jonka sabrina sanfilippo 5 vuotta sitten
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Ambienti destinati a raccogliere ed assistere i bambini di cui le madri non potevano prendersi cura, data la diffusione del lavoro femminile.
Uno dei più noti pensatori nella storia della cultura europea. Sviluppò le proprie riflessioni nell'ambito dell'Illuminismo francese all'interno del quale egli propose tesi originali in diversi campi del sapere. L'educazione è un tema che attraversa tanta parte della sua riflessione.
Pubblicato nel 1762, è un trattato pedagogico sotto forma di romanzo in cui narra la crescita e l'educazione di un ragazzo immaginario dall'infanzia alla giovinezza: Emilio, appunto. Bambino ricco, di buona famiglia, sano, europeo ed orfano, viene educato da un precettore.
Il testo fu annoverato nell'indice dei libri proibiti e Rousseau dovette fuggire dalla Francia per evitare l'arresto. Nonostante questi ostacoli, le sue idee riuscirono a circolare ed influenzare la sfera pedagogica europea ed, ancora oggi, continua a rappresentare un autorevole richiamo contro ogni forma di adultismo o precocismo
la stadialità dello sviluppo
Rousseau suddivide la crescita del suo alunno immaginario in conque stadi o fasi:
l'educazione indiretta o negativa
Il precettore non interviene direttamente sull'educazione di Emilio ma prepara la sua esperienza.
Rousseau afferma che "la prima educazione deve essere negativa e consiste non già nell'insegnar la virtù e la verità ma nel preservare il cuore dal vizio e lo spirito dell'errore". Il bambino, cioè, apprende attraverso i sensi e attraverso le esperienze necessarie e utili; il bambino è il vero protagonista della propria crescita e del proprio apprendimento.
il puericentrismo
Con il termine puericentrismo si intende mettere al centro il bambino. Rousseau denuncia la tradizionale disattenzione verso i bambini e ne difende la specificità. Egli afferma: "l'infanzia è punto conosciuta, ha delle maniere di vedere, di pensare, di sentire che le sono proprie"
La scoperta pedagogica dell'infanzia assume due fondamentali significati:
l'educazione naturale
Rousseau consiglia l'educazione lontano dalla città considerata la principale forma di corruzione dell'uomo. Egli affermò: "tutto è bene quando esce dalle mani dell'autore delle cose, tutto degenera tra le mani dell'uomo". Per Rousseau l'uomo nasce buono e per conservare la bontà bisogna evitare che egli entri in contatto con la società.
Inoltre, con educazione naturale Rousseau intende anche sottolineare l'importanza di assecondare lo sviluppo naturale del bambino che si forma soprattutto attraverso l'esperienza
Venne istituita la scuola materna statale a causa di:
Rottura con la tradizione scolasticistica e garanzia di una maggiore libertà agli insegnanti . Il metodo agazziano era il principale punto di riferimento.
Sottolineavano il ruolo centrale dei genitori nell'educazione dei figli. Le scuole materne dovevano integrare l'educazione dei genitori ed avvicinare il bambino ad un mondo più ricco di esperienze
Riforma gentile (1923): vennero creata le cd scuole di metodo per l'educatore della scuola materna, un percorso triennale. L'asilo venne chiamato Scuola materna. la Riforma riconobbe alla scuola materna lo status di scuola di grado preparatorio per la scuola elementare ma lo Stato non assunse l'onere di erigere e gestire scuole materne che invece rimanevano nelel mani dei Comuni e di enti privati religiosi
Il lavoro della Commissione portò alla pubblicazione dei Programmi per gli asili infantili (1914): l'asilo doveva sposarsi ad un'educazione materna che promuovesse l'educazione fisica, sociale, morale ed intellettuale del bambino; i Programmi rifiutavano ogni forma di scolarizzazione.
Luigi Credaro, Ministro dell'Istruzione, istituì un'apposita commissione per la stesura di programmi didattici per le scuole infantili. L'intento della Commissione era di affermare che l'asilo doveva essere un vero e proprio istituto educativo.
1907: in Italia esistevano 4967 asili di cui 3567 giardini di infanzia e 1391 sale di custodia.
Solo il 38% delle operatrici che lavorava negli asili aveva un idoneo titolo di studio. Confusione metodologica.
Maria Montessori (1870 - 1952), studiò medicina e le sue ricerche si indirizzarono verso l'infanzia anormale: al Congresso dei pedagogisti tenuto nel 1898 sostenne che il problema dei bambini con ritardo mentale non è solo medico ma spesso è di carattere pedagogico.
Si avvicinò alle ricerche di Itard e Seguin.
Nel 1907 aprì a Roma la sua prima Casa dei Bambini.
Nel 1909 scrisse "Il metodo della pedagogia scientifica applicata all'educazione infantile nelle case dei bambini" dove ritenne che il materiale per l'educazione scientifica dei sensi impiegato con i bambini frenastenici potesse essere anche utilizzato con i bambini normodotati.
formare il carattere del bambino
favorire l'apprendimento individualizzato
Il materiale utilizzato stimola il lavoro psichico, mette ordine nel caos delle impressioni infantili, supporta il bambino nella sua esplorazione del mondo
autonomia e autostima
adulto non direttivo ma osservatore
ambiente e strumenti in funzione dei bambini
Chiamato materiale di sviluppo in quanto guidano il bambino nel suo sviluppo.
Si tratta di una serie di oggetti raggruppati e ordinati secondo una determinata qualità e sulla base di essa si possono fare operazioni di confronto.
Il materiale induce all'autocorrezione.
autocorrettivo
attraente
ordinato
proporzionato alle forza fisiche
limitato negli stimoli
La Casa dei Bambini è un ambiente dinamico, capace di mediare tra libertà ed organizzazione, scoperta individuale e socializzazione, razionalità e coltivazione degli affetti
Nel 1895 aprirono il primo asilo ispirato al loro metodo: l'asilo di Monpiano.
Esse si ispiravano a Froebel valorizzando la spontaneità infantile inoltre, per compiere il completo sviluppo del bambino, secondo le sorelle, servono le capacità creative della maestra che deve lasciarsi sollecitare dal bambino, ascoltare le sue domande ed orientare in senso affettivo la sua crescita.
Il loro metodo è definito affettivo o materno: basato su esperienze graduali legate alla vita di tutti i gironi in un ambiente familiare.
Raccolta di tutti gli oggetti quotidiani per favorire l'apprendimento dei bambini attraverso il maneggio delle cose.
Immagini che raffiguravano lo spirito dell'asilo e servivano per:
Gli asili infantili erano considerati enti di beneficenza e assistenza. Erano sotto la giurisdizione del Ministero degli Interni e non sotto quello della Pubblica istruzione. La legge Casati del 1859 che regolamentava il sistema scolastico non si era occupata dell'infanzia considerata un soggetto da assistere più che da educare.
Secondo la tradizione cattolica il diritto/dovere di formare la prole spettava esclusivamente alla famiglia
Affermavano che i giardini infantili:
Sottolineavano che attraverso il gioco non si sarebbero abituati a lavorare.
Il primo fu aperto da Adolfo Pick nel 1869 a Venezia.
Secondo l'inchiesta ministeriale del 1889, la cd Relazione Gioda, il metodo froebeliano era adottato dal 10% degli asili, il metodo aportiano dal 16% ed il metodo misto dal 74%.
La situazione era, quindi, molto confusa anche perchè moltissimi erano gli insegnanti senza un'adeguata preparazione e le strutture ed il materiale didattico erano in situazione precaria.
Pedagogista tedesco (1782-1852): aveva dato vita ad un prototipo di asilo infantile chiamandolo Kindergarten ossia il giardino infantile. Al centro della sua pedagogia c'era il gioco che considerava l'attività propria del bambino.
Questa convinzione derivava dal sistema filosofico cui lui si ispirava del pensato idealista Krause: Dio è in tutto e tutto è in Dio e l'attributo essenziale di Dio è l'attività.
Il gioco permette al bambino di esprimere se stesso ed esplorare il mondo scoprendo il divino che è in ogni cosa.
la scoperta del mondo avveniva attraverso i doni, ossia, oggetti geometrici che Froebel individuò come materiale didattico. Maneggiando questi oggetti, il bambino avrebbe conosciuto le caratteristiche della realtà, isolandone le singole qualità attraverso un procedimento di astrazione
Enti destinati all'infanzia
Prete di Cremona che fondò i primi asili in Italia. Le prime esperienze furono la scuola infantile per bambini paganti nel 1828 e due scuole infantili per bambini poveri (maschile: 1830; femminile:1833). Fondò poi l'asilo rurale di San Martino dell'Argine (1834).
Secondo lui, l'asilo doveva mirare soprattutto a dare assistenza ai bambini più poveri ed educarne il cuore, la mente, il corpo.
Consisteva in:
Consisteva in:
Secondo Aporti l'asilo doveva essere luogo di prescolarizzazione in quanto per molti bambini sarebbe rimasto unico luogo formativo:
bisognava curare l'apprendimento linguistico usando il metodo dimostrativo e della nomenclatura che consiste nel dimostrare oggetti comuni ed associare ad ogni oggetto il suo nome.
sensibilità pedagogica verso l'infanzia
Principio dell'alternanza: le attività dovevano cambiare ogni mezz'ora ma critiche:
Filantropo che nel 1816 fondò in Scozia la sua Infant School. Questa esperienza fu conosciuta in Europa grazie a Wilderspin che nel 1823 scrisse di Owen nel suo "Sull'importanza di educare i figli più piccoli dei poveri". Traduzione che venne letta da Aporti
I medici definirono due fasi dell'età infantile: