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MIRACOLO DELLO SCHIAVO
QUANDO - 1548 DOVE - Galleria dell'Accademia Venezia COMMITTENTE - Scuola di San Marco a Venezia TECNICA - olio su tela DIMENSIONI - 415x541 cm DESCRIZIONE GENERALE - Con il Miracolo dello schiavo, anche noto come Miracolo di San Marco, Tintoretto si impone all’attenzione dei suoi contemporanei. La protagonista è la luce, ora vivace e naturale nella piazza retrostante, ora cupa e tragica sotto il pergolato, ora sfolgorante al centro.
San Marco è arretrato e in prospettiva dal basso. E' visibile solo all'osservatore del quadro
la scena si svolge tra un edificio colonnato e delle rovine
Al centro c'è uno spazio vuoto investito dalla luca di San Marco
La folla è scossa da un moto violento e le espressioni ricordano quelle della pittura di Michelangelo
Il colore collabora allo sfondamento prospettico
ULTIMA CENA
QUANDO - 1592-1594 DOVE - Basilica di San Giorgio Maggiore COMMITTENTE - Scuola del SS sacramento TECNICA - olio su tela DIMENSIONI - 365x568 cm DESCRIZIONE GENERALE - Il dipinto presenta idee innovative: rovesciando la visione consueta, Tintoretto crea una prospettiva obliqua che, lungo le linee dei tavoli, dei cassettoni del soffitto e delle piastrelle del pavimento, guida lo sguardo dello spettatore verso il fondo.
l'ambiente è un'osteria popolare rappresentata con estremo realismo
i bagliori della luca colpiscono le figure facendole emergere dal buio
Gli apostoli emenano una luce quasi fluorescente che si mescola col chiarore. Il colore accentua il senso di visione soprannaturale
Gli angeli sono presenze incorporee fatta di sola luce
intorno a gesù il chiarore è fortissimo, l'aureola crea luce propria
RITROVAMENTO CORPO DI SAN MARCO
QUANDO - 1562-1566 DOVE - Pinacoteca di Brera, Milano COMMITTENTE - Tommaso Rangone guardiano della scuola Grande di San Marco TECNICA - olio su tela DIMENSIONI - 405x405 cm DESCRIZIONE GENERALE - Lungo una straordinaria prospettiva obliqua di arcate che attraversano la Basilica di Boucolis ad Alessandria va in scena un episodio "teatrale" legato ai miracoli di San Marco. Tintoretto ricrea la vicenda come fosse una sorta di palcoscenico con attori
si intitola Ritrovamento del corpo di San Marco, anche se in realtà il soggetto raffigurato è quello dei Miracoli di san Marco nella Chiesa di Boucolis ad Alessandria
San Marco viene ritratto a figura intera, ben piantato al suolo, con il libro sotto il braccio, reso vivo da da luce divina energica
In un dinamico intreccio di figure scorgiamo l'indemoniato, rappresentato sulla destra, avvinghiato a una figura femminile, mentre viene condotto al cospetto del Santo.
Lampi di luce irrompono sulla scena, enfatizzano il volume dei corpi, estrapolando dai cadaveri un pallore innaturale
nginocchiato di fronte a San Marco, Tintoretto inserisce il committente dell'opera, il medico e filosofo Tommaso Rangone.
QUANDO - 1534-1535 DOVE - Galleria degli Uffizi Firenze COMMITTENTE - Elena Bagliardi Tagliaferri TECNICA - colore ad olio DIMENSIONI - 216x132 cm DESCRIZIONE GENERALE - L’opera, anche nota come Madonna dal collo lungo per l’appariscente caratteristica fisica attribuita alla Vergine, riflette il gusto manierista per ciò che è inusuale e ricercato. L’incompiuta Madonna con il Bambino e angeli, iniziata a Parma nel 1535, è uno dei dipinti più affascinanti del Parmigianino.
Piccolo San Girolamo mostra gli scritti all'interlocutore
la posa del bambino è un richiamo alla Pietà di Michelangelo
la croce sull'anfora allude alla morte di Cristo
il corpo della vergine è messo in risalto da una veste delicata e aderente
QUANDO - 1540-1545 DOVE - national gallery londra COMMITTENTE - Cosimo de Medici TECNICA - colore ad olio DIMENSIONI - 146x116 cm DESCRIZIONE GENERALE - Allegoria dell’amore carnale o della bellezza che disarma, il dipinto rimanda all’agire giudizioso e accorto del regnante, che deve smascherare chi, fingendo devozione, nasconde la vera natura dei suoi sentimenti.
È un’opera raffinata che si segnala per: il colore smagliante e prezioso la luce emanata dagli incarnati il disegno preciso dei dettagli la varietà delle posture
la gelosia si strappa i capelli
cupido abbraccia e bacia venere che allontana una sua freccia
Nella mano di Venere è tenuto il pomo della discordia
In alto il Tempo vince la forza dell'Oblio, fanciulla senza cranio
lo scherzo o follia lancia rose e fa suonare i campanellini delle sue cavigliere
Il ponderato equilibrio compositivo è simbolicamente imperniato sulla figura di Maria.
Ai lati San Francesco e San Giovanni Evangelista hanno pose contrapposte e instabili. i corpi hanno forme serpentinate tipiche del Mnierismo
La posa di San Giovanni Evangelista ripropone quella di Anassagora nella Scuola di Atene di Raffaello.
Ai margini del gruppo sacro si trova il drago alato, simbolo del Male, che minaccia l’agnello.
l'ambientazione risulta irrealistica e indefinita
gli abiti sono talmente aderenti alla pelle da mostrare perfettamente l'anatomia dei corpi
gli sgurdi dei personaggi sono stupiti e guardano l'esterno
i corpi sono oltremodo snodati
il gruppo si trova sulla soglia del sepolcro, il cui fondo nero blocca la profondità spaziale
il corpo è sollevato da San Giovanni, inginocchiato in un complesso moto contrapposto: piegato sulle ginocchia, fa forza sul piede sinistro puntellato a terra, il bacino volge a sinistra e il busto a destra, la testa ruota da destra a sinistra.
la vergine allarga le braccia in segno di disperazione e per abbracciare il Cristo
la Maddalena, in basso a destra, tiene le gambe sollevate a Gesù
lo spazio è completamente saturato dalle figure, il Cristo percorre la profondità del quadro con il suo corpo e i corpi sono costruiti grazie a linee spezzate
BARTOLOMEO AMMANATI
L'ARCHITETTURA lavora come architetto e scultore di fiducia del granduca Cosimo I de’ Medici, subendo una trasformazione profonda come uomo e come artista negli anni della Controriforma. E' uno tra i più rilevanti architetti manieristi
PALAZZO PITTI
QUANDO - iniziata nel 1446 - 1587 DOVE - Firenze. COMMITTENTE - Luca Pitti ed Eleonora di Toledo, moglie di Luca DIMENSIONI - h 36 m, l 250 m DESCRIZIONE GENERALE - Palazzo Pitti, con i suoi 250 metri di lunghezza, è il più grandioso fra i palazzi fiorentini. I numerosi musei che ospita e il giardino di Boboli ne fanno uno dei monumenti più importanti della città
al pianterreno, semicolonne doriche fasciate da bugne rustiche ad anello
al primo piano, semicolonne ioniche con bugne parallelepipede
al secondo, semicolonne corinzie con bugne ad anello alternate a vuoti
L’intervento più significativo è rappresentato dal cortile a U aperto verso il giardino.
All’esterno i due ingressi laterali di facciata vengono chiusi con due enormi finestre «inginocchiate», cioè poste su mensole come se imitassero una genuflessione.
Sulla trabeazione del grandioso porticato del pianterreno si impostano i balconi del primo piano, un tempo aperto in un loggiato e poi chiuso da finestroni.
LA BIOGRAFIA Nasce a Settignano, presso Firenze, nel 1511 Lavora a Venezia con il Sansovino, a Lucca e a Firenze Dal 1550 è attivo a Roma assieme a Vasari A Firenze dirige i lavori per il vestibolo michelangiolesco della Biblioteca Laurenziana Muore a Firenze nel 1592
GIULIO ROMANO
L'ARCHITETTURA Pittore, decoratore e architetto, Giulio Romano supera progressivamente le premesse del classicismo a favore dell’invenzione e della licenza dalla regola di segno manierista, con esiti sorprendenti nella creazione di Palazzo Te.
PALAZZO TE
LA SALA DEI GIGANTI NEL PALAZZO TE
QUANDO - iniziata nel 1524-1534 DOVE - Mantova COMMITTENTE - Federico II Gonzaga DESCRIZIONE GENERALE - Nella Sala dei Giganti, Giulio Romano impiega tutte le risorse offerte dall’illusionismo pittorico per suscitare paura e sorpresa nello spettatore.
La pittura avvolge l’intera stanza, aperture comprese, dando il senso di un’immersione totale nel racconto delle immagini.
Vi si raffigura il momento in cui, dopo aver dato assalto all’Olimpo, i Giganti, colpiti dai fulmini di Giove, precipitano rovinosamente verso il basso, sprofondando infine nelle viscere dell’Etna.
QUANDO - iniziata nel 1524-1534 DOVE - Mantova COMMITTENTE - Federico II Gonzaga DESCRIZIONE GENERALE - L'architettura viene realizzata nell'isola di Tejeto dove il marchese teneva i suoi cavalli. Rappresenta un luogo di delizia e di svago
Palazzo te si ispira alla domus romana
Il palazzo, di forma quadrata, si articola attorno a un cortile interno, il Cortile d’onore, e a Est si apre in un giardino delimitato dalle stalle e concluso da un esedra
La facciata Est, che dà sul giardino, è la più ariosa e monumentale: all’estremità c’è la Sala dei Giganti.
La Loggia di Davide ne è la porzione centrale, affacciata sulle peschiere .
Il palazzo si compone di un solo piano sovrastato da un mezzanino, su cui si aprono finestre quadrangolari.
La lesene giganti, che includono il pianterreno e il mezzanino, servono a dare l’idea di un piano unico.
Le facciate Nord e Ovest sono divise in campate da lesene giganti e delimitate agli angoli da lesene accoppiate
Rompono il ritmo gli ingressi a tre arcate e ad arcata singola e le campate strette a finestre cieche e nicchie
Le facciate, decorate a bugnato liscio, si innalzano su un alto basamento e terminano in alto con una trabeazione dorica.
LA BIOGRAFIA Nasce a Roma intorno al 1499 Allievo di Raffaello, collabora alla decorazione delle Stanze Vaticane e porta avanti i progetti del maestro dopo la sua scomparsa Nel 1524 è chiamato a Mantova dai Gonzaga ottenendo un ruolo di prestigio a corte Muore a Mantova nel 1546
GIORGIO VASARI
L'ARCHITETTURA Pittore e architetto, fondatore dell’Accademia del Disegno e animatore della politica culturale di Cosimo I, Vasari deve la sua fama alle Vite de’ più eccellenti pittori, scultori et architectori, primo e compiuto modello di trattatistica d’arte. e' l'architetto manierista più emblematico
GLI UFFIZI
QUANDO - iniziata nel 1560 DOVE - Firenze COMMITTENTE - Cosimo de Medici DESCRIZIONE GENERALE - Il palazzo era la sede degli uffici amministrativi e giudiziari del Ducato, nonché degli archivi di Stato, e luogo di conservazione delle collezioni d’arte medicee.
Vasari crea una struttura a U, che unisce due corpi di fabbrica paralleli a uno più piccolo e che racchiude una stretta piazza
L’architettura è pensata come una successione di campate, inquadrate da paraste e a triplice apertura trabeata nel piano terra, e a finestre nei due piani superiori.
Per chi guarda dall’altra parte dell’Arno, è l’unica apertura nel tessuto urbano: attraverso lo spazio a cannocchiale, lo sguardo è spinto fino a Palazzo Vecchio.
Nel 1565 due passaggi coperti congiungono gli Uffizi con Palazzo Vecchio e, attraverso il Corridoio vasariano, con Palazzo Pitti, per assicurare ai Medici un’utile e nascosta via di fuga.
LA BIOGRAFIA Nasce ad Arezzo nel 1511 Lavora inizialmente come pittore a Firenze e a Roma Rientrato a Firenze pubblica nel 1550 la prima edizione delle Vite Per vent’anni è sovrintendente alle arti per Cosimo I de’ Medici Muore a Firenze nel 1574
ANDREA PALLADIO
L'ARCHITETTURA Andrea di Pietro della Gondola, dal soprannome classicheggiante Palladio, è il maggiore architetto del Cinquecento veneto. Stimolato dagli umanisti veneti, studia i monumenti classici, scrive trattati e crea uno stile architettonico fatto di forme pure.
TEATRO OLIMPICO
QUANDO - iniziata nel 1580 DOVE - Vicenza COMMITTENTE - Accademia olimpica di Vicenza DESCRIZIONE GENERALE - Capolavoro e ultima opera di Andrea Palladio, il Teatro Olimpico è il teatro coperto più antico del mondo ed è stato dichiarato dall'UNESCO Patrimonio Mondiale dell'Umanità.
Il progetto si ispirava al modello di teatro "all'antica", sulla scia della riscoperta rinascimentale degli studi di Vitruvio, e nel contempo fungeva da luogo autocelebrativo per l'aristocrazia vicentina,
Palladio dispone una monumentale scenafronte fiancheggiata da due ali o versure e una cavea semiellittica di tredici gradoni, conclusa alla sommità da un'esedra a colonne
Nei tabernacoli e sui plinti della struttura architettonica sono collocate le statue degli Accademici committenti del Teatro, abbigliati all'antica.
Al di là delle tre aperture della scenafronte si staccano le prospettive lignee raffiguranti le vie di Tebe, realizzate da Vincenzo Scamozzi per lo spettacolo inaugurale dell'Edipo e divenute fisse e immutabili nel tempo.
Al Teatro si giunge attraverso l'Odeo e antiodeo, due ampie sale realizzate da Vincenzo Scamozzi e decorate rispettivamente da affreschi di Francesco Maffei
Il Teatro Olimpico è rimasto praticamente intatto a partire dalla sua costruzione nonostante la delicatezza e la fragilità della struttura, prevalentemente realizzata in materiali poveri quali legno, stucco e gesso.
Nell'ordine più alto una serie di splendidi bassorilievi raffiguranti Storie di Ercole, di Ruggero Bascapè
VILLA LA ROTONDA
QUANDO - iniziata nel 1556-1557 DOVE - collinetta fuori Vicenza COMMITTENTE - Paolo Almerico DESCRIZIONE GENERALE - fa parte del gruppo di ville palladiane. La villa è pensata non solo come luogo di abitazione ma anche come luogo di intrattenimento
LE VILLE PALADIANE, caratterizzate da la committenza da parte delle ricche famiglie patrizie venete, -il forte rapporto con il territorio circostante, -la doppia funzione di luogo di svago e di unità produttiva con i suoi fabbricati a uso agricolo, -la pianta regolare, quadrata o rettangolare, con uno o più loggiati, -il salone centrale quale ambiente principale dell’edificio, attorno a cui si dispongono simmetricamente tutti gli altri ambienti
la villa è a pianta quadrata co una ripatrizione simmetrica degli ambienti attorno a un salone centrale
è rialzato su un podio perchè pensato per essere un tempio romano
doveva originariamente essere coperto da una cupola
In ognuna delle quattro facciate si apre un accesso preceduto da un pronao classico esastilo a cui si accede tramite una scalinata.
I loggiati consentono di godere della natura circostante ovunque si volga lo sguardo.
La villa si presenta come un compatto blocco cubico.
LA BASILICA DI VICENZA O BASILICA PALLADIANA
QUANDO - iniziata nel 1549 DOVE - Vicenza COMMITTENTE - prima delle ville di commissione pubblica DESCRIZIONE GENERALE - Con un sistema ingegnoso e fortemente decorativo, Palladio riesce ad aggiornare l’aspetto ancora medievale della piazza dei Signori. Il suo nome è indissolubilmente legato a Palladio, che riprogettò il Palazzo della Ragione aggiungendo alla preesistente costruzione gotica le celebri logge in marmo bianco a serliane
il progetto dimostra una precisa volontà ordinatrice
Per rispettare la posizione dei varchi preesistenti, Palladio cambia di volta in volta la distanza tra i pilastri e le coppie di colonne delle serliane.
la posizione fissa delle semicolonne e l’ampiezza costante degli archi suggerisce una scansione regolare che è solo apparente.
un doppio ordine di pilastri con semicolonne addossate include un sistema di serliane doppie
LA BIOGRAFIA Nasce a Padova nel 1508 e lavora inizialmente a Vicenza come manovale. Grazie al letterato Gian Giorgio Trissino, riceve un’educazione umanistica. Nel 1541 compie il suo primo viaggio a Roma. Scrive i Quattro Libri dell’Architettura, pubblicato a Venezia nel 1570. Si trasferisce a Venezia, dove assume la carica di architetto ufficiale della Serenissima. Muore forse a Vicenza nel 1580.
BENVENUTO CELLINI
GIANBOLOGNA
LE OPERE Gianbologna è l'artista conclusivo del manierismo. la grande lezione che lasciò nella città di Firenze fece sì che la sua maniera fosse seguita ben oltre la sua morte, rendendo vana qualsiasi concessione troppo originale a influenze esterne, come i fasti della stagione barocca romana
IL RATTO DELLE SABINE
QUANDO - 1574-1580 DOVE - Loggia dei Lanzi, Firenze COMMITTENTE - Cosimo I de Medici TECNICA - scultura DIMENSIONI - 410 cm DESCRIZIONE GENERALE - L’opera, concepita dallo scultore come prova dimostrativa della propria abilità tecnica, fu subito ammiratissima, tanto che venne replicata in un elevato numero di piccoli bronzetti.
Il gruppo, formato da tre corpi sovrapposti e intrecciati, può essere guardato da più punti di vista, girandogli attorno, e ciascuna veduta ha una sua caratterizzazione.
il vecchio sabino è a terra sconfitto dal trionfante romano
il giovane romano si configura come strumento di unione fra il vecchio e la sabina
la sabina si divincola inarcando il corpo
I modelli di riferimento sono Michelangelo e la statuaria antica, come il gruppo ellenistico del Toro Farnese.
LA BIOGRAFIA lavora prevalentemente a Firenze per la corte granducale di Cosimo I, anticipando gli sviluppi della scultura barocca. Nasce a Douai (oggi in Francia, ma alloranei Paesi Bassi) nel 1529. Compie il suo apprendistato in patria e nel 1550 si reca a Roma per un viaggio di studio. Sulla via del ritorno decide di fermarsi stabilmente a Firenze. È attivo alla corte dei Medici dal 1557. Muore a Firenze nel 1608.
LE OPERE Il fiorentino Benvenuto Cellini è stato uno scultore e un orafo manierista di straordinaria abilità e dalla personalità eccentrica. Artista dal temperamento stravagante e dall’esistenza tumultuosa e violenta, Cellini porta avanti una ricerca artistica che si confronta con il grande modello di Michelangelo.
LA SALIERA PER FRANCESCO I
QUANDO - 1543 DOVE - Kunsthistorisches Museum Vienna. COMMITTENTE - Francesco I di Francia TECNICA - scultura: oro, ebano e smalto DIMENSIONI - h 26 cm DESCRIZIONE GENERALE - Benché di piccole dimensioni, Cellini mostra una cura nell’esecuzione che è pari a quella riservata alle opere monumentali. Bisogna infatti ricordare che Cellini fu orafo
CARATTERISTICHE FONDAMENTALI attenzione all’anatomia e alle proporzioni equilibrio compositivo grazia nelle pose molteplicità di tecniche orafe
la figura femminile di Gea rappresenta la terra
La figura maschile di nattuno rappresenta il mare, impugna il tridente ed è sostenuto da 4 cavalli marini
Sul piedistallo vi sono le personificazioni dei venti e delle parti del giorno (aurora, giorno, crepuscolo e notte) ispirate alle sculture della Sagrestia Nuova di Michelangelo.
Il contenitore del pepe è un arco trionfale con una figura femminile divina
PERSEO
QUANDO - 1545 - 1554 DOVE - Loggia dei Lanzi, Firenze COMMITTENTE - Cosimo I de Medici TECNICA - scultura DIMENSIONI - 519 cm DESCRIZIONE GENERALE - Si tratta di un grande bronzo, fuso a cera persa, che si eleva su un basamento in marmo, decorato a imitazione di un’ara antica con motivi fantastici e vegetali.
CARATTERISTICHE FONDAMENTALI si segnala per: il virtuosismo tecnico la precisione dell’anatomia la finezza dei particolari decorativi la potenza espressiva
La testa di Medusa, grondante sangue in rivoli ondulati, è tenuta alta da Perseo, il cui volto ritrae Cencio, un garzone di bottega di Cellini.
La muscolatura è visibile ed accentuata
Perseo ha un atteggiamento calmo ismbolo della pacatezza tipica di un dio
La posizione dell'eroe è stuidtaa in modo da mostrare diversi punti di vista
LA BIOGRAFIA Nasce a Firenze il 3 novembre del 1500. Si forma come orafo e lavora a Firenze e a Roma. Dal 1540 al 1545 è alla corte del re di Francia Francesco I. Rientrato a Firenze entra al servizio del granduca Cosimo I. Muore a Firenze nel 1571.