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по Manuel Forcherio 4 лет назад

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IL SERGENTE DELLA NEVE di Mario Rigoni Stern

1: neve, guerra, sofferenza, soldati, esperienza, diario Input 2: Il racconto narra le esperienze personali vissute da Mario Rigoni Stern durante la ritirata di Russia nel 1943. L'autore, che era sergente maggiore dei reparti mitraglieri del battaglione Vestone, utilizza una lingua chiara e precisa, priva di retorica, per descrivere le sofferenze dei soldati italiani nel gelido inverno russo.

IL SERGENTE DELLA NEVE di Mario Rigoni Stern

IL SERGENTE DELLA NEVE

PERSONAGGI PRINCIPALI

TENENTE MOSCIONI

"Prendi il comando del caposaldo (rivolto a Rigoni), stà attento che quando la luna va sotto le nubi i russi passano il fiume. Non farmi portare via, lasciami qui." PAG 31

Uccidere tutti i Russi, vecchi, donne e bambini

Iperattivo

RINO

"Ti ricordi, Rino, quella volta che l'insegnate di francese ci disse: Una mela guasta può far marcire una mela sana, ma una mela sana non può sanare una mela guasta? E la mela guasta ero io e la sana tu. Ricordi, Rino? " PAG 94

Voleva tornare a casa ma morì in circostanze sconosciute

Aperto e molto socievole

Non vi è nessuna particolare descrizione fisica

GIUANIN
Citazione

"Ghe rivarem a baita?" PAG 12

Obiettivo

Tornare a casa

Carattere

Timido e molto affezionato allo scrittore

Aspetto

Non si sa di preciso ma molto giovane

AVVENIMENTI PRINCIPALI

FINE
Le uniche date che vengono ricordate sono il Natale 1942, in cui si brinda con un fiasco di vino e due pacchi di pasta e il 26 Gennaio 1943 della battaglia di Nikolaevka in cui riuscirono aprirsi un varco tra le forze russe per continuare la ritirata.
La speranza di tornare a casa è l'unico motivo che li spinge a continuare la marcia in una situazione drammatica e in un ambiente ostile sia per la presenza del nemico sia per l'abbigliamento inadeguato al freddo e al gelo. Per loro i giorni e i luoghi non hanno nè numero nè nome.
SVOLGIMENTO
Le giornate per gli alpini si svolgevano sempre uguali con l'unico scopo di contrastare l'offensiva russa. I pochi momenti sereni erano quelli delle chiacchere e dei racconti della loro vita di prima.
INIZIO
La guerra era quasi finita e le truppe italiane e tedesche erano ormai decimate e sbandate. Attendevano ordini che non arrivavano mai. Erano stanchi della guerra e del freddo e l'unica cosa che desideravano era il ritorno a casa.

LUOGHI

Prevalgono gli spazi interni o esterni? Prevalgono gli spazi esterni perchè la vicenda si svolge in parte in trincea e in marcia in una natura inospitale.
In piccoli villaggi, dove si può trovare riparo e un po' di caldo.
Nell’interminabile steppa Russa
Lo spazio è reale e consiste nella prima parte nel caposaldo in un villaggio sulla riva del Don.

TEMPO

Viene rispettato l'ordine cronologico o ci sono flashback e anticipazioni? Viene rispettato per la maggior parte del racconto, ma solo in alcuni punti ritornano i ricordi attraverso flashback.
Il fatto narrato è realmente accaduto durante la Seconda Guerra Mondiale, tra la fine del 1942 e l’inizio del 1943. La storia ha una durata di circa 3 mesi.

CITAZIONI SIGNIFICATIVE

"Un giorno mi accorsi che è arrivata la primavera. Si camminava da tanti giorni; era il nostro destino camminare. E mi accorsi che la neve sgelava, che nei paesi attraversi i quali si passava c'erano delle pozzanghere. Il sole scaldava e sentii cantare una calandra." PAG 126-127
"Sergentemagiù, ghe rivarem a baita? E' Giuanin che si è avvicinato. Ghe rivarem sì, Giuanin, gli dico, ma non pensarci ora alla baita, salta tra la neve per non gelarti i piedi" PAG 60
"Dovevamo arrivare in uno di questi paesi dove, ci dicevano gli ufficiali, avremmo potuto riposare e mangiare. Ma dove era? In un altro mondo? ..... " PAG 48
"Vi era un bel sole: tutto era chiaro e trasparente, solo nel cuore degli uomini era buio. Buio come una notte di tempesta su un oceano di pece" PAG 36
"Dopo, verso la mezzanotte, venne la sagra. D'un tratto pallottole traccianti mandavano a pezzi il cielo, pallottole di mitragliatrice ................Nemmeno nel Breciano nel giorno della sagra di San Faustino sudiva un baccano simile" PAG 14

OSSERVAZIONI PERSONALI

Per me l'argomento della guerra era qualcosa di sconosciuto ma con questo racconto mi sono reso conto di quanta sia crudele e devastante la guerra e quanta sofferenza, angoscia, paura e disperazione debbano provare i soldati. Oltre a questo nella campagna di Russia la fame e il freddo portarono alla morte migliaia di giovani uomini pieni di entusiasmo e patriottismo.
Tutto è descritto precisamente, sia l’ambiente, sia la natura che lo stato d’animo, suo e dei suoi compagni. Tutte le varie azioni sono ben narrate e anche il contesto nel quale esse si svolgono.
Per me è stato una piacevole lettura in quanto è scritto in modo semplice e scorrevole. Si nota subito, fin dalle prime righe, che l'autore racconta nel modo più realistico possibile quello che ha vissuto insieme ai suoi commilitoni durante la campagna di Russia.

TECNICHE NARRATIVE E STILE

RITMO
VELOCE, DETERMINATO DAL FATTO CHE CHI SCRIVE AGISCE CONTAMPORANEAMENTE
SINTASSI
USO DI FRASI IN DIALETTO CON DISCORDO DIRETTO ED INDIRETTO CON CARATTERISTICHE TIPICHE DI UN DIARIO
LESSICO
LINGUA CHIARA E PRECISA SENZA RETORICA. VENGONO USATI MOLTI TERMINI CHE RIGUARDANO L'AMBIENTE MILITARE
NARRATORE
INTERNO e ONNISCENTE
FOCALIZZAZIONE
INTERNA

SCOPO DEL LIBRO

Rigoni Stern racconta la sua esperienza personale vissuta durante il servizio come sergente maggiore dei reparti mitraglieri del battaglione Vestone durante la Ritirata di Russia nel 1943.
Far conoscere in maniera diretta le sofferenze vissute dai soldati italiani nel gelido inverno della steppa russa.

AUTORE

Mario Rigoni Stern
E' nato nel 1921 ed è morto 2008 ad Asiago. E' stato un militare nella Seconda Guerra Mondiale ed è diventato uno scrittore, testimone con le sue opere della terribile campagna di Russia.