von raffaella mongelli Vor 7 Jahren
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Il titolo trae il nome dal principale canale di bonifica dell'Agro pontino, chiamato all'epoca "Canale Mussolini" e oggi "Canale delle Acque Alte" (sito fra i territori comunali diLatinaeCisterna di Latina
di cui costituisce per un lungo tratto il confine).
Il libro copre un arco temporale che va daglianni diecidelNovecento
allaseconda guerra mondiale. Protagonista è la famiglia Peruzzi, contadini che vivono nella bassaPianura PadanafraRovigoeFerrara, dove coltivano terre prese in affitto o a mezzadria. Nel1904
.
la famiglia rimane coinvolta negli scontri frasquadristi
. Questi ultimi, per ritorsione contro i Peruzzi che non avevano voluto assumere alcuni braccianti, decidono di dar fuoco al loro pagliaio. I Peruzzi si vendicano sparando al maestro elementare del paese (capo del locale movimento socialista) ed incendiando lacamera del lavoro
diCodigoro
che in seguito sarà trasformata nella sezione locale delpartito fascista
. Alcuni dei Peruzzi parteciperanno anche allamarcia su Roma
nel1922
e, poco dopo, Pericle viene incaricato dal Partito, insieme ad altri due camerata, di picchiare un coraggiososacerdote
della vicinaComacchio
. Durante l'agguato Pericle perde il controllo e il prete muore.
Nel frattempo la famiglia, che si va allargando con nuovi matrimoni e nuove nascite, prende a mezzadria i terreni dei conti Zorzi Vila. Quando però nel1926
il governo diMussolini
, che si è definitivamente imposto nel Paese, propone una nuova politica economica durissima (la cosiddetta "quota 90
"), gli Zorzi Vila ne approfittano per sottrarre alle famiglie al loro servizio tutti i loro averi. La sciagura colpisce anche i Peruzzi, i quali decidono di mandare una loro delegazione aRoma
: contano di ricevere il sostegno del governo per il loro passato da squadristi. Incontrano proprio il Rossoni, che nel frattempo ha aderito al fascismo diventando sottosegretario il quale fa capire loro che non può far nulla contro gli Zorzi Vila ma può affidare ai Peruzzi un podere tutto loro nellePaludi Pontine
che il regime sta iniziando a bonificare.
I Peruzzi accettano e partono per ilLazio
. Vengono insediati nei poderi 516 e 517 dell'Opera Nazionale Combattenti
. I poderi si trovano lungo la "Parallela Sinistra" (oggi Strada Santa Croce) nei dintorni dell'attualeBorgo Podgora
, alla sinistra del "Canale Mussolini", il principale canale della bonifica. Nel dicembre del1932
assistono all'inaugurazione della nuova città diLittoria
. La vita dei coloni nella nuova terra però è piena di difficoltà: i lavori di bonifica non riescono a sterminare lazanzara anofele
e lamalaria
continua a colpire.
Gli abitanti del luogo e dei viciniMonti Lepini
poco gradiscono i nuovi arrivati che ribattezzano cispadani cioè invasori (i coloni reagiscono chiamando i locali marocchini) e non mancano scontri e vendette reciproche. Nel frattempo la coltivazione della fertile terra dei Peruzzi permette loro di risollevarsi economicamente. La famiglia partecipa attivamente alla vita rurale dei coloni con i suoi riti: i filò fra vicini di poderi e la Messa ogni domenica nellachiesa
del borgo, chiese che dopo una richiesta del solito Pericle alpatriarca di Venezia
vengono affidate ai preti veneti perché i sacerdoti della localediocesi di Velletri
non riescono a comprendere ildialetto
dei cispadani.
Nel1935
Adelchi partecipa allaguerra d'Etiopia
assistendo al massiccio uso deigas tossici
da parte degliitaliani
contro i soldatiabissini
. Con lo scoppio dellaseconda guerra mondiale
diversi giovani dei Peruzzi vengono mandati al fronte: inAlbania
, inAfrica
e inRussia
. InAfrica
Orientale Pericle muore ma il suo corpo non verrà mai ritrovato. Sua moglie, Armida, che possiede un'arnia di api che le rivelano il futuro, inizia una relazione incestuosa con il nipote Paride. Rimane incinta di un bambino e i Peruzzi per la vergogna la cacciano di casa. Per via della guerra e della gravidanza però le concedono momentaneamente di restare.
Nell'inverno
del1944
la guerra arriva anche nell'Agro pontino
. Gli Alleati, nel tentativo di sfondare la linea Gustav, sbarcanoad Anzio
e iniziano una lunghissima battaglia con itedeschi
fraCisterna
, che verranno poi rase al suolo. Per ritardare l'avanzata alleata vengono sabotate le opere di bonifica e la battaglia si combatte anche sul Canale Mussolini. I coloni, Peruzzi compresi, credendo che gli americani vogliano togliere loro i poderi e per lealtà verso ilduce
, decidono di sostenere i tedeschi e i repubblichini, arrivando a sparare fucilate contro le pattuglie alleate.
Poi quando la linea del fronte si stabilizza a poca distanza dai loro poderi sono costretti dallo stesso comando tedesco ad abbandonare le case e a rifugiarsi sui Monti Lepini. Le comuni difficoltà della guerra aiutano cispadani e marocchini a superare le reciproche diffidenze. L'Agro pontino
viene infine liberato a maggio del 1944. Gli americani si rivelano benigni e grazie alDDT
estirpano lazanzara anofele
dalla regione. I Peruzzi ritornano nei loro poderi distrutti e iniziano la ricostruzione, più forti e tenaci anche nella sciagura.
L’occupazione delle terre incolte del 1949, con i colori accesi e la bandiera rossa che sventola in primo piano è un esempio di quadro politico: per Guttuso l’arte diventa davvero un mezzo per smuovere le coscienze di chi è sempre stato in silenzio, per far valere i diritti di chi non ne ha mai avuti.
Giovanni Fattori, esponente della corrente toscana dei macchiaioli, affronta il tema del paesaggio e della gente di Maremma con tocchi densi e rapidi di pennellate che definiscono sintetiche e uniformi distribuzioni del colore, le cosiddette campiture. Notiamo la figura scura del contadino in ombra a sinistra, la porzione del carro rosso a destra, le masse chiare dei due buoi al centro e, sullo sfondo, il mare blu e la riva separate da una linea netta di demarcazione tra ombra e luce.
Gli elementi sono posizionati sulla diagonale che unisce il vertice basso a sinistra a quello in alto a destra; il carro rosso con l’aratro si vedono appena, lo stanco contadino relegato in basso a sinistra e in ombra, mentre sono i maestosi buoi, staccati dal giogo, a godere della posizione centrale. L’attenzione è catturata dalla maestà del luogo aperto e solitario, dal silenzio dell’ora del riposo pomeridiano sotto il sole della Maremma e dalla nobiltà del lavoro umano, resi attraverso un tono sì elevato, ma non oratorio, del linguaggio pittorico.
L’estrema linea scura del mare è orizzontale mentre sono oblique quelle della sponda, quelle dell’ombra dell’aratro posato in terra e della stanga del carro sostenuta da un bastone verticale. Si avverte un senso di immobilità delle cose, anche il mare in lontananza sembra calmo, contribuendo a dare un tocco di solennità alla scena. Il tutto procede per macchie: non minute e sfuggevoli come tra gli impressionisti, ma a larghe zone di colore, colori primari quali il rosso del carro, il blu del mare, il giallo della terra bruciata dal sole, intensificati dal reciproco accostamento.
vita e opere di verga
http://www.treccani.it/enciclopedia/giovanni-verga_(Enciclopedia-dei-ragazzi)/
Il cane
Noi, mentre il mondo va per la sua strada,
noi ci rodiamo, e in cuor doppio è l’affanno,
e perchè vada, e perchè lento vada.
Tal, quando passa il grave carro avanti
del casolare, che il rozzon normanno
stampa il suolo con zoccoli sonanti,
sbuca il can dalla fratta, come il vento;
lo precorre, rincorre; uggiola, abbaia.
Il carro è dilungato lento lento;
il cane torna sternutando all’aia.
Myricae, l'ultima passeggiata,XIII