che una stessa emozione può suscitare reazioni differenti.
Dividiamo i ragazzi in gruppi di cinque/sei persone e forniamo loro una lista di situazioni, chiedendo di segnare accanto a ciascuna il sentimento che essi proverebbero se si trovassero in quella condizione. Il sentimento deve essere deciso insieme dal gruppo.
Al termine del lavoro, ciascun gruppo leggerà quello che ha scritto e se per una stessa situazione risultano sentimenti differenti, ciascun gruppo fornirà le motivazioni della propria scelta.
Attraverso una discussione, invitiamo i ragazzi a riflettere sul fatto che, di fronte alla stessa situazione, persone diverse possono provare sentimenti differenti e quindi avere reazioni dissimili.
1 FASE
Obiettivo: Riconoscere le emozioni
Mostrare ai ragazzi sulla LIM un video che evidenzi una serie di dipinti/sculture che ritraggono persone che mostrano emozioni diverse e chiedere loro di riconoscerle e nominarle.
Successivamente, l' insegnante mostra con una mappa, rappresentazioni e dipinti di personaggi per comprendere le numerose emozioni. La docente guiderà una discussione concentrandosi per esempio sul dipinto del ragazzo morso da un ramarro di Caravaggio che rappresenta la "sorpresa".
Infine, si assegna ai ragazzi un compito a casa: mettersi davanti allo specchio per esercitarsi sulle espressioni, lavorando su occhi, bocca e sopracciglia. Trovata l’espressione, ciascuno di loro si scatterà un selfie da portare a scuola che sarà poi usato per creare una presentazione multimediale.