da da Margherita Calabrò mancano 5 giorni
35
Più simili a questo
Per recuperare la dimensione emotiva e spirituale dell'antica tradizione calabrese, possiamo preparare decorazioni e ricette con le nostre mani, senza acquistare nulla, come facevano i nostri antenati.
Ricetta: rompere i guscio delle uova sode, senza sbucciarle. Immergerle per qualche ora in un contenitore con acqua e colorante alimentare. Incidere a croce l'estremità di un cetriolo e posizionarle all'interno.
Ricetta:
Arrotolare del prosciutto crudo ai bocconcini di mozzarella, decorare con olive tagliate a fette. Sistemare su un piatto con della rucola.
Il segreto per colorare naturalmente la pasta è quello di cucinare il cavolo rosso e cuocere gli spaghetti (meglio se di riso) con la sua acqua di cottura.
La pasta diventerà viola.
Blu, se si aggiunge un pizzico di bicarbonato.
Rosa, se si aggiunge il succo di limone.
https://blogdimatematicaescienze.it/chimica-col-cavolo-rosso/
El Dia del los muertos in Messico
La comunità messicana passa l'intera notte al cimitero, ma questa ricorrenza non è vissuta come una consuetudine triste, bensì come una festa, durante la quale si cena, si ascolta musica allegra e si sta tutti insieme.
La festa dei morti messicana è stata dischiarata dall'UNESCO patrimonio culturale immateriale il 7 novembre 2003.
El Dia del los muertos in Messico
La comunità messicana passa l'intera notte al cimitero, ma questa ricorrenza non è vissuta come una consuetudine triste, bensì come una festa, durante la quale si cena, si ascolta musica allegra e si sta tutti insieme.
Gli antichi Celti, che abitavano in Irlanda e in tutta Europa, festeggiavano l'inizio del nuovo anno il 1° novembre (Samhain=fine dell'estate), che segnava la fine della stagione estiva e l'inizio della stagione "delle tenebre e del freddo".
La morte era il tema principale della festa, in sintonia con ciò che avveniva in natura: durante la stagione invernale la vita sembra tacere, invece si rinnova sottoterra, dove, tra l'altro, riposano i morti.
In Irlanda esistono tante leggende legate ad halloween, la più famosa è quella di Jack O' Lantern
La festa è caratterizzata da costumi spaventosi, zucche intagliate, "dolcetto o scherzetto" e numerosi eventi che celebrano l'occulto e il macabro.
L'Halloween italiano non aveva un data di celebrazione ben precisa, sebbene, in tutte le regioni, era più o meno vicina alla data attuale, quella del 31 ottobre.
In ogni luogo aveva un nome diverso e delle specifiche ritualità, ma, spesso, presentava elementi comuni.
Testimonianze della pratica di questa tradizione arrivano fino agli anni '70 del 1900.
La Calabria è terra di tradizioni legate alla commemorazione dei defunti, che tramandano l'idea che, nei giorni tra ottobre e novembre, si spalanchi la porta dell'aldilà e si crei un contatto diretto tra i mondi dei vivi e dei morti.
Il folklore calabrese è intriso di credenze antiche, che parlano di un legame indissolubile tra la vita e la morte.
Per esorcizzare la paura della morte e sperare in una vita longeva, si diffusero molti rituali strettamente legati al culto dei defunti, che mettono insieme aspetti sacri e profani, semplici e profondi.
C'è un forte legame con la tradizione popolare contadina, infatti i rituali si concentrano alla fine del mese di ottobre, in occasione della fine del raccolto e l'inizio dell'inverno.
I riti dei defunti e lo stretto legame con il cibo
Soprattutto nelle comunità interne della regione, la sera del giorno dei morti, le persone si radunavano in processione e si dirigevano verso il cimitero. Arrivati davanti alla tomba del caro defunto, la famiglia pregava per inviare benedizioni e connettersi spiritualmente con l’anima scomparsa.
In seguito, veniva organizzato un banchetto direttamente sulle tombe e spesso venivano invitate anche altre persone di passaggio.
Per queste occasioni, venivano preparati dolci tipici legati alla tradizione dei morti, i quali assumevano un significato duplice. Da un lato, rappresentavano i doni che i defunti portavano dal cielo, e dall’altro, simboleggiavano l’offerta di ristoro da parte dei vivi per le fatiche del lungo viaggio verso l’aldilà. In questo modo, si cercava anche di esorcizzare la paura della morte.
Il viaggio dell'anima
Secondo una leggenda popolare, l'anima del defunto, prima di raggiungere l'aldilà, deve attraversare un ponte, noto come il "Ponte di San Giacomo".
Questo passaggio, però, avviene solo dopo che il corpo è rimasto in casa per un'intera notte, permettendo all'anima di salutare i propri cari.
La luce assume un significato speciale in Calabria. Accendere le candele davanti alle tombe o sulle finestre è un gesto che serve a illuminare il cammino delle anime verso il paradiso.
In alcune località calabresi si è soliti lasciare acqua e un tovagliolo sul davanzale, un atto di ospitalità nei confronti delle anime dei defunti.
Halloween e la Calabria
Secondo l'antropologo Luigi Lombardi Satriani l'odierna festa di Halloween negli Stati Uniti è, in realtà, una festa di ritorno, "frutto delle contaminazioni innescate dai dei flussi migratori dei contadini calabresi nel Nuovo continente".
Una volta giunti negli stati uniti i calabresi continuarono a praticare questa usanza, in segno religioso di solenne devozione per i propri cari defunti.
Oggi la festa è conosciuta per aspetti marcatamente commerciali e ha perso la dimensione emotiva e spirituale del passato.
A Serra San Bruno, in provincia di Vibo Valentia, troviamo una tradizione che richiama il moderno "dolcetto o scherzetto": la festa di "lu coccalu" o del teschio.
I bambini intagliano zucche in cui inseriscono candele, creando maschere mostruose, e girano per le case chiedendo dolci, recitando la frase "Mi lu pagati lu coccalu?" (Mi pagate il teschio di morto?).
Le zucche rappresentano l'autunno e l'inverno imminente, mentre le candele simboleggiano la luce eterna.
Le origini sono incerte. Il culto dei morti affonda le sue radici in riti pagani antichissimi. Testimonianze di queste ritualità le ritroviamo in Grecia e nell'antica Roma.
Nell'antica Grecia si celebravano le Antesterie, feste in onore del dio Dionisio.
Anche alle donne, ai bambini e agli schiavi era permesso prendervi parte.
Duravano tre giorni, si aprivano le botti e si spillava il vino e le anime dei morti potevano circolare liberamente.
Per evitare che potessero contaminare i luoghi dei vivi, si cospargevano le porte di pece e si sbarravano le porte di templi e santuari.
Il terzo giorno si recitava ad altra voce la formula: "Alla porta le Antesterie sono finite."
Si invitavano così le anime ad abbandonare la città dei vivi.
Gli storici sostengono che il culto dei morti in Italia derivi da un''antichissima tradizione romana, il "Mundus Cereris": un rituale attraverso il quale i nostri antenati entravano in contatto con l'aldilà e con i defunti.
Quando la Chiesa cattolica si trovò ad affrontare il problema delle feste pagane, tra cui quella di "Halloween", molto radicate nei costumi popolari, capì che sarebbe stato molto più facile inglobarle che estirparle.
Nell'anno 738, Papa Gregorio III decise di spostare la festa dei morti dal 13 maggio al 1° novembre, nella speranza di sovrapporre la festa cristiana a quella pagana ed evitare festeggiamenti considerati "illeciti" in quel periodo.
Così vennero cristianizzati i rituali precristiani.