по Katia Lamari 24 часов назад
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L'Espressionismo è uno dei movimenti artistici e culturali più importanti e influenti del XX secolo. Caratterizzato da un'estrema libertà espressiva, ha coinvolto diverse discipline artistiche, dalla pittura alla musica, dal teatro al cinema.
Un movimento dalle mille sfaccettature:
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Il termine "Espressionismo" nasce nel 1901 in Francia quando un gruppo di artisti , allestendo una mostra alternativa a Parigi, lo conia in opposizione all'Impressionismo.
L’Espressionismo si oppone all’Impressionismo, puntando su un linguaggio fatto di immagini drammatiche dai colori particolarmente accesi, vistose deformazioni di volti, figure, pose concitate e perfino violente.
Nell’Espressionismo il singolo dettaglio è sciolto dall’insieme; le gerarchie e le proporzioni non sono più rispettate; un particolare minimo può occupare tutto il quadro e diventare gigantesco.
Non interessa tanto la bellezza della forma, quanto la sua capacità di comunicare uno stato d’animo, di turbare e scuotere le coscienze.
La realtà oggettiva non esiste più; esiste solo il modo soggettivo, esaltato, visionario con cui è vista. Tale tendenza corrisponde, d’altronde, alla provenienza sociale degli espressionisti: si tratta, infatti, di piccolo-borghesi sovversivi, inquieti e sbandati, che cercano un nuovo ruolo sociale oscillando fra le due classi principali in conflitto, il grande padronato e il proletariato.
L'Espressionismo francese si caratterizza per un uso audace del colore, una semplificazione delle forme e un'attenzione all'espressività emotiva. È un movimento artistico che ha rappresentato una vera e propria rivoluzione nel mondo dell'arte, influenzando profondamente le generazioni successive.
La pittura espressionista francese, in particolare quella dei Fauves, si distingue per una serie di caratteristiche peculiari:
Tra i principali esponenti di questa corrente artistica definita Fauves o Espressionismo francese troviamo Henri Matisse (1869-1954), André Derain (1880-1954) e Maurice de Vlaminck (1876-1958).
In Germania, un gruppo di giovani artisti, riuniti a Dresda, danno vita tra il 1905 e il 1913 al gruppo Die Brucke, che significa "Ponte". I principali esponenti dell'Espressionismo tedesco sono Ernst Ludwig Kirchner e Emil Nolde. Queste le caratteristiche del movimento:
Un esempio: L'opera "Cinque donne per la strada" di Ernst Ludwig Kirchner è emblematica di questo movimento. Le figure femminili sono rappresentate in modo contorto e angosciato, riflesso di una società percepita come alienante e opprimente.
L'industrializzazione, da fenomeno criticato o temuto dagli scrittori dell'Ottocento, diventa una realtà ineluttabile e pervasiva nel primo Novecento.
Sotto il governo Giolitti, l'Italia si industrializza rapidamente, trasformando radicalmente la società e l'economia.
Gli scrittori sono costretti a confrontarsi con questa nuova realtà.
Da un lato, l'industrializzazione offre nuove opportunità: nascono riviste, case editrici e si diffondono i giornali, creando un mercato per la produzione culturale. Gli intellettuali diventano figure professionali, spesso legate all'industria culturale.
Dall'altro lato, l'industrializzazione porta con sé il rischio della mercificazione dell'arte. L'arte diventa un prodotto da vendere, e gli artisti devono adattarsi alle richieste del mercato. Questo processo genera reazioni contrastanti.
Le avanguardie artistiche nascono proprio in questo contesto. Gli avanguardisti, ispirati dalle teorie freudiane sull'inconscio, rifiutano la rappresentazione oggettiva della realtà tipica del Naturalismo. Preferiscono esplorare le profondità dell'animo umano, l'irrazionale e il soggettivo.
Le avanguardie, pur nascendo in reazione all'industrializzazione, non possono prescindere da essa. Utilizzano i mezzi di comunicazione di massa per diffondere le loro idee e provocano reazioni e dibattiti. L'obiettivo è quello di rivoluzionare la letteratura e l'arte, liberandole dalle convenzioni tradizionali e dalle imposizioni del mercato
Il contesto storico europeo di inizio Novecento
l'espressionismo, con la sua rappresentazione emotiva e spesso angosciosa della realtà, ha le sue radici nel clima politico e sociale dell'epoca.
La Prima Guerra Mondiale ha rappresentato dunque un punto di svolta, amplificando le tensioni già presenti e generando un profondo senso di disillusione e angoscia che gli artisti espressionisti hanno saputo tradurre in opere d'arte cariche di emotività e di denuncia sociale.
Le radici della scuola espressionista tedesca affondano nelle opere di Gauguin, Van Gogh, Ensor e Munch, ognuno dei quali nel periodo compreso tra il 1885 e il 1900 sviluppò uno stile pittorico molto personale. Questi artisti avevano utilizzato le possibilità espressive per esplorare temi drammatici ed emotivi o semplicemente per celebrare la natura con intensità allucinatoria, e staccati dalla rappresentazione letterale della realtà, avevano affidato alla pittura le visioni e gli stati d’animo più soggettivi.
Munch
Gauguin
Van Gogh
In letteratura l’Espressionismo ha il proprio epicentro in Germania e da lì si diffonde in Austria. È localizzabile fra il 1910 e il 1925, ma è soprattutto negli anni immediatamente posteriori alla fine della prima guerra mondiale che trova il suo periodo più intenso.
L'espressionismo letterario è un movimento che pone al centro l'espressione soggettiva dell'artista, rompendo con le convenzioni linguistiche e narrative tradizionali. Questo si traduce in un linguaggio spesso violento, deformato, che sconvolge il lessico, la sintassi e la struttura delle opere.
In Germania, patria dell'espressionismo, troviamo figure di spicco come Stramm, Benn, Trakl, Doblin e Werfel. uno degli autori espressionisti più importanti è stato sicuramente Franz Kafka, lo scrittore ceco che ha mostrato nelle sue opere tutte le incertezze e l’angoscia dell’essere umano.
Inoltre, Thomas Mann, che con le sue opere cariche di intenzioni, si è addentrato nell’analisi di in un mondo pessimista animato dalla speculazione. La montagna magica può essere considerata la sua opera più importante.
In Italia, l'espressionismo si manifesta in autori come Pirandello e Campana, e lascia il suo segno anche in scrittori successivi come Gadda.
Parigi era il centro nevralgico delle avanguardie artistiche e letterarie del Novecento, tra cui l'espressionismo. La città, con i suoi caffè e la sua atmosfera vivace, offriva un ambiente fertile per la sperimentazione e lo scambio di idee.
L'Espressionismo letterario si concentra su temi cupi e angoscianti, come la rappresentazione della città come un mostro caotico e alienante, e la sensazione di smarrimento e degrado dell'individuo all'interno di una società dominata dalle macchine. L'espressione artistica diventa un grido di dolore, un tentativo di dare voce alle angosce più profonde dell'animo umano.
Il personaggio espressionista è un uomo comune, spesso proveniente dalla classe medio-bassa, che vive in un mondo corrotto e disumanizzato. L'arte, per gli espressionisti, non è più un'attività elitaria e fine a se stessa, ma uno strumento per denunciare le ingiustizie sociali e per esprimere la propria rabbia e il proprio disagio.
Lo stile espressionista si caratterizza per una rottura con le convenzioni linguistiche e formali tradizionali. La sintassi è frammentata, il linguaggio è spesso colloquiale e ricco di espressioni gergali, e la metrica viene abbandonata a favore del verso libero. L'obiettivo è quello di creare un'esperienza artistica immediata e coinvolgente, che colpisca il lettore a livello emotivo.
Le premesse teorico-culturali dell'espressionismo risiedono nel pensiero di Sigmund Freud, di Carl Gustav Jung, nelle teorie di Friedrich Nietzsche e in quelle del filosofo francese Henri Bergson.
"Alla luce delle teorie freudiane, alcuni critici hanno spiegato l’espressionismo (da ex-pressio) quale risultato di un "pensiero inconscio" che turba "l’artista nel suo intimo e sia quindi espulso verso l’esterno per mezzo dell’arte, onde turbare anche la mente del pubblico.
Ma per Freud l’arte non è un fatto meccanico e compito dell’artista dovrebbe essere quello di sublimare, ovvero portare nel livello preconscio, i meccanismi inconsci, rendendoli comunicabili e comprensibili allo spettatore. L’inconscio di per se non ha alcun valore artistico e Freud cataloga espressionisti e surrealisti "come matti, perchè sospetta che questi movimenti confondano" gli istinti primari con l’arte (da Ernst Gombrich, Freud e la psicologia dell’arte, Torino Einaudi 1973, pp. 27 e 29)."
L'impatto delle teorie psicoanalitiche di Sigmund Freud e Carl Gustav Jung sull'Espressionismo.
Freud e l'Espressionismo:
Jung e l'arte:
Le teorie di Freud e Jung hanno rivoluzionato il modo di guardare all'arte, fornendo un nuovo linguaggio per interpretare le opere e le motivazioni degli artisti.
L'Espressionismo rappresenta un caso emblematico di come la psicoanalisi abbia influenzato l'arte, offrendo una chiave di lettura per comprendere la profondità emotiva e la complessità delle opere di questo movimento.
Nietzsche e Bergson: influenze
Il pensiero positivista, con il suo entusiasmo verso il progresso e la tecnica, considerate un mezzo per raggiungere la felicità e la pace, aveva permeato la cultura degli ultimi trent’anni del Novecento.
Nonostante questo atteggiamento ottimista, nella società europea iniziava ad intravedersi una crisi che alcuni letterati e filosofi, come ad esempio Nietzsche, intendevano mettere in luce evidenziando la falsità del miraggio positivista.
Se Nietzsche esercitò una notevole influenza sugli espressionisti nordici, i Fauves furono semmai influenzati dal pensiero di Henri Bergson, il maggior rappresentante dello spiritualismo francese che, in opposizione al positivismo, considerava la coscienza umana diversa da una realtà materiale conoscibile scientificamente; la coscienza per Bergson è un continuo fluire, è la vita stessa ed un creativo slancio vitale determina il divenire dei fenomeni naturali e del pensiero umano. I Fauves, con le loro opere caratterizzate da colori puri, violenti e dalle tinte calde, intendono esprimere questo slancio vitale, scatenare le proprie emozioni, liberare il proprio istinto.
Tra i maggiori pittori espressionisti ricordiamo:
Otto Müller. Fu un pittore polacco che si unì al gruppo espressionista Die Brücke. È noto per i suoi tipici dipinti di nudo. I nazisti considerarono osceni i suoi dipinti, quindi li confiscarono.
Wassily Kandinsky. È noto per la sua arte astratta, in cui prevalgono la ricchezza del colore e la semplificazione.
Jackson Pollock. Con il suo stile originale, generò una rottura nell’arte astratta dando vita all’action painting, secondo il quale la pittura è un gesto totalmente spontaneo per l’artista.
Paul Klee. Il suo strumento principale era il colore; le sue opere sono cariche di movimento, ritmo, natura e colore.
Egon Schiele. Fu un espressionista radicale, che disegnava la figura umana spazzando via le convenzioni sociali. Nelle sue opere, ha distorto in modo aggressivo i nudi.
Caratteristiche principali del Movimento Espressionista: