по Sonia Cucchiara 5 дней назад
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La musica si propaga all'infinito "L'essenza della musica è di svegliare in noi quel fondo misterioso della nostra anima che comincia là dove il finito e tutte le arti che hanno per oggetto il finito si fermano". Marcel Proust Si può dire che la musica sia nata con l'uomo; si tratta di un'esigenza quasi irreprimibile che permea la natura umana. I Greci le attribuivano la facoltà di trasportare, ispirare, tanto che ogni cantore veniva accompagnato dal suono di un liuto o di un flauto. I Pitagorici poi scoprirono connessioni straordinarie tra musica e matematica, in un universo in cui la musica garantiva l'armonia, disciplinata a sua volta dalla matematica. E pensare che l'udito umano può percepire soltanto un numero limitato di suoni! Ma dove non può arrivare l'udito c'è la matematica, che codifica le frequenze, le "cattura" in numeri… Una semplice curva, tracciata alla maniera della curva dei prezzi del cotone, descrive tutto quello che l'orecchio può ascoltare come risultato delle più complesse composizioni musicali. Questa, a parer mio, è una meravigliosa prova della potenza della matematica. Lord Kelvin Possiamo protendere il nostro udito verso l'infinito della musica anche se non possiamo del tutto possedere la sua totalità… "Heard melodies are sweet, but those unheard are sweeter" J. Keats, "Ode on a Grecian Urn" Naturalmente, la vastità del concetto di infinito ha abbracciato, nel corso dei secoli, ogni ambito, e dunque anche quello della musica. La musica possiede una principale virtù: essa è conoscibile a tutti, in maniera immediata e universale, parla spontaneamente e direttamente a chi la ascolta. Proponiamo dunque più che altro l'ascolto di vari brani musicali, lasciando piena libertà a ciascuno di chiudere gli occhi e di fare esperienza di infinito attraverso le emozioni suscitate dai suoni… VOCI CHE SI RINCORRONO ALL'INFINITO: IL CANONE Immagine correlata Quando in musica si parla di "voce" si intende un disegno melodico: è un po' come se la voce esponesse un discorso. Nel canone, vi è una prima voce che inizia la melodia, ma subito dopo se ne inserisce un'altra, che "ripete lo stesso discorso" e, imitando la prima (che nel frattempo continua a dispiegarsi) si sovrappone ad essa, come rincorrendola. È possibile poi che si inserisca una terza voce, a fare eco alla seconda, e poi una quarta e così via…il gioco può durare all'infinito. Proponiamo l'ascolto del canone di Pachelbel, forse il canone più famoso. Forse meno conosciuto, ma altrettanto interessante è il canone "Ma fin est mon commencement" Di Guillaume Machaut. "VARIAZIONI GOLDBERG" (Johann Sebastian Bach) Immagine correlata Glenn Gould al pianoforte "Una musica che non conosce né inizio né fine […] senza un vero punto culminante e senza una vera risoluzione". Glenn Gould "È sempre un'avventura che ci trasforma dal profondo ascoltare le "Variazioni Goldberg", uno dei monumenti più straordinari del genio umano, che coniuga ascolto e speculazione, musica e matematica, finito e infinito". Eleonora Negri "INNO ALLA GIOIA" (Ludwig Van Beethoven) (Quarto movimento della Sinfonia n.9) Il maestro Riccardo Muti dirige la Nona Sinfonia di Beethoven Anche un crescendo è in grado di evocare un vago senso di infinito. Il crescendo contenuto nel quarto movimento della nona Sinfonia è qualcosa di unico, commovente: parte dal "nulla" e, a poco a poco, aumenta la sua intensità, finendo per culminare in un'esplosione di intensissimi sentimenti. Non è forse, un po' come nelle progressioni matematiche (1,2,3,4,…), l'indescrivibile e crescente sentimento suscitato dal compositore tedesco ad evocare una progressione tendente all'infinito? Beethoven è riuscito a trasmettere il brivido dell'infinito a chiunque ascolti la sua musica, ed in particolar modo nell'"Inno alla gioia" (tra l'altro designato come Inno europeo), che evoca un brivido di commozione molto simile al brivido di piacere cantato da Leopardi nella lirica "L'Infinito". "LA MER" (Claude Debussy) (De l'aube à midi sur la mer - Jeux de vagues - Dialogue du vent e de la mer) La grande onda di Kanagawa, Hokusai Claude Debussy, con incredibili doti espressionistiche, dipinge un'intensa esperienza sensoriale, offrendo la possibilità all'ascoltatore di provare ciò che più spontaneamente la musica suscita in lui: il mare, il vento, non sono che impressioni, e sta a noi lavorare d'immaginazione (sì, proprio come diceva Leopardi; si veda l'articolo "Leopardi: il poeta dell'infinito"), assaporare la salsedine, esplorare le misteriose ed immense profondità degli abissi… Follow Ápeiron on Instagram: