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cap 10 i licenziamenti

La questione dei licenziamenti è complessa, richiedendo un'attenta considerazione delle norme e delle procedure legali. Il datore di lavoro ha l'onere di dimostrare la giusta causa o il giustificato motivo del licenziamento.

cap 10 i licenziamenti

cap 10 i licenziamenti

Eccedenze di personale e mobilità collettiva nelle pubbliche amministrazioni

Il collocamento in disponibilità comporta l'iscrizione dei lavoratori eccedenti in appositi elenchi
Le p.a. che hanno un'eccedenzadi personale di almeno 10 dipendenti, devono informare
i sindacati firmatari del contratto collettivo nazionale
Le rappresentanze unitarie del personale

i licenziamenti collettivi

Indennità di mobilità
Spetta ai lavoratori con un'anzianità aziendale minima di 12 mesi
Viene erogata per un periodo massimo di 12 mesi
Iscrizione di lavoratori licenziati nella lista di mobilità risponde a una doppia funzione

Diritto all'indennità di mobilità

Immettere i lavoratori in un circuito di ricollocamento

Il riconosciuto ai lavoratori che perdono il posto di lavoro per una riduzione del personale
Il licenziamento collettivo non costituisce un'operazione senza costi per l'impresa ma è tenuta partecipare al finanziamento del trattamento di disoccupazione (indennità di mobilità)
Il licenziamento collettivo si divide in
In entrambi i casi opera la tutela reale
Licenziamento collettivo annullabile

In caso di violazione dei criteri di scelta

Licenziamento collettivo inefficace

Se non osserva la forma scritta o le regole procedurali

Criteri di scelta e apparato sanzionatorio
Criteri contrattuali

Si ispirano ad una logica diversa

Esempio requisiti di età

Tre criteri di scelta dei lavoratori del licenziare da applicare in concorso tra loro

Esigenze organizzative

Esigenze tecnico produttive

Carichi di famiglia

Regole procedurali
Prima di passare alla fase attuativa del licenziamento, è necessario che l'impresa attivi la procedura per la dichiarazione di mobilità

Due fasi

Fase amministrativa

La fase amministrativa deve concludersi entro 30 giorni

La stessa impresa deve inviare una comunicazione alla direzione regionale del lavoro, ai sindacati di categoria

Impresa può procedere all'attuazione del licenziamento collettivo, previa comunicazione scritta a ciascuno di essi

Le parti sono tenute a esaminare la possibilità di facilitare la riqualificazione dei lavoratori licenziati

La direzione provinciale del lavoro convoca le parti per un nuovo esame della situazione

fase sindacale

La fase sindacale deve concludersi entro 45 giorni

L'esito negativo deve essere comunicato alla direzione provinciale del lavoro

Il sindacato cerca di individuare misure alternative al licenziamento collettivo attraverso un esame congiunto

Comunicazione deve contenere

Profili professionali del personale

La collocazione aziendale

Il numero

i motivi per i quali si ritengono impraticabili alternative di licenziamento

i motivi che determinano la situazione di eccedenza del personale

Invio di una comunicazione scritta alle rappresentanze sindacali aziendali

Licenziamento plurimo
Non viene superata la soglia di 15 dipendenti
Licenziamento tecnologico
Il riduzione del personale senza una parallela riduzione di strutture o attività produttive
Il licenziamento collettivo si compone di un
Criterio qualitativo

Il licenziamento è conseguenza di una riduzione di attività o lavoro (crisi aziendali)

Criterio numerico quantitativo

Quando un'impresa con un minimo di 15 dipendenti intenda effettuare almeno cinque licenziamenti

Il licenziamento deve coinvolgere più lavoratori

Questioni processuali

L'ordine emesso dal giudice non è suscettibile di esecuzione forzata
L'onere della prova della giusta causa o del giustificato motivo grava sul datore di lavoro
L'atto di impugnazione può essere anche di carattere extragiudiziale
Una volta evitata la decadenza, , l'azioni giudiziaria deve essere esercitata nel rispetto degli ordinari termini di prescrizione
Per impugnare il licenziamento è previsto un termine di decadenza di 60 giorni dal ricevimento della comunicazione del licenziamento

Altre ipotesi di invalidità del licenziamento

Licenziamenti invalidi
Licenziamento intimato alla lavoratrice madre
Licenziamentiattuati a causa del matrimonio
Licenziamento discriminatorio

Determinato da ragioni discriminatorie

Licenziamento disciplinare

nel caso di vizi procedurali, comporta il diritto del lavoratore alla corresponsione dell'indennità sostitutiva del preavviso

Licenziamento inefficace

Senza il rispetto dei requisiti di forma

Si applicano conseguenze sanzionatorie previste
Legge 604/1966 (tutela obbligatoria)
Art 18 statuto lavoratori (tutela reale)
Il licenziamento ingiustificato cioè privo di giusta causa o giustificato motivo è annullabile.

La nozione di giusta causa e giustificato motivo di licenziamento e i criteri giudiziari di controllo

Il licenziamento presuppone l'esistenza di una giusta causa
Legge 604, due diverse fattispecie

Giustificato motivo oggettivo

Il giudizio riguarda il passato: le ragioni del licenziamento devono sussistere al momento della sua intimazione e non possono fondarsi su circostanze future

Il controllo giudiziale sulla sussistenza del giustificato motivo di licenziamento deve basarsi

Nesso di causalità fra l'uno dell'altro

Effettività della soppressionedel posto di lavoro

Sull'effettività delle ragioni economiche produttive addotte

Licenziamento determinato da ragioni inerenti

Al regolare funzionamento del lavoro

All'organizzazione del lavoro

All'attività produttiva

Giustificato motivo soggettivo

La differenza tra giusta causa e giustificato motivo soggettivo

Giustificato motivo

Richiede un inadempimento attuale

giusta causa

Richiede la fondatezza di un futuro inadempimento

La giusta causa di tipo qualitativo

Quei comportamenti che non rientrano nella sfera dell'inadempimento contrattuale

la giusta causa di tipo quantitativo

Deve incrinare il legame di fiducia che dovrebbe caratterizzare il rapporto di lavoro (teoria oggettiva della giusta causa)

La gravità dell'inadempimento del lavoratore

Obbligo di preavviso

Nel licenziamento a giusta causa invece non è necessario (licenziamento in tronco)

L'inadempimento del lavoratore deve essere notevole

Licenziamento con preavviso causato da inadempimento degli obblighi contrattuali del lavoratore

Contenuto e campo di applicazione delle tutele in materia di licenziamento

Campo di applicazione delle tutele
Tutela reale
Si applica a tutti datori di lavoro che occupino più di 15 dipendenti dell'unità produttiva in cui avuto luogo il licenziamento
Tutela
Diritto al risarcimento del danno (non è inferiore a cinque mensilità di retribuzione totale, anche quando il danno risulti di minore sussistenza.)

Il lavoratore può anche rinunciarvi,chiedendo al datore di versargli un'indennità di 15 mensilità di retribuzione globale

Ordina la reintegrazione del lavoratore nel posto di lavoro
Sentenza del giudice con cui dichiara inefficace licenziamento
Licenziamento è inefficace se
Licenziamento discriminatorio (determinatoda ragioni sindacali, politiche,di razza, di sesso eccetera)
Non sono comunicati per iscritto i motivi
Non è comunicato per iscritto

L'evoluzione della disciplina dei licenziamenti: dal recesso ad nutum alla tutela reale

La residua area di operatività del licenziamento ad nutum
Il licenziamento ad nutum sopravvive solo in un'area residuale

Lavoratori in prova

Dirigenti

Ma deve essere sempre giustificato il licenziamento

Lavoratori ultrasessantacinquenni in possesso di requisiti pensionistici

Lavoratori domestici

Recesso ad nutum Significa recesso libero, senza che sia dovuta alcuna giustificazione. Comporta che la decisione di recedere è del tutto rimessa alla discrezionalità del recedente.
Il potere di recesso nel rapporto di lavoro è frutto di quattro nuclei normativi

legge n 108/1990

ha ampliato il campo di applicazione dell'art 18

Art 18 dello statuto dei lavoratori

Il licenziamentoL'articolo 18 dello Statuto dei lavoratoriL'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori (Legge 20 maggio 1970, n. 300) si applica solo alle aziende con almeno 15 dipendenti e afferma che il licenziamento è valido solo se avviene per giusta causa o giustificato motivo.In assenza di questi presupposti, il lavoratore può fare ricorso.Prima della Riforma del lavoro del 2012, il giudice - una volta riconosciuta l'illegittimità dell'atto di licenziamento - era obbligato ad ordinare la reintegrazione del ricorrente nel posto di lavoro e il risarcimento degli stipendi non percepiti, oltre che il mantenimento del medesimo posto che occupava prima del licenziamento. In alternativa, il dipendente poteva accettare un'indennità pari a 15 mensilità dell'ultimo stipendio, o un'indennità crescente con l'anzianità di servizio.La Riforma del 2012La legge n. 92 del 2012 ha modificato il testo dell'articolo 18. Le nuove norme superano l'automatismo tra licenziamento ritenuto illegittimo e reintegrazione del lavoratore, distinguendo tra tre tipi di licenziamento: discriminatorio, disciplinare ed economico.Licenziamento discriminatorioÈ discriminatorio il licenziamento determinato da ragioni di credo politico o fede religiosa; dall'appartenenza ad un sindacato a dalla partecipazione a scioperi ed altre attività sindacali; dal sesso, dall'età, dall'appartenenza etnica o dall'orientamento sessuale.In caso di licenziamento discriminatorio, come avveniva con la precedente normativa, l'atto viene dichiarato nullo ed applicata la sanzione massima: reintegrazione (o "reintegro") con risarcimento integrale (pari a tutte le mensilità perdute ed ai contributi on versati).Le stesse regole si applicano in caso di licenziamento orale (cioè comunicato solo verbalmente), o quando il licenziamento è avvenuto in concomitanza col matrimonio, con la maternità o la paternità.Licenziamento disciplinareQuello disciplinare è il licenziamento motivato dal comportamento del lavoratore. Può essere per "giusta causa" - cioè quando si verifica una circostanza così grave da non consentire la prosecuzione, nemmeno provvisoria, del rapporto di lavoro - o per "giustificato motivo soggettivo", cioè in caso di notevole inadempimento degli obblighi contrattuali da parte del lavoratore. Il giudice può ritenere che non ci siano gli estremi per il licenziamento per due motivi: perché il fatto non sussiste; oppure perché il fatto può essere punito con una sanzione di altro tipo. Però può decidere se applicare, come sanzione, la reintegrazione con risarcimento limitato nel massimo di 12 mensilità, oppure il pagamento di un'indennità risarcitoria, tra le 12 e le 24 mensilità, senza versamento contributivo.Licenziamento economicoIl licenziamento può essere anche motivato da "giustificato motivo oggettivo", cioè da ragioni inerenti "l'attività produttiva, l'organizzazione del lavoro e il regolare funzionamento di essa". Ad esempio, quando una nuova modalità produttiva o una contrazione del mercato impongono all'azienda di ridurre il numero di addetti ad una certa mansione.Se il giudice accerta che non ricorrono gli estremi del giustificato motivo oggettivo, può condannare l'azienda al pagamento di un'indennità risarcitoria in misura ridotta, da 12 a 24 mensilità, tenendo conto dell'anzianità del lavoratore e delle dimensioni dell'azienda stessa, oltre che del comportamento delle parti.Se però ritiene che l'atto è "manifestamente infondato", applica la stessa disciplina della reintegrazione dovuta per il licenziamento disciplinare.ApprofondimentiIl testo dell'Articolo 18 prima della riforma (pdf)Temi correlatiLicenziamento per giusta causa Licenziamento per giustificato motivo L'impugnazione del licenziamento Tutela del lavoratore: reintegrazione o riassunzione Il licenziamento nei vari Paesi europei Cosa sono le Rsu Articoli sull'argomentoLavoro: com'è ora e come sarà l'articolo 18 sui licenziamentiLink consigliatiLegge n. 92 del 28 giugno 2012 (Riforma del lavoro) Cosa sonoquesti pulsanti?c

La tutela reale trova la sua fonte nell'art. 18 della legge 300/1970 (Statuto dei lavoratori). L'art. 18 Legge 300/1970 si applica alle aziende con più di 15 dipendenti in ciascuna unità produttiva; oppure con più di 15 dipendenti nello stesso Comune anche in unità produttive più piccole; più di 60 dipendenti ovunque siano ubicate le singole unità produttive; datori di lavoro agricolo con più di 5 dipendenti in ciascuna unità produttiva. Per i datori di lavoro che hanno effettuato un licenziamento discriminatorio si applica qualunque sia il numero dei lavoratori. La tutela reale prevede a differenza della tutela obbligatoria la reintegrazione nel posto di lavoro qualora il giudice accerti l'illegittimità del licenziamento. Quindi in questo caso non vi è l'alternativa per il datore di lavoro della riassunzione o del pagamento. Di conseguenza il Giudice ordina la reintegrazione del lavoratore nel posto di lavoro e di risarcirgli il danno, con la corresponsione di un'indennità commisurata alla retribuzione globale di fatto, dal giorno del licenziamento sino a quello dell'effettiva reintegrazione e al versamento dei contributi assistenziali e previdenziali relativi al periodo; in ogni caso la misura al risarcimento non può essere inferiore alle 5 mensilità.

2 criteri

Si applica sempre quello sia il numero dei dipendenti occupati al datore di lavoro, nel caso di licenziamento discriminatorio

Criterio di calcolo economico organizzativo

Applicazione del regime di tutela forte contro il licenziamento illegittimo nei confronti di qualsiasi datore di lavoro che occupa alle sue dipendenze più di 60 prestatori di lavoro

Criterio di calcolo su base territoriale

Consente l'applicazione del regime di tutela reale a tutti datori di lavoro che

Alle imprese agricole che occupano più di 5 dipendenti

Nell'ambito dello stesso comune occupano più di 15 dipendenti

Colpisce licenziamento priva di giusta causa

Subtopic

art che introduce una vera e propria stabilità del posto di lavoro

Il datore di lavoro è condannato alla reintegrazione del lavoratore nel posto di lavoro

Legge numero 604 15/7/1966

comprende

solo per datori con più di 35 dipendenti

solo per gli iscritti ai sindacati

deve essere in forma scritta la comunicazione del licenziamento

il pagamento risarcitorio

la riassunzione

La tutela obbligatoria si applica per il datore di lavoro pubblico o privato, imprenditore non agricolo e non imprenditore che ha un numero di dipendenti non superiore a 15; oppure l'imprenditore agricolo che non supera i 5 dipendenti per ogni unità produttiva. La tutela obbligatoria impone al datore di lavoro che intenda effettuare il licenziamento di motivarlo con la giusta causa o con il giustificato motivo e di notificare il provvedimento al lavoratore interessato nei termini stabiliti, ma non comporta necessariamente l'obbligo di reintegrazione qualora il Giudice accerti l'illegittimità del licenziamento. Quindi il datore di lavoro si trova nell'alternativa, qualora venga accertato l'illegittimità del licenziamento di scegliere tra un obbligo primario e cioè la riassunzione, e un obbligo secondario di natura prettamente economica, consistente nel pagamento di una determinata indennità. Se il datore di lavoro decide di pagare dovrà versare al lavoratore tra un minimo di 2,5 e un massimo di 6 mensilità dell'ultima retribuzione globale di fatto. Qualora il lavoratore ha prestato servizio per oltre 10 anni quest'ultimo ha diritto a 10 mensilità. Inoltre, si dovrà tenere conto del numero dei dipendenti occupati, delle dimensioni dell'impresa, dell'anzianità di servizio del lavoratore, nonché del comportamento e della condizioni delle parti. In ogni caso, prima di ricorrere al Giudice, è necessario promuovere il tentativo di conciliazione e arbitrato. Si tratta di una procedura, di regola attivata da una organizzazione sindacale, che si svolge presso l'Ufficio Provinciale del Lavoro e della Massima Occupazione, che ha il compito di cercare una soluzione bonaria della controversia.c

Tutela obbligatoria

Attraverso criteri di computo l'area di operatività della tutela obbligatoria può allargarsi ulteriormente

Si applica quale che sia il numero dei dipendenti alle organizzazioni di tendenza ( datori di lavoro non imprenditori che svolgono senza fini di lucro attività di natura politica, sindacale, religione)

Il campo di applicazione della tutela obbligatoria si determina per sottrazione:

Il regime debole di tutela contro licenziamento illegittimo opera nei confronti di tutti datori di lavoro cui non risulta applicabile la disciplina della tutela reale

Il licenziamento illegittimo, privo di giusta causa resta valido ed efficace, poiché idoneo a determinare la cessazione del rapporto di lavoro

L'ultima parola spetta al datore di lavoro

Consolidare la propria decisione versando una somma di denaro a titolo di risarcimento forfettario del danno

Può scegliere di riassumere il lavoratore entro tre giorni dalla sentenza

La riassunzione comporta l'instaurazione di un nuovo rapporto tra le parti

Il nuovo sistema la giusta causa diventa una delle ragioni che possono essere addotte per giustificare la legittimità del licenziamento

Il licenziamento diviene un vero e proprio negozio giuridico la cui legittimità suppone l'esistenza di ragioni giustificatrici

Con la legge N.604 erano stati introdotti dei limiti al potere di licenziamento ad nutum dalla contrattazione collettiva

Art 2118 c.c.

Da sostegno a quello che viene indicato come potere di licenziamento ad nutum

Trascrive in termini normativi la concezione liberista nel rapporto di lavoro

Preavviso

Indennità sostitutiva
Quando il rapporto di lavoro si estingue a seguito di fallimento o liquidazione che non costituiscono giusta causa di risoluzione del contratto di lavoro
In caso di morte del lavoratore,in favore dei familiari
Se manca il preavviso
L'obbligo del preavviso viene meno solo in presenza di una giusta causa (una causa che non consenta la prosecuzione del rapporto)
Il precedente è tenuto verso l'altra parte a un' indennità equivalente all'importo della retribuzione che sarebbe spettata per il periodo di preavviso
Opera in maniera simmetrica
i contratti collettivi provvedono a determinare la durata del preavviso a seconda dell'anzianità di servizio o dell'inquadramento del lavoratore
La parte eccedente deve dare il preavviso nel termine e nei modi stabiliti dai contratti collettivi
Consiste nel permettere dalla parte che subisce il recesso di poter fruire di un certo periodo di tempo per affrontarnele conseguenze:
Se è il lavoratore

Si ricerca un altra occupazione

Se è il datore

Si ricerca un sostituto nel mercato del lavoro

La cessazione del rapporto di lavoro: nozioni generali

Recesso unilaterale
Esempio le dimissioni

Le dimissioni presentate dalla lavoratrice durante il periodo di gravidanza o durante il primo anno di vita del bambino deve essere convalidata dal servizio ispettivo del ministero del lavoro

Possono dissimulare un effettivo licenziamento

è un diritto potestativo

Si configura come atto unilaterale precipizio

Effetti si producono solo dal momento in cui l'altra parte ne viene a conoscenza

La parte precedente determina ex post ed unilateralmente con la sua manifestazione di volontà, il momento terminale degli effetti del contratto a tempo indeterminato

Costituisce uno strumento estintivo che si applica ai contratti di durata, compreso quello di lavoro subordinato
Ciascuna parte può determinare la gestazione del vincolo contrattuale
Nei contratti a esecuzione continuata o periodica
Estinzione per morte
Del datore

Non si estingue

Del lavoratore

Si estingue il rapporto

Impossibilità sopravvenuta della prestazione
Dipende sia da eventi che riguardano la sfera del lavoratore (esempio carcerazione preventiva) o dell'impresa (cessazione dell'attività lavorativa per ordine della pubblica autorità).
Cessazione per mutuo consenso
La giurisprudenza cerca di accertare l'effettiva volontà delle parti, in particolare quella del lavoratore senza accontentarsi di comportamenti concludenti
Licenziamento
Ipotesi particolare di cessazione del rapporto di lavoro