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av Ilaria Ciavattini för 24 timmar sedan

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GEO - 3D - Unità 4 - Gli scenari del futuro

Il settore terziario si distingue per l'offerta di servizi, piuttosto che la produzione di beni, suddividendosi in terziario di base e avanzato. Il primo include servizi che non richiedono competenze specializzate, mentre il secondo coinvolge attività che sfruttano il lavoro intellettuale e tecnologico.

GEO - 3D - Unità  4 - Gli scenari del futuro

Unità 4 - Gli scenari del futuro

7. I Big Data e i rischi delle nuove tecnologie

Il Big Data Analytics è il processo di raccolta e analisi di grandi quantità di dati, cioè di informazioni. Quando navighiamo in rete lasciamo una traccia delle nostre preferenze, dei gusti, informazioni sulla nostra saluta e sulle nostre opinioni pubbliche, una mole gigantesca di dati che sono analizzati da sistemi informatici complessi allo scopo di farne un uso commerciale: ci vengono proposti automaticamente messaggi promozionali in base alle nostre caratteristiche. I software creano dei gruppi di affinità tra persone e, oltre a servirsene per proporci beni da comprare, vendono questi dati ai governi e alle aziende. Perché queste informazioni interessano ai governi? provate a pensarci! La raccolta di questi dati solleva problemi di privacy > l'UE ha stabilito regole molto rigide nel GDPR - Regolamento Generale sulla protezione dei dati personali che limita la commercializzazione e l'uso dei dati personali.

L'economia nel mondo globalizzato

5. Il terziario
Il settore terziario non produce beni, ma offre servizi che soddisfano le esigenze dei cittadini e delle imprese. Si divide in: > terziario di base: i servizi che non richiedono conoscenze particolari, per esempio quelli svolti da corrieri, camerieri, cassieri, commessi, autisti…; > terziario avanzato: le attività che utilizzano il lavoro intellettuale, strategico e tecnologico, per esempio quelle di ricercatori, manager, consulenti informatici… Il settore terziario comprende attività che riguardano i seguenti campi: la circolazione di merci e persone (commercio e trasporti); i movimenti di denaro (banche e finanza); il supporto al cittadino (assistenza, sanità, istruzione, lavoro); il turismo; la cultura e il tempo libero (spettacolo, intrattenimento, editoria); il terziario avanzato (comunicazioni e ricerca scientifica). Nel mondo troviamo 3 tipi di terziario: > Terziario arretrato - nei Paesi meno sviluppati, comprende commercio ambulante e piccole botteghe > Terziario tradizionale - un esempio è il centro commerciale > Terziario avanzato - è anche detto settore quaternario perché si aggiunge al terzo settore ed è dato dal lavoro intellettuale, le aziende dei new media e la ricerca scientifica e tecnologica.
4. Il secondario
Le attività industriali si differenziano a seconda delle materie prime utilizzate e dei prodotti realizzati: industria di base (o pesante), industria manifatturiera (o leggera), nuove attività (industrie innovative). Negli ultimi decenni la produzione si è spostata nei Paesi in via di sviluppo, dove la manodopera è a basso costo ed è meno tutelata a livello sindacale > DELOCALIZZAZIONE Ma recentemente questo modello di produzione sta cambiando di nuovo, perché la grande automazione permette alle industrie di necessitare di sempre meno manodopera, il cui costo diventa quindi irrilevante: per questo le industrie stanno tornando nei Paesi di origine. Oggi nell’industria è in atto un processo che mira a rendere la produzione industriale completamente automatizzata e interconnessa. Si parla di “Quarta rivoluzione industriale” o Industria 4.0: - l’automazione è ormai sempre più estesa all’intera catena produttiva e non più soltanto, come in passato, a singole macchine o particolari processi produttivi.; - la digitalizzazione rende possibile gestire un numero maggiore di informazioni e lo fa sempre più velocemente; - l’interconnessione tra oggetti, macchine e servizi crea un sistema industriale complesso e avanzato. Un ruolo sempre più importante lo sta assumendo la Cina (in ogni comparto!), la Corea del Sud (automobili e elettronica), l'India (metallurgia, tessile, chimica, meccanica, informatica). Sono anche nate delle ZES (Zone Economiche Speciali) in Cina, India, America Latina in cui i governi vogliono attrarre investimenti stranieri offrendo condizioni vantaggiose per la ricerca e lo sviluppo

Un esempio di globalizzazione nella produzione della Nutella

3. Il primario
La rivoluzione agricola a partire dal XIX secolo è stata caratterizzata dalla meccanizzazione del settore, unita all'uso di fertilizzanti e antiparassitari. Questo ha portato ad una riduzione degli occupati unita però ad un aumento della produzione. L'agricoltura commerciale può essere estensiva (USA, Canada, Australia) o intensiva (Europa centro-occidentale). In Asia e America Latina si parla di Rivoluzione Verde (nuove qualità di riso e grano); mentre in Africa (sorgo, miglio e cassava). La globalizzazione influenza le attività agricole: - i prodotti vengono importati da aree geografiche lontane depauperando (impoverendo) i produttori locali; - i modelli alimentari occidentali hanno generato in oriente una diminuzione del consumo dei cereali in favore di carne e derivati (molto più dispendiosi per la produzione) L'agricoltura di sussistenza o di autoconsumo non produce molto ed è diffusa soprattutto in Africa, alcune regioni di Asia e America Latina L'agricoltura di piantagione si concentra su un unico prodotto (es. caffè, cotone, canna da zucchero) ed è destinato all'esportazione. Le rese sono elevate, ma sono in mano a multinazionali che traggono vantaggi economici su contadini che vengono sfruttati e mal pagati. Riducono inoltre la biodiversità. L'allevamento riguarda principalmente bovini, suini e ovini che possono essere allevati in modo tradizionale (all'aperto nei pascoli) o intensivo (ammassati in spazi ristretti). > I bovini si allevano principalmente in USA e Argentina, che esportano la carne in Europa; > Gli ovini e i caprini principalmente nelle zone temperate e negli ambienti montani, nei Tropici e anche in alcune aree desertiche > I suini sono fonte primaria per la Cina, insieme agli animali da cortile. La pesca: le aree più ricche di pesce si trovano nell'Oceano Pacifico, nel Nord America, nel Sud America e nel Sud-Est Asiatico, lungo le coste dell'Oceano Atlantico. Negli ultimi decenni però c'è stato un impoverimento delle riserve ittiche e della biodiversità. Per questo sono stati introdotti limiti di pesca per permettere il ripopolamento e l'acquacoltura (allevamento di molluschi e crostacei). Fonti di energia Le risorse naturali del sottosuolo forniscono la materia prima per la lavorazione industriale, ma non sono distribuite uniformemente: > combustibili fossili (carbone, petrolio, gas naturale) > minerali metalliferi (ferro, mercurio, zinco, rame, oro, argento, nichel, uranio...) Queste risorse sono altamente inquinanti e rischiano anche di esaurirsi a breve termine, per questo si sta puntando da alcuni decenni sulle risorse rinnovabili (solare, eolica, idroelettrica), da ricordare anche l'energia nucleare, che ha vantaggi in termine di produzione, ma anche grandi rischi per la diffusione delle radiazioni e difficoltà nello smaltimento delle scorie radioattive.

1. Le molte globalizzazioni

La GLOBALIZZAZIONE può essere: - CULTURALE è la diffusione globale di uguali conoscenze, mode e tradizioni, dalle festività a personaggi universalmente noti. - ECONOMICA è il passaggio di beni e capitali dai mercati nazionali a quelli mondiali. - SOCIALE è lo spostamento di un gran numero di persone nel pianeta per motivi turistici, lavorativi o di migrazione. Il termine nasce nel 1990 con la fine dell'Unione Sovietica e la fine dei due blocchi (Paesi occidentali e Paesi sotto l'influenza sovietica) che avevano creato barriere commerciali e culturali. I NO GLOBAL sono movimenti che si rivolgono soprattutto contro le multinazionali, che accusano di: - danneggiare il mercato locale; - delocalizzare la produzione; - condizionare le culture locali, che vanno scomparendo. Dal punto di vista giuridico i processi di integrazione in atto favoriscono la nascita di una serie di organizzazioni sovranazionali, governative e non, per esempio: - G7, G8 e G20; - WWF; - Greenpeace; - Unicef.
2. Gli impatti culturali della globalizzazione

La CULTURA DI MASSA è data dalle attitudini e dalle preferenze condivise da molte persone, che proviene dai Paesi più avanzati ed economicamente più potenti. Questo genera tre fenomeni: - Omogenizzazione: gusti, convinzioni, abitudini delle persone tendono allo stesso modello; - Polarizzazione: esattamente opposta alla omogenizzazione, quando comunità nazionali, in risposta alla globalizzazione culturale, reagiscono rivendicando la propria identità e diversità. - Glocalizzazione: quando ciò che è globale e ciò che è locale si influenzano reciprocamente e gli aspetti della globalizzazione sono calati all'interno di un certo luogo valorizzando il territorio. Es. Quando una multinazionale porta una linea di prodotti studiano le esigenze del territorio in cui arriva.

6. Globalizzazione: indicatori economici e sociali

PIL - Prodotto Interno Lordo - misura la ricchezza di un Paese rispetto al valore dei beni e dei servizi prodotti in un anno. Se considero il numero di abitanti avrò il PIL pro capite, cioè a persona. MPI - Indice di Povertà di un Paese GII - Indice della differenza di genere ISU - Indice di Sviluppo Umano - indica benessere incrociando i dati di PIL pro capite, speranza di vita e livello di istruzione Alla fine dello scorso millennio il Sud del Mondo era dipendente dal Nord del Mondo, ma ora le cose stanno cambiando: BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e SudAfrica) hanno grandi quantità di materie prime e tecnologie che permettono il loro sfruttamento. NIC (Newly Industrialized Countries - Paesi di recente industrializzazione) come Corea del Sud, Singapore, Taiwan, Malaysia, Indonesia e Cile che hanno moderato costo del lavoro, governi stabili e forti esportazioni dei prodotti industriali L'OCSE è l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico e conta 36 Paesi progrediti economicamente. L'ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite) ha classificato i Paesi nel 1996 in G20, G7, G8 e BRICS; la G sta per Group, guarda lo schema sopra.