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Le microplastiche

La plastica, un elemento onnipresente nella vita quotidiana, rappresenta una delle sfide ambientali più urgenti del nostro tempo. Non essendo biodegradabile, i rifiuti plastici si accumulano nelle discariche e si disperdono nell'

Le microplastiche

UNIVERSITA' DEGLI STUDI MEDITERRANEA TECNOLOGIE APPLICATE ALLA DIDATTICA PROF. MASSIMILIANO LO IACONO Corsista Lia Rosanna

Le microplastiche

La plastica è un simbolo della modernità,

un’invenzione capace di rivoluzionare l’industria

dei materiali , ormai presente in ogni oggetto d’uso

quotidiano. Ma cosa accade quando i rifiuti di plastica sono dispersi nell’ambiente?

Da quando è stata inventata, circa un secolo fa, abbiamo fabbricato oltre 10 miliardi di tonnellate di plastica, che in gran parte si è trasformata in rifiuti molto difficili da riciclare o da smaltire. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Science Advances, quasi l’80% dei rifiuti plastici prodotti a livello globale è finito nelle discariche o è stato disperso nell’ambiente, dove è destinato a restare molto a lungo perché la plastica non è biodegradabile.

Una volta nell’ambiente, sotto l’azione incessante delle radiazioni solari e degli agenti atmosferici, la plastica si riduce in frammenti sempre più piccoli, quasi impossibili da recuperare e pericolosi per molti organismi. I frammenti di diametro inferiore a 5 millimetri sono chiamati microplastiche: esse, sospinte dal vento o dalle correnti dei fiumi e dei mari, possono essere trasportate ovunque, persino negli abissi oceanici, sulle vette alpine o nelle calotte polari. Oggi le microplastiche sono così diffuse nei luoghi più remoti e isolati del pianeta che gli scienziati le trovano dappertutto, in zone mai abitate dagli esseri umani, e anche quando non le cercano. Le microplastiche sono una delle tante fonti di inquinamento che vanno a danneggiare sempre di più l’ambiente, minuscoli frammenti di materiale plastico che stanno andando a diffondersi nell’ambiente con una velocità allarmante, tale che ne sono già state ritrovate anche nell’essere umano, in cui arrivano attraverso la catena alimentare.

 

Global warming is the ongoing rise of the average temperature of the Earth's climate system which has various negative effects.

Come evitare le microplastiche nella vita di tutti i giorni

AGENDA 2030

Overpopulation creates an increased demand for energy as well as having negative effects on our environment and ecosystems.

GOAL 14

 Il quattordicesimo goal dell’Agenda 2030 punta a utilizzare in modo sostenibile la vita e tutte le risorse dell’oceano.

L’obiettivo 14 mira a ridurre in modo significativo entro il 2025 tutti i tipi di inquinamento marittimo e a portare a un livello minimo l’acidificazione degli oceani.

Overfishing is the removal of a species of fish from a body of water at a rate that the species cannot replenish, resulting in those species becoming underpopulated in that area.

This will lead to a Marine Ecosystem imbalance with time.

Dove finiscono

Climate change is likely to both increase electricity demand for cooling in the summer and decrease electricity, natural gas, heating oil, and wood demand for heating in the winter.

Nei nostri corpi

I possibili danni per la salute umana causati dalla presenza di plastica nel nostro organismo sono ancora oggetto di studio. Pur trattandosi di minime quantità, gli esperti non possono tuttavia escludere che le microplastiche respirate o ingerite possano diventare un veicolo di batteri e sostanze tossiche. Ai frammenti di plastica si possono infatti legare microbi, metalli pe- santi e composti sintetici pericolosi, come additivi industriali o vernici, che rischiano di accumularsi nelle nostre cellule con conseguenze ancora sconosciute.

Purtroppo rimuovere le microplastiche disperse nell’ambiente è praticamente impossibile perché ormai ne sono parte integrante: contaminano ogni ecosistema marino e terrestre, circolando fra gli organismi lungo le catene alimentari.

Catena Alimentare

La plastica dispersa nei mari e negli oceani è ormai così abbondante da creare gravi danni agli ecosistemi. I rifiuti più grandi possono infatti essere ingeriti dagli uccelli e dai mammiferi marini, e soffocare gabbiani, tartarughe e lontre. Secondo il rapporto Marine Litter Vital Graphics del Programma per l’Ambiente delle Nazioni Unite (UNEP), il 36% delle foche, il 40% degli uccelli marini, il 59% delle balene e il 100% delle tartarughe marine finiscono per ingerire plastica di vario tipo.

Nel 2014 uno studio pubblicato sulla rivista Science ha inoltre lanciato l’allarme sui pericoli delle microplastiche, abbastanza piccole da essere ingerite anche dai pesci. I frammenti inferiori al millimetro (le dimensioni di un granello di pol- vere) sono stati trovati addirittura nello zooplancton, l’insieme degli organismi animali alla base della catena alimentare marina. Non potendo essere digerite dagli organismi viventi, le microplastiche risalgono le catene alimentari e finiscono per accumularsi negli animali superiori, con il rischio di terminare il loro lungo viaggio sulle nostre tavole.

Secondo uno studio pubblicato nel 2020 sulla rivista Environmental Pollution, la concentrazione di microplastiche negli oceani sarebbe almeno il doppio di quanto si credeva in precedenza. In base a questi nuovi dati, i ricercatori affermano che oggi negli oceani ci sono più frammenti di plastica che zooplancton.


Finding reusable energy sources can be our first step towards conserving our environment.

Aria

Sebbene negli ultimi anni l’attenzione si sia concentrata sugli oceani, la plastica presente in mare rappresenta solo una frazione di quella dispersa nell’ambiente. È difficile dire con precisione dove si trovi il resto, ma la risposta più corretta potrebbe essere: ovunque. Poiché le microplastiche possono essere facilmente trasportate dal vento e dalle correnti marine, non esiste regione della Terra in cui oggi non si trovi abbondanza di rifiuti di materie plastiche.

Earth’s Future, la rivista dell’American Geophysical Union (AGU), ha svelato che persino i ghiacci dell’Artico custodiscono mille miliardi di microscopici frammenti di plastica: rayon, poliestere, nylon, polipropilene. Inoltre, a mano a mano che il riscaldamento globale fonderà la calotta polare, la plastica intrappolata nel ghiaccio si riverserà negli oceani, tornando in circolo.

Se a tutto questo si aggiunge il fatto che persino nell’atmosfera ce n’è più del previsto, come dimostra- no numerose analisi dell’acqua piovana, allora possiamo affermare che la plastica si trova davvero ovunque: nei mari, nei fiumi, nei ghiacci, nei suoli, nell’aria, nei pesci, negli uccelli e ormai anche dentro di noi.


How will climate change affect the production of clean energy?

e.g.: solar, wind, water

Oceani/mari

L’inquinamento ambientale causato dalla plastica è diventato oggetto di crescente preoccupazione da quando nell’Oceano Pacifico fu scoperto un gigantesco accumulo di rifiuti galleggianti, esteso forse quanto l’Europa e che si stima possa ospitare decine di milioni di tonnellate di plastica.

Quanto dura la plastica in mare? (Fonte: WWF)

Il primo a imbattersi nella cosiddetta «Gran- de chiazza di rifiuti del Pacifico» fu il capi- tano Charles Moore, nel 1997, mentre navigava fra la California e le isole Hawaii, in un tratto di mare di solito evitato dai marinai perché dominato da un lento vortice subtropicale. Per un’intera settimana il catamarano di Moore dovette farsi largo fra detriti di ogni sorta che le correnti marine avevano intrappolato, creando una sorta di discarica galleggiante che, in modo improprio, venne ribattezzata «l’isola di plastica».

In seguito, sono stati scoperti molti altri accumuli di spazzatura flottante negli oceani del pianeta. Definire l’estensione di queste grandi chiazze, e stimare quanti rifiuti contengano, è molto difficile perché la maggior parte della plastica affonda, finendo per accumularsi sul fondale; la plastica visibile in superficie è dunque solo una parte di quella presente, e molti frammenti sono comunque troppo piccoli per essere individuati dagli aerei o dai satelliti. È stato però stimato che ogni anno finiscano negli oceani tra 4,8 e 12,7 milioni di tonnellate di plastica: una quantità compresa fra l’1,5% e il 4,5% della produzione mondiale.

New infrastructure investments may be necessary to meet increased energy demand.

e.g.: nuclear power plants

Da dove provengono

Healthy ecosystems and rich biodiversity are fundamental to life on our planet.

Even small changes in average temperatures can have a significant effect upon ecosystems.

Agricoltura

Agricoltura: anche il settore agricolo si responsabilizza di questo inquinamento, infatti a seguito di ogni ciclo di coltura vengono rilasciate sul suolo un elevato numero di microplastiche.

Climate change will affect mountain and lowland ecosystems, the diversity of wildlife, and the distribution of freshwater.

e.g.: forest fires

Navi e pesca

 Navi e pesca: anche questo settore è grande responsabile dell'inquinamento, in special modo marino, di microplastiche; le navi infatti rilasciano in mare molti rifiuti marini, soprattutto le imbarcazioni destinate alla pesca lasciano in acqua moltissime reti da pesca. Si stima che nei primi anni ‘90 siano state rilasciate in mare 6,5 milioni di tonnellate di questi materiali.

Mobilità e trasporti

 Mobilità e trasporti: in un pneumatico la parte esterna è costituita da polimeri sintetici con gomma e altri additivi, dunque una buona parte di microplastiche deriva dallo sfregamento sull’asfalto del pneumatico, le particelle rilasciate si vanno poi a posare in acqua tramite l’azione del vento che le trasporta. Per eliminare il problema si è dunque cercato anche di creare “gomme naturali” come quelle costituita dal caucciù, ma la stessa forma vulcanizzata di questa gomma va a rilasciare delle particelle di microplastiche. Ma legato al mondo dei trasporti, non sono solo i pneumatici il problema, anche i cartelli stradali, ad esempio, rilasciano microplastiche quando gli agenti atmosferici si vanno a sfogare su di essi.

The inter-connected nature of ecosystems means that the loss of species can have knock-on effects upon a range of ecosystem functions.

e.g. bees go extinct

Moda e tessuti sintetici

Moda e tessuti sintetici: le fibre di questi tessuti sono una grande fonte di quelle che sono le microplastiche, il consumo delle fibre sintetiche è cresciuto molto in special modo nel settore domestico e industriale; andando a rappresentare il 61% di richiesta globale di fibre. Le fibre di plastica, come ad esempio il poliestere, vengono erose tramite lavaggio in macchina, per poi essere drenate nei sistemi idrici; secondo la Norwegian Environment Agency, ogni singolo lavaggio rilascerebbe circa 1900 fibre di microplastiche, facendo schizzare al 35% le emissioni derivate dai lavaggi di questi tessuti.

Climate change is affecting the habitats of several species, which must either adapt or migrate to areas with more favorable conditions.

e.g.: natural habitat disappearing

Cosa sono le microplastiche

 Le microplastiche sono minuscoli frammenti di fibre plastiche (materiale plastico), dal diametro compreso tra i 5mm e 0,1μm.

Climate change is supported by scientific evidence.

Classificazione rispetto alla dimensione

Write down the consequences caused by this issue and how it will affect our lives and the environment in the future.

e.g.: decreasing of land surface

nanoplastiche
microplastiche
macroplastiche
Classificazione in base alla loro origine

Write down the consequences caused by this issue and how it will affect our lives and the environment in the future.

e.g.: flooding, rainfall increase

Microplastiche secondarie

Microplastiche secondarie

Questa seconda tipologia di microplastiche comprende tutte le microplastiche rimanenti, perciò circa il 68%/81% delle microplastiche presenti nell’oceano in totale, sono le microplastiche originate dalla degradazione di rifiuti plastici di dimensioni maggiori (chiamati “macroplastiche”), perciò “semplicemente” rifiuti plastici più grandi dispersi nell’ambiente, a causa dell’azione degli elementi naturali (erosione), si degradano in frammenti plastici più piccoli, le cosiddette “microplastiche secondarie”. Questa tipologia di microplastiche, a differenza delle microplastiche primarie, hanno generalmente un aspetto irregolare, in quanto non sono originate da una mirata e specifica produzione industriale create dall’erosione di altri rifiuti.

Microplastiche primarie

 Microplastiche primarie

Rappresentano il 15%/31% delle microplastiche presenti nell’oceano in totale, sono le microplastiche la cui produzione è mirata, vengono inserite in diverse tipologie di prodotti (a livello industriale) grazie alle proprietà abrasive che esse vantano, molto utili in diversi campi dell’industria. Le microplastiche primarie derivano da 3 fattori principali, lavaggio di capi sintetici (35% microplastiche primarie), abrasione degli pneumatici delle macchine (28%) e infine inserimento in cosmetici, dove sono inserite per le loro proprietà abrasive (2%). Dal punto di vista dell’aspetto, le microplastiche primarie generalmente vantano forme abbastanza regolari, cilindriche/sferoidali/discoidali, perché sono la loro produzione industriale gli conferisce una morfologia regolare.